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YLENIA, LA BAMBINA CARDIOPATICA RAPITA E DROGATA DALLO STATO. Cavia di Psicofarmaci per Reggere al Distacco dalla Madre che ora Sfida i Giudici

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Nell’immagine di copertina un amorevole abbraccio tra Ylenia e sua mamma Sabrina tre anni fa prima dell’intervento devastante dei servizi sociali

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

Le tensioni tra due genitori separati, una condizione finanziaria non abbastanza florida e una bambina con disagi psico-emotivi.

Sono questi i tre ingredienti che hanno permesso a uno Stato ripetutamente e rovinosamente “ladro di bambini” di strappare la piccola Ylenia, di soli 9 anni, all’affetto della madre creandole un trauma che temerari scienziati dell’anima (al secolo chiamati psichiatri) hanno pensato di risolvere nel modo più semplice: drogandola con potenti psicofarmaci per farle superare il dolore del distacco 

Quanto accaduto tre anni fa oggi sta degenerando in uno sviluppo giudiziario che rende inevitabile tornare a parlarne.

In tre righe c’è la storia di un enorme amore tra madre e figlia lacerato da quei servizi sociali pubblici che la deputata Michela Vittoria Brambilla, in qualità di ex Presidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, consigliò di evitare alle famiglie in difficoltà. Lo fece nella sua relazione conclusiva di attività ispettiva sugli allontanamenti familiari e gli affidi: uno dei peggiori cancri della società italiana, dietro al quale si annida a volte persino un traffico di fanciulli per scopi sessuali come avvenuto nei casi del Forteto e di Bibbiano.

L’INDIFFERENZA DI MATTARELLA ALLA MINORE MALATA COME AI VACCINATI DANNEGGIATI

In tutto questo la giustizia italiana, che al Tribunale di Bologna fu messa sotto accusa da un ex componente del Consiglio Superiore della Magistratura per essere così distratta da smarrire persino i fascicoli sui minori, risponde con la glaciale e becera burocrazia con cui tratta i parenti dei morti conclamati per i vaccini Covid-19: come se fossero numeri di fascicoli e non esseri umani devastati da un groviglio di inefficienze, abusi e interessi finanziari nel business dei centri di accoglienza come in quello delle Big Pharma sui sieri genici sperimentali.

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Non merita di essere definita democratica ma nemmeno civile una nazione che non sa tutelare le famiglie solo perché povere.

Questo motivo fu l’amara conclusione della Commissione Brambilla per cui le assistenti sociali tolgono i minori alle famiglie invece di dare loro i sussidi per mantenerle. A volte perché ci sono lucrose connivenze tra case famiglia, operatori sociali e giudici come già dimostrato da vari avvocati paladini dei diritti dell’infanzia.

In questo velenoso roveto che ha violentato le vite di vari bambini nel caso del Forteto e le ha fatte finire in mano a coppie gay a Bibbiano, la vicenda di Ylenia rappresenta l’enessima storia di ordinaria follia che sta seguendo una deriva giudiziaria di cui  il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nonostante la sua veste di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, non si è voluto occupare reagendo con un’indifferenza simile a quella mostrata nei confronti dei vaccinati danneggiati.

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In Italia i nervi marcescenti della deriva sociale non possono venire allo scoperto onde non palesare il fallimento della politica, dalla Prima alla Terza Repubblica, di cui proprio Mattarella è segno di continuità anche in una piena accondiscendenza verso quella cultura gender della propaganda LGBTQ che sta trasformando i bambini in cavie umane di una sperimentale iper-sessualizzione dopo averli resi criceti da laboratorio per i vaccini altamente inefficaci e nocivi contro il Covid-19.

Ylenia rischia ora di diventare una bambola nella trama infernale di queste diaboliche perversioni etiche. Rischia di essere strappata per sempre all’affetto della madre Sabrina Zoster di Latina, da cui fu allontanata anche fisicamente a causa di momenti di comprensibile indignazione e rabbia contro questo sistema sociale manipolatore di minori.

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Un giudice ha infatti deciso di togliere a lei e al marito da cui era separata (e che badava alla ragazzina solo occasionalmente) la patria potestà facendo balenare all’orizzonte la spada di Damocle di un affido a un altra famiglia con il conseguente incubo di una futura adozione permanente.

Ecco perché il suo avvocato Marco Gaggia ha fatto un disperato ricorso in Corte d’Appello per arrestare una spirale di dittatura socio-giudirica innescata dal fatto che la piccola, per un suo disturbo psico-emotivo dello spettro autistico, lanciava i quaderni in classe se le insegnanti la interrompevano quando cercava di concludere i compiti, in modo tardivo a causa del suo disagio.

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Non facciamo i nomi delle assistenti sociali, dei tutori e degli psicoterapeuti che hanno gestito il caso senza pietà umana né cristiana perché meriterebbero di essere descritte come le streghe di una favola orrenda degli psicotici Fratelli Grimm: come quella di Hansel e Gretel che ispirò il nome della Onlus dello psicoterapeuta Claudio Foti condannato a 4 anni per i crimini di Bibhiano e sostenuto nei suoi progetti sociali in Piemonte persino dal Comune di Torino in quel corto circuito politico tra cultura gender e gestione dei minori.

Evitiamo di menzionare anche le strutture di accoglienza perché in un caso è pure pendente un’inchiesta per maltrattamenti di cui scriveremo quando saranno terminate le indagini.

L’ORCO SCARCERATO E LA PERSECUZIONE A MADRI AMOREVOLI

Vediamo invece come il legale della signora Zoster

, apparsa in varie trasmissioni televisivi e su vari media per le sue esuberanti proteste per strada, ha motivato l’opposizione con reclamo al decreto emesso dal Tribunale per i Minorenni di Roma del novembre 2022 che ha disposto la revoca della potestà genitoriale motivando il provvedimento con l’inidoneità di entrambi i genitori.

«Tale inidoneità sarebbe determinata, secondo quanto si legge nel provvedimento, nella capacità della madre di destabilizzare l’equilibrio della figlia, a causa del suo disturbo di personalità istrionico» stigmatizza l’avvocato evidenziando come una semplice esuberanza caratteriale, concretizzatasi soprattutto nel cercare di resistere al rapimento della figlia, possa essere equiparata a un crimine sociale sebbene la figlia desideri con ogni sua fibra umana l’amore della madre.

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La vicenda rievoca quella di Jeanette Fraga, la donna fiorentina di nazionalità americana che si batte contro la detenzione in strutture psichiatriche della figlia 30enne Yaska, allontanata dalla famiglia proprio per un legame sentimentale intenso con la madre che giustamente ha protestato contro il regime di carcerazione a cui è sottoposta la ragazza a causa di un occasionale disturbo di schizofrenia, peraltro senza pericolosità per sé e per gli altri.

Se una mamma separata vuole troppo bene a una figlia con disagi psico-emotivi diventa colpevole davanti allo Stato che è invece stato condannato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) per aver lasciato bimbi di 3 anni nelle mani dell’orco Rodolfo Fiesoli, il fondatore della comunità del Forteto in Mugello (Firenze), condannato in via definitiva a 14 anni e 10 mesi di carcere per violenza sessuale e maltrattamenti.

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Mentre la giustizia si accanisce sulla madre di Ylenia proprio Fiesoli il 2 marzo 2023 è stato scarcerato e posto in detenzione domiciliare a causa delle sue condizioni di salute “incompatibili” con la reclusione in un penitenziario.

LE CONTESTAZIONI DEL LEGALE DELLA MAMMA DI YLENIA

In merito alla revoca della patria potestà alla madre di Ylenia, l’avvocato Gaggia rimarca quanto segue: «Sul punto è doveroso porre l’attenzione del Giudicante sulla abnormità del provvedimento basato su un fumus non supportato da idonea indagine preventiva e neppure esplorativa ma solo da una segnalazione fornita dall’insegnante del complesso scolastico. In particolare, la sospensione della responsabilità genitoriale appare quanto meno inopportuna, eccessiva e sproporzionata con gravi ripercussioni sul rapporto madre figlia e conseguentemente sullo stato psico-fisico della minore stessa».

«Accenniamo, per poi approfondire successivamente, la questione che la bambina è affetta da una seria patologia cardiaca determinata da prolasso mitralico con ventricolo sinistro marcatamente trabicolato e da un disturbo della sfera emotiva, della coordinazione motoria e disturbo da deficit d’attenzione, iperattività (come da relazione del Dipartimento di salute mentale UOC neuropsichiatria infantile del 16.04.2018)» si legge nel ricorso in Appello.

«LA MIA BIMBA MALATA DI CUORE RAPITA DALLO STATO E IMBOTTITA DI PSICOFARMACI»

«Orbene, ci si chiede in tale quadro clinico, è possibile ipotizzare che i comportamenti definiti dalle maestre “oppositivi ed aggressivi” e supportati dal P.M.M. non siano, invece semplicemente la conseguenza di una patologia fisica e psichica che incide sul comportamento della bambina anziché un presunto rapporto patologico con la madre?» è la domanda alquanto retorica che si pone il legale della signora Soster rilevando poi una questione di inaudita gravità proprio in merito all’intervento del Pubblico Ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni (P.M.M.) .

«Provvedimento, quello dell’aprile 2019, emesso in assoluta leggerezza e frettolosamente senza gli opportuni approfondimenti tecnici, che in concreto, tale fattispecie richiedeva» sentenzia lapidario il difensore della donna.

Il ricorso fa poi riferimento a una valutazione di neuropsichiatria infantile in cui si sostenne «l’inadeguatezza della madre deriva dalla propria incapacità di contenere e legarsi emotivamente al disagio della bambina».

Ma l’avvocato Gaggia aggiunge: «Sul punto si osserva che la storia della minore dimostra che la mamma si è sempre occupata di Ylenia, ed in particolare delle sue patologie fisiche e neurologiche. Se la mamma non fosse legata emotivamente al disagio della bambina avrebbe rifiutato di riconoscere le patologie della stessa e si sarebbe disinteressata e comportata come se esse non esistessero, in realtà non è così».

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Quindi si contesta il comportamento del tutore nella cronistoria dei fatti: «nell’inserire in data 07.05.2019, la bambina nella casa famiglia ******* dopo averla prelevata, con l’ausilio delle forze dell’ordine dall’ospedale Santa Maria Goretti di Latina ove la minore era stata ricoverata il giorno prima; b) nel disporre i contatti tra la minore e i familiari solo telefonicamente; c) stabilire frequenze e modalità d’incontro tra la minore, i genitori e la sorella nella casa famiglia a seguito di decreto emesso nell’agosto 2019 dal Tribunale adito; d) limitare di nuovo il numero delle telefonate da quotidiane, in numero due volte a settimana fino per poi disporre l’interruzione degli incontri tra madre e figlia, con comunicazione del 09.09.2019».

“RAPITA” DAI POLIZIOTTI IN OSPEDALE. POI SOSPETTI MALTRATTAMENTI IN CASA FAMIGLIA

In merito al traumatico “rapimento” della fanciulla ad opera dei poliziotti si evidenzia: «Innanzi tutto è doveroso porre l’attenzione del Giudicante sul fatto che la piccola Ylenia è stata prelevata dall’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina sottraendola alle cure necessarie per la patologia in corso di ricovero. In particolare, le risultanze cliniche dimostrano che in quel momento la bimba era affetta da: “fegato di dimensioni modicamente aumentate, milza di dimensioni modicamente aumentate e presenza a carico della regione inguinale sinistra di linfadenite reattiva con almeno tre linfonodi aumentati di dimensione” (referto ecografia addome regione inguinali del 26.03.2019)».

«È logico supporre, che nel lasso di tempo che va dall’aprile 2019 a luglio 2019, le condizioni di salute della piccina non siano migliorate. Tutt’altro! ciò che premeva di più era evitarle il contatto con la madre la quale, conoscendo le reali condizioni di salute e di sofferenza della figlia, assumeva un atteggiamento ostile nei confronti degli operatori e responsabili della casa famiglia che hanno utilizzato tale condotta, per impedire alla stessa di avere contatti con la figlia vendicandosi, in tal modo, per aver osato assumere condotte irrispettose nei loro confronti».

«Non a caso, come già rappresentato, il tutore su richiesta del responsabile della casa famiglia non solo interrompe gli incontri tra la minore e la madre ma autorizza il trasferimento urgente della piccola dalla casa famiglia ******* sita in Frosinone alla comunità educativa di tipo familiare ******* sita Frattaminore (NA) in data 16.09.2019. Tale trasferimento ha comunque giovato alla bambina non certo per l’allontanamento dalla madre bensì per non aver più subito maltrattamenti dalla suora ******* maltrattamenti, riferiti dalla minore attraverso le telefonate con la mamma» si narra ancora nel ricorso.

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«La suora è stata prontamente denunciata e risulta indagata presso la Procura di Frosinone, avendo la stessa altre denunce dello stesso tipo. La bambina subisce l’ennesimo trasferimento dalla struttura ******* sita in Capua e sempre per lo stesso motivo: il comportamento aggressivo della signora Soster nei confronti degli operatori» rammenta il legale della madre.

«Anche in questo caso si strumentalizza la bambina per colpire la madre. Non si tiene minimamente in considerazione che i continui spostamenti possono ingenerare nella minore turbamenti e confusione la quale, anche per le patologie, di cui è affetta ha bisogno di una stabilità ambientale» rimarca l’avvocato Gaggia.

LE PATOLOGIE NEGATE ALLA CAVIA PER UN PERICOLOSO PSICOFARMACO

Nel ricorso si mette poi in luce la duplice anomalia per cui “non si riscontra patologia in atto” sebbene la bambina soffra di una cardiopatia importante quale: “prolasso della mitrale di entrambi i lembi con valvola ispessita e ventricolo sx marcatamente trabicolato” mentre la perizia di una psicoterapeuta «sconfessa la diagnosi di ADHD, concludendo per l’esistenza di un errore di diagnosi» sebbene in precedenza rilevata da una lunga anamnesi.

Ma soprattutto: «la stessa evidenzia la pericolosità del farmaco Risperdal (farmaco tra l’altro sconsigliato per i bambini e somministrato ai malati con disturbo bipolare). Ebbene, tale farmaco fu dato alla bambina per tenerla calma dopo il distacco dalla madre e le viene tuttora somministrato» nonostante sia «fortemente controindicato in soggetti con problemi cardiaci come appunto la stessa Ylenia».

Oltre a ciò il sito Pharmamedix precisa: «Il risperidone è impiegato in pazienti in età adolescente per il trattamento della schizofrenia e del disturbo bipolare. È necessario prestare particolare attenzione durante la somministrazione di risperidone a tali pazienti, poiché non sono disponibili studi clinici relativi alla sicurezza e all’efficacia del risperidone per il trattamento di psicosi schizofreniche in bambini di età inferiore a 13 anni, per il trattamento di disturbo bipolare in bambini sotto i 10 anni e per il trattamento di irritabilità associata ad autismo in bambini sotto i 5 anni)».

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In pratica, quindi, la piccola Ylenia, che è stata costretta ad assumerlo fin dai 9 anni ed a compiuto 12 anni in “cattività” reclusa in una casa famiglia, ha fatto e sta facendo da cavia per questo farmaco prodotto dalla Janssen (casa farmaceutica del gruppo Johnson&Johnson ora in contenzioso per un maxi-risarcimento da 8,98 miliardi di dollari sul talco cancerogeno) come gli altri bambini lo stanno facendo sui booster bivalenti dei sieri genici antiCovid testati solo sui topi…. 

Ecco quindi la conclusione ben giustificabile dell’avvocato Gaggia:

«Considerato che: – nella ricostruzione dei fatti emergono delle gravi responsabilità di alcuni soggetti coinvolti così come evidenziati nella premessa; – valutazione dei comportamenti della figlia e conseguentemente della mamma sono stati travisati e con correttamente valutati; il distacco della figlia dalla madre ha sempre comportato e comporta una sofferenza enorme – un atteggiamento più benevolo e propositivo nei confronti della madre può solo giovare sia alla figlia che alla sessa madre; le condizioni di salute psicofisiche della piccola Ylenia che necessitano di costanti cure e dell’amore e del sostegno della madre; – la salute peggiorata da quando la bimba è stata sottratta alla madre e trasferita più volte nei vari istituti; – tutti i provvedimenti emessi dal Tribunale per i Minorenni di Roma difettano di gradualità con conseguenze negative soprattutto a danno della minore».

“MIA FIGLIA DEVASTATA DAGLI PSICOFARMACI, SEGREGATA E COSTRETTA AD ABORTIRE DALLO STATO”

«Ylenia è stata sempre accudita pressoché esclusivamente dalla madre, che ha sempre ottemperato ai doveri genitoriali e si occupata della figlia anche facendole praticare attività terapeutiche e funzionali al miglioramento della sua condizione. La Sig.ra Soster ha favorito lo svolgimento di attività manuali, la lettura ed ha seguito la bambina nel suo difficile percorso scolastico, considerate le ben note difficoltà che hanno i minori affetti da autismo ad inserirsi nel contesto scolastico e a socializzare» prosegue il ricorso.

«La copiosa documentazione medica depositata a corredo della memoria di costituzione nel procedimento dinanzi al Tribunale minorile, e del quale si chiede acquisizione ai fini del reclamo, comprova che Ylenia è affetta da disturbo dello spettro autistico e da disturbo oppositivo, si tratta evidentemente di patologie che nulla hanno a che fare con il rapporto genitoriale».

Nell’intervista concessa tre anni a Gospa News la mamma ci confidò anche la particolare devozione cristiana insegnata alla bimba che indossava sempre il suo Rosario alla Madonna al polso…

LA SINDROME PSICOTICA DA ALLONTANAMENTO DALLA MADRE

«La bambina attualmente è affetta da sindrome psicotica e da sindrome ossessivo compulsiva, disturbi conseguenti alla situazione abbandonica che sta vivendo da anni, proprio come aveva paventato la relazione del 2018. Già in passato quindi si era segnalato all’Ill.mo Tribunale adito, il pericolo di peggioramento della condizione clinica di Ylenia che poteva scaturire dall’allontanamento dalle figure genitoriali, in particolare da quella materna, l’unica in realtà presente nella vita della minore» nota ancora il legale della madre.

Mamma e figlia unite nella devozione alla Madonna: il braccialetto col Rosario di Ylenia

«Un allontanamento divenuto ancor più drastico dopo l’emissione del provvedimento che vieta alla Sig.ra Soster di avvicinarsi a meno di 500 metri dalla figlia. Tale provvedimento, assolutamente sproporzionato e immotivato, è stato assunto senza l’evidenza di atti di abuso o violenza da parte della madre e in palese conflitto con l’interesse della minore».

Per tutti questi motivi, ulteriormente dettagliati in altri particolari sugli episodi sopracitati, l’avvocato Gaggia ha chiesto alla «Corte d’Appello di Roma, Sez. Minori contrariis e reiectis, accogliere il seguente reclamo e per l’effetto: – in riforma del decreto impugnato, annullare il provvedimento di revoca della potestà genitoriale, revocare altresì il divieto di avvicinamento alla minore Ylenia e il divieto di contatti telefonici e adottare provvedimenti consoni al ripristino del rapporto genitore – figlio, anche con un percorso di sostegno alla genitorialità».

Gospa News invita tutti i lettori di scrivere anche solo una parola di commento alla vicenda e a condividere il più possibile questa tremenda vicenda di disumana ingiustizia nei confronti dei minori. 

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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