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LOBBY DELL’ACQUA – 2. Meloni come Draghi. Commissario per Privatizzare un altro Bene Pubblico e Imporre un’altra Dittatura

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Introduzione di Carlo Domenico Cristofori

AGGIORNAMENTO DEL 22 MARZO 2023

«Questo Governo pensa di risolvere la siccità con l’ennesima cabina di regia, ma non con un cambio di politiche energetiche e ambientali che sono le stesse da decenni responsabili del disastro climatico».

E’ questo l’attacco lanciato dal deputato di Alleanza Verdi Sinistra al governo non appena è stata resa nota la prima misura per affrontare l’emergenza idrica.

Un commissario straordinario per affrontare l’emergenza siccità, ma che resterà in carica “a tempo”, fino al 31 dicembre 2023, con «un incarico rinnovabile e con un perimetro molto circostanziato di competenze».

È questo il compromesso che ha permesso di superare l’impasse nel Governo durante la cabina di regia, presieduta ieri a Palazzo Chigi dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, presenti i ministri Francesco Lollobrigida (Agricoltura), Nello Musumeci (Politiche del mare e Protezione civile), Roberto Calderoli (Affari regionali), la viceministra dell’Ambiente e Sicurezza energetica, Vannia Gava (il ministro Gilberto Pichetto Fratin era in volo verso New York per la Conferenza Onu sull’acqua), e i sottosegretari alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e Alessandro Morelli. Tutti accompagnati dai rispettivi tecnici.

Il risultato condiviso è una struttura decisionale a due punte: la cabina di regia «per accelerare e coordinare la pianificazione degli interventi infrastrutturali di medio e lungo periodo» e il commissario fino a fine anno, rinnovabile, per «agire sulle aree territoriali a rischio elevato» e «sbloccare interventi di breve periodo». Una nota di Palazzo Chigi li ha elencati: sfangamento e sghiaiamento degli invasi di raccolta delle acque, aumento della capacità degli invasi, gestione e utilizzo delle acque reflue, mediazione in caso di conflitti tra Regioni ed enti locali in materia idrica, ricognizione del fabbisogno idrico nazionale.

«Sono in corso le valutazioni tecniche per formalizzare la soluzione definitiva», avverte la stessa nota.

Anche da questo dipenderà l’approdo del “decreto acqua” al Consiglio dei ministri previsto per martedì 28 marzo. Ma non è solo questione di norme: c’è il nome del commissario da individuare. E ancora non c’è accordo sull’identikit: se sarà un tecnico o un politico. (fonte Il Sole 24 Ore)

ARTICOLO DEL 1° MARZO 2023

Pubblichiamo un interessante contributo sull’allarme siccità, segnalato da Gospa News in precedenti articoli che inseriamo all’interno di questo, scritto dal “Forum italiano dei movimenti per l’acqua” in una lettera aperta pubblicata sul sito Tuscia Web (link al fondo dell’articolo).

Da esso emerge senza ombra di dubbio che il Governo Meloni, pedissequo a quello i Draghi sull’acquisto dei vaccini Covid, inefficaci per i più fragili bisognosi e altamente pericolosi,  vaccini pericolosi e ancor più spregiudicato nell’investimento sulle armi all’Ucraina per il conflitto d’interessi del’ Ministro della Difesa Guido Crosetto, già presidente della Confindustria dei produttori di sistemi bellici, e del Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che guida il Dicastero che controlla la multinazionale degli armamenti Leonardo in cui lavora come manager commerciale il fratello, sta portando avanti una strategia contro gli interessi del popolo italiano.

Infatti il 28 luglio 2022 alla Camera i partiti di Conte, Bersani, Letta, Renzi, Salvini, Berlusconi, hanno votato tutti assieme la privatizzazione dell’ACQUA (link al fondo dell’articolo).

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Lo hanno fatto approvando il micidiale art. 8 del DDL CONCORRENZA, voluto a tutti i costi da Draghi, che impone ai comuni la svendita sul mercato di tutti i servizi pubblici (ma tutti ricordano solo le proteste di tassisti e concessionari delle spiagge).

Questo infatti denunciava solo poche giorni fa l’insospettabile Comune di Modena, con un suo ordine della giorno.

Il documento, dopo aver rilevato che, per la prima volta nella storia repubblicana, un disegno di legge per lo sviluppo della concorrenza prevedeva “l’apertura totale al mercato di tutti i servizi pubblici locali, senza alcuna distinzione”, ne prendeva in esame in particolare l’articolo 8 che “interviene direttamente sul ruolo dei Comuni e sulla gestione dei servizi pubblici locali, ponendo la materia nell’ambito della competenza esclusiva statale”.

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Ciò avvenne sebbene il Governo Draghi non avesse ottenuto la fiducia in Senato il 20 luglio 2022 e pertanto fosse consapevole di essere in scadenza in vista delle elezioni politiche anticipate fissate per il 25 settembre 2022 nelle quali vinse il Partito della Guerra di Giorgia Meloni, perfettamente asservita al Nuovo Ordine Mondiale guidato dalla dinastia Rockefeller che controlla i think-tank a cui la cortigiana NWO si iscrisse nel 2021.

«Nel corso del tavolo sulla crisi idrica riunione si è convenuto di affrontare la questione idrica a fronte della siccità in corso “istituendo a Palazzo Chigi una Cabina di regia tra tutti i ministeri interessati per definire un piano idrico straordinario nazionale d’intesa con le Regioni e gli Enti territoriali per individuare le priorità di intervento e la loro adeguata programmazione, anche utilizzando nuove tecnologie” e “avviando una campagna di sensibilizzazione sull’uso responsabile della risorsa idrica”. Lo comunica Palazzo Chigi»

E’ quanto riporta l’ANSA che aggiunge:

Il governo lavorerà “a un provvedimento normativo urgente che contenga le necessarie semplificazioni e deroghe e accelerando i lavori essenziali per fronteggiare la siccità” e individuerà “un Commissario straordinario con poteri esecutivi rispetto a quanto programmato dalla Cabina di regia”.


“Il governo chiarisca se intende portare a termine la privatizzazione dell’acqua”

Sembra  imminente la nomina di un commissario straordinario preposto alla gestione dell’acqua, come annunciato dal ministro dell’Ambiente e Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto che ha dichiarato: serve un ragionamento immediato che significherà anche razionamenti sulla distribuzione della risorsa.

La situazione di emergenza climatica, la siccità e il fenomeno della desertificazione (che già interessa il 20% del territorio italiano) saranno, quindi,  utilizzati per giustificare misure di razionamento dell’acqua, sospensioni programmate dell’erogazione, divieti e limitazioni all’utilizzo dell’acqua.

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Non è bastato, quindi,  disapplicare il  Referendum del 2011, oggi ci troviamo anche di fronte ad una nuova restrizione di democrazia che sottrarrà ai territori anche il controllo della propria acqua,  sottoponendo i cittadini a centellinare questa risorsa vitale, pagata come oro ai vari gestori che, a fronte di lauti profitti e dividendi, hanno ridotto le reti a colabrodi. Mentre con ogni probabilità sarà impossible irrigare anche il piccolo orto di casa, fiumi di acqua si disperdono dalle condutture nel sottosuolo.

La stessa Relazione annuale Arera 2020, dichiara che in media il 43,7% dell’acqua viene dispersa dalle tubature. In Sicilia si sale al 49%, in Sardegna al 59% e in Molise e nel Lazio addirittura oltre il 60% . A  Latina e a Frosinonesiamo ad oltre il 70% da ciò che registrano i Comitati.

Ma poi l’obbiettivo di efficienza fissato da Arera stessa si limita al 25% delle perdite totali. E agli acquedotti meno virtuosi concede decenni per adeguarsi.

Se negli ultimi venti anni fossero statai effettuati gli investimenti necessari non  servirebbero fondi straordinari come quelli del Pnrr per la manutenzione delle reti e degli acquedotti (visto che sulla bolletta sono caricati anche quei costi) e tantomeno servirebbero grandi opere, a parte quella di capire che fine fanno i soldi quando escono dalle tasche dei cittadini.

Come movimento per l’acqua abbiamo denunciato come il “Recovery Plan” punti a realizzare una vera e propria “riforma” nel settore idrico fondata sull’allargamento del territorio di competenza di alcune grandi aziende multiservizio quotate in Borsa che gestiscono i fondamentali servizi pubblici a rete (acqua, rifiuti, luce e gas) la quale si sostanzierebbe in una vera e propria strategia di rilancio dei processi di privatizzazione.

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A nostro avviso si tratta di mettere in campo un grande Piano nazionale per la ristrutturazione delle reti idriche, il quale andrebbe assunto come un tema fondamentale per il futuro della risorsa acqua e della stessa idea di sviluppo sociale del Paese.

Proponiamo un piano che nell’arco dei prossimi 5 anni costruisca investimenti pubblici nella seguente misura:

·      2 mld di euro per la ripubblicizzazione del servizio idrico, da utilizzare nel primo anno di intervento;
·      7,5 mld. di euro (cui aggiungere risorse provenienti dai soggetti gestori per circa ulteriori 2,5 mld) per la ristrutturazione delle reti idriche;
·      26 mld. di euro (di cui 50% provenienti dal Recovery Plan e il restante 50% da ulteriori fonti di entrata) per il riassetto idrogeologico e la messa in sicurezza del territorio.

La storia la conosciamo bene: cavalcare l’ennesima emergenza italiana è utile solo a dare campo libero e privo di regole, all’ennesimo Commissario-Superman con pieni poteri, libero da ogni vincolo normativo.

Ma, a parte razionare acqua ai cittadini, quale sarà il suo mandato?

Completare il lavoro iniziato dai precedenti governi per dare in mano ciò che resta del nostro servizio idrico ai fondi di investimento e alle multinazionali estere?

Ci spieghi cosa intende fare con la nostra acqua, questo governo. Se anche in questo caso intende seguire la  strada sin qui tracciata dai suoi predecessori o se intende voltare pagina.

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La crisi idrica che stiamo attraversando va affrontata con responsabilità rendendo partecipi delle scelte intraprese i cittadini e le comunità.

Attribuire all’acqua un valore di mercato come fosse una  qualsisasi merce farebbe inevitabilmente  lievitare i prezzi.

Se siamo coscienti che i cambiamenti climatici, la desertificazione, l’inquinamento delle fonti,  impatteranno sulla popolazione in modo discriminatorio, a maggior ragione dovremmo essere consapevoli che l’acqua deve stare fuori dalle dinamiche del profitto e della privatizzazione.

L’acqua è un bene universale da cui dipende la vita delle persone e del pianeta, che va salvaguardato e non buttato in pasto alla speculazione. Il governo chiarisca quale strada vuole intraprendere.

Forum italiano dei movimenti per l’acqua

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