COI MISSILI IPERSONICI LA RUSSIA PUO’ SCONFIGGERE L’UCRAINA SUBITO. Ecco perché Putin li usa con Prudenza ma l’Europa vuole Arrestarlo
Nell’immagine di copertina il presidente russo Vladimir Putin in una chiesa ortodossa e un caccia MiG-31K/I Foxhund armato con un micidiale missile ipersonico Kh-47 Kinzhal
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Un militare russo cresciuto nell’ex KGB dell’Unione Sovietica ha imparato ad amare la patria moto più di un occidentale. Perché era l’unico credo coltivato dalla cultura comunista e ateista. Nel momento in cui lo stesso uomo sceglie di porre al centro della sua vita e di quella della sua nazione i più autentici valori cristiani non lo fa certamente per consuetudine o tradizione.
L’Anima Cristiana dell’ex Ufficiale KGB
Lo fa per una profonda convinzione molto più forte di quella di tanti Cattolici che vanno alla Santa Messa senza fare la Comunione, fulcro della commemorazione dell’Ultima Cena con cui Gesù Cristo ha istituito il Sacramento dell’Eucaristia intorno al quale è stata costruito il rito liturgico domenicale, o facendola senza essersi curati di pentirsi e confessare i propri peccati contro Dio e il prossimo.
Piaccia o non piaccia è questo il presidente russo Vladimir Putin che ha dato dimostrazione di infinita pazienza e prudenza nei confronti dell’Ucraina e dell’Occidente non solo per il timore di rappresaglie nei confronti della sia nazione e della sua popolazione, in quanto lui ha ribadito più volte che la sfida sull’Europa dell’Est è quella in cui la Russia si sta giocando il diritto alla sua sopravvivenza geopolitica nella sempre più asfissiante morsa di astuzia diabolica della NATO, ma soprattutto per evitare che il bagno di sangue, addebitato al regime filo-nazista di Kiev fin dal suo primo discorso del 22 febbraio 2022, possa diventare un oceano.
Mandato d’arresto contro Putin ma non contro i Nazisti Azov
Nonostante ciò la Corte Penale Internazionale (ICC) de L’Aja ha inventato la sceneggiata di spiccare un mandato d’arresto nei confronti del nuovo Zar di Mosca pur sapendo che la Russia non ne riconosce l’autorità e pur avendo ignorato fin dal 2014 le denunce ricevute sulle violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra compiuti dai paramilitari ucraini neo-nazisti del Battaglione Azov…
Perché non è accaduto nulla?
Perché il Battaglione Azov è una delle componenti della Guardia Nazionale Ucraina (GNU) che dipende direttamente dal Ministero dell’Interno di Kiev e pertanto eventuali inchieste troppo approfondite potrebbero portare sul banco degli imputati i vari governanti che si sono succeduti in tale incarico e, magari, anche i direttore del controspionaggio americano CIA visto che tutti sanno, persino l’arcivescovo Carlo Maria Viganò, Nunzio Apostolico emerito per la Chiesa Cattolica negli Stati Uniti, che i feroci paramilitari sono stati addestrati dal reparto Ground Branch dell’intelligence USA.
O anche perché i paramilitari satanisti sono più vicini alla cultura anti-cristiana del Nuovo Ordine Mondiale rispetto al devoto Putin?
Inoltre questo Tribunale internazionale non è stata capace di condannare il comandante bosniaco Atif Dudaković arrestato nel 2018 ma sottoposto a un processo farsa ancora in panne (per pandemia) nella città di Sarajevo dove è considerato un eroe.
Su questa istituzione scandalosamente politicizzata e pilotata dall’Occidente abbiamo già scritto un’inchiesta. Ecco perché la notizia del mandato Putin non merita più di due righe.
Se come cristiano ortodosso il presidente russo può giustificare a sé stesso il fatto di aver avviato un’operazione militare speciale in Ucraina dopo ben 8 anni di genocidio di filo-russi nelle Repubbliche del Donbass, successivamente al golpe del 2104 con cui George Soros e l’Alleanza Atlantica mandarono al potere i loro burattini senz’anima, come credente in Gesù Cristo non potrebbe legittimare un olocausto nemmeno a sé stesso, prima ancora che ai suoi fedeli cittadini che lo ammirano come faro nella notte del Terzo Millennio oscurato da una deriva morale e sociale senza precedenti in Occidente.
Il Cremlino Raddoppia la Produzione di Missili di precisione
E’ questa una delle principali ragioni per cui finora la Russia ha utilizzato soltanto 6 missili ipersonici Kinzhal
nonostante un arsenale di decine di questi potentissimi razzi a lunga gittata e velocità tale da renderli impossibili da intercettare per le attuali batterie anti-missili dell’Ucraina e probabilmente anche per i sistemi MIM-104 Patriot americani che gli USA stanno per consegnare al presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
E’ attesa una batteria composta da 8 lanciatori (ognuno in grado di sparare 4 ordigni), la stazione di controllo e il radar.
Basterebbero infatti pochi di questi razzi lanciati nel centro storico delle popolose città principali, come fecero gli Usa con le atomiche a Nagasaki e Hiroshima, per terrorizzare la popolazione al punto da indurre Zelensky a dimettersi o ad arrendersi.
Le fonti ucraine e occidentali continuano a sostenere che in 12 mesi di guerra la Russia ha esaurito il 40 % del suo arsenale di missili più moderni: ovvero 2.000 su 5.000 che ne stima il Pentagono (ma potrebbero essere molti di più).
Ma le stesse fonti confermano che Mosca ha stoccati almeno altri 7.000 razzi di vecchia fabbricazione che non sarebbero stati usati per l’essenziale motivo che non sono di alta precisione e pertanto possono causare effetti devastanti sulle zone residenziali civili.
Inoltre pochi giorni fa il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha incaricato la più grande holding russa che produce vari tipi di missili, la JSC Tactical Missiles Corporation (KTRV), di raddoppiare le sue munizioni a guida di precisione. Ciò significa che dall’attuale produzione di 120-140 al giorno si passerebbe ad almeno 200-250.
Si tratta di numeri sufficienti a garantire una guerra di lungo periodo senza toccare l’arsenale nucleare che il più vasto del mondo con quasi 2.000 testate atomiche in più degli USA.
La prudenza dello Zar di Mosca e le Provocazioni Kiev-Nato
Tornando alla strategia prudente di Putin va rammentato un dettaglio mediatico importante.
Nella primavera 2022 la rivista americana Newsweek pubblicò un articolo molto interessante che fece storcere il naso ai fanatici Atlantisti russofobi di tutto il mondo. Fu il primo media a notare, insieme a noi che lo scrivemmo tra le righe dei vari reportage sull’Ucraina, che Putin stava usando una tattica di guerra assolutamente controllata nella potenza di fuoco e mirata agli obiettivi strategici militari.
Tale impostazione militare subì una graduale escalation aggressiva man mano che la turpe strategia del terrore dei servizi segreti della NATO si concretizzò in gravissimi e proditori atti di sabotaggio. Li sintetizziamo brevemente.
Rammentiamo innanzitutto che la guerra civile del Donbass divenne conflitto nazionale il 22 settembre 2022 quando Putin dichiarò l’indipendenza e la protezione delle Repubbliche separatiste filo-russe di Donetzk e Lugansk in seguito a una pioggia di razzi lanciati dell’aviazione di Kiev in rappresaglia di un atto falso costruito ad arte per i media: il contestato bombardamento di un asilo nell’area del Donbass di confine controllata dal regime di Zelensky.
Il 24 febbraio 2022 le forze Aerospaziali Russe distrussero quasi tutte le basi aeree militari dell’Esercito Ucraino e iniziarono l’invasione per la de-militarizzazione e de-nazificazione del paese
- Il primo episodio che provocò una drastica interruzione e sun successivo degrado nei tentativi di dialogo per una tregua tra Kiev e Mosca fu la brutale esecuzione di Denys Kyreyev, un membro della squadra negoziale ucraina al primo round di negoziati con la Russia in Bielorussia, accusato di essere un traditore perché simpatizzante per Mosca, come dovrebbe essere un MEDIATORE di pace. Fu compiuta per strada con un colpo alla nuca sparato dai Servizi di Sicurezza Ucraina (SBU) che dipendono direttamente dal presidente Volodymyr Zelensky.
- Il secondo fu l’infame attentato a Darya Dugina, la figlia giornalista del filosofo cristiano Alexander Dugin, denigrato come un mostro dall’Occidente solo perché propugnatore di un nazionalismo conservatore assai meno estremo di quello del pupillo dei Rothschild, il presidente francese Emmanuel Macron.
- Il terzo du il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream che, come si sospettò fin dall’inizio, sarebbe stato ordito dal controspionaggio americano della Central Intelligence Agency (CIA) con l’aiuto della Marina USA e di altri paesi NATO tra cui sicuramente la Norvegia, membro dell’alleanza di 007 denominata “Nine Eyes” e tra i più importanti investitori mondiali sulle industrie belliche.
Un attentato di Troppo contro la Pace
A questi tre atti Putin rispose solo con investigazioni serrate per dimostrare la colpevolezza dell’Occidente e dell’Ucraina limitandosi a condanne e minacce verbali.
Il punto di non ritorno nelle provocazioni fu “l’attentato di troppo contro la pace”, come titolò Gospa News, ovvero il sabotaggio del ponte di Kerch che collega la Crimea alla regione russa del Krasnodar. Un attacco senza senso per una nazione più debole come l’Ucraina che dovrebbe pensare a difendersi sul suo territorio senza innescare reazioni pesanti dell’avversario.
Ma ben sappiamo che Zelensky non risponde al suo popolo ma alla NATO per cui sta facendo una guerra per procura su istigazione della Lobby delle Armi che sta attirando miliardi di dollari e non riesce a stare dietro alla produzione di munizioni, bombe e veicoli militari.
La reazione di Putin fu furente con una grandinata di missili balistici ordinari non ipersonici e quindi intercettatili dalla contraerea lanciati proprio a scopo intimidatorio più che distruttivo per limitare i danni collaterali a strutture civili e popolazioni. Furono colpite varie strutture energetiche e strategiche tra cui l’ufficio principale del Servizio di sicurezza dell’Ucraina (SBU).
Giovedì (2 marzo 2023), i sabotatori ucraini sono penetrati in un distretto di confine nella regione di Bryansk. Secondo i dati ufficiali, due persone sono state uccise. Secondo il servizio di sicurezza federale russo (FSB), i suoi ufficiali insieme alle forze del ministero della difesa russo hanno adottato “misure per neutralizzare i nazionalisti ucraini armati che hanno violato il confine di stato”. Il presidente Putin ha descritto l’incidente come un attacco terroristico.
In risposta a ciò l’8 marzo l’esercito di Mosca ha sferrato un altro massivo attacco con 81 missili contro infrastrutture critiche in Ucraina utilizzando per la prima volta 6 micidiali missili balistici ipersonici Kinzhal.
È stato riferito che i russi hanno lanciato i missili da dieci bombardieri strategici Tu-95, sette bombardieri strategici Tu-22M3, otto aerei da combattimento multiruolo Su-35, sei caccia MiG-31K con i missili ipersonici Kinzhal e tre unità navali armate con i missili Kalibr nel Mar Nero.
Cosa evidenzia tutto ciò? Il presidente Putin, ormai ricercato dalla Corte Penale Internazionale e pertanto a rischio di arresto qualora visiti uno dei paesi convenzionati, ha sempre agito con la massima cautela per evitare stragi nonostante possieda un arsenale potentissimo con cui la Russia potrebbe distruggere l’Ucraina in pochi giorni senza usare testate nucleari.
La Potenza di Fuoco dell’Arsenale Russo
Se non agisce da sterminatore, preferendo il sacrificio dei suoi stessi soldati nelle battaglie di artiglieria e trincea piuttosto che dei civili ucraini, non è per paura della NATO che in caso di reazione si ritroverebbe le capitali europee nel mirino di devastanti missili nucleari quali Sarmat o Zircon, ma proprio perché anche in una impietosa guerra sa fare uso della temperanza, della prudenza, della giustizia e della misericordia: le virtù cristiani che animano il suo credo.
Qui termina la parte geopolitica di questa breve ricostruzione storica sulla guerra Ucraina. Ora inizia quella militare in relazione alle caratteristiche dei missili russi. dai Kinzhal agli Iskander, visto che di quelli nucleari abbiamo già scritto in precedenti articoli.
I testi sono estratti integrali e parziali acquisiti dall’agenzia di stampa russa TASS. In coda c’è un link per approfondire su Gospa News International (in Inglese ma con traduzione automatica in Italiano) anche le dotazioni missilistiche degli aerei e dei sottomarini.
Una potenza di fuoco in grado di annientare non solo l’Ucraina ma anche per devastare enormemente Roma, Milano, Napoli, Berlino, Parigi e Londra prima che Washington decida se intervenire o meno diventando essa stessa bersaglio dell’Armageddon nucleare temuto tanto dal Patriarca di Mosca quanto dal presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Davvero noi Europei, noi Italiani vogliamo rischiare di farci distruggere per far un regalo a Biden, Gates, Rockefeller e Soros che già sognano di costruire una nuova gigantesca Sodoma al posto dell’Europa nata e sopravvissuta solo grazie al Cristianesimo?
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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L’Ucraina non può intercettare anche i missili russi Iskander-M, S-300, non solo quelli di Kinzhal
Le forze armate ucraine non possono abbattere missili balistici russi come Iskander-M, missili di difesa aerea S-300 e razzi Smerch, oltre ai missili ipersonici Kinzhal e Kh-22,
ha detto in un’intervista il portavoce dell’aeronautica ucraina Yury Ignat in onda giovedì.
“Non abbattiamo missili balistici, ad esempio Iskander-M”, ha detto nell’intervista al canale ucraino 24. “Inoltre, sfortunatamente, non abbiamo la capacità di intercettare i razzi lanciati da più sistemi di razzi di lancio come Smerch”.
“Tutti questi missili volano veloci, lungo una traiettoria balistica ed essenzialmente piombano su un bersaglio con una velocità enorme”, ha continuato. “Ci vogliono sistemi missilistici di difesa aerea specializzati per abbattere qualcosa che sta già cadendo”.
“Trattiamo anche i missili guidati della difesa aerea S-300 come missili balistici”, ha proseguito il portavoce.
Anche l’Ucraina non è in grado di abbattere i missili da crociera supersonici di Onik. “Non c’è nemmeno la possibilità di abbattere missili anti-radar aviotrasportati specializzati Kh-31P e simili missili aria-superficie con un raggio più breve”, ha continuato Ignat.
Ha detto che il sistema di difesa aerea ucraino può contrastare solo quei missili per i quali il suo equipaggiamento ha le specifiche. “I principali sistemi che abbiamo in servizio sono Buk-M1 e S-300”, ha detto, aggiungendo che c’è un “bisogno critico” di sistemi di difesa aerea più avanzati.
Ignat ha affermato che l’Ucraina non è stata in grado di abbattere un singolo missile da crociera supersonico Kh-22 poiché la sua velocità è così elevata che un S-300 non è in grado di volare abbastanza velocemente per l’intercettazione.
“Per abbattere il Kh-22 l’Ucraina ha bisogno di un sistema missilistico in grado di funzionare automaticamente, il che significa che prenderà decisioni da sola, senza alcun coinvolgimento umano, utilizzando l’ultimo radar e un missile avanzato”, ha affermato.
Ma anche questo non sarebbe sufficiente.
In precedenza, Ignat ha affermato che il sistema di difesa aerea nazionale ucraino non è in grado di abbattere i missili ipersonici russi Kinzhal e Kh-22. Secondo il Washington Post, l’uso da parte della Russia di missili ipersonici Kinzhal in Ucraina ha dimostrato che gli Stati Uniti ei suoi alleati non possiedono armi simili difficili da intercettare, anche con avanzati sistemi di difesa missilistica.
Secondo alcuni esperti russi e occidentali, non vi è alcuna garanzia che anche i sistemi avanzati di difesa aerea possano abbattere un missile lanciato dall’ultimo sistema russo.
Rappresaglia con Kinzhal sulle infrastrutture ucraine in risposta all’attacco terroristico di Kiev
Il comando militare ucraino si aspetta l’arrivo dei sistemi di difesa aerea Patriot americani ma “non sono nemmeno una panacea” perché è necessario un numero piuttosto elevato di questi sistemi, ha aggiunto.
Il ministero della Difesa russo ha riferito giovedì (8 marzo 2023) che le forze russe avevano lanciato un massiccio attacco di rappresaglia contro le infrastrutture ucraine in risposta agli attacchi terroristici di Kiev nella regione di Bryansk. Come specificato dal ministero, l’attacco è stato effettuato con armi di precisione, compresi i missili ipersonici Kinzhal, contro “siti chiave delle infrastrutture militari ucraine”, imprese di difesa e relative strutture energetiche.
La parte ucraina ha riferito in precedenza di una serie di esplosioni in varie regioni e danni a siti di infrastrutture critiche, tra cui tre centrali termiche.
Il Kinzhal è il sistema aereo russo all’avanguardia con missili aerobalistici ipersonici. I caccia-intercettori russi MiG-31K e MiG-31I sono stati scelti come portatori di missili ipersonici Kinzhal dotati di radar stealth e alta manovrabilità e progettati per ingaggiare bersagli terrestri e navali.
Il missile ipersonico Kinzhal può accelerare fino a dieci volte la velocità del suono e colpire bersagli a una distanza di oltre 2.000 km. Il missile è in grado di manovrare lungo l’intera traiettoria di volo e di sfondare qualsiasi difesa aerea e missilistica antibalistica. Il missile può essere equipaggiato con testate sia convenzionali che nucleari del peso di 500 kg.
I sistemi missilistici ipersonici aviotrasportati Kinzhal sono in allerta al combattimento nelle forze armate russe dal dicembre 2017. I missili ipersonici Kinzhal hanno subito il loro battesimo del fuoco nell’operazione militare speciale in Ucraina il 18 marzo 2022.
I nuovi Missili per i Caccia e per i Sottomarini
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MAIN SOURCES
“GASDOTTO NORD STREAM SABOTATO DA MARINA USA & CIA”. Scoop del Vincitore di Pulitzer Seymour Hersh
GIALLO A KIEV. Negoziatore di Pace con la Russia Ucciso dai Servizi di Sicurezza Ucraini SBU
2 pensieri su “COI MISSILI IPERSONICI LA RUSSIA PUO’ SCONFIGGERE L’UCRAINA SUBITO. Ecco perché Putin li usa con Prudenza ma l’Europa vuole Arrestarlo”