di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
AGGIORNAMENTO DEL 29 NOVEMBRE 2022
Per un curioso e sospetto “scherzo del destino” dopo questa nostra inchiesta pubblicata il 5 novembre 2022 sulle infezioni-breccia successive a vaccini Covid e sul mancato aggiornamento dei dati della piattaforma di farmacovigilanza EudraVigilance (che fa capo all’European Medicines Agency – EMA), i numeri delle segnalazioni sulle reazioni avverse ai sieri genici sperimentali sono tornati disponibili in tempo reale, confermando il tragico olocausto in corso.
Guardacaso ciò è avvenuto anche dopo la nostra segnalazione del problema a un eurodeputato…
Alla luce degli ultimi aggiornamenti si scopre che il fenomeno delle infezioni-breccia, ovvero il vaccinato che contrae il Covid-19 dopo l’inoculazione e legittima il sospetto che sia una conseguente reazione avversa come meglio spiegato sotto, risulta assolutamente minimale nei paesi UE rispetto agli USA.
Ciò rappresenta un’enorme anomalia spiegabile solo con il fatto che nel computo delle segnalazioni si preferisce registrare i casi generici di infezione da Covid-19 successivo al vaccino, senza etichettarli con la definizione di “breakthrough Covid-19” che innesca mille interrogativi medici in cerca di risposte dai molteplici studi scientifici in corso (citati nei paragrafi successivi).
Prendendo quali dati-campione quelli aggiornati al 28 novembre 2022 del vaccino Comirnaty di Pfizer-Biontech, in quanto è il più diffuso in Europa anche per i massivi e segreti acquisti che hanno fatto finire sotto inchiesta il presidente della Commissione UE Ursula Von Der Leyen, vediamo infatti che le infezioni-breccia dal dicembre 2020 sono state pochissime: solo 199 di cui una con esito fatale, 36 non ancora guarite e ben 96 con la solita inquietante definizione di “esito ignoto”.
Tale statistica risulta fuorviante e inattendibile in quanto nel solo Stato di Washington (USA), che ha molti meno abitanti dei paesi UE, sono stati registrati più di 700mila casi di “breakthrough Covid-19” con oltre 3mila decessi (leggi dati dettagliati nei paragrafi sotto).
https://www.gospanews.net/2022/12/02/boom-di-vaccinati-morti-per-covid-i-dati-cdc-confermano-linchiesta-di-gospa-news-infezione-breccia-letale-tra-reazioni-avverse-ai-sieri-genici/
Ciò ci induce a ritenere che l’EMA abbia dato istruzioni agli operatori sanitari (autori del 90 % delle segnalazioni) di segnalare i contagi post vaccino nel gruppo Infezioni alle voci più generiche “Covid asintomatico”, “Covid-19” e Polmonite Covid-19”.
Infatti in esse si registrano più della metà di tutte le segnalazioni registrate nel vasto gruppo “Infezioni” che annovera un totale di 186.737 reazioni avverse (la casistica più diffusa dopo i 407mila effetti indesiderati per disturbi neurologici) tra cui 2.409 decessi e 111.344 decorsi ignoti.
I soli casi di “Covid-19 asintomatico” sono 1.395, tra cui 9 fatali, 87 non ancora guariti e 762 senza esito noto. Mentre quelli di Covid-19 generico sono 112.246 tra cui 1.030 fatali, 4.530 non ancora guariti e 96.310 con esito sconosciuto.
A queste infezioni vanno aggiunte quelle, catalogate in una voce differente, per “Polmonite Covid-19” che sono 1.220, tra cui 322 fatali, 188 non ancora guariti e 171 senza esito noto.
In totale, dunque, i casi Covid-19 segnalati come reazioni avverse ai vaccini sono 114.861 tra cui 1.361 decessi. Il dato è però mostruosamente falsato da 97.243 casi di Covid-19 con decorso ignoto, ovvero circa la metà di tutte gli effetti indesiderati da infezioni post-vaccini.
E’ pertanto evidente che, se anche soltanto la metà di esse in un successivo follow-up dovesse risultare con esito fatale, il numero dei morti di Covid-19 nonostante i vaccini esploderebbe tanto da mettere in seria discussione non solo l’efficacia dei sieri genici nel prevenire il contagio, ormai smentita apertamente anche dalle stesse Big Pharma e dai giudici nei Tribunali, ma anche nel mitigare gli effetti dell’infezione da SARS-Cov-2.
Non solo. Ciò potrebbe innescare ulteriori sospetti sul misterioso meccanismo dell’infezione-breccia, ovvero quelli di un eventuale contagio anche letale indotto dall’inoculazione dei vettori della proteina Spike geneticamente attenuata dalle biotecnologie farmacologiche. Esso si andrebbe così a sommare alle molteplici cause di effetti indesiderati mortali rilevati dalle piattaforme di farmacovigilanza come dagli studi scientifici.
Ma i dati di EudraVigilance sollevano un ulteriore gigantesco quesito che incrementa la scarsa attendibilità degli stessi. Con quale misterioso criterio vengono distinti i casi fatali da sospette reazioni avverse per Covid-19 dai morti “ordinari” in seguito all’infezione da SARS-Cov-2?
I dati dell’Istituto Superiore della Sanità di Roma, che abbiamo pubblicato nella prima stesura di questo articolo, infatti, riferiscono di 763 decessi tra i vaccinati italiani nel solo periodo tra il 2 settembre e il 2 0ttobre 2022. Ovvero più della metà dei 1.361 registrati in due anni di campagna vaccinale in tutta l’Unione Europea…
LE MISTERIORE INFEZIONI-BRECCIA IN EUROPA E IN ITALIA
INCHIESTA DEL 5 NOVEMBRE 2022
Nelle precedenti inchieste abbiamo messo in evidenza numeri allarmanti: quello sui vaccinati morti di Covid-19 segnalati dall’Istituto Superiore della Sanità e quelli sulle alte percentuali di “decorso ignoto” derivante dalle reazioni avverse registrate dalla piattaforma di farmacovigilanza dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e di “correlazioni indeterminate” tra somministrazione dei sieri genici sperimentali e decessi.
Adesso sveliamo come la stessa AIFA e l’EudraVigilance, piattaforma di ricezione delle segnalazioni sugli effetti indesiderati dell’European Medicines Agency (EMA), stanno palesemente occultando un fenomeno che è già stato oggetto di allarme negli USA e nella comunità scientifica internazionale: il “Breakthrough Covid-19”.
Si tratta della “infezione-breccia”, che può colpire i vaccinati dopo l’inoculazione dei vettori di mRNA o DNA messaggero della proteina Spike, così denominata in inglese perché “fa breccia” bucando il vaccino. Ma avvalora anche il sospetto che la reazione degli anticorpi alle dosi vaccinali sia tale da causare essa stessa un Covid-19 in alcuni casi pure letale.
Infatti, contrariamente a quanto avviene nei Dipartimenti della Salute di molti stati americani (citeremo ad esempio i dati di Washington), l’AIFA non contempla i decessi da Covid-19 tra quelli da potenziali reazioni avverse e non ci risulta che stia monitorando il problema…
Non solo. Dopo la nostra inchiesta di alcune settimane fa sul precedente resoconto, nell’ultimo “13o Rapporto sulla Sorveglianza dei vaccini anti-COVID-19” diffuso dall’AIFA nei giorni scorsi è sparita la tabella che differenziava il decorso delle reazioni avverse gravi tra quelle curate e quelle con l’inquietante esito “ignoto”!
Mentre la piattaforma EudraVigilance, già di complessa interpretazione per la mancanza di una sintesi dei decesso sulle segnalazioni degli effetti indesiderati di ogni vaccino, ha fatto sparire il dettaglio delle patologie specifiche indicate in ogni gruppo di reazioni avverse.
Al momento, ad esempio nel caso del siero genico Comirnaty di Pfizer-Biontech, alla voce “Breakthrough Covid-19” come per quella “Covid-19 pneumonia” non sono più leggibili i numeri specifici ma compaiono i dati generici della categoria “Infezioni” che svelano peraltro un abnorme numero di “decorsi sconosciuti” tale da superare l’astronomica cifra di 110mila e tale da rendere praticamente inutile questo tipo di farmacovigilanza…
I casi fatali risultano essere 2.385 mentre quelli “non ancora guariti” 26.820. Nel complesso le segnalazioni di effetti indesiderati per il vaccino Comirnaty, chiamato Tozimeran sulla piattaforma EudraVigilance, sono giunte a quota 1 milione e 148mila 277. Ma come si evince da un’attenta verifica il bilancio non viene aggiornato dal mese di settembre…
Praticamente da quando è venuta a galla la colossale menzogna circa la protezione dai contagi da parte del siero Pfizer e la successiva inchiesta sulle segrete modalità di acquisto delle dosi da parte del presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen.
L’ALLARME NEGLI USA E NEI DATI DELL’ISS
«Nel giugno 2021, prima dell’emergere della variante delta, i casi ”breakthrough” rappresentavano solo il 12% dei nuovi casi. Entro ottobre, poiché la variante delta ha continuato a dominare e con un numero crescente di persone più lontane dalla serie di vaccini originale, le “infezioni-breccia” rappresentavano circa un terzo dei casi. Quando la variante omicron ancora più trasmissibile è emersa nel novembre 2021, la percentuale di casi breakthrough ha iniziato a crescere costantemente e, a marzo, le infezioni rivoluzionarie tra i vaccinati hanno rappresentato la maggior parte dei nuovi casi. Tra aprile 2021 e aprile 2022, la percentuale di casi-breccia è cresciuta dal 3% a oltre il 60%».
Questo è quanto ha scritto la giornalista Arielle Mitropoulos sul network americano ABC News che si è sempre distinto per una smaccata propaganda PRO-VAX. Anche in questo articolo, infatti, dà spazio all’invito di Anthony Fauci, direttore dell’Istituto Nazionale di Malattie Infettive, a ricorrere ai booster nonostante, come denunciato dal British Medical Journal, la Food and Drug Administration stia occultando i dati reali sulle reazioni avverse gravi.
«Con gli americani più vulnerabili e più anziani più lontani dalle loro serie primarie, anche il tasso di decessi rivoluzionari è cresciuto. Ad aprile 2021, solo l’8% dei decessi è stato il risultato di “infezioni-breccia”, ma a marzo 2022 quel numero era aumentato a oltre il 41% dei decessi registrati nel mese. Anche i casi di “breakthrough” e i decessi tra i booster sono in aumento, anche se a un ritmo più lento. Nel settembre 2021, meno dell’1% dei casi di COVID-19 e dei decessi si è verificato tra gli americani che erano stati completamente vaccinati e potenziati con la prima dose. Ad aprile 2022, la percentuale di casi era aumentata a oltre il 52%, mentre la percentuale di decessi era cresciuta fino a quasi il 31%» scrive ancora ABC News.
“I numeri che stiamo tenendo d’occhio sono i numeri di individui con una malattia “breccia” che richiede ricovero, terapia intensiva o che provoca la morte” ha dichiarato ad ABC News Buddy Creech, direttore del Vanderbilt Vaccine Research Program e professore associato di malattie infettive pediatriche , ha detto a ABC News.
“Possiamo anticipare un certo grado di ciò tra gli anziani, quelli con complicate condizioni mediche di base e quelli immunocompromessi; tuttavia, se iniziamo a vedere numeri elevati tra individui altrimenti sani, potrebbe essere un segno che i vaccini attuali non funzionano altrettanto bene contro le nuove preoccupanti varianti “, ha aggiunto.
“Per coloro che sono immunocompromessi, ad alto rischio di complicanze, di età superiore ai 50 anni o che hanno ricevuto la terza dose mesi fa, una quarta dose riduce la probabilità di infezione e complicanze dalla malattia”, ha affermato Creech.
Ma i dati raccolti in Italia dall’Istituto Superiore della Sanità fino al 26 ottobre 2022 e diffusi su Twitter dal medico chirurgo Andrea Stramezzi, tra i più attenti e pugnaci nel segnalare i pericoli dei booster per il sistema immunitario delle persone più fragili come fece anche il compianto virologo Luc Montagnier, confermano la tendenza già evidenziata nel luglio scorso proprio da Gospa News in relazione all’alto numero di vaccinati morti nonostante i booster.
E pure dal Dipartimento della Salute dello Stato di Washington (USA) arrivano altri numeri che confermano la gravità del fenomeno. Ecco la sintesi dell’ultimo rapporto:
- Il 28 giugno 2022, il DOH ha standardizzato la definizione di cosa significa aver completato una serie primaria del vaccino COVID-19. La definizione standardizzata assicura inoltre che a ciascuna persona sia stato somministrato un vaccino adatto all’età. Il SARS-CoV-2 Vaccine Breakthrough Surveillance and Case Information Resource e i rapporti COVID-19 Casi, ricoveri e decessi per stato di vaccinazione sono ora allineati su questa definizione e riferiranno sugli stessi casi
- A partire dal 28 giugno 2022, questo rapporto di Breakthrough Surveillance includerà solo quei casi identificati confrontando i dati dei Washington Immunization Information Systems (IIS) con i nuovi test COVID-19 positivi.
- Il 12 luglio 2022, il metodo utilizzato per collegare i dati del caso COVID-19 ai dati della vaccinazione COVID-19 è stato aggiornato per includere metodi di collegamento più solidi. Come risultato di questo metodo aggiornato, sono stati identificati più casi COVID-19 che hanno completato la serie primaria.
- In breve (dati dal 17 gennaio 2021 al 24 settembre 2022)
712.495 casi di vaccino contro il SARS-CoV-2 sono stati identificati nello Stato di Washington. Di questi casi “breccia”:
– Il 16% ha riportato sintomi
– Il 3% è stato ricoverato in ospedale
– Lo 0,5% è morto per malattia correlata al COVID
«Tra i casi “breakthrough” di questo periodo di sorveglianza, 3.373 sono morti per malattia correlata al COVID. La fascia di età dei casi deceduti era 15 – 106 anni (età media 79 anni)» conclude il rapporto del 5 ottobre scorso del Washington State Department of Health confermando l’allarme lanciato dal dottor Stramezzi
in relazione ai rischi derivanti dai booster soprattutto per gli anziani e le persone più fragili.
Ma innesca immediatamente una domanda capziosa.
Com’è possibile che nel solo stato americano di Washington che conta meno di 7,739 milioni di abitanti si siano registrati 988 casi letali di “infezione-breccia”in più di quelli conteggiati dalla piattaforma EudraVigilance (per il vaccino più diffuso Comirnaty) in tutta l’Unione Europea che conta 447,7 milioni di residenti???
Non siamo specialisti né di epidemiologia né di statistica e pertanto non pretendiamo di avere risposte in tasca ma giriamo la domanda alle autorità sanitarie competenti, ammesso che vogliano fare luce su uno dei tanti preoccupanti fenomeni connessi ai sieri genici sperimentali e altamente pericolosi, come evidenziato ormai da decine di autorevoli ricerche mediche internazionali.
LE RICERCHE SUI RISCHI “BREAKTHROUGH COVID-19” PER I VACCINATI
«Gli obiettivi di questo studio erano: determinare l’incidenza dell’infezione da Coronavirus-2 (SARS-CoV-2) della sindrome respiratoria acuta grave tra gli operatori sanitari vaccinati (HCW), valutare i fattori di rischio associati alla “breakthrough” del vaccino (BT) e confrontare i efficacia dei produttori di vaccini contro la variante SARS-CoV-2 preoccupante tra gli operatori sanitari nel governatorato di Duhok. Si tratta di uno studio di coorte retrospettivo multicentrico, che ha arruolato 944 operatori sanitari fino a marzo 2022».
E’ quanto hanno scritto nel sommario della ricerca intitolata “COVID-19 vaccine breakthrough infection among fully vaccinated healthcare workers in Duhok governorate, Iraqi Kurdistan: A retrospective cohort study” gli scienziati guidati dal dottor Hind B Almufty del Department of Clinical Pharmacy, dell’University of Duhok. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista medica specializzata americana PubMed del National Center for Biotechnology Information il 26 luglio scorso.
Ecco le conclusioni: «Gli operatori sanitari completamente vaccinati con test di reazione a catena della polimerasi positivi sono stati considerati avere un’infezione da vaccino BT. Duecentottantaquattro (30,1%) su 944 operatori sanitari vaccinati hanno avuto un’infezione da SARS-CoV-2 dopo la vaccinazione, di cui 241 (84,9%) erano stati completamente vaccinati, concludendo che l’incidenza dell’infezione da BT è del 25,5%. C’erano 422 (44,7%) maschi e 522 (55,3%) femmine. La maggior parte delle infezioni da vaccino BT si era sviluppata nella variante SARS-CoV-2 Omicron (53,5%). La maggior parte delle infezioni da BT è stata da lieve a moderata (95,5%)».
Proprio per questo i ricercatori ammettono la correlazione tra infezione breccia e vaccini ma emettono una “sentenza” positiva a favore dei sieri genici sperimentali: «Gli operatori sanitari con una storia di prevaccinazione dell’infezione da SARS-CoV-2 erano più inclini a un’infezione da vaccino BT (valore p = 0,002). I produttori di vaccini Pfizer hanno rivelato la massima efficacia contro l’infezione da BT (valore p = 0,0001). I tre produttori di vaccini disponibili nel governatorato di Duhok sono efficaci contro le infezioni da COVID-19 BT».
Meno certezze le hanno ostentate Ziyad Al-Aly e i suoi colleghi del Clinical Epidemiology Center, Research and Development Service, VA Saint Louis Health Care System, St. Louis, MO, USA nello studio dal titolo “Long COVID after breakthrough SARS-CoV-2 infection” pubblicato il 25 maggio 2022 su Nature Medicine. In esso, ai misteri sui rischi dell’infezione breccia da vaccino, si aggiunge l’eventualità di una correlazione tra essa e il Long Covid, già evidenziata da altre molteplici ricerche.
«Sono state descritte le sequele post-acute dell’infezione da coronavirus 2 (SARS-CoV-2) della sindrome respiratoria acuta grave, nota anche come Long Covid, ma se l’infezione da SARS-CoV-2 breakthrough (BTI) nelle persone vaccinate si traduce in post- sequele acute non sono chiare» affermano gli esperti di epidemiologia del Missouri.
«In questo studio, abbiamo utilizzato i database sanitari nazionali del Dipartimento per gli affari dei veterani degli Stati Uniti per costruire una coorte di 33.940 individui con BTI e diversi controlli di persone senza evidenza di infezione da SARS-CoV-2, inclusi contemporanei (n = 4.983.491), storici (n = 5.785.273) e controlli vaccinati (n = 2.566.369). A 6 mesi dopo l’infezione, mostriamo che, oltre i primi 30 giorni di malattia, rispetto ai controlli contemporanei, le persone con BTI hanno mostrato un rischio di morte più elevato (hazard ratio (HR) = 1,75, intervallo di confidenza (CI): 1,59 ; e incidenti da sequele post-acute (HR = 1,50, IC 95%: 1,46, 1,54), inclusi disturbi cardiovascolari, della coagulazione ed ematologici, gastrointestinali, renali, della salute mentale, metabolici, muscoloscheletrici e neurologici».
«I risultati erano coerenti nei confronti rispetto ai controlli storici e vaccinati. Rispetto alle persone con infezione da SARS-CoV-2 che non erano state vaccinate in precedenza (n = 113.474), le persone con BTI hanno mostrato minori rischi di morte (HR = 0,66, IC 95%: 0,58, 0,74) e sequele post-acute incidenti (HR = 0,85, IC 95%: 0,82, 0,89)» si legge nella ricerca.
«Complessivamente, i risultati suggeriscono che la vaccinazione prima dell’infezione conferisce solo una protezione parziale nella fase post-acuta della malattia; quindi, fare affidamento su di esso come unica strategia di mitigazione potrebbe non ridurre in modo ottimale le conseguenze sulla salute a lungo termine dell’infezione da SARS-CoV-2. I risultati sottolineano la necessità di una continua ottimizzazione delle strategie per la prevenzione primaria dell’BTI e guideranno lo sviluppo di percorsi di cura post-acuta per le persone con BTI» concludono i medici di Saint Louis.
Mentre i rapporti di farmacovigilanza dell’AIFA non sono ancora stati in grado di appurare le correlazioni tra vaccinazione e decessi in un gran numero di casi segnalati, come si evince del 13 rapporto.
Dati dell’Istituto Superiore di Sanità. pic.twitter.com/t2HlthqdIG
— Andrea M. G. G. Stramezzi (@AStramezzi) November 4, 2022
«L’84% (802/955) delle segnalazioni con esito decesso presenta una valutazione del nesso di causalità con l’algoritmo dell’OMS, in base alla quale il 59,6% dei casi (478/802) è non correlabile, il 27,6% (221/802) indeterminato e il 9,2% (74/802) inclassificabile per mancanza di informazioni sufficienti. Complessivamente, 29 casi (3,6%) sugli 802 valutati sono risultati correlabili (circa 0,2 casi ogni milione di dosi somministrate), tutti già descritti nei Rapporti precedenti» scrive l’AIFA che ovviamente non include tra le segnalazioni fatali per effetti indesiderati i casi di “infezione-breccia” causati dai vaccini contro il virus SARS-Cov-2 che, come ormai acclarato per i più esperti scienziati internazionali, è stato creato in laboratorio potenziando la carica virale della già tossica proteina Spike.
Al contrario la tabella riepilogativa dell’Istituto Superiore della Sanità diffusa dal dottor Stramezzi mostra che i decessi per Covid-19 sono stati ben 763 in un solo mese dal 2 settembre al 3 di ottobre 2022. Tanti da giustificare anche in Italia la medesima attenzione che il Washington State Department of Health ha dato al fenomeno “breakthrough Covid-19”.
Ecco perché diventa fondamentale che la tanto auspicata Commissione parlamentare d’inchiesta non si occupi soltanto degli affari amministravi nella gestione dell’emergenza pandemica ma anche delle Big Pharma.
Ma ciò appare forse un’utopia nel momento in cui il nuovo Ministro della Salute Orazio Schillaci giunge da un ateneo che ha avviato una collaborazione con Pfizer e Biontech, e nel momento in cui anche la Fondazione GIMBE, in prima linea nel monitoraggio dell’epidemia e nella propaganda sui vaccini, vanta analoghi partner tra i produttori dei sieri genici antiCovid.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE
AIFA – 13o RAPPORTO SULLA SORVEGLIANZA DEI VACCINI ANTI-COVID -19
EUDRAVIGILANCE – COVID-19 MRNA VACCINE PFIZER-BIONTECH
ABC NEWS – Breakthrough COVID-19 cases, deaths on the rise amid push for boosters: ABC News analysis
WASHINGTON STATE DEPARTMENT OF HEALTH – SARS-CoV-2 Vaccine Breakthrough Surveillance
NATURE MEDICINE – Long COVID after breakthrough SARS-CoV-2 infection
https://www.gospanews.net/2022/07/27/vaccini-grafene-6-nanoparticelle-tossiche-nel-sangue-dei-vaccinati-studio-shock-di-3-chirurghi-italiani/