di Carlo Domenico Cristofori
Il Patriarca della Chiesa Ortodossa Russa Kirill ha chiesto la tregua per il Natale del 7 gennaio, il presidente russo Vladimir Putin l’ha concessa senza battere ciglio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non solo l’ha rifiutata ma ha revocato la cittadinanza a 13 sacerdoti devoti al Patriarcato di Mosca propio nel giorno della solenne festività cristiana con un atto definito di “satanismo” dalla diplomazia russa.
Di questo abbiamo già scritto… Ma una circostanza forse ancor più grave sotto l’aspetto simbolico e religioso è passata quasi sotto silenzio sui media internazionali per la sua ancipite valenza.
“SATANISMO DI ZELENSKY”. Mosca Condanna la Revoca della Cittadinanza a 13 Preti Ortodossi a Natale
E’ la profanazione di Natale compiuta dal capo del regime filo-nazista ucraino nel più importante e storico Monastero delle Grotte di Kiev.
Zelensky (di discendenza ebrea askenazita) ha infatti prima sfrattato i sacerdoti fedeli alla Chiesa Ortodossa Russa chiudendo la struttura in un blitz di pochi giorni e poi l’ha consegnata ai devoti preti scismatici del ramo ortodosso acefalo che hanno celebrato la Messa Natalizia del 7 gennaio sbandierando il valore di una conquista “militare” del celeberrimo complesso monastico.
“Lo spirito falso e senza Dio del ‘mondo russo’ sta lasciando la Kyiv-Pechersk Lavra (nome in Ucraino). E lo spirito del vero servizio all’Ortodossia e al popolo ucraino sta tornando”, ha sottolineato il metropolita Epifani, creato da Kiev durante l’omelia.
Assume pertanto un profilo assai inquietante che i principali media russi (Tass, Russia Today, Sputnik) abbiano completamente ignorato questo episodio di tale inaudita gravità religiosa: perché significa che a Mosca, sia Kirill che Putin, nuovo Zar del Cristianesimo Ortodosso, hanno patito il colpo.
Ciò desta inquietudine perché i network vicini alla Russia nei mesi scorsi erano stati doviziosi di particolari sui raid degli agenti segreti del Servizio di Sicurezza Ucraino (SBU), noti per aver ucciso, il 5 marzo 2022, con un colpo alla nuca e senza un processo, un negoziatore di pace di Kiev perché ritenuto complice di Mosca.
Nel campo religioso c’è da attendersi qualche nuova filippica del Patriarca di Mosca contro il governo di Zelensky, biasimato non solo per le persecuzioni dei filo-russi del Donbass, con ripetute violazioni degli accordi di Minsk, ma anche per l’organizzazione dei Gay Pride.
Nel campo militare c’è da sperare che non diventi questa l’occasione giusta per il presidente russo di testare qualche missile balistico di tremenda potenza sulla città di Kiev.
Come abbiamo spiegato più volte oggi la Chiesa Ortodossa ha due metropoliti in Ucraina: quello storico delegato dal Patriarcato di Mosca Onofrio e quello della chiesa scismatica acefala Epifanio che si proclamò in tale ruolo su ispirazione e con il riconoscimento del presidente Peter Poroshenko prima (15 dicembre 2018) e del patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo (5 gennaio 2019).
In una lettura geopolitica va ricordato che quest’ultimo, alla guida della Chiesa Ortodossa Greca, ha sede patriarcale a Istanbul. Pertanto deve pertanto soggiacere all’influenza del presidente turco musulmano Recep Tayyp Erdogan che non ha lesinato persecuzioni ai Cristiani Maroniti nel Rojava (Nord-Est della Siria) con l’oppressione dei jihadisti di ISIS e Al Qaeda utilizzati come mercenari dalla Turchia con il benestare della NATO (e dell’ONU…).
La Chiesa filo-russa UOC (dall’inglese Ukrainian Orthodox Church) conta decine di eparchie e 15 mlioni di fedeli, quella filo-greca OCU (Orthodox Church of Ukraine) un migliaio di comunità religiose e monasteri per un numero di devoti non ancora stimato ma che dovrebbe aggirarsi intorno a un milione. E’ pertanto assolutamente minoritaria.
LO SFRATTO DI CAPODANNO DEI SACERDOTI DEVOTI MOSCA
Come Gospa News ha riportato in varie occasioni tra novembre e dicembre la manovra di persecuzione nei confronti dei religiosi cristiani filo russi era nell’aria da settimane dopo i raid degli 007 militari dello SBU di Zelensky che hanno rastrellato i monasteri in cerca di prove di propaganda russa, dichiarando poi, ovviamente, di averle trovate…
Si è trasformata in un vero blitz con l’inizio dell’anno nuovo come ha ben evidenziato l’inviato del quotidiano Avvenire in un articolo struggente sullo sfratto dei sacerdoti dell’UOC da un giorno all’altro.
«A inizio dicembre, quando il presidente Zelensky aveva firmato il decreto con cui apriva l’iter legislativo per vietare ogni comunità religiosa collegata alla Russia, la Chiesa guidata dal metropolita Onufrij si era resa conto che la futura legge avrebbe avuto un unico destinatario: la sua stessa comunità» ha scritto il corrispondente Giacomo Gambassi.
«Tanto che tracciando il bilancio dell’anno il responsabile del dipartimento legale, l’arciprete Oleksandr Bakhov, ha denunciato la “politica religiosa del governo finalizzata alla migrazione violenta dei credenti verso la Chiesa ortodossa dell’Ucraina”. Un modo per dire che lo Stato intende favorire il ramo autocefalo, con a capo Epifanij, che si era staccato nel 2018 provocando uno scisma nel mondo ortodosso».
«A nulla sono valse le rassicurazioni dei vertici che ripetono come fin da maggio il Sinodo abbia condannano l’aggressione, cancellato dagli statuti ogni forma di collegamento con Mosca, sancito la «piena indipendenza canonica» dalla Russia» aggiunge il reporter.
La Cattedrale dell’Assunzione e la chiesa dei Santi Antonio e Teodosio sono state chiuse a partire dal primo gennaio. Il ministero della Cultura ha annunciato che il 31 dicembre non sarebbe stato rinnovato il contratto di concessione. A nulla sono valse le proteste legali della Chiesa Ucraina di Mosca incentrate sul fatto che la proroga è automatica quando vige la legge marziale per uno stato di guerra.
A Capodanno, il dicastero ha ordinato di serrare i portoni per impedire ai sacerdoti di entrare e poi di dare il via allo sgombero da un luogo-simbolo, Patrimonio Unesco, dove comunque rimane – almeno per ora – la sede del metropolita.
LA MESSA DELLA CHIESA SCISMATICA NEL MONASTERO DELLE GROTTE
Sul quotidiano KyivPost la senior editor Maryna Shashkova ha celebrato l’evento con enorme entusiasmo riportando anche le parole sul conflitto pronunciate dal metropolita Epifanio durante l’omelia.
Il clima di tensione è presto inquadrato da due numeri: circa mille fedeli presenti alla Messa Solenne del mattino a fronte di 3mila poliziotti di Zelensky.
«Gli ucraini hanno festeggiato il Natale due volte durante la brutale guerra in Russia. Molti hanno festeggiato il 25 dicembre secondo il calendario gregoriano, con un’ulteriore celebrazione il 7 gennaio secondo il calendario giuliano» ha evidenziato la giornalista confermando il tentativo di occidentalizzazione imposto dal presidente ucraino in una nazione dove i Cristiani Cattolici sono soltanto l’11 % degli abitanti contro il 64 % degli ortodossi.
«In un giorno importante nella storia ucraina, la Chiesa ortodossa ucraina (OCU) ha tenuto il suo primo servizio natalizio a Kyiv-Pechersk Lavra – il più grande centro della cristianità ai tempi di Kyivan Rus – per la prima volta da quando l’Ucraina ha ottenuto l’indipendenza nel 1991» ha rimarcato Shashkova che poi ha dato ampio spazio al metropolita.
IL METROPOLITA SCISMATICO: “VITTORIA MORALE DELL’UCRAINA”
Nella sua omelia, il metropolita Epifanio ha incoraggiato le persone a rivolgersi a Dio e alla luce. “La pace non viene dal nulla. Dobbiamo seguire Dio, ma non tutti sono pronti ad accogliere questa luce”, ha proclamato.
Ha anche menzionato la Russia. “Non volevamo questa guerra. Abbiamo cercato di vivere in pace e armonia con tutti. Ma il nemico ha rotto la pace e ha invaso la nostra terra, versando sangue, seminando morte e cercando di distruggere il nostro stato”.
Ha assicurato alla congregazione che i russi saranno sicuramente sconfitti, poiché la verità è dalla parte dell’Ucraina. “Abbiamo già ottenuto una vittoria morale”, ha rassicurato il capo dell’OCU al suo attento pubblico.
Poi la senior editor del KyivPost chiosa con un’anticipazione che suona come minatoria dopo aver spiegato che la Messa dell’OCU è stata resa possibile dall’interruzione del contratto con l’altra chiesa ortodossa.
«Sicuramente Pavlo Lebid – ex vicario della Lavra e arcivescovo dell’UOC-MP – si è opposto a questa decisione. Ma gli è stato chiarito: la Lavra sta tornando a casa».
«Tkachenko (il Ministro della Cultura – ndr) ha detto a Kyiv Post dopo il servizio che una riunione della commissione interdipartimentale è prevista per l’11 gennaio. Dovrebbe determinare se ci sono state violazioni durante l’uso del monumento storico. In precedenza, erano state ripetutamente segnalate costruzioni illegali nella Bassa Lavra. Lo Stato presto dirà la sua» conclude .
Poi probabilmente altri missili di Putin diranno la loro…
E così via all’infinito. Fino alla totale distruzione dell’Ucraina e del suo popolo.
Senza tregua: come voluto da Zelensky anche a Natale!
Carlo Domenico Cristofori
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FONTI PRINCIPALI
AVVENIRE – Monastero delle grotte. Kiev caccia dalla Cattedrale i monaci ortodossi legati a Mosca
Kyiv Post – History Made as Orthodox Church of Ukraine Holds First Service in Kyiv-Pechersk Lavra
GIALLO A KIEV. Negoziatore di Pace con la Russia Ucciso dai Servizi di Sicurezza Ucraini SBU
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