Nell’immagine di copertina una molecola di virus dell’influenza aviaria e il microbiologo Simon Wain-Hobson
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
«La ricerca, così chiamata impropriamente, sull’influenza con Guadagno di Funzione (Gain of Function – GOF in inglese – ndr) cerca di conferire la trasmissione per via aerea ai virus dell’influenza aviaria A che altrimenti causano solo infezioni senza sbocco negli esseri umani. Uno studio recente è riuscito a farlo con un virus di struzzo H7N1 altamente patogeno in un modello di furetto senza perdita di virulenza. Se trasferibile all’uomo, ciò costituirebbe un nuovo virus con un tasso di mortalità di circa 30 volte superiore a quello dell’influenza spagnola. Un commento di tre illustri virologi ha ritenuto che i vantaggi di questo lavoro superino i potenziali rischi. Mi permetto di non essere d’accordo con le conclusioni di entrambi i documenti, poiché la scienza sottostante non è così forte come sembra».
Con queste parole lanciò l’allarme in tempi non sospetti il microbiologo anglo-francese Simon Wain-Hobson, laureato in Biofisica all’Università di Oxford, professore emerito all’Institut Pasteur, già membro dell’EMBO, Academia Euroaea e direttore del laboratorio francese di riferimento per il papillomavirus. Nonché ex presidente del consiglio di amministrazione della Foundation for Vaccine Research a Washington.
LA PREOCCUPANTE RICERCA SUL VIRUS DA LABORATORIO H7N1
La sua ricerca scientifica intitolata “Un esperimento di guadagno di funzione H7N1 aviario di grande preoccupazione(An avian H7N1 gain-of-function experiment of great concern)” fu pubblicata il 14 ottobre 2014 su AMS Journals, la rivista dell’American Society for Microbiology e fu poi archiviata anche da PubMed, la National Library of Medicine dell’Istituto Nazionale per la Salute USA (NIH).
Il suo studio si focalizzò sull’esperimento “Trasmissione aerea del virus dell’influenza H7N1 altamente patogeno nei furetti (Airborne Transmission of Highly Pathogenic H7N1 Influenza Virus in Ferrets) pubblicato nel maggio 2014 dal Journals of Virology della stessa AMS che ebbe come primo firmatario Troy C. Sutton del Dipartimento di Medicina Veterinaria presso l’Università del Maryland di College Park (USA) ma a cui lavorò anche la zoologa italiana Ilaria Capua, allora in forza all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie di Padova ma poi finita in un imbarazzante inchiesta per traffico di virus da cui venne prosciolta dopo la sua nomina a parlamentare nelle fila di Svelta Civica del senatore a vita Mario Monti.
Tale studio fu finanziato dall’Istituto Nazionale di Allergie e Malattie Infettive americano diretto dal famigerato Anthony Fauci, accusato dall’avvocato Robert F. Kennedy jr, di aver pianificato per decenni la pandemia da SARS-Cov-2 insieme a Bill Gates.
La presa di posizione di Wain-Hobson rappresentò uno “strappo” clamoroso all’interno della comunità scientifica proprio perché era presidente della Foundation for Vaccine Research, finanziata dalla Bill & Melinda Gates Foundation allo scopo di informare il Congresso USA sull’utilità delle ricerche nel campo dei vaccini che, almeno dal 2001, come vedremo in un’altra inchiesta su Anthony Fauci, furono finanziate copiosamente dai Governi americani sia in ambito civile che militare.
La dirompente portata del suo scritto può essere paragonata a quelli pubblicati dal virologo belga Geert Vanden Bossche sulla pericolosità dei vaccini Covid-19 dopo aver interrotto bruscamente, per un misterioso dissidio sul vaccino contro l’ebola, il suo lavoro per Gavi Alliance.
Gavi è l’ONG per l’immunizzazione globale fondata dal tycoon di Microsoft con il supporto della Fondazione Rockefeller che la presentò ufficialmente nel 1999 presso il suo Centro Congressi di Villa Serbelloni (Bellagio, Lago di Como).
Ancor più esplicite furono le parole che Wain-Hobson scrisse in un articolo scientifico pubblicato alcuni mesi prima, il 16 luglio 2014, su Frontiers in Public Health.
«Gli ultimi due anni e mezzo sono stati testimoni di un curioso dibattito in virologia caratterizzato da una notevole mancanza di discussione. Va dall’epiteto fuorviante “guadagno di funzione” (GOF) ricerca sul virus dell’influenza, o semplicemente GOF. Come si vedrà, non c’è niente di buono da guadagnare. I controversi esperimenti attribuiscono la trasmissione per aerosol a ceppi di virus dell’influenza aviaria che possono infettare l’uomo, ma che non si trasmettono naturalmente tra gli esseri umani».
Non fu l’unico a lanciare l’allarme sul rischio di un’influenza aviaria da laboratorio ma, altri, come vedremo nelle prossime inchieste, poi cambiarono idea e andarono avanti nella loro caccia al virus chimerico del ceppo HN (cui vengono aggiunti i numeri per la caratterizzazione delle varianti) con potenziale aggressività per l’uomo al fine di sviluppare un vaccino per un agente patogeno di fatto oggi epidemicamente poco diffuso.
Rammentiamo che H1N1 è però l’identificativo della cosiddetta Influenza Spagnola che nel 1918 fece una strage. Una delle prime stime, pubblicata nel 1927, concludeva che si trattava di 21,6 milioni. Nel 1991 il numero è stato corretto in 30 milioni (da 24,7 a 39,3 milioni).
Alla luce di questa inchiesta è lecito cominciare a domandarsi se anche quella pandemia non avesse origini sospette…
I PERICOLOSI ESPERIMENTI SUL GUADAGNO DI FUNZIONE DAGLI USA ALL’UE
Il famoso microbiologo dell’Istituto Pasteur, inviso alla comunità scientifica soprattutto quando è diventato un sostenitore della teoria del SARS-Cov-2 creato in laboratorio, circostanziò assai precisamente il suo allarme nello studio dal titolo inequivocabile “L’irrazionalità della ricerca sul virus dell’influenza aviaria GOF (The irrationality of GOF avian influenza virus research)”:
«Alcuni dei ceppi più recenti sono chiaramente altamente patogeni per l’uomo. Verrà mostrato qui che i benefici del lavoro sono errati e sopravvalutati mentre il rischio di un incidente è limitato, se piccolo. La conseguenza di qualsiasi incidente andrebbe da una manciata di infezioni a una pandemia catastrofica».
Poi si lamentò della mancanza di una valutazione dell’impatto come potenziale arma batteriologica nel cosiddetto DURC (Dual Use Research Concern), ovvero “Ricerca preoccupante sul duplice uso”.
Chi ha letto anche solo un paio delle nostre inchieste del ciclo WuhanGates sul virus del Covid-19 costruito in laboratorio sa che il “dual-use” è quello di potenziale vaccino o bio-arma militare.
«C’è stato un unico incontro internazionale aperto in questo periodo, il che è sorprendente dato che l’apertura e la discussione sono essenziali per una buona scienza. Nonostante i finanziamenti del governo degli Stati Uniti e dell’UE, non è stata pubblicata alcuna analisi del rapporto rischio-beneficio, il che è ancora una volta sorprendente. Questa ricerca può essere duplicata facilmente in molti laboratori e richiede poca tecnologia avanzata. Rientra senza ombra di dubbio nella definizione di DURC e costituisce la sfida più importante per la biologia contemporanea».
Va rimarcato un evento storico fondamentale del 2014: l’amministrazione Obama-Biden impose una moratoria sui finanziamenti degli esperimenti GOF negli USA, concedendo però la deroga a quelli condotti da Fauci all’Università della Nord Carolina e al Wuhan Institute of Virology che crearono un SARS chimerico artificiale sospettato di essere l’antenato del SARS-Cov-2.
Pertanto la maggior parte degli esperimenti con “Guadagno di funzione” si spostarono nell’Unione Europea e nei laboratori del Pentagono in Georgia e in Ucraina…
Facciamo un salto in avanti di 8 anni e vediamo cosa sta succedendo oggi nel mondo e in Europa.
LA CORSA UE AI VACCINI PER UN’EPIDEMIA DA AVIARIA
«La lezione del Covid 19 invita i Paesi a non farsi cogliere impreparati di fronte a minacce future, per questo l’Europa ha pensato di giocare d’anticipo sulle forniture di vaccini contro l’influenza l’aviaria in caso di una futura pandemia» ha scritto RAI News esattamente una settimana fa, il 23 marzo 2023.
La Commissione europea ha infatti siglato contratti con due case farmaceutiche, Gsk e Seqirus Uk, prenotando vaccini contro l’influenza aviaria che gli Stati membri dell’Ue potrebbero acquistare se un ceppo del virus, che ha iniziato a circolare tra i mammiferi, dovesse passare all’uomo.
I sintomi possono variare da una lieve infezione delle vie respiratorie superiori (febbre e tosse) a una grave polmonite, sindrome da distress respiratorio acuto (difficoltà respiratoria), shock e persino la morte.
Lo ha spiegato il portavoce dell’esecutivo Ue Stefan de Keersmaecker, durante il briefing con la stampa a Bruxelles: “Seguiamo con molta attenzione – afferma de Keersmaecker – la situazione dell’influenza aviaria. L’Ecdc ha diffuso recentemente un risk assessment” riguardante questo virus.
“Per quanto riguarda i vaccini, esistono. Ce ne sono due autorizzati nell’Ue: la Commissione ha siglato due contratti di prenotazione per l’acquisto congiunto, uno con Gsk e l’altro con Seqirus Uk”.
Tre casi di influenza aviaria H5N1 nell’uomo, «una bimba deceduta in Cambogia» – anche il papà era stato contagiato, ma asintomatico – «una donna nella provincia dello Jiangsu (Cina), e un caso in Ecuador, hanno evidenziato la possibilità che si potesse essere verificato un nuovo evento di ‘spillover’ (o salto di specie), tuttavia i dati analizzati suggeriscono che quelli riportati sono casi umani autolimitanti, senza salti patogeni tra le specie».
Al momento per l’influenza H5N1 «manca ancora la firma genetica di un evento di spillover». Lo sottolinea uno studio italiano in fase di pubblicazione su ‘Pathogen and Global Health’, condotto da Fabio Scarpa, Università di Sassari e altri scienziati di tutta Europa di cui ha scritto il quotidiano Il Messaggero.
«I cambiamenti nei virus influenzali – spiegano gli autori – sono veicolati dalla cosiddetta deriva antigenica, che consiste in piccole mutazioni nei geni Ha (emoagglutinina) e Na (neuraminidasi), che provocano cambiamenti in queste due proteine di superficie del virus. Questi cambiamenti sono continui nel tempo man mano che i virus influenzali si replicano, generando ceppi diversi, ma strettamente correlati tra loro».
Quando c’è il salto di specie «il cambiamento è brusco e dovuto ad uno spostamento antigenico, ovvero a cambiamenti causati da eventi di ricombinazione che generano nuove proteine Ha e Na che acquisiscono la capacità di infettare l’uomo. Questo cambiamento può portare a un nuovo sottotipo che infetta le persone per la prima volta. Un evento che si è verificato nella primavera del 2009 quando il virus H1N1, con geni provenienti da virus originati da suini nordamericani, suini eurasiatici, esseri umani e uccelli, emerse per infettare le persone e diffondersi rapidamente, causando una pandemia».
LA MANIPOLAZIONE ARTIFICIALE DEL VIRUS IN LABORATORIO
Ma un agente patogeno capace di infettare l’uomo può anche derivare da un esperimento da laboratorio…
Oggi stiamo analizzando quello sul ceppo H7N1 perché fu oggetto dell’allarme dello scienziato anglo-francese. Nella prossima inchiesta vedremo gli esperimenti analoghi condotti proprio sul ceppo che oggi sta destando preoccupazione,
«È stato condotto un esperimento di “guadagno di funzione” (GOF) del virus dell’influenza aviaria A in cui è stato selezionato un ceppo H7N1 di struzzo altamente virulento per un’efficiente trasmissione aerea tra furetti. L’articolo recentemente pubblicato sul Journal of Virology rappresenta un salto quantico tra i livelli di pericolo, poiché l’acquisizione della trasmissione per via aerea è stata ottenuta senza perdita di virulenza: 3 furetti su 5 infettati per via aerea sono morti, proprio come con il ceppo parentale».
Ha spiegato nel suo studio pubblicato su AMS il microbiologo anglo-francese Simon Wain-Hobson che, durante la recente pandemia da SARS-Cov-2 creato in laboratorio, ha anche pubblicato un video, subito bannato dai social, in cui ribadiva la probabile origine artificiale di alcune tipologie delle influenze aviarie circolanti.
Nella sua ricerca del 2014 si era chiesto i motivi di questa ricerca pericolosa visto che «Non c’è stato un singolo caso umano confermato dal laboratorio causato da questa combinazione aviaria di emoagglutinina H7 e neuraminidasi N1. Al contrario, sono state descritte infezioni umane con pochissima trasmissione all’uomo per i virus aviari H7N2 (6 casi umani), H7N3 (58 casi) e H7N7 (90 casi; vedi riferimento 4) e naturalmente per l’attuale epidemia di H7N9 (450 casi)».
«In breve, l’H7N1 non è una minaccia per l’uomo, come hanno dimostrato di essere H5N1 e H7N9. Si potrebbe sostenere che si tratta di un modello per H7N2, H7N3, H7N7 o H7N9, ma sarebbe stato più appropriato utilizzare uno di questi ceppi aviari. Naturalmente, i virus aviari H7N1 potrebbero un giorno diventare una minaccia per l’uomo, ma poi ciò potrebbe essere postulato per tutti i virus dell’influenza aviaria e in effetti numerosi virus non umani ed è nel regno della speculazione. Se tale postulato viene approvato, si apre il campo alla selezione di ceppi trasmissibili delle restanti oltre 120 combinazioni HN del virus dell’influenza aviaria, per non parlare di altri virus animali. Gli unici virus influenzali che sono passati con successo all’uomo negli ultimi 100 anni sono H1N1, H2N2 e H3N2».
E’ quanto aggiunge lo scienziato emerito dell’Istituto Pasteur, dove ancora lavora anche uno dei principali ricercatori collaboratori europei del Wuhan Institute of Virology incaricato dall’OMS di studiare l’origine del SARS-Cov-2 nonostante questo macroscopico conflitto d’interessi.
Tralasciamo le note eccessivamente tecniche della ricerca e ci concentriamo su un’eloquente considerazione: «I virus dell’influenza mutano costantemente a causa della mancanza di meccanismi di replicazione e correzione di bozze. I ceppi vanno e vengono, come si può vedere, ad esempio, per H5N1 (8). Bene. Allora perché utilizzare un ceppo H7N1 isolato nel 2000? Perché non utilizzare un virus H7 circolante?» si domandò Simon Wain-Hobson.
«Infine, la maggior parte dei furetti infettati per via aerea è morta per sintomi paralleli a quelli del virus genitore quando è stato inoculato meccanicamente nei furetti: 3 animali su 5 sono morti dopo essere stati infettati per via aerea. In altre parole, non c’era alcun compromesso tra virulenza e trasmissione, come si è sentito dopo la pubblicazione dei documenti H5N1 GOF (10, 11). Questo è il motivo per cui l’attuale paper H7N1 è stupefacente».
IL FINANZIAMENTO DEL NIAID DI FAUCI PEA LA RICERCA DELL’ITALIANA CAPUA
Ma ecco l’elemento di pericolosità individuato proprio nella costruzione ingegnerizzata di una possibile trasmissione aerea:
«Un tale compromesso è un argomento altamente fallace in questo preciso contesto. Ad oggi, i virus aviari H5N1 hanno causato 650 infezioni umane sintomatiche, con 386 decessi (case fatality rate [CFR], ~60%; Facciamo un esperimento mentale e immaginiamo un virus H5N1 progettato per diventare trasmissibile per via aerea tra esseri umani, ma con un CFR umano di ~0,6%, ridotto di un fattore 100 riApetto a quello del virus aviario parentale. Anche se il virus è trasmissibile tra esseri umani, limitiamo il numero totale di infezioni in tutto il mondo a un milione di persone. Nonostante il CFR molto ridotto, il numero di morti sarebbe di circa 6.000, che è di gran lunga superiore a quello osservato per le infezioni naturali da H5N1 negli ultimi 17 anni» si legge nello studio del 2014.
«Ci ritroviamo con un virus H7N1 altamente patogeno che è trasmissibile per via aerea. Come regola generale, un virus influenzale pandemico A che è trasmissibile tra esseri umani è generalmente trasmissibile tra furetti. Quindi, è facilmente possibile che questo ceppo H7N1 ingegnerizzato in laboratorio costituisca un nuovo pericolo per gli esseri umani se mai riuscisse a sfuggire». O se fosse rilasciato intenzionalmente come si sospetta sia avvenuto per il SARS-Cov-2…
«In un articolo di accompagnamento, Dermody et al. si noti che “I virus dell’influenza aviaria altamente patogeni sono stati introdotti sporadicamente negli esseri umani… questi ceppi sono probabilmente più virulenti negli esseri umani rispetto al ceppo pandemico A H1N1 del virus dell’influenza del 1918... la virulenza di questo ceppo negli uccelli suggerisce che potrebbe essere altrettanto virulento negli esseri umani”» evidenzia Simon Wain-Hobson in relazione alla ricerca condotta da Troy C. Suttoncon altri scienziati tra cui la zoologa italiana Ilaria Capua.
«Il virus dello struzzo H7N1 trasmissibile è probabilmente coperto da questa osservazione, che proviene da tre virologi statunitensi molto noti, tra cui l’editore capo del Journal of Virology e il presidente dell’ASM Journals Board. Questi illustri autori proseguono spiegando il processo di revisione interna. Apprendiamo che prima della presentazione al Journal of Virology, il Comitato per la biosicurezza dell’Università del Maryland (UMBC) (che rappresenta l’istituzione ospitante in cui è stato eseguito il lavoro) e il NIAID (il finanziatore) hanno studiato la questione se il lavoro costituisse un duplice uso ricerca di preoccupazione, o DURC» evidenzia il microbiologo anglo-francese.
Grazie a questa frase scopriamo quindi che tale pericoloso esperimento fu finanziato dall’Istituto Nazionale di Allergie e Malattie Infettive americano diretto dal famigerato Anthony Fauci, sospettato di aver creato in laboratorio prima il SARS del 2003, grazie al lavoro del microbiologo Ralph Baric dell’Università della Nord Carolina, e poi il SARS-Cov-2 in un enorme intrigo internazionale tra questo ateneo americano, il Wuhan Institute of Virology, EcoHealthAlliance di Peter Daszak finanziata da Bill Gates, Metabiota (la società finanziata da Hunter Biden, figlio del presidente Joseph, per lavorare con i laboratori ucraini aperti dal Dipartimento della Difesa USA), e successivamente la Big Pharma Moderna (anch’essa sponsorizzata da Gates) che ricevette contributi dall’agenzia militare DARPA del Pentagono.
Moderna risulta sospetta per due motivi: nel 2016 sviluppò un gene umano artificiale con 19 nucleotidi identici alla sequenza genomica del virus del SARS-Cov-2 e nel marzo 2019 brevettò il suo siero genico mRNA contro il Covid-19 con 9 mesi di anticipo rispetto alla scoperta del primo focolaio in Cina.
Come abbiamo svelato nell’inchiesta WuhanGates 65, inoltre, proprio il ruolo della zoologa italiana Ilaria Capua assunse notevole importanza con uno studio finanziato dal progetto Graphene Flagship della Commissione Europea nel quale sperimentò l’uso del pericolosissimo ossido grafene per un vaccino contro il Covid-19.
Il suo coinvolgimento professionale divenne sospetto non solo per l’inchiesta sul traffico di virus che, dopo l’assoluzione, la indusse ad andare a lavorare negli USA. Ma soprattutto per la sua attività politica con Mario Monti che era membro della Commissione Europea presieduta da Romano Prodi che finanziò, attraverso il progetto EPISARS, i primi esperimenti nel Wuhan Institute of Virology sui virus SARS potenziati con l’agente patogeno dell’HIV.
Torniamo alla ricerca sull’influenza aviaria di Sutton & al. e alla revisione degli esperti prima della pubblicazione su AMS Journal of Virology…
«Su due punti c’era accordo, ma differivano su un terzo: “la conoscenza, le informazioni, i prodotti, le tecnologie soddisfano la definizione di DURC”. Fondamentalmente, non erano d’accordo su cosa costituisca il DURC, mentre “nessuno dei due gruppi ha raccomandato di non pubblicarlo”. Quando il lavoro è stato sottoposto alla redazione di ASM, “non è stato raggiunto un consenso sul fatto che il lavoro rappresenti il DURC”».
Come abbiamo spiegato all’inizio DURC è la sigla che indica “Ricerca Preoccupante di Dual-Use”, ovvero con potenzialità vaccino e arma-batteriologica che, pertanto, come spiega ancora il microbiologo dell’Istituto Pasteur, avrebbe dovuto indurre a estrema prudenza prima della pubblicazione.
L’ASSENZA DI VALUTAZIONE RISCHIO-BENEFICIO SUL NUOVO VIRUS ARTIFICIALE
«Questo disaccordo dell’undicesima ora tra le parti interessate e poi tra i redattori di ASM è sbalorditivo. Se il lavoro rappresenta il DURC, e penso che lo faccia, allora mi sarei aspettato che le parti avessero risolto le definizioni prima di intraprendere il lavoro, soprattutto alla luce del precedente fornito dal dibattito sull’H5N1 iniziato nell’autunno del 2011. Questo da solo rappresenta una colossale mancanza di controllo. Poiché lo studio è stato pubblicato nonostante questo disaccordo, significa che non c’era, e non c’è, alcun meccanismo in grado di recuperare qualsiasi scoperta controversa o particolarmente pericolosa che potrebbe essere emersa inaspettatamente»,
Va ricordato che Fauci, in pensione dal NIAID dal dicembre 2022, si trova sotto inchiesta negli USA per una presunta attività di censura su informazioni cruciali sul Covid-19 ed i vaccini. Inoltre ha sostenuto davanti al Congresso di Washington di non aver usato la tecnica DURC del GOF negli esperimenti sul SARS ma è stato poi clamorosamente smentito dall’ex direttore del CDC, la massima autorità sanitaria americana, dr Robert Redfield,
«Nonostante la pubblicazione di un nuovo agente patogeno umano che, secondo le parole di tre virologi esperti, “potrebbe essere altrettanto virulento negli esseri umani” – non è un problema minore – le valutazioni che presumibilmente l’UMBC e il NIAID hanno fatto durante la revisione istituzionale non vengono citate. I redattori di ASM “hanno concluso che i vantaggi della pubblicazione del documento superavano qualsiasi rischio potenziale e ASM ha deciso di andare avanti con la pubblicazione”. Ancora una volta, non vengono citate fonti; dov’è l’analisi rischio-beneficio che tale affermazione implica?».
La ricerca del microbiologo emerito dell’Istituto Pasteur evidenzia che successivamente proprio l’American Society for Microbiology ha scritto: «”L’ASM raccomanda che si chieda all’Accademia Nazionale delle Scienze di considerare se l’attuale ambito della ricerca GOF offra i benefici che rendono l’assunzione dei rischi inerenti allo svolgimento di tale ricerca…”. Riferire la questione del rapporto rischio-beneficio implica che non hanno un’analisi interna».
«Per fortuna ora le cose si stanno muovendo. L’Accademia olandese delle Arti e delle Scienze ha pubblicato alla fine del 2013 un rapporto che raccomandava di istituire un comitato permanente per valutare il DURC. Allo stesso modo, all’inizio del 2014, il Consiglio etico tedesco, su richiesta del parlamento tedesco, ha pubblicato un rapporto molto completo con un sommario esecutivo in inglese» scrisse ancora Wain-Hobson.
Ma gli esperimenti Gain of Function sull’influenza aviaria proseguirono nonostante un vibrante confronto all’interno della comunità scientifica dei virologi e con l’ex presidente della Commissione Europea José Manuel Durão Barroso (in carica dal 2004 al 2014) assai allarmato dalle pericolose ricerche.
A difenderle intervenne un illustre virologo italiano che lavorò anche all’Università di Padova, ora diventata promotrice del Centro Nazionale di Ricerca “Sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a RNA” in cui 16 atenei lavoreranno in stretta collaborazione con le case farmaceutiche dei sieri genici Covid (Pfizer, Biontech e AstraZeneca) sotto la supervisione del Ministero dell’Università e Ricerca e del Ministero della Salute, guidato dal ministro Orazio Schillaci che è stato rettore di una delle università partner del progetto in un palese conflitto d’interesse con mle Big Pharma.
Nel frattempo la Commissione Europea ha subito recepito la previsione allarmistica sui rischi di un’epidemia di aviaria umana esternata dal direttore dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, voluto e riconfermato in tale incarico da Gates che è tra i principali finanziatori dell’agenzia sanitaria ONU, e ha iniziato a comprare vaccini specifici della GSK (partner di Pfizer) che è finanziata sempre dal tycoon di Microsoft e amministrata dalla CEO Emma Walmsley, direttrice della stessa società IT.
Non solo. E’ atteso a breve anche un vaccino contro l’influenza aviaria di Moderna: l’altra casa farmaceutica su cui ha investito la Bill & Melinda Gates Foundation prima del Covid-19 e in vista della prossima pandemia da laboratorio. Nella prossima inchiesta analizzeremo le altre ricerche pericolose sull’influenza aviaria, sveleremo il nome del virologo italiano e il ruolo imbarazzante dell’Italia.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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