di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Russia Today è un network d’informazione così equilibrato che ha rilanciato il video diffuso dal Dipartimento della Difesa USA sul presunto incidente avvenuto sul Mar Nero martedì 14 marzo per l’incontro ravvicinato tra un drone MQ-9 Reaper dell’US Air Force e gli aerei SU-27 delle Forze Aerospaziali della Russia con un minimo commento, sulla telecamera che s’inceppa due volte, sebbene il filmato evidenzi molti indizi di un sospetto tentativo di depistaggio per accreditare la versione del Pentagono.
Nonostante questa correttezza giornalistica RT Francia è stata chiusa settimane fa per il sequestro dei conti finanziari da parte del governo di Parigi e proprio ieri RT Arabia è stata bannata da Facebook.
Secondo la teoria del Dipartimento della Difesa USA il velivolo senza pilota UAV (unmanned aerial vehicle) utilizzato per missioni di sorveglianza e spionaggio sarebbe stato prima oscurato con il lancio di carburante da un caccia di Mosca e poi danneggiato a un elica da un secondo intercettore.
Secondo la versione del Ministero della Difesa Russo il drone, che viaggiava senza transponder, è stato intercettato per motivi di sicurezza ma non c’è stata collisione ed è precipitato da solo per una manovra azzardata. Nè Mosca né Washington riferiscono del lancio di un missile per abbatterlo.
Troppi misteri e manipolazioni nel filmato
Il video di 50 secondi mostra un aereo che rilascia una “scia chimica” sotto a un velivolo che pare un drone e poi si dilegua. Nulla più. Ciò legittima alcune osservazioni e domande.
Innanzitutto il filmato manca di una geolocalizzazione certa potrebbe essere stato registrato anche sull’Oceano Atlantico, poco lontano dalla Joint Base Langley-Eustis, in Virginia, dove ha sede il più importante comando dell’aviazione Usa, l’Air Force’s Air Combact Command, ma anche il controspionaggio della Central Intelligence Agency che non avrebbe certo difficoltà a produrre video fuorvianti.
Inoltre nessuno dei due velivoli è chiaramente identificabile. Ma il presunto drone svela un dettaglio importante. Il portellone del carico è aperto come se si volesse mostrare che non è armato.
Rammentiamo che il portavoce del Pentagono Pat Ryder ha rifiutato di rivelare se il drone statunitense che si è schiantato sul Mar Nero dopo l’intercettazione dell’aereo russo fosse armato.
MQ-9 Reaper è infatti l’evoluzione dell’MQ-1 Predator,il tipo di UAV dotati di missili Hellfire che furono utilizzati dalla CIA per gli attacchi killer in Afghanistan e Libia, come candidamente ammesso dall’ex direttore della Central Intelligence Agency Leon Panetta, quando in veste di Segretario del Dipartimento della Difesa nel 2011 fece visita alla Navy Air Station di Sigonella, base militare dell’US Air Force in Sicilia ma anche la più importante stazione operativa CIA del Mar Mediterraneo.
Panetta fu anche il promotore dei 12 laboratori batteriologici aperti in Ucraina nel 2012 grazie ai finanziamenti del Pentagono.
Un altro dettaglio non sfugge a un occhio attento. Sotto le ali dei presunti intercettori russi Sukhoi Su-27 non è visibile la Stella Rossa eredità dell’ex URSS. Questo tipo di aereo cacciabombardiere prodotto dal 1977 è stato acquistato varie nazioni dell’Asia e dell’Africa.
Secondo le fonti documentate di Wikipedia c’erano 36 Su-27 in carico all’Ucraina prima della Guerra del Donbass, ne restavano in servizio 17 al 2018. Ma si ritiene che l’US Air Force possieda un Su-27 Flanker B ed un Su-27UB. Sembra anche che altri tre Su-27 siano stati registrati da proprietari civili. Furono acquistati a scopo conoscitivo e addestrativo.
Analizziamo ora la sequenza del video. Il primo aereo si avvicina e rilascia una sostanza mentre la camera del drone riprende l’elica che continua a girare con le pale radiali marchiate da una riga gialla.
Poi salta la ripresa e cambia all’improvviso lo scenario, alterato da riflessi di luce sul mare che sembrano elaborati apposta in post-produzione per mostrare che arriva un secondo aereo, e il secondo caccia ripete l’identica manovra in ogni dettaglio, come se fosse la stessa sequenza video manipolata e riproposta…
A quel punto la camera montata sul drone s’inceppa. Poi però riprende a registrare in modo da mostrare una pala dell’elica (senza più riga gialla) danneggiata.
I molteplici interrogativi su Video e Presunta Collisione
Se la video-camera del drone è rimasta in funzione perché il Pentagono non ha diffuso il filmato completo mostrando anche il presunto MQ-9 che precipitava?
Se il velivolo è stato davvero disturbato con la dispersione di carburante, come sostengono gli USA, perché la video-camera non è stata minimamente imbrattata o oscurata nonostante ben due azioni simili?
Com’è possibile che il pilota di un SU-27 che viaggia in media a 1.100 km/ora sul livello del mare ma può raggiungere una velocità massima di 2.500 km/ora abbia avuto l’ardimento e la capacità micro-chirurgica di colpire una sola pala dell’elica di un drone che viaggia in media 200 km/ora senza danneggiare il suo stesso aereo rischiando quindi anche la vita?
Oppure uno dei migliori aviatori dello stormo di Mosca ha urtato per sbaglio l’altro velivolo?
Se il caccia avesse voluto compiere un’azione militare offensiva avrebbe potuto abbattere il drone a distanza, senza nemmeno essere rilevato dalla video-camera.
Invece, con ogni probabilità, se crediamo alla versione di Mosca, l’aviazione russa ha volutamente monitorato il MQ-9 per poter provare l’operazione di sorveglianza sul Mar Nero dell’US Air Force e, quindi, non solo una provocazione, come dichiarato dall’ambasciatore del Cremlino a Washington, ma anche un diretto coinvolgimento della NATO nella guerra in Ucraina, come evidenziato dal segretario del Consiglio di Sicurezza Russo Nikolai Patrushev che ha confermato il tentativo di recupero di parti del Reaper, anche, secondo fonti ufficiose, la Marina di Mosca avrebbe già recuperato alcuni detriti.
Immagini sospette come quelle di Bucha e dell’Uccisione del Califfo ISIS
A chi segue la geopolitica e l’intelligence militare da qualche anno quel video di 50 secondi ricorda quello sul finto massacro di Bucha, probabilmente realizzato dal controspionaggio della CIA operativo da anni in Ucraina, ma soprattutto quello rilasciato dal Pentagono sulla misteriosa missione di uccisione del califfo dell’ISIS Al Baghdadi, ritenuto dagli iracheni un agente della stessa Central Intelligence Agency e del Mossad, il famigerato servizio segreto estero di Israele 007.
Nel primo caso delle riprese nella città della regione di Kiev alcuni dei cadaveri sistemati lungo la strada si rialzavano miracolosamente come in un film di Zombie.
Nel secondo si vedeva la scena dell’attacco di un drone killer a un generico compound senza la minima traccia di Al Baghdadi vivo o morto dopo l’uccisione. Esattamente come avvenne per il leader di Al Qaeda Osama Bin Laden. Due terroristi di cui gli USA non mostrarono i cadaveri legittimando il dubbio che fosse un’operazione di copertura della CIA per dare loro una nuova identità.
Nonostante questi sospetti e interrogativi il filmato diffuso dal Pentagono sull’incidente sul Mar Nero è stato assunto quale prova certa dalla maggior parte dei media occidentali. Solo perché viene dal Pentagono!
La foto dell’asilo bombardato per finta nel Donbass
Questa vicenda mi ricorda la foto dell’asilo che circolò su tutti i quotidiani nel febbraio 2022 per dimostrare un bombardamento impietoso dei para-militari delle Repubbliche filo-russe del Donbass. Feci commentare quell’immagine da un amico militare esperto di artiglieria e mi rispose: “Il buco è stato fatto col piccone”.
Ma quella foto istigò la reazione di Kiev che il 20 febbraio 2022 colpì il Donbass con una raffica di almeno 60 bombardamenti. Morirono 2 civili.
Ciò segnò la fine della pazienza del presidente russo Vladimir Putin e la metamorfosi della guerra civile Ucraina in operazione militare internazionale.
Sarebbe davvero amareggiante se domani scoppiasse la III Guerra Mondiale o Prima Guerra Atomica Mondiale, come temuto dal Patriarca di Mosca ma anche dal presidente della Conferenza Episcopale Italiana, per un filmato sospetto che odora di falso.
Ma sembra utile a confermare solo una teoria complottista… Quella sulle scie chimiche!
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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https://www.gospanews.net/2019/08/03/al-baghdadi-il-califfo-isis-e-agente-cia-nascosto-dagli-usa/