Con questo articolo prosegue la collaborazione formale dell’amico Piero Angelo De Ruvo quale autore di Gospa News specializzato sulle tematiche militari e geopolitiche. Dopo essersi congedato per la meritata pensione come Primo Luogotenente dell’Esercito Italiano non può più conservare l’incarico di rappresentante sindacale militare come aveva fatto in precedenza con ammirevoli battaglie contro l’obbligo vaccinale per i lavoratori delle Forze Armate. I link a precedenti articoli di Gospa News sono stati aggiunti a posteriori dalla redazione per l’attinenza con gli argomenti trattati
di Piero Angelo De Ruvo
Alla fine la Germania ha dovuto cedere alle enormi pressioni ricevute dai paesi alleati. Un altro passo verso un coinvolgimento sempre più diretto in guerra della NATO è stato compiuto. l’Ucraina riceverà, dall’Europa ed agli Stati Uniti i carri armati richiesti, ma ha già avanzato ulteriori richieste riguardanti aerei e missili a lunga gittata.
Come richiesto dal suo presidente Volodymyr Zelensky, Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Polonia, Finlandia, Norvegia, Paese Bassi e Spagna, invieranno i carri armati per mantenere attivo un conflitto ed offuscare sempre più l’orizzonte della PACE.
Nelle varie dottrine militari i cari armati sono considerati armi di natura offensiva, quindi vien da sé che il loro impiego, in questo particolare momento storico, possa innescare una ulteriore escalation nel conflitto, ormai evidente, tra la Nato e la Russia.
LA MIA ESPERIENZA DI CARRISTA SUL LEOPARD
“Il Carrista combatte per altri, per altri vince. Animato da altissimo spirito di cameratismo, deve saper compiere ogni sacrificio per ridurre le perdite delle truppe con le quali opera. (…) Sa che la storia dei carristi è recente, ma già ricca di glorie, stupende per sacrifici compiuti e valore dimostrato.”
Da “Manuale per il pilota del carro L-35” – 1940
Sin dall’ottobre 1983, come militare di leva prima, e come sottufficiale poi, la mia giovinezza e la mia formazione carrista, è stata legata al Leopard, avvenuta nella Scuola Truppe Corrazzate di Lecce, frequentando il corso basico di due mesi per truppe corazzate, conseguendo la specialità di Cannoniere “Leopard”.
Successivamente venni assegnato al 11° Battaglione carri (BGT. CR) “M.O. Calzecchi ” in Ozzano dell’Emilia (BO), svolgendo centinaia di ore di addestramento sul carro. Successivamente, per completare la mia formazione di Sottufficiale ho frequentato un ulteriore corso di 6 mesi presso la Scuola Truppe Corrazzate di Caserta iniziando l’iter di Specializzazione per Capo Carro dei carri armati “LEOPARD – M 47 – M 60” conseguendo le relative specializzazioni. Infine vengo assegnato al 1° BGT. CR “M.O. Cracco” in Bellinzago Novarese (NO) svolgendo l’incarico di Capo Carro “Leopard”.
Migliaia di ore ho trascorso a bordo del Leopard, nelle esercitazioni a fuoco ed in bianco (Cellina Meduna, Monte Romano, Teulada, Torre Veneri, oltre alle varie aree addestrative minori), al fine di amalgamare i componenti dell’equipaggio e l’intesa tra carro e carro all’interno del plotone.
Per l’equipaggio, il carro diventa una seconda casa e nei momenti di pausa, bisogna prendersi cura del mezzo, dai rabbocchi alle piccole riparazioni, affinché giunga in combattimento in piena efficienza ed aprire la via alle truppe che lo seguono.
Non si diventa carrista in un giorno oppure in un mese, leggendo il libretto di istruzioni oppure l’uso e manutenzione del carro. Non si può fare il carrista, ma occorre essere carrista, dentro.
L’ARDUO IMPIEGO DEI LEOPARD IN UCRAINA
Se analizziamo la fornitura di Leopard da un punto di vista tecnico militare, notiamo che l’Ucraina possiede ed impiega carri armati sovietici, (maggiormente T55/ T64/ e qualche T72), più leggeri di quelli della NATO e con tre uomini di equipaggio, ed un armamento principale da 125 mm ad anima liscia. A differenza del Leopard A2 che ha un equipaggio composto da 4 uomini ed un calibro dell’armamento principale da 120 sempre ad anima liscia, oltre ai sistemi di puntamento, totalmente diversi ed elettronicamente molto più sofisticati.
Se poi consideriamo l’Abrams M1 americano, che, oltre ad avere anch’esso un equipaggio di 4 uomini, ha un armamento principale da 105 mm rigato (M1), e da 120 ad anima liscia (M1 A1 /M1 A2), notiamo che sul campo ci sono più di quattro tipologie di carri.
Già da questi pochi e semplici dati si può intuire la difficoltà, da parte dell’esercito Ucraino della difficile gestione di tutte queste differenti forze corazzate.
Un esercito già in serie difficoltà con le infrastrutture logistiche distrutte e dalle gravi perdite subite. Infatti se ai loro mezzi si aggiungono altre tipologie di carri armati, in procinto di essere inviati, 30 unità di M1 Abrams da parte del Pentagono USA, e circa 80 Leopard 2A6, da parte degli alleati Europei, il supporto logistico, compreso gli specialisti che devono riparare i mezzi in avaria, oltre ai pezzi di ricambio, e munizionamento di diverso calibro, diventa pressoché ingestibile sul campo di battaglia, trovandosi di fatto in una grave difficoltà logistica.
Ma il vero problema, che non va sottovalutato, è la formazione tecnico/operativo degli equipaggi nel saper usare al meglio questi mezzi. Non basta guidarli, girare la torretta e premere il pulsante di sparo, si tratta di circa 350 militari che vanno addestrati per poter utilizzare al meglio questi mezzi ed i relativi equipaggiamenti formati anche da strumenti tecnologicamente avanzati.
Per un addestramento di questa portata, e per amalgamare un equipaggio nell’utilizzo del carro armato in sintonia con altri carri e reparti che operano a stretto contatto, occorrono non meno di 6 mesi.
Quindi come verrà addestrato l’esercito Ucraino, ad utilizzare i sofisticati sistemi tecnologici che sono a bordo di un carro armato, visto che l’addestramento teorico pratico richiede dei mesi?
ULTERIORE PROVOCAZIONE NATO PER UN’ESCALATION DEL CONFLITTO
La realtà sul campo è ben diversa da quella politica: coloro che pensano che questi mezzi siano, in breve termine, risolutivi al conflitto fanno un grandissimo errore.
Aumentando la presenza di mezzi cingolati sul terreno, servirà a poco se non si possiede personale ben formato. Da quasi un anno i paesi Europei e gli Stati Uniti, inviano armi avanzate tecnologicamente e sempre più costose, senza ottenere alcun sostanziale cambiamento.
Viene da pensare che tutto questo sia solo una manovra che serva ad un’ulteriore provocazione politica da parte della Nato e di Kiev.
In tutto questo, non si intravede alcuna strategia, sia per intraprendere un percorso di pace, oppure un percorso militare che punti ad un obbiettivo ben preciso, si confezionano pacchetti di aiuto, si immettono sul terreno mezzi, equipaggiamenti e risorse economiche senza il minimo obbiettivo ed una strategia ben definita, montagne di denaro sottratto alle opere pubbliche e sociali.
Visto la strada che ha intrapreso la L’unione europea, non mi sorprenderebbe se tra qualche mese, Zelensky chiederà che venga inviata qualche unità speciale della NATO, anche se i vari governi hanno smentito categoricamente questa possibilità, tutte queste azioni fatte poco alla volta non sono altro che una preparazione psicologica per l’opinione pubblica ad un futuro coinvolgimento delle nostre truppe in prima linea.
Più volte Ursula von der Leyen ha dichiarato che l’Ucraina non deve perdere, a qualsiasi costo.
Mi auguro che il buon senso di chi ha la responsabilità di dirigere questa situazione, venga illuminato dal Signore, e si cerchi ogni spiraglio per avviare trattative di pace. In un conflitto non esistono vinti o vincitori, ma solo devastazione sociale che si scaricano sulla popolazione a sostegno delle spese militari.
Piero Angelo De Ruvo
Primo Luogotente dell’Esercito Italiano in Congedo
Ex segretario nazionale della Federazione Lavoratori Militari (FML) dell’Esercito Italiano
https://www.gospanews.net/2022/11/14/il-suicidio-della-divisa-troppi-morti-tra-poliziotti-e-militari-delle-forze-armate-mobbing-letale-o-altro/