“RISCHIO ARMAGEDDON NUCLEARE”. Il Presidente dei Vescovi Italiani fa Previsioni Apocalittiche come il Patriarca di Mosca
Per un’inquietante coincidenza l’allarme del cardinale Zuppi è avvenuto
nelle stesse mattinata in cui Putin sospende l’accordo sulle armi atomiche con gli Usa
di Carlo Domenico Cristofori
«Oggi la questione della pace si pone in termini più allarmanti e con conseguenze globali, fino al rischio, mai così vicino dalla crisi di Cuba di 60 anni fa, di un Armageddon nucleare, possibile frutto degli automatismi delle reazioni incrociate, mai interrotta da parole diverse».
Si è espresso così il Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), in occasione della Cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università degli Studi Roma Tre.
Armageddon è il nome usato nella Sacra Bibbia nel Libro dell’Apocalisse di San Giovanni Apostolo ed Evangelista nel capitolo 16, 16 per indicare il luogo dove i re malvagi, alleati della Bestia, si concentreranno nel gran giorno per la guerra contro Dio.
Con parole differenti ha rievocato il discorso fatto dal capo della Chiesa Ortodossa Russa durante la sua omelia per l’Epifania (il 14 gennaio secondo il calendario cristiano di Mosca).
Secondo il patriarca Kirill, la radice del problema è che alcuni “pazzi” credono che la Russia, che “ha armi potenti ed è popolata da gente fortissima… che non ha mai ceduto al nemico ed è sempre uscita vittoriosa, possa essere sconfitta nelle attuali circostanze”.
Né sarebbe possibile «imporre loro certi valori che non possono nemmeno essere chiamati valori, in modo che siano come tutti gli altri e obbediscano a coloro che hanno il potere di controllare la maggior parte del mondo», ha osservato.
“Preghiamo il Signore affinché illumini quei pazzi e li aiuti a capire che qualsiasi desiderio di distruggere la Russia significherà la fine del mondo”, ha aggiunto reiterando le profezie apocalittiche già fatte sulla moralità dell’occidente nelle prime settimane dell’inizio dell’operazione militare speciale dell’esercito di Mosca per la protezione del Donbass.
Con toni assai più diplomatici, senza entrare nel merito delle forze in gioco, il presidente della Conferenza Episcopale Italiana ha esternato le sue preoccupazioni, inconsapevolmente, nella stessa mattinata in cui il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato la sospensione del trattato nucleare con gli Usa durante la sua Assemblea Federale annuale in Parlamento con le principali autorità politiche e religiose del paese.
Un inquietante annuncio che è stato inizialmente ignorato dai media di mainstream tutti concentrati sulle missioni di guerra per conto della Lobby delle Armi della premier italiana Giorgia Meloni a Kiev e del presidente americano Joseph Biden dalla capitale ucraina a quella polacca.
Entrambi hanno infatti ribadito l’appoggio militare all’esercito di Zelensky senza alcuna condizione e “fino alla fine”: come ha dichiarato il presidente del Consiglio italiano che a suo tempo ha scelto come Ministro della Difesa Guido Crosetto, ex presidente della Confindustria delle Armi…
«In sostanza l’alternativa alla guerra è la politica, – ha detto ancora Zuppi – non la soppressione dei contrasti schiacciando l’altro. È la loro composizione attraverso il dialogo. Non c’è pace senza politica. Solo la politica crea un quadro comune, allontana ciò che divide e trova ciò che unisce, rende più umani. E la politica sa e può usare la diplomazia e anche i tanti modi per preparare il terreno, creare l’ambiente favorevole, maturare le convergenze che permettono la pace».
«Per questo mi ha colpito con preoccupazione come al Parlamento Europeo una Risoluzione che sollecitava l’apertura di un negoziato sia stata rigettata da 470 voti su 630. Mi è sembrato come un segnale della rinuncia della politica e la negazione di una pace che non sia solo la vittoria di una parte» ha aggiunto il presidente CEI.
La fornitura di armi dell’UE all’Ucraina è stata invece oggetto delle fortissime contestazioni di un eurodeputato irlandese che ha criticato senza mezzi termini l’ostinazione del presidente Volodymyr Zelensky a portare al massacro il suo popolo rifiutando ogni dialogo per la pace e, durante il Natale ortodosso, persino per una temporanea tregua.
«La guerra – ha continuato il cardinale – si nutre di pregiudizi, di ignoranza, di semplificazione, è prodotta e produce una monocultura, radicata in una scia senza fine di dolori e di torti subiti, da tutti. Si tratta sempre di liberare coscienze imprigionate dai torti subiti e dalle ragioni di questi, dal rancore e dall’odio, incapaci di immaginare e fare pace, convinte dell’impossibilità del dialogo e del negoziato. Questo allora portava a credere che la vittoria militare fosse l’unica unica via d’uscita. È quello che accade anche oggi e sempre, con ogni guerra, anche oggi in Ucraina, in Yemen, in Sud Sudan e ovunque».
In particolare nella martoriata Siria che è stata bombardata da Israele nonostante la tragedia del terremoto. Un atto di criminale e impietosa violenza che fa ben capire perché la paura dell’alto prelato italiano su un imminente armageddon nucleare sia assolutamente fondata.
Carlo Domenico Cristofori
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https://www.gospanews.net/2022/11/26/russia-ultimo-vero-baluardo-del-cristianesimo-propaganda-lgbt-vietata-da-mosca-per-proteggere-i-minori-da-no-gender-e-pedofilia/