di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
«L’infezione concomitante da COVID-19 ha avuto la più forte associazione con l’ictus ischemico ed emorragico precoce dopo la prima dose di vaccinazione contro il COVID-19. Il vaccino Ad26.COV2.S è stato associato a un rischio più elevato di ictus ischemico post-vaccinazione precoce rispetto a BNT162b2».
Traducendo le sigle farmacologiche in nomi e aziende: il vettore adenovirale Jcovden (ex COVID-19 Vaccine Janssen) della Janssen (Johnson&Johnson), in questa patologia, è quindi ancor più pericoloso della biotecnologia mRNA del vaccino Comirnaty di Pfizer-Biontech.
Lo studio pubblicato in pre-print (soggetto a revisione) sul sito medico MedRxiv che gode della partnership del prestigioso giornale scientifico britannico BMJ da alcuni ricercatori dell’Ospedale dell’Università di Emory in Atlanta (Georgia, USA) conferma in toto l’avviso di sicurezza lanciato dal CDC (Centers for Disease Control and Prevention) insieme a FDA (Food and Drug Administration), le massime autorità americane sul controllo della salute e dei medicinali.
CDC e FDA hanno segnalato gli elevati rischi di ischemia cerebrale nei vaccinati con i nuovi booster bivalenti, avvalorando un allarme di pericolosità rispetto ai monovalenti lanciato in anteprima dai medici dell’ateneo tedesco di Wuerzburg.
Nel caso di specie il problema viene rilevato in correlazione all’ormai oltrepassata prima dose e può giustificare la strage da malattie neurocerebrali segnalata da Gospa News in un’inchiesta esclusiva.
La ricerca intitolata “Fattori associati all’ictus dopo la vaccinazione COVID-19: un’analisi in tutto lo Stato” (Factors Associated with Stroke after COVID-19 Vaccination: A Statewide Analysis, link in calce all’articolo)” è riferita solo alla Georgia e vede come primo firmatario Fadi Nahab, Dipartimenti di Neurologia e Pediatria della Emory University, che è stato supportato da Rana Bayakly e Moges Ido, Dipartimento della sanità pubblica della Georgia, e da altri medici della Emory University: Mary Elizabeth Sexton, Divisione di Malattie Infettive, Manet Lemuel-Clarke, Laura Henriquez, Srikant Rangaraju, Dipartimento di Neurologia.
Lo studio è davvero importante anche per il fatto che s’incrocia con un’altra grave problematica connessa ai vaccini ma non analizzata in questa nuova pubblicazione.
Si tratta delle reazioni avverse ai sieri genici sperimentali denominate infezioni-breccia, ovvero quando la proteina patogena Spike del SARS-Cov-2 “buca” il vaccino e innesca una malattia Covid-19 non solo fortemente sintomatica ma in migliaia di casi anche letale, come accertato dallo stesso CDC negli Usa ma ignorato nell’UE e in Italia, dove il fenomeno è minimizzato nei rilievi caotici della piattaforma di farmacovigilanza dell’European Medicines Agency (Eudravigilance) e completamente ignorato nei dossier trimestrali dell’Agenzia italiana del Farmaco.
E’ infatti l’unico effetto indesiderato utile a spiegare come possa svilupparsi una “infezione concomitante da Covid-19” che secondo i medici dell’Emory University aumenta ancor di più i rischi già elevati di patologie neurocerebrali, segnalati ormai da molteplici studi e dall’inchiesta esclusiva di Gospa News sulla strage causata da disturbi neurologici dopo l’inoculazione dei vaccini Covid.
Di recente anche dei medici universitari iracheni hanno pubblicato una ricerca allarmante sull’infezione-breccia.
«L’obiettivo del nostro studio era valutare le caratteristiche di base, l’infezione da COVID-19 e il tipo di vaccino e la loro associazione con l’ictus subito dopo la vaccinazione COVID-19. Metodi: In uno studio di coorte retrospettivo, abbiamo stimato l’incidenza di ictus a 21 giorni dopo la vaccinazione tra i destinatari della prima dose del vaccino COVID-19. Abbiamo collegato il Georgia Immunization Registry con il Georgia Coverdell Acute Stroke Registry e i dati del Georgia State Electronic Notifiable Disease Surveillance System per valutare il rischio relativo di ictus per tipo di vaccino» scrivono Nahab et al. nel sommario del loro studio.
Ecco quindi i loro risultati evidenziati in statistiche:
«Circa 5 milioni di georgiani adulti hanno ricevuto almeno un vaccino COVID-19 dal 1° dicembre 2020 al 28 febbraio 2022: il 54% ha ricevuto BNT162b2, il 41% mRNA-1273 e il 5% Ad26.COV2.S. Quelli con infezione da COVID concomitante entro 21 giorni dopo il vaccino avevano un aumentato rischio di ictus ischemico (OR=8,00, 95% CI: 4,18, 15,31) ed emorragico (OR=5,23, 95% CI: 1,11, 24,64) senza evidenza di interazione tra il tipo di vaccino e l’infezione concomitante da COVID-19».
«L’incidenza di ictus ischemico a 21 giorni dopo la vaccinazione è stata rispettivamente di 8,14, 11,14 e 10,48 per 100.000 per i destinatari di BNT162b2, mRNA-1273 e Ad26.COV2.S. Dopo l’aggiustamento per età, razza, sesso e stato di infezione da COVID-19, si è verificato un rischio più elevato del 57% (OR=1,57, IC 95%: 1,02, 2,42) di ictus ischemico entro 21 giorni dalla vaccinazione associato all’Ad26.COV2. Vaccino S rispetto a BNT162b2».
Traducendo le sigle farmacologiche in nomi e aziende: il vettore adenovirale Jcovden (ex COVID-19 Vaccine Janssen) della Janssen (Johnson&Johnson), in questa patologia, è quindi ancor più pericoloso della biotecnologia mRNA del vaccino Comirnaty di Pfizer-Biontech.
«L’aumento precoce del rischio di ictus ischemico ed emorragico nei soggetti vaccinati e con concomitante COVID-19 era indipendente dal tipo di vaccino. COVID-19 è stato associato a un aumentato rischio di ictus ischemico acuto ed emorragia intracerebrale e, rispetto ai pazienti con ictus senza infezione, i pazienti con ictus COVID-19 tendono ad essere più giovani e ad avere ictus più gravi, una maggiore frequenza di occlusione delle grandi arterie e una maggiore mortalità in ospedale».
Potrebbe essere anche questa la spiegazione dei tanti malori improvvisi tra gli under 20 archiviati senza le indispensabili autopsie? La domanda è da profani ma ci sta tutta…
«Ciò suggerisce che l’infezione da COVID-19 porta a un rischio molto più elevato di ictus che supera il rischio di ictus associato al solo vaccino. È stato riportato che i vaccini COVID-19 che utilizzano un vettore adenovirale presentano la rara occorrenza di trombocitopenia trombotica, inclusa la trombosi delle vene cerebrali. Questi casi hanno avuto test ELISA positivi per l’anticorpo eparina-PF4 HIT in assenza di una precedente esposizione all’eparina. La FDA ha riferito che una relazione causale tra il vaccino Ad26.COV2.S e la TTS è plausibile, aggiornando l’EUA con un avviso sui rari eventi di coagulazione dopo la vaccinazione con Ad26.COV2.S».
I medici ammettono un notevole limite dello studio «non erano disponibili dati per determinare se qualcuno di questi ictus precoci post-vaccinazione fosse correlato alla trombocitopenia trombotica». Ovviamente sempre per il solito motivo dell’assenza, all’origine, di autopsie anche soltanto a campione.
«Sebbene in questa analisi non siano stati considerati tutti i determinanti dell’ictus, in particolare le comorbilità, l’infezione concomitante da COVID-19 ha avuto la più forte associazione con l’incidenza precoce di ictus ischemico ed emorragico dopo i destinatari della prima dose del vaccino COVID-19 rispetto a quelli senza infezione. Il vaccino Ad26.COV2.S sembra essere associato a un rischio più elevato di ictus ischemico post-vaccinazione precoce rispetto al vaccino BNT162b2, supportando ulteriormente la raccomandazione preferenziale ACIP per i vaccini mRNA COVID-19 rispetto al vaccino Ad26.COV2.S».
Questa amara conclusione ci riporta alla domanda iniziale sulle infezioni-breccia: ma i sieri genici o adenovirali non avrebbero dovuto evitare al vaccinato di contrarre un Covid-19 sintomatico o pericoloso?
Uno studio condotto dal CDC nello Utah (USA) aveva già acclarato che i vaccinati con tre dosi erano più a rischio di contrarre la variante Omicron in modo sintomatico anche grave.
Attendiamo che a questa e ad altre domande risponda l’inchiesta avviata dal Governatore della Florida Ron DeSantis sui decessi correlati ai vaccini Covid e quella aperta dalla Procura della Repubblica di Roma dopo la ricezione degli atti del Giudice del Tribunale di Firenze Susanna Zanda che ha segnalato il problema perché fosse analizzato in eventuali risvolti di natura penale.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS
GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE
MEDRXIV – Factors Associated with Stroke after COVID-19 Vaccination: A Statewide Analysis
https://www.gospanews.net/2022/11/17/esclusivo-vaccini-covid-booster-bivalenti-assai-piu-pericolosi-dei-monovalenti-allarmante-studio-di-universita-tedesca-reazioni-avverse-piu-numerose-e-gravi-in-76-sani/