di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
INTRODUZIONE
«La scelta di utilizzare vaccini “nazionali” non è stata ottimale, ma peggiore è stata la scelta successiva di rifiutare i vaccini “occidentali” una volta constatato che quelli cinesi non funzionavano. Pechino ha annunciato più volte l’imminente realizzazione di vaccini a mRna cinesi, ma non sono mai arrivati. Il fallimento tecnologico è diventato un problema “politico”, di competizione con l’Occidente, e il Partito comunista cinese ha evidentemente ritenuto di poter continuare a chiudere la popolazione senza così dover cedere ai vaccini euro-americani».
Con queste parole il quotidiano Il Foglio il 30 dicembre 2022 ha deriso la scelta della Cina di affidarsi a «vaccini maggiormente usati» e «basati su virus attenuato» che «hanno mostrato efficacia diversa rispetto ai vaccini a mRna (Pfizer/Moderna) o a vettore virale (AstraZeneca)».
«Sia i vaccini di Sinopharm, sia quelli più diffusi di Sinovac, sono risultati molto inferiori in termini di capacità di prevenire le infezioni e meno efficaci nel prevenire la malattia sintomatica»
Lo ha scritto, insieme a Luciana Capone, Enrico Bucci che non è soltanto autore di articoli giornalistici ma anche uno scienziato. E’ Adjunct Professor presso la Temple University di Philadelphia (dove conduce attività di ricerca sulla biologia dei sistemi del cancro) e ha fondato una piccola azienda dedicata all’analisi dei dati scientifici, con particolare riguardo alla loro integrità (Resis Srl).
Lavora nello stesso ateneo dove è docente anche il virologo Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia Italian del Farmaco (AIFA), con cui è entrato in polemica in merito alla ricerca pubblicata da quest’ultimo insieme ad altri scienziati di fama nazionale sulla probabile origine del virus SARS-Cov-2 da laboratorio.
Il professor Bucci, fino al 2008 direttore scientifico del BioIndustry Park del Canavese (Ivrea) dove operano varie Big Pharma, proprio come Anthony Fauci, fin dalle prime settimane dello scoppio della pandemia da Covid-19 fu uno dei grandi negazionisti dell’origine artificiale del virus e altrettanto entusiasmo lo pose scrivendo sul Foglio in difesa dei sieri genici sperimentali e rivelatisi poi estremamente pericolosi.
La pericolosità è rimai attestata da centinaia di studi indipendenti ma anche da una immunologa dell’Istituto Superiore della Sanità di Roma, e dalle massime autorità sanitarie americane dal Food and Drug Administration (FDA) e Centers ford Disease Control (CDC), che nonostante ciò ne ha raccomandato l’uso nel programma pediatrico di immunizzazione.
IL BREVETTO CINESE SUL VACCINO NUCLEARE CON OSSIDO DI GRAFENE
Nella sua critica alla risposta cinese all’emergenza pandemica Bucci sembra ignorare un particolare fondamentale: il 27 settembre 2020 il Shanghai National Engineering Research Center for Nanotechnology Co Ltd brevettò un vaccino mRNA utilizzando l’ossido di grafene come vettore.
Il grafene è un materiale costituito da uno strato monoatomico di atomi di carbonio (avente cioè uno spessore equivalente alle dimensioni di un solo atomo). Ha la resistenza teorica del diamante e la flessibilità della plastica. Il grafene si ricava in laboratorio dalla grafite.
«L’invenzione descrive un nuovissimo metodo di sviluppo di vaccini basato su un materiale di ossido di grafene che funge da struttura per il caricamento di molecole CpG e proteine ricombinanti. Sulla base della piattaforma tecnica, viene preparato un nuovo vaccino nano new crown combinando la proteina ricombinante della regione RBD della proteina Spike del SAR-CoV-2»
«L’invenzione appartiene al campo dei nanomateriali e della biomedicina e si riferisce a un vaccino, in particolare allo sviluppo del nano vaccino ricombinante nucleare del coronavirus 2019-nCoV. L’invenzione comprende anche un metodo di preparazione del vaccino e l’applicazione del vaccino in esperimenti su animali. Il nuovo vaccino corona contiene ossido di grafene, carnosina, CpG e nuovo virus corona RBD; legare carnosina, CpG e neocoronavirus RBD sulla spina dorsale dell’ossido di grafene; la sequenza codificante CpG è mostrata come SEQ ID NO 1; il nuovo coronavirus RBD si riferisce a una nuova regione di legame del recettore della proteina del coronavirus che può generare un anticorpo specifico ad alto titolo che mira all’RBD in un corpo di topo e fornisce un forte supporto per la prevenzione e il trattamento del nuovo coronavirus»‚.
E’ quanto si legge nell’Abstract del brevetto che poi fornisce l’esito delle prime sperimentazioni sui topi Balb da laboratorio. Tralasciamo le parti tecniche e arriviamo alle conclusioni:
«I risultati del test mostrano che i gruppi 3ug e 6ug del vaccino GO-Car-carnosine-CpG-RBD generano anticorpi specifici ad alto titolo per RBD dopo che i topi sono stati immunizzati e il vaccino GO-Car-carnosine-CpG-RBD è significativamente diverso da il tradizionale gruppo adiuvante, il gruppo RBD e il gruppo liposomiale (figura 2). Analizzando ulteriormente la risposta immunitaria specifica delle cellule T separate dalla milza, il risultato mostra che il vaccino GO-Car-carnosine-CpG-RBD può stimolare l’organismo a generare specifiche citochine IFN-gamma, migliorare l’immunità dell’organismo e resistere la situazione epidemica del nuovo coronavirus».
https://www.gospanews.net/2023/05/18/vaccini-grafene-9-scontro-tra-no-vax-lacunoso-studio-bolgan-tenta-di-smontare-cruciali-scoperte-di-campra-e-universita-di-torino/
LE RICERCHE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL PIANO GRAPHENE FLAGHSHIP
A questo punto sorge spontanea la domanda.
Come fecero gli scienziati cinesi a elaborare in così breve tempo un siero genico nucleare con l’ossido di grafene quando le ricerche di Moderna (oggi in causa con Pfizer per la proprietà intellettuale del brevetto sulla biotecnologia mRNA a base di nanoparticelle lipidiche) erano iniziate molti anni prima consentendo alla casa farmaceutica americana di Cambridge (Massachusetts) di brevettare il suo prototipo di SpikeVax contro il SARS-Cov-2 addirittura nove mesi prima della comparsa del Covid-19?
Per una curiosa coincidenza, 3 mesi prima, nel giugno 2020, uno studio finanziato dal piano Horizon 2020 della Commissione Europea nell’ambito del progetto Graphene Flagship e firmato da vari ricercatori italiani tra cui la famosa zoologa Ilaria Capua, aveva sperimentato l’utilizzo dell’ossido di grafene come stabilizzatore dei vettori di RNA, facendo seguito a altre ricerche precedenti sul concetto mostruoso e transumanista dell’immunità sintetica “per progettazione”.
Lo studio sull’uso dell’ossido di grafene nei vaccini Covid ebbe una vasta eco nella comunità scientifica perché vince il premio ACS Nano Championship della rivista biochimica ACS Chemistry for Life.
Successivamente due studi europei fecero la clamorosa scoperta di tracce di ossido di grafene nel siero genico Comirnaty prodotto dalla newyorkese Pfizer (socia della londinese GSK) e dalla tedesca Biontech.
Lo rivelarono gli studi al microscopio elettronico del chimico accademico spagnolo Pablo Campra pubblicato su ResearchGate e quello dal titolo “Analisi al microscopio in campo oscuro sul sangue di 1006 soggetti sintomatici dopo vaccinazione con due tipi di vaccino a mRNA” condotto in Italia dal chirurgo Franco Giovannini (e altri) del Centro Medico Biodiagnostica Giovannini di Mantova.
La Pfizer, dal canto suo, in uno dei Safety Sheet prodotti per l’autorizzazione del vaccino mantenne segreta la composizione di una delle componenti biotecnologiche limitandosi a emettere una preoccupante nota: «Le proprietà tossicologiche non sono state studiate a fondo».
La chiave del successo fu individuata nelle nanoparticelle lipidiche in grado di veicolare l’RNA contenente i codici modificati in laboratorio della proteina Spike per innescare la reazione degli anticorpi e il processo di immunizzazione.
Abbiamo purtroppo visto in precedenti inchieste che l’elevatissimo numero di reazioni avverse con infezioni-breccia da Covid-19 anche letali, ovvero quando il virus SARS-Cov-2 “buca” la protezione vaccinale, legittimi il sospetto che oltre a centinaia di possibili effetti indesiderati (calcolo del CDC USA) questi sieri genici possano causate lo stessi forme sintomatiche e gravi di Covid.
«Poiché il problema della consegna degli acidi ribonucleici era noto da decenni, il successo degli LNP è stato rapidamente salutato da molti come l’eroe sconosciuto dei vaccini mRNA COVID-19».
Lo hanno spiegato Hironori Adachi e Yi-Tao Yu del Dipartimento di Biochimica e Biofisica dell’University of Rochester Medical Center, New York (USA) insieme a Pedro Morais di ProQR Therapeutics a Leiden (Paesi Bassi) accreditando il sospetto che qualcosa di “nuovo” era stato aggiunto alle nanoparticelle per stabilizzarle, come ritenuto necessario dalla ricerca della dottoressa Capua.
LA RINUNCIA CINESE AL VACCINO COL GRAFENE
Ecco dunque la seconda e cruciale domanda sul brevetto cinese di un vaccino contro il Covid-19 contenente l’ossido di grafene.
Perché non sarebbe stato usato (il condizionale è d’obbligo perché potrebbe averlo ceduto segretamente a altre Big Pharma) da nessuna industria biomedica della Cina?
La risposta arriva dalla stessa nazione dove ha sede il Shangai National Engineering Research Center for Nanotechnologyn che lo ha brevettato. Il 23 ottobre 2020, ben prima dell’immissione in commercio con l’uso condizionato d’emergenza dei sieri genici a mRNA e mDNA, l’autorevole rivista scientifica Nature di Londra pubblicò una ricerca inquietante dal titolo “Una revisione sistematica dei candidati al vaccino SARS-CoV-2”.
I ricercatori dell’Institutes of Biology and Medical Science, Soochow University – Suzhou e dell’Anhui Anlong Gene Technology Co., Ltd, Hefei, analizzando 144 studi sulle biotecnologie utilizzate per sviluppare antidoti immunizzanti contro il Covid, giunsero ad accertare l’estrema pericolosità dei sieri genici:
- Vaccini a DNA: La sicurezza e l’efficacia dei vaccini per l’uso nell’uomo rimangono sconosciute
- Vaccini a RNA: La proprietà dell’mRNA può influenzare il suo rilascio cellulare e la disfunzione degli organi. Che sia sicuro o meno per gli esseri umani, questo rimane sconosciuto
A questo punto, per un banale corollario logico, sorge legittima l’ultima domanda: i cinesi non hanno utilizzato il loro brevetto perché consapevoli dei rischi conseguenti all’uso dell’ossido di grafene nella biomedica, acclarati da decine di studi?
Il quesito è di enorme rilevanza ma essendo legato a brevetti industriali difficilmente troverà risposta. Ha trovato invece una replica ufficiale, ma ben poco esauriente, l’interrogazione inoltrata dall’eurodeputato italiano di Fratelli d’Italia (Gruppo ECR), Sergio Berlato in merito al grafene nei vaccini europei.
LA RISPOSTA SIBILLINA DELLA COMMISSIONE UE SUL GRAFENE NEI VACCINI
Il membro del Parlamento Europeo, prendendo spunto dalle ricerche dello spagnolo Campra, ha indirizzato domande circostanziate alla Commissione Europea.
«Come riportato da CORDIS nel 2018, un team di ricercatori ha dimostrato che il grafene è in grado di convertire i segnali elettronici in segnali nella gamma dei terahertz, con trilioni di cicli al secondo. I componenti elettronici a base di silicio che utilizziamo oggi generano velocità di clock nell’intervallo GHz, dove 1 GHz equivale a 1 000 milioni di cicli al secondo. Gli scienziati hanno dimostrato che il grafene può convertire i segnali con queste frequenze in segnali con frequenze migliaia di volte superiori a quelle create dal silicio».
Berlato si è concentrato sull’aspetto elettromagnetico delle nanoparticelle di carbonio sebbene il pericolo maggiore derivi dal rischio che le sottilissime lastre metalliche possano tagliare il tessuto epiteliale delle cellule provocando ogni genere di infiammazione.
«Il grafene è quindi in grado di assorbire le radiazioni, il che significa che, se contenuto in un vaccino, sarebbe altamente tossico e dannoso per la salute umana. Alla luce di questa recente indagine, intende la Commissione far eseguire da un laboratorio indipendente un’attenta analisi per verificare la presenza di grafene nei vaccini COVID-19?» chiese l’eurodeputato.
L’8 marzo 2022 è arrivata la risposta della psicologa cipriota Stella Kyriakides, Commissario Europeo per la Salute e la Sicurezza Alimentare, a nome della Commissione Ue.
«L’EMA ha analizzato i rapporti che descrivono l’analisi di diverse fiale di vaccini COVID-19 che suggeriscono la presenza di grafene e ha concluso che i dati attualmente disponibili non mostrano la presenza di grafene nei vaccini in questione. L’analisi del gruppo di lavoro dell’EMA per i medicinali biologici includeva un input sulla spettroscopia Raman da parte della direzione europea per la qualità dei medicinali e dei laboratori di test nazionali indipendenti responsabili del rilascio dei lotti (OMCL)» spiega Kyriakides.
«L’ossido di grafene non viene utilizzato nella produzione o nella formulazione di nessuno dei vaccini COVID-19 o di altri medicinali, quindi non sarebbe presente negli impianti di produzione e non esiste un modo ovvio in cui possa entrare nei vaccini» aggiunge il commissario europeo alla Salute guardandosi bene dal menzionare le molteplici sperimentazioni finanziate dalla Commissione Europea nell’ambito del progetto Graphene Flagship sull’uso biomedico di tale pericolosa sostanza anche nel cervello umano.
«I test di controllo della qualità e la revisione della garanzia della qualità, da parte dei produttori di vaccini e degli OMCL responsabili del rilascio dei lotti, confermano che ogni lotto soddisfaceva tutti gli standard di qualità prima del rilascio. Non sono pervenuti reclami sui prodotti per i lotti menzionati nel documento. La presenza di grafene o derivati del grafene nei vaccini quindi non è plausibile. La Commissione e l’EMA non ritengono necessarie ulteriori azioni in questa fase» conclude Kyriakides che in precedenza era stata tranciante nel rigettare la proposta di un’inchiesta sull’origine da laboratorio del SARS-Cov-2 sebbene proprio l’UE avesse finanziato pericolosi esperimenti sui virus SARS nel Wuhan Institute of Virology.
Ma se l’inserimento del grafene nei vaccini “non è plausibile” perché Campra e Giovannini hanno trovato composizioni anomalo ad alta concentrazione di carbonio e con forme analoghe ai fogli esagonali di tale sostanza, rispettivamente nelle fiale di Comirnaty e nel sangue dei vaccinati?
Ma soprattutto, se tale presenza di grafene nei farmaci “non è plausibile” perché la Commissione Europea di Kyriakides continua a spendere e spandere soldi dei contribuenti per le ricerche sull’uso biomedico del grafene?
Non va dimenticato che il presidente Ursula Von Der Leyen è sotto inchiesta per la segreta gestione delle trattative d’acquisto 2,4 milioni di dosi del vaccino Pfizer-Biontech mentre il commissario all’Economia Paolo Gentiloni è passato alla storia per aver imposto il Decreto Lorenzin sui 10 vaccini obbligatori in età scolare che ha fatto lucrare la londinese GSK (partner di Pfizer) controllata da Bill Gates secondo il progetto pilota in Italia voluto dallìONG di Gates, OMS e da un accordo tra Democratici voluto da Matteo Renzi con l’amministrazione Obama-Biden.
LEGGI IL LIBRO WUHANGATES SUL SARS-COV-2 DA LABORATORIO
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – COVID & VACCINI KILLER
GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE
Il Foglio – Il fallimento cinese e la differenza con l’Occidente: i vaccini
SHANGAI BREVETTO – Nano coronavirus recombinant vaccine taking graphene oxide as carrier
Warfare between Big Pharma Giants Moderna & Pfizer on mRNA Vaccines’ Nanoparticles
https://www.gospanews.net/2022/01/05/renzi-sceicco-darabia-dopo-i-vaccini-ai-bambini-consulenza-doro-dai-sauditi-partner-di-gsk-e-sponsor-del-decreto-lorenzin/