QATARGATE: ARRESTATO SECONDO EURODEPUTATO PD DELLA SOROS LIST. Subito ai Domiciliari Cozzolino nonostante le Accuse del Pentito Panzeri
di Carlo Domenico Cristofori
AGGIORNAMENTO 12 FEBBRAIO 2023
La Corte di Appello di Napoli ha disposto gli arresti domiciliari per l’europarlamentare Andrea Cozzolino a cui ieri la Guardia di Finanza ha notificato un mandato di arresto europeo nell’ambito dell’inchiesta della Procura federale belga sul cosiddetto Qatargate.
La decisione è stata adottata dai giudici della sezione ‘Misure di Prevenzione’. L’udienza per l’estradizione dell’europarlamentare è stata fissata per le ore 11 di martedì 14 febbraio. La detenzione domiciliare sarà nella abitazione del Vomero di Cozzolino.
“Sono tranquillo, confido nella giustizia”. Questo lo stato d’animo dell’europarlamentare Andrea Cozzolino, dalla scorsa notte in carcere a Poggioreale, che ha parlato con l’avvocato Vincenzo Domenico Ferraro, in occasione dell’udienza di convalida dell’arresto dai giudici dell’ottava sezione della Corte d’Appello di Napoli.
La sua tranquillità è comprensibile visto che ha trascorso solo 24 ore in carcere… A differenza del pentito Panzeri che lo accusa ma rimane detenuto nel carcere di Bruxelles nonostante abbia iniziato a collaborare con la giustizia belga perch nel mese di gennaio aveva rinunciato all’istanza di carcerazione inizialmente presentata dopo aver concordato il patteggiamento di un anno di pena con la condizionale e una multa.
ARTICOLO 111 FEBBRAIO 2023
«Il calendario conta otto giorni senza immunità parlamentare: tanti sono bastati per far finire Andrea Cozzolino e Marc Tarabella a pieno titolo nella rete giudiziaria del Qatargate. Con un blitz partito dal Belgio all’alba di venerdì mattina (10 febbraio 2023), la polizia federale ha prima preso in custodia l’eurodeputato belga per poi mettersi sulle tracce del collega italiano, senza però trovarlo nella sua abitazione di Bruxelles».
Racconta l’ANSA riferendosi alla revoca dell’immunità parlamentare approvata dal parlamento UE il 2 febbraio scorso con il voto favorevole dello stesso Cozzolino.
La sua assenza dalla capitale belga ha fatto passare il testimone alla Guardia di Finanza di Napoli: giunti alla residenza partenopea dell’eurodeputato PD i finanzieri del Gico del Nucleo di polizia-economico finanziaria però non lo hanno trovato neanche lì.
Cozzolino era ricoverato in una clinica napoletana e appena è stato dimesso gli è stato notificato il provvedimento con tanto di mandato arresto europeo ed è stato condotto nel carcere di Poggioreale.
All’esponente politico sono stati contestati i reati di partecipazione a organizzazione criminale, corruzione e riciclaggio.
Chiare le accuse: l’eurodeputato – per lungo tempo presidente della delegazione per le relazioni con i paesi del Maghreb e le commissioni parlamentari miste Ue-Marocco dell’Eurocamera -, avrebbe ricevuto “direttamente” fondi e regali da Abderrahim Atmoun, l’ambasciatore del Marocco in Polonia, in cambio di una politica favore da dettare al Parlamento europeo.
La duplice operazione – da tempo pronosticata – getta nuove ombre sulla posizione dei due ex compagni di partito socialisti, sospettati di essere coinvolti nello scandalo euro-marocchino-qatariota sotto il peso delle rivelazioni del deus ex-machina, il pentito Pier Antonio Panzeri (l’ex eurodeputato arrestato a dicembre), e di Francesco Giorgi, assistente di Cozolino nel suo ufficio all’Europarlamento e compagno dell’ex vicepresidente dell’emiciclo UE, Eva Kaili, anch’ella in carcere.
Quelle accuse sono già finite sui verbali a più riprese e sintetizzabili per il belga nell’accusa di aver contribuito alla trama di corruzione facendosi versare bonifici a rate tra i 120mila e i 140mila euro per il belga; e per l’italiano di aver agito per orientare le politiche Ue a favore di Doha e Rabat con contatti “diretti” anche con gli 007 marocchini.
Proprio come il suo accusatore Panzeri anche Andrea Cozzolino era uno degli eurodeputati del Partito Democratico ritenuti affidabili per il plutarca George Soros e inseriti nella famosa Soros List, da una società di consulenza incaricata da Open Society, la fondazione del magnate ungaro-americano.
La longa manu di Soros, però, compare anche in relazione alle ONG coinvolte nello scandalo. La “No Peace Without Justice”, di cui è segretario un altro degli arrestati in carcere, Niccolò Figà-Talamanca, venne fondata da Emma Bonino, che non è indagata e che oggi “non ricorda”, ma notoriamente vicina a Soros, per sua stessa ammissione finanziatore di +Europa. “Fight Impunity”, invece, è stata fondata dallo stesso Panzeri e le sue attività sono al vaglio degli inquirenti belgi.
LA LUNGA CARRIERA AI VERTICI PD E UE
Alla fine degli anni settanta, durante gli anni del liceo a Torre del Greco, è tra i fondatori dell’Associazione degli studenti napoletani contro la camorra. Entra nella Federazione Giovanile Comunista Italiana, l’organizzazione giovanile del Partito Comunista Italiano, e ne diventa segretario presso la Federazione di Napoli dal 1983 al 1986; successivamente diventa responsabile per il Mezzogiorno.
All’inizio degli anni ’90, partecipa da dirigente del PCI al processo che ha portato alla svolta della Bolognina di Achille Occhetto, e aderisce al Partito Democratico della Sinistra, e successivamente nel 1998 ai Democratici di Sinistra di Massimo D’Alema. Dal 1994 al 2000 è stato segretario della Federazione di Napoli del PDS prima, e DS poi.
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Si candida alle elezioni regionali in Campania del 2000 con i DS, nella mozione del sindaco di Napoli Antonio Bassolino, venendo eletto nel collegio di Napoli in Consiglio regionale della Campania. Viene poi rieletto alle elezioni regionali successive del 2005 nel medesimo collegio, dove successivamente viene nominato assessore con deleghe regionali all’Agricoltura e alle Attività Produttive nella giunta del presidente della Regione Campania Bassolino. Durante il suo assessorato in regione, partecipa in prima persona, al processo di attuazione dei fondi europei sui territori e osserva il loro impatto sulla vita dei cittadini.
Alle primarie del 14 ottobre 2007, è eletto all’assemblea costituente nazionale del Partito Democratico.
Alle elezioni europee del 2009 viene eletto al Parlamento Europeo per il PD nella circoscrizione Italia Meridionale, con 136.859 preferenze, risultando il più votato della lista.
Nel 2014 si è ricandida alle elezioni europee con il PD nella circoscrizione meridionale. È eletto con 115 297 preferenze, risultando quinto nella circoscrizione meridionale per il PD. Viene nominato Vicepresidente della Commissione per lo Sviluppo Regionale.
Alle elezioni europee del 2019 viene ancora rieletto in posizione terza con 81.328 preferenze. Entrando in lontananza della sottocommissione per i diritti umani e della delegazione del Parlamento per i rapporti con i paesi del Maghreb e l’Unione del Maghreb arabo.
Proprio in relazione a questo suo ruolo è finito nell’inchiesta QatarGate.
Il 22 novembre, il Parlamento Europeo ha votato a favore del riconoscimento della Federazione Russa come stato che sostiene il terrorismo a seguito delle sue azioni nel corso dell’invasione russa dell’Ucraina; Cozzolino è stato uno dei quattro parlamentari italiani a votare contro la mozione.
Il 16 dicembre 2022 la Commissione Nazionale di Garanzia del PD delibera di “sospendere cautelativamente l’onorevole Andrea Cozzolino dall’Albo degli iscritti e degli elettori del Pd, nonché da tutti gli organismi del partito di cui dovesse eventualmente essere parte. E ciò fino alla chiusura delle indagini in corso da parte della magistratura relative allo scandalo ‘Qatargate'”.
Dopo l’annuncio del Capo Delegazione del PD al Parlamento Europeo, Brando Benifei, del voto del partito a favore della revoca dell’immunità degli eurodeputati Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, richiesta dalla Procura europea belga e fortemente supportata dalla Presidente Roberta Metsola, Cozzolino dichiara la sua intenzione di rinunciarvi.
Il 12 gennaio 2023 Cozzolino si dimette dai propri incarichi in commissione e ritira i propri emendamentie, coerentemente con quanto preannunciato, vota a favore della revoca dell’immunità per sé e per Tarabella, deliberata dal Parlamento Europeo il 2 febbraio seguente.
Ciò fa scattare il suo mandato d’arresto eseguito dalla Guardia di Finanza di Napoli ieri mattina che potrebbe risultare un po’ imbarazzante sotto il profilo meramente politico per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sia in qualità di ex influente deputato del PD, sia per le sue intense relazioni con il Qatar, quale partner strategico della multinazionale italiana delle armi Leonardo, intessute soprattutto durante la crisi Libica.
Carlo Domenico Cristofori
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