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LE ORIGINI ASHKENAZITE DI HITLER. Lo Scoop del Corriere diventa Fake-News per i Giornalisti se rilanciato dal Ministro degli Esteri Russo Lavrov

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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ΕΚΔΟΣΗ ΣΤΑ ΕΛΛΗΝΙΚΑ

«Questo articolo, scritto nell’agosto 2010, prende spunto da alcune ricerche che non vengono mai proposte come definitive, ma presentate con molta cautela e una buona dose di dubbio, come è mia consuetudine. E soprattutto il pezzo non tiene conto delle ricerche condotte nel successivo decennio, quindi non può essere usato come spiegazione e/o giustificazione delle affermazioni fatte dal ministro degli Esteri russo, Lavrov, in un programma di Rete4 nel maggio 2022».

Questa frase è stata scritta dal noto giornalista Dino Messina quale preambolo di un articolo pubblicato nel suo Blog sul Corriere della Sera dal titolo “Le origini ebraiche di Adolf Hitler” ma è stato aggiunta solo dopo che il politico russo aveva rilanciato la “vexata quaestio”.

«Dunque, Adolf Hitler aveva probabili origini ebraiche. A suffragare le dicerie con prove “scientifiche” sono due ricercatori belgi, il giornalista Jen-Paul Mulders e lo storico Marc Vermeeren, i quali hanno analizzato il dna di 39 persone legate da parentela a Hitler, scoprendo la presenza dell’Aplogruppo Eib1b1. Un cromosoma, questo, raro tra gli occidentali ma frequente nei gruppi ebraici askenaziti, cioè dell’Europa del’Est, e dei serfarditi, cioè della Spagna e del Nordafrica, nonché tra i berberi del Marocco, Algeria e Tunisia» scrisse nell’incipit del suo testo del 2010 Messina.

Ripubblichiamo sotto il contenuto integrale nel timore che un domani possa essere censurato…

LA SMENTITA DEL GIORNALISTA CHE NON SMENTISCE LA NOTIZIA SU HITLER

La questione

– innescata nel 2010 da quello studio scientifico sui cromosomi “ebraici” dei parenti del Fuhrer  – è ancora dibattuta dagli studiosi seri della storia (negli ultimi due secoli troppo spesso scritta dai massoni del Nuovo Ordine Mondiale) e pertanto, in ogni società di cultura civile, dovrebbe rimanere oggetto di un’analisi “aperta” mentre nell’Italia del pensiero unico, Pro-Vax Covid prima e Pro-Armi all’Ucraina poi, è stata bollata come «oscena» dall’ex Presidente del Consiglio Mario Draghi.

A memoria di giornalista è la prima volta che un reporter discredita il contenuto di un suo stesso articolo senza aver aggiunto o tolto alcunché come avvenuto per l’articolo pubblicato dal Corriere.

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A memoria di appassionato di storiografia, in virtù dei miei esami all’Università del Sacro Cuore di Milano, trovo persino imbarazzante che si attenui la portata di un presunto “scoop” storico senza smentirlo con nuovi elementi.

Quali sono le ricerche condotte nel biennio successivo cui accenna Messina nella sua premessa aggiunta a posteriori?

Nell’ambito di una corretta analisi storiografica o si dimostrano quali menzogne certe le fonti precedenti, in questo caso la ricerca sul DNA di due belgi, altrimenti, per quanto i successivi studi (nemmeno citati) possano essere interessanti, non diventano sufficienti a confutare le altre.

LA FRASE DI LAVROV DIVENTA FAKE NEWS AL CORSO DEI GIORNALISTI

Perché torno ad occuparmi di questa spinosa vicenda tracimante di faziosità politica?

Perché durante uno dei recenti Corsi obbligatori di Aggiornamento Deontologico organizzati dall’Ordine dei Giornalisti del Piemonte e della Valle D’Aosta a Cuneo, in una lezione sul “giornalismo online”, si è menzionata la citazione di Lavrov come palese esempio di “fake-news”, di cui è stato poi difficile arginare la diffusione sul web.

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«La Russia non ha mai minacciato di usare le armi nucleari; l’offensiva contro l’Ucraina ha solo scopi difensivi, perché il governo ucraino è diventato “lo strumento di estremisti nazisti e del governo Usa”; i civili di etnia russa del Donbass sono presi di mira deliberatamente dai missili ucraini. Serghei Lavrov snocciola per oltre un quarto d’ora le ragioni di Mosca, più o meno già note. Poi, all’improvviso, scoppia la bomba. Non è paradossale, sostiene il ministro degli Esteri di Putin, affermare che Volodymyr Zelensky, ebreo, guidi un Paese infestato dai nazisti, perché “secondo me anche Hitler aveva origini ebraiche”».

E’ quanto riportò il 3 maggio 2022 il Sole 24 Ore che diede poi largo spazio alla reazione dell’allora Presidente del Consiglio dei Ministri italiano, tra i primi sostenitori della guerra ad oltranza in Ucraina e degli armamenti che arricchiscono le multinazionali e i politici a loro collegati.

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«Sono bastati quei tre secondi nell’intervista andata in onda a Zona Bianca su Rete 4 domenica 1 maggio per scatenare una tempesta, in Italia (nel mirino finisce pure Mediaset) e nel mondo. In particolare in Israele, che finora ha cercato di preservare le sue buone relazioni con Mosca dagli effetti della guerra. “In Italia”, a differenza che in Russia, “c’è libertà di esprimere le opinioni, anche quando sono palesemente false e aberranti. Quello che ha detto Lavrov è aberrante. E per quanto riguarda la parte riferita a Hitler, è davvero oscena”, ha commentato il premier Mario Draghi» ha aggiunto il quotidiano di Confindustria.

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Va rammentato che di Confindustria fa parte anche l’AIAD, la Federazione Italiana delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza, che è stata presieduta da Guido Crosetto (uno dei fondatori di Fratelli d’Italia) fino all’ottobre 2022 quando è stato poi nominato Ministro della Difesa nel Governo Meloni sollevando un oceano di polemiche per il palese conflitto d’interesse coi Signori della Guerra.

Sui complici di Hitler del Nuovo Ordine Mondiale e sui reali motivi della Shoah contro gli Ebrei, rivelatasi funzionale ai progetti del Movimento Sionista e della Massoneria Britannica per la nascita dello Stato di Israele programmata dalla Dichiarazione Balfour del 1917, abbiamo già scritto e ancora scriveremo.

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Il Movimento Sionista è una formazione politica creata in Europa dagli Ashkenaziti. Questi ultimi sono considerati dagli storici della cultura ebraica la “13a tribù di Israele” perché non hanno autentiche radici Semitiche ma sono remoti discendenti degli abitanti del Khanato di Khazaria (attuale Kazakistan) che si convertirono all’Ebraismo per strategia politica del Gran Khan e poi si dispersero nel Vecchio Continente dopo l’invasione Mongola del XII secolo D.C.

In questo complesso retroscena storico si innestano i paradossali eventi contemporanei come la fornitura di armi delle industrie dei Sionisti Israeliani ai NeoNazisti del Battaglione Azov che Gospa News denunciò in tempi non sospetti, nel giugno 2019, quando in Ucraina c’era “solo” una tremenda guerra civile nel Donbass seguita da pochissimi giornali di contro-informazione come il nostro.

E la successiva protezione garantita agli stessi paramilitari NeoNazisti dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky nonostante le sue origini ebree ashkenazite.

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LA LIBERTA’ DI ESPRESSIONE VALE PER IL CORRIERE MA NON PER IL MINISTRO RUSSO

E’ pertanto evidente che le relazioni tra i Sionisti amanti delle guerre (come Benjamin Netanyahu in Siria) e i Nazisti sono tutte da approfondire, soprattutto da parte di un sito di informazione giornalistica cristiana come Gospa News che ha ripetutamente ribadito l’importanza del Popolo Eletto di Israele nella cultura Biblica Giudaico-Cristiana, ha dichiarato apertamente la ferma condanna a ogni forma di AntiSemitismo ma continua a fare una chiara distinzione con la radice tutta politica e politicizzata del Sionismo.

Ma non è questo il punto della vicenda.

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Il nodo cruciale è una questione di libertà di espressione: se il Corriere della Sera fa un articolo su “Le origini ebraiche di Adolf Hitler”  può farlo senza gravi conseguenze e aprire una pista di investigazione storica.

Se il ministro russo Lavrov, esprimendo una sua personale convinzione, insinua un dubbio sul medesimo argomento viene tacciato di diffondere una teoria “oscena” e nei corsi di aggiornamento professionale dell’Ordine dei Giornalisti essa viene trattata come “fake-news”.

Durante la lezione ho citato nel contraddittorio con la relatrice l’articolo di Messina sul Corriere. Quando sono tornato sul sito ho visto il preambolo su Lavrov che alcuni mesi fa, quando avevo scoperto quel testo,  non esisteva. Sarà solo una coincidenza?

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Non è certo una coincidenza che sia George Soros che Bill Gates, invischiati in macroscopici affari con la NATO proprio grazie alla guerra in Ucraina, abbiano lautamente sponsorizzato quasi tutti i principali media di mainstream.

Né più né meno come la Fondazione Rockefeller, durante la Seconda Guerra Mondiale, attraverso il Council of Foreign Affairs sostenne l’azione del presidente americano Harry Truman quando sganciò impunemente le bombe nucleari su Hiroshima e Nagasaki.

Why Rockefeller’s Standard Oil was Axis Ally of Hitler & Nazis

Come reagirebbe oggi la prevenuta comunità internazionale dell’Occidente pilotato dai guru bipartisan (di sinistra come di destra) del Nuovo Ordine Mondiale se il presidente russo lanciasse una piccola testata atomica sull’Ucraina in risposta ai ripetuti attacchi dell’esercito di Kiev sul territorio di Mosca?

Fatte queste premesse ognuno si legga l’articolo pubblicato sul Corriere della Sera e si faccia un’opinione sulle origini ebree (ma ashkenazite) di Hitler.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – LOBBY DELLE ARMI

GOSPA NEWS – DOSSIER UCRAINA

GOSPA NEWS – INCHIESTE OSINT – INTELLIGENCE


“Le origini ebraiche di Adolf Hitler”

di Dino Messina

Preambolo aggiunto a posteriori

Questo articolo, scritto nell’agosto 2010, prende spunto da alcune ricerche che non vengono mai proposte come definitive, ma presentate con molta cautela e una buona dose di dubbio, come è mia consuetudine. E soprattutto il pezzo non tiene conto delle ricerche condotte nel successivo decennio, quindi non può essere usato come spiegazione e/o giustificazione delle affermazioni fatte dal ministro degli Esteri russo, Lavrov, in un programma di Rete4 nel maggio 2022

Articolo pubblicato il 26 agosto 2010 su La Nostra Storia – Blog di Dino Messina sul Corriere della Sera

Dunque, Adolf Hitler aveva probabili origini ebraiche. A suffragare le dicerie con prove “scientifiche” sono due ricercatori belgi, il giornalista Jen-Paul Mulders e lo storico Marc Vermeeren, i quali hanno analizzato il dna di 39 persone legate da parentela a Hitler, scoprendo la presenza dell’Aplogruppo Eib1b1. Un cromosoma, questo, raro tra gli occidentali ma frequente nei gruppi ebraici askenaziti, cioè dell’Europa del’Est, e dei serfarditi, cioè della Spagna e del Nordafrica, nonché tra i berberi del Marocco, Algeria e Tunisia.

Fatta la tara a questo tipo di ricerche, è senz’altro paradossale che sangue ebraico venga trovato nel più razzista e antisemita degli individui, a dimostrazione che la razza pure, ariana o altra, non esiste. Esiste un’unica razza, come mi disse un amico: la razza umana.

Non è la prima volta che si parla delle origini ebraiche di Hitler. A questo proposito sono state fatte varie ipotesi, ricordate oggi in un bell’articolo sul “Giornale” da Domizia Carafoli: la prima è che il padre di Adolf, Alois, sarebbe stato figlio illegittimo di una cameriera e di un giovane ebreo, tale Frankenberger.

La seconda e più probabile ipotesi è che la madre di Hitler, Klara Schicklgruber, portava un cognome comune tra gli ebrei convertiti al cattolicesimo ai quali l’imperatrice Maria Teresa aveva concesso la cittadinanza austriaca.

Da cosa deriva l’antisemitismo di Hitler? Per Simon Wiesenthal l’astio derivava da una sifilide contratta dal giovane Adolf da una prostituta ebrea; altri dicono che l’odio iniziale era verso il padre che aveva abbandonato lui e la sorella Paula in giovane età; altri ancora che l’odio fosse partito per le cure sbagliate cui il medico ebreo Eduard Bloch aveva sottoposto sua madre Klara malata di cancro.

In realtà il problema dell’antisemtitismo di Hitler è più complesso e va inserito nelle forti correnti razziste dell’Europa nei primi del Novecento.

Dino Messina – Pubblicato il 26 agosto 2010 su La Nostra Storia – Blog di Dino Messina sul Corriere della Sera


Dino Messina (1954), lavora dall’86 al “Corriere della sera”, ha cominciato in cronaca di Milano e per diciannove anni nella redazione cultura, dove si è occupato principalmente di storia contemporanea. Ora cura la pagina dei commenti. Nel 1997 ha pubblicato con l’ex partigiano Rosario Bentivegna e l’ex repubblichino Carlo Mazzantini “C’eravamo tanto odiati” (Baldini & Castoldi), nel 2008 da Bompiani il libro di interviste “Salviamo la Costituzione italiana”.


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