Nell’immagine di copertina il ricercatore dell’Istituto Pasteur Jean-Claude Manuguerra, co-presidente dell’OMS Sago (Scientific Advisory Group for the Origins of Novel Pathogens)
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Circa due anni fa, il 19 dicembre 2020, Gospa News fu il primo giornale online del mondo a svelare il clamoroso e vergognoso conflitto d’interessi dello zoologo anglo-americano Peter Daszak, nominato all’interno della prima Task-Force creata dall’OMS per indagare sull’origine del SARS-Cov-2 a Wuhan, dopo una risoluzione presentata all’assemblea generale dall’Unione Europea, nonostante avesse lavorato proprio nel Wuhan Institute of Virology sospettato di aver creato e “lasciato fuggire” il virus della pandemia da Covid-19.
Due mesi dopo, nel febbraio 2021, il caso di Daszak divenne uno scandalo di rilevanza mondiale quando anche alcuni quotidiani internazionali come il britannico Daily Mail e il tedesco Die Welt evidenziarono lo stesso problema rammentando, come avevamo già fatto nelle inchieste del ciclo WuhanGates, che il ricercatore britannico presidente dell’EcoHealthAlliance di New York, finanziata dall’amministrazione Obama-Biden, da Anthony Fauci e da Bill Gates per condurre in Cina gli esperimenti chimerici sui coronavirus con virulenza potenziata, era stato anche colui che aveva ispirato la lettera di 27 scienziati della rivista The Lancet con cui si era negata la tesi dell’origine artificiale del SARS-Cov-2 dopo la ricerca di alcuni biologi indiani che “furono costretti a ritrattarla”, secondo il compianto virologo Luc Montagnier.
Di recente il presidente della Commissione Covid-19 della stessa rivista britannica ha sostenuto invece la tesi opposta sulla probabile origine artificiale del virus pandemico.
Ora sveliamo che qualcosa di analogo si sta ripetendo.
Il virologo co-presidente del gruppo SAGO (Scientific Advisory Group for the Origins of Novel Pathogens) incaricato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità di indagate sull’origine del virus del Covid-19 è il ricercatore dell’Institut Pasteur che seguì gli esperimenti sui SARS ricombinanti costruiti in laboratorio con il potenziamento virale dell’HIV/AIDS nel Wuhan Institute of Virology.
IL VIROLOGO FRANCESE NEL GRUPPO SAGO OMS
Si chiama Jean-Claude Manuguerra ed è Direttore della Ricerca e capo dell’Unità Ambiente e rischi infettivi, nonché capo dell’Unità di Intervento Biologico di Emergenza (CIBU) e vice capo del Centro nazionale di riferimento francese per gli hantivirus, presso l’Institut Pasteur in Francia.
Non solo. Proprio in virtù della sua lunga esperienza in Cina è anche tra gli esperti del gruppo SENET (Sino-European Health Networking Hub), un centro di sviluppo di una rete sino-europea di ricerca virologica finanziato dal progetto Horizon 2020 della Commissione Europea (convenzione di sovvenzione n. 825904).
Non v’è dubbio che sia uno dei massimi biologi mondiali come si legge nel suo curriculum sul sito ufficiale del SAGO dell’OMS.
«La sua competenza risiede nella virologia e nella salute degli animali. È anche il punto di contatto per il Centro di collaborazione OIE per il rilevamento e l’identificazione nell’uomo di patogeni animali emergenti e lo sviluppo di strumenti per la loro diagnosi presso l’Institut Pasteur. È stato condirettore del National Influenza Center for Northern France dal 1995 al 2003. Ha presieduto il National Influenza Pandemic Planning Committee francese dal 2003 al 2013 e dal 2000 è stato membro del Comitato Direttivo del Global Outbreak Alert and Response Network coordinato dall’OMS. al 2018 (Presidenza da giugno 2012 a dicembre 2013)».
Peccato che in questa sintetica descrizione manchi il macroscopico conflitto d’interessi che lo rende inadeguato nell’indagare su una possibile perdita da laboratorio del Wuhan Institute of Virology (in sigla WIV).
Il motivo si legge nella scheda sul ricercatore dell’institut Pasteur di Parigi sulla sua esperienza del primo rapporto SENET: «Ha presentato i progetti relativi alle malattie infettive EpiSARS (finanziato dalla CE, 2004-2007) e RIVERS (finanziato dalla CE, 2007-2010) e il suo attuale lavoro sulla valutazione del rischio per l’emergenza urbana di arbovirus sottostimati».
Attraverso EpiSARS ha gestito i «progetti di collaborazione con il Wuhan Institute of Virology e l’Institut Pasteur di Shanghai».
Nella stessa relazione si specifica inoltre:
«Wuhan ha forti legami con la Francia, fabbriche industriali comuni, ma anche nei domini della matematica e della biologia. L’istituto di virologia di Wuhan è stato un partner di collaborazione fondamentale per l’Institut Pasteur France. L’Institut Pasteur Shanghai è stato creato come seguito delle collaborazioni in corso tra l’Institut Pasteur France e la Cina. Ora sta intensificando le collaborazioni già esistenti e crea nuove opportunità di collaborazione con le parti interessate in Cina, in particolare a Shanghai».
Tali legami sono correlati proprio al progetto EpiSARS finanziato dalla Commissione Europea presieduta dall’italiano Romano Prodi all’interno del quale, come abbiamo svelato nell’inchiesta WuhanGates 9, la “batwoman cinese” Shi Zhengli, direttrice del Centro di Ricerca di Malattie Infettive del WIV, potenziò il virus SARS del 2003 ricombinandolo con un plasmide infettato con il pericolissimo HIV.
DAI VIRUS SARS CON HIV AI VACCINI DI MODERNA
Le tracce dell’agente patogeno dell’AIDS furono rilevate all’interno della sequenza genomica del SARS-Cov-2 dallo studio dei ricercatori della Kusuma School of Biological Sciences IIT Delhi e confermate dal virologo Luc Montagnier
che, avendo lavorato all’Istituto Pasteur fino al 2000 e poi alla Shanghai Jiao Tong University ben conosceva gli intrighi tra Francia, Cina e USA.
Il grande biologo francese, vincitore del Nobel perl a Medicina nel 2008 proprio per la scoperta dell’HIV, si limitò però a denunciare, forse per amore patriottico, solo quelli tra il Wuhan Institute of Virology e l’University of North Carolina che sviluppò i più pericolosi esperimenti sui virus potenziati in laboratorio da cui è nato il SARS-Cov-2, condotti dal professor Ralph Baric sotto la supervisione di Anthony Fauci, direttore dell’Istituto Nazionale di Malattie Infettive degli USA (NIAID), e grazie ai contributi concessi dall’agenzia militare del Pentagono alla casa farmaceutica americana Moderna di Cambridge (MA) e alla Metabiota di San Francisco (CA).
Anche il bio-ingegnere francese Pierre Bricage, esperto di armi batteriologiche in qualità di conferenziere NATO, confermò le tracce di HIV nel Sars-Cov-2 sostenendo, come ha fatto di recente il dottor Joseph Mercola, che si trattasse di un esperimento per sviluppare un bacino contro l’AIDS.
Com’è noto Moderna ha brevettato il principio attivo del suo siero genico a mRNA antiCovid 9 mesi prima dello scoppio della pandemia (come scoperto dal dottor David Martin), ha creato in laboratorio nel 2016 un gene umano con 19 nucleotidi identici a quelli del SARS-Cov-2 (come risulta da una ricerca pubblicata di recente e firmata anche dal professor Giorgio Palù) ed ha avviato i suoi trial-clinici per un vaccino antiAIDS.
Che importa se per farlo ci sono stati 6,65 milioni di morti da Covid-19 nel mondo e se decine di migliaia stanno morendo per la sperimentazione sulla popolazione umana delle nuove biotecnologie farmacologiche utilizzate nei vaccini antiCovid?
I MOSTRUOSI CONFLITTI D’INTERESSI NELL’OMS
Alla luce di quanto scritto appare davvero singolare che l’OMS abbia scelto il dottor Manuguerra quale co-presidente della task-force SAGO per la ricerca dell’origine del SARS-Cov-2.
Proprio perché il ricercatore di Parigi si occupò del Wuhan Institute of Virology quando fu finanziato dalla Commissione Europea che affidò l’incarico della supervisione scientifica all’Istituto Pasteur nella “fase francese 2004-2007” dei pericolosi esperimenti.
Ciò avvenne prima che cominciasse la “fase americana 2009-2016” sostenuta dall’agenzia governativa USAID per volontà del presidente USA Barack Obama e dalla EHA di Peter Daszak a cui, poche settimane fa, l’Istituto Nazionale della Salute americano (NIH) ha tolto ogni contributo per non aver fornito la documentazione richiesta sul potenziamento dei virus SARS con la tecnica del Guadagno di Funzione (GOF) effettuato in Cina!
Ma tale circostanza appare curiosa tale solo se non si ricorda che la stessa OMS è finanziata dalla Bill & Melinda Gates Foundation che ha scelto come direttore dell’agenzia sanitaria dell’ONU il biologo etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Egli è così divenuto un burattino della stesso Gates nel suo piano di immunizzazione globale promosso coi vaccini grazie alla Gavi Alliance e alla Rockefeller Foundation, sin dal meeting del 1999 a Bellagio (Como), e grazie ai finanziamenti a Big Pharma Moderna, Biontech e GSK, partner della Pfizer, che ha prodotto i sieri del gene anti-Covid guadagnando miliardi di dollari.
Non solo. L’OMS è stata partner di tutti gli esperimenti sui coronavirus sviluppati in Cina dal progetto PREDICT dell’amministrazione Obama-Biden, curato personalmente da Fauci che segue tutti i progetti DURC (Dual-Use Research of Concern), così denominati perché finalizzati nell’ambito di ricerche sulle terapie sanitarie possono sviluppare armi batteriologiche.
A fine novembre cinque senatori repubblicani del Congresso USA hanno chiesto l’immediata interruzione di tutti gli esperimenti DURC con la tecnica GOF dopo l’ultimo pericolosissimo test della Boston University su un ceppo del SARS-Cov-2 incrociato con la variante Omicron in una combinazione assai letale creata grazie a un parziale finanziamento del solito NIAID di Fauci.
Alla luce di tutti questi intrighi tra interessi geopolitici e studi batteriologici militari assume un rilievo sconcertante la nomina all’interno del SAGO di uno degli scienziati che ha contribuito a sviluppare in Cina i primi SARS chimerici, ovvero artificiali, ritenuti progenitori del SARS-Cov-2,
IL RAPPORTO FARSA DEL SAGO DI GIUGNO 2022
Il primo rapporto SAGO pubblicato il 9 giugno 2022 (a differenza di quello dell’anno precedente della Task Force OMS con Daszak che ritenne improbabile l’origine artificiale) ha espresso delle «raccomandazioni iniziali per valutare la possibilità dell’introduzione di SARS-CoV-2 nella popolazione umana attraverso una violazione delle misure di biosicurezza e bioprotezione attraverso un incidente di laboratorio».
Rilevando inoltre la necessità di «Ulteriori indagini dovrebbero essere effettuate con il personale dei laboratori incaricati gestire e implementare la biosicurezza e la bioprotezione nei laboratori: (1) quelli in prossimità dell’epidemia originale di COVID-19 che lavorano con virus simili alla SARS a Wuhan, in Cina e potenzialmente con (2) quelli situati in tutto il mondo dove i primi casi di COVID-19 sono stati rilevato retrospettivamente prima del 2020».
Al fine di «determinare i rischi professionali intrinseci ai laboratori che lavorano con CoV simile alla SARS e la natura degli studi eseguiti prima dei primi casi di COVID-19 segnalati a Wuhan e se hanno coinvolto ingegneria inversa o guadagno di funzione, manipolazione genetica o studi sugli animali con ceppi di CoV simile alla SARS».
Domande che andrebbero ri-girate direttamente al virologo Manuguerra che per 3 anni (2004-2007) ha lavorato con gli scienziati del WIV quale supervisore del progetto EpiSARS della Commissione UE…
Ed infine il gruppo di esperti del SAGO invita a: «valutare potenziali scenari in cui un guasto nelle procedure di biosicurezza o biosicurezza ha portato a una possibile infezione acquisita in laboratorio con l’agente patogeno studiato».
Ma anche a «determinare se sono state segnalate violazioni del biocontenimento o incidenti di laboratorio o incidenti con coronavirus simili alla SARS nei laboratori con livello di biosicurezza (BSL2/3/4) che potrebbero aver provocato la fuga e/o l’infezione di membri del personale prima di dicembre 2019, dove i primi casi sono stati rilevati in Cina».
Nel mirino della task-force del direttore Ghebreyesus, però, rimane soltanto il Wuhan Institute of Virology e non si accenna minimamente al Chapel Hill dell’University of North Carolina o ai laboratori batteriologici aperti dal Pentagono in Ucraina dove furono condotta una ricerca sul Covid-19 tre mesi prima della scoperta di tale ceppo di coronavirus e della sua denominazione…
«Il gruppo di esperti dell’OMS ha anche osservato che poiché gli incidenti di laboratorio in passato hanno innescato alcuni focolai, la teoria altamente politicizzata non può essere tenuta in poco conto» ha riferito un articolo di Associated Press in cui è stata evidenziata anche la posizione del ricercatore francese.
«Jean-Claude Manuguerra, co-presidente del gruppo consultivo internazionale di 27 membri, ha riconosciuto che alcuni scienziati potrebbero essere “allergici” all’idea di indagare sulla teoria delle fughe di laboratorio, ma ha affermato che dovevano essere abbastanza “aperti” da esaminalo» ha scritto AP News.
Un po’ poco dopo due anni di inchieste dell’OMS e 6,65 milioni di morti di Covid-19. Soprattutto vista la conoscenza specifica del dottor Manuguerra sugli esperimenti condotti a Wuhan.
Un rapporto inconcludente che legittima l’atroce quanto inevitabile dubbio: il direttore generale Ghebreyesus vuole scoprire la verità o far felice Gates nell’occultarla?
Ma soprattutto innesca un’inevitabile domanda: quando un magistrato qualsiasi della terra arresterà Fauci e Gates per questa pandemia del Nuovo Ordine Mondiale da loro pianificata da decenni come denunciato dall’avvocato Robert F. Kennedy jr e dimostrato dalle 63 inchieste Wuhan-Gates?
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – INCHIESTE WUHAN-GATES
GOSPA NEWS – DOSSIER COVID-19 & VACCINI KILLER
SENET MEETING AND MANUGUERRA PROFILE
AP NEWS – WHO: COVID origins unclear but lab leak theory needs study
https://www.gospanews.net/2020/11/18/wuhan-gates-24-oms-in-mano-al-pupazzo-di-gates-cina-tedros-leader-dei-comunisti-islamici-tplf-accusati-da-amnesty-dellultimo-massacro-in-etiopia/