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“ITALIA RISCHIA TERREMOTI COME IN TURCHIA. ECCO DOVE E PERCHE’”. Dopo Sisma a Siena parla Esperto INGV. Ma Ignora la Minaccia Trivelle Marine

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Nell’immagine di copertina la mappa delle zone italiane a maggiore rischio sismico e il presidente INGV Carlo Doglioni 

di Carlo Domenico Cristofori

«L’Italia rischia un terremoto come quello avvenuto in Turchia? Dopo l’ultimo sisma a Siena cresce l’allarme. D’altra parte il nostro Paese non è esente dal rischio sismico. E in Sicilia si ricorda ancora il più potente evento sismico mai registrato in Italia di 7.3. Può avvenire di nuovo? Risponde il presidente dell’Ingv Carlo Doglioni».

E’ quanto scrive il quotidiano Il Messaggero come preambolo all’intervista al numero uno dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di cui riportiamo alcune parti essenziali facendo prima un aggiornamento sull’incubo vissuto in Toscana.

L’evento tellurico è stato successivo a quello di magnitudo 2.9 avvertita in Piemonte martedì’ 7 febbraio alle 23.35 da Torino a Cuneo. L’epicentro è stato a Neviglie (CN), a poco più di 50 chilometri dal capoluogo piemontese. Il terremoto è stato registrato a una profondità di 10 chilometri in una zona prevalentemente vitivinicola e pertanto con bassissima densità abitativa (376 abitanti a Neviglie).

IL TERREMOTO DI MAGNITUDO 3,5 A SIENA

«Quella tra giovedì 8 e venerdì 9 febbraio è stata una notte di paura per la forte scossa di terremoto. Tutto è iniziato alle 21:51 di mercoledì 8 febbraio. Tanti erano a casa, sul divano, a guardare la seconda serata del Festival di Sanremo. Quando all’improvviso, una grande e improvvisa scossa.  Come registra l’Ingv, la prima scossa di terremoto è stata di magnitudo 3.5, profondità di 8 chilometri, epicentro a Siena» scrive oggi La Nazione.

La gente è iniziata a scendere in strada, Piazza del Campo era gremita di persone. Poi è iniziato lo sciame sismico: un’altra scossa, un’altra ancora. Quasi 40 in totale, nella notte. E oggi nuove scosse, alcune delle quali forti e ben avvertite dalla popolazione. Fortunatamente non si registrano feriti né ingenti danni: solo qualche crepa nei muri e un piccolo smottamento in strada delle Grotte.

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Il sisma di oltre 3 gradi Richter e lo sciame sismico che hanno colpito la città hanno fatto decidere al Comune di effettuare alcune chiusure: scuole chiuse anche venerdì 10 febbraio. Stop anche ai musei e agli impianti sportivi, che saranno chiusi fino a domenica 12 inclusa e riapriranno lunedì 13.

«È stato necessario procedere all’evacuazione di 3 nuclei familiari, in tutto 14 persone, in centro a Siena perché c’è un problema alle rampe di scale e i vigili del fuoco hanno richiesto un intervento tecnico sulla struttura della rampa». Lo ha detto il prefetto di Siena Maria Forte al termine della riunione del Centro coordinamento soccorso.

L’INTERVISTA DEL MESSAGGERO AL PRESIDENTE INGV

Leggiamo ora alcune analisi del presidente INGV Carlo Doglioni espunte dall’intervista col Messaggero.

Un terremoto come quello avvento in Turchia si può verificare in Italia?

Doglioni – In termini di danneggiamento sicuramente ci possono essere simili. Come accaduto a Messina, la Marsica e in Irpinia. In termini di magnitudo e di pericolosità sismica, invece, l’Italia non ha i livelli della Turchia, nel senso che non ci aspettiamo che ci possano essere eventi di magnitudo 7.8. Il più grosso terremoto sinora registrato è stato di 7.3 nel 1693 in Sicilia.

Il nostro Paese ha in larga parte una pericolosità sismica significativa e quindi non è un problema da sottovalutare, soprattutto perché ha un edificato troppo vulnerabile. Quindi il danneggiamento che potrebbe derivare da eventi sismici di magnitudo inferiore sarebbe comunque estremamente drammatico. Il rischio è il combinato della pericolosità sismica, della vulnerabilità degli edifici e dell’esposizione, ovvero di quanti abitanti abitano e di quanti edifici ci sono in una determinata area.

https://www.gospanews.net/2023/02/07/terremoto-apocalittico-in-turchia-tra-le-trivelle-bacino-di-petrolio-scisto-ridotto-a-groviera-nonostante-studi-allarmanti/

Faglie trascorrenti, due placche che si muovono e possono generare uno scostamento della terra. Questo può avvenire in Italia e dove?

Doglioni – In questi giorni c’è questa sequenza di terremoti vicino Siena che è di tipo trascorrente. Per fortuna stiamo parlando di magnitudo più piccole. È simile il tipo di meccanismo, ovvero il movimento trascorrrente, ma non è una trascorrenza tra due placche, come il caso della Turchia.

Quali sono le zone a rischio in Italia?

Doglioni – Ci sono altre zone trascorrrenti in Italia, come il Gargano e appunto Siena, ma non ci aspettiamo possano generare terremoti come quello della Turchia perché non sono due faglie trascorrenti. Abbiamo però anche noi le nostre placche, quella adriatica che scende sotto l’Appennino e quella che si accavvalla sulla placca europea. Ma le velocità sono più lente, c’è un accumulo di energia inferiore e quindi anche i terremoti sono meno forti.

UN MARE DI PERICOLOSE TRIVELLE

Nell’intervista il presidente dell’Ingv Carlo Doglioni suggerisce una maggiore “cultura della prevenzione sulla vulnerabilità degli edifici” ma non fa un minimo riferimento al continuo sciame sismico sulle coste del Mar Adriatico che si registra dal novembre 2022 dopo la riattivazione delle trivelle pochi mesi prima.

Il nesso di correlazione causale tra perforazioni del sottosuolo marino, subsidenza (sprofondamento di una stratificazione terrestre) e terremoti, sebbene negato da molti geologi sul libro paga delle aziende di estrazione degli idrocarburi, è stato evidenziato in due inchieste di Gospa News da altri esperti e dall’inchiesta della Commissione ICHESE sul terremoto avvenuto in Emilia Romagna nel 2012.

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«Una superficie di mare italiano di circa 30mila chilometri quadrati, più grande dell’estensione della regione Sicilia, rischia la realizzazione di nuove piattaforme petrolifere a terra e in mare. Le attenzioni fameliche delle aziende energetiche internazionali riguardano soprattutto il canale di Sicilia e le coste adriatiche di Puglia, Molise, Abruzzo e Marche. È questo l’allarme lanciato da Legambiente, con il dossier “Un mare di trivelle” (pdf), presentato durante la navigazione della Goletta Verde tra il Gargano e le isole Tremiti, un’area oggetto di diverse richieste di ricerca di idrocarburi» ha scritto il sito QualEnergia nel 2021.

Il rapporto illustra tutti i numeri e i rischi legati alle 117 nuove trivelle che, grazie ai permessi di ricerca di idrocarburi rilasciati fino ad oggi, minacciano il mare e il territorio italiano. Solo nell’ultimo anno infatti, sono stati concessi 21 nuovi permessi di ricerca per un totale di 41.200 kmq Qualenergia.it, Mare Nostrum da trivellare e Texas Italia).

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Il mare non viene risparmiato: sono 25 i permessi di ricerca già rilasciati al 31 maggio 2011 al fine di estrarre idrocarburi dai fondali marini, per un totale di quasi 12mila kmq a mare, pari ad una superficie di poco inferiore alla regione Campania: 12 permessi riguardano il canale di Sicilia, 7 l’Adriatico settentrionale, 3 il mare tra Marche e Abruzzo, 2 in Puglia e 1 in Sardegna.

Com’è noto il Governo Meloni ha riavviato a pieno ritmo le trivellazioni a causa della crisi energetica innescata dalle sanzioni UE contro la Russia per il conflitto in Ucraina, innescato dal sanguinario golpe Soros-USA del 2014 a Kiev e dalle continue provocazioni NATO che ora ostacolano ogni scenario di pace.

Carlo Domenico Cristofori
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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – GEOPOLITICA – ECONOMIA

LA NAZIONE – Terremoto Siena, ultime notizie. Oggi nuove scosse, scuole e uffici chiusi

IL MESSAGGERO – Terremoto in Turchia può accadere anche in Italia? Ecco le zone a rischio, il parere dell’esperto dell’Ingv

QUALENERGIA – Trivelle in mare, i nuovi pirati del Mediterraneo

GOSPA NEWS – SQUILLI DI APOCALISSE

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