di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Dopo le crescenti pressioni subite da alcuni Paesi dell’Europa occidentale, a causa dell’ingente stock di grano ucraino nei siti di stoccaggio e nei porti, che ha fatto crollare il prezzo dei prodotti interni, 5 Paesi dell’area orientale hanno avviato politiche protezionistiche.
L’intervento dell’Ue è seguito con la proposta di adottare un secondo pacchetto di sostegno finanziario di 100 milioni di euro per gli agricoltori che hanno subito danni.
Quindi, secondo il Financial Times, Bruxelles sta preparando misure di emergenza sulle importazioni di grano ucraino in cinque Stati membri vicini al paese devastato dalla guerra, cedendo alle pressioni di Polonia e Ungheria dopo aver intrapreso un’azione unilaterale per pacificare gli agricoltori locali.
La commissione ha affermato che agirà solo se i governi abbandoneranno le misure attuali, cosa che devono ancora accettare.
«Lo farà avvalendosi di un potere raramente utilizzato, contenuto nel provvedimento che ha liberalizzato il commercio con l’Ucraina, e limitando le nuove tutele solo ad alcuni Stati membri anziché all’intero blocco» ha spiegato FT.
Ma quale sarà la reazione di altri produttori di cereali dell’UE come Francia, Germania, Italia e Spagna?
Nei giorni scorsi, prima Polonia e Ungheria, e poi Romania, Slovacchia e Bulgaria hanno vietato l’importazione e il transito di cereali e altri prodotti alimentari dall’Ucraina, a causa del forte calo dei prezzi dei prodotti locali.
Quindi, da venerdì Romania e Polonia hanno consentito ai prodotti alimentari ucraini di passare attraverso il loro territorio fino a quando la Commissione europea non deciderà in merito la prossima settimana
A marzo “Von der Leyen ha ricevuto quella che era una lettera urgente [dai governi interessati] e se avesse risposto entro due o tre giorni anziché ora, probabilmente non avremmo avuto un problema del genere”, ha detto Szymański, che ora lavora per il Polish Economic Institute, un think tank di Varsavia.
Qual è il motivo di questo ingiustificabile e sospetto ritardo???
Lo spettro di un’enorme speculazione agricola di Gates
Prima di leggere i dettagli delle questioni sul campo c’è da chiedersi se non ci sia un piano strategico orchestrato dal Nuovo Ordine Mondiale, occulto regista della diffusione della pandemia con un SARS-Cov-2 costruito in qualche bio-laboratorio CIA-Pentagono, forse in Ucraina, e del golpe di Kiev del 2014 prima della guerra civile nel Donbass e poi del conflitto NATO contro la Russia.
Come abbiamo evidenziato in una precedente indagine su Gospa News International, un’analisi di Open Democracy pubblicata in ottobre ha rivelato che dieci società private controllavano il 71% del mercato agricolo ucraino, tra cui, “oltre all’oligarchia ucraina, società multinazionali come Archer Daniels Midland (ADM) , Bunge, Cargill, Louis Dreyfus e la società statale cinese COFCO”.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Oakland Institute sull’argomento, l’elenco comprende ora anche multinazionali come la lussemburghese Kernel, la holding americana NCH Capital, la saudita Continental Farmers e la francese AgroGenerations,
Come evidenziato da Grain.org c’è un altro re del NWO che sta speculando su questo settore e potrebbe avere interessi per indebolire gli agricoltori europei: Bill Gates.
«La Bill and Melinda Gates Foundation ha speso quasi 6 miliardi di dollari negli ultimi 17 anni cercando di migliorare l’agricoltura, soprattutto in Africa. Questo è un sacco di soldi per un settore sottofinanziato e, come tale, ha un grande peso. Per comprendere meglio in che modo la Fondazione Gates sta plasmando l’agenda agricola globale, GRAIN ha analizzato tutte le sovvenzioni alimentari e agricole che la fondazione ha realizzato fino al 2020. Abbiamo scoperto che, mentre le sovvenzioni della Fondazione si concentrano sugli agricoltori africani, la stragrande maggioranza dei suoi finanziamenti va a gruppi in Nord America e in Europa» ha spiegato Grain.org.
Dobbiamo ricordare che Gates è l’anello di connessione tra Big Pharma dei vaccini Covid e la Lobby delle Armi che stanno facendo creando l’escalations della guerra in Ucraina.
Per tutte queste ragioni potrebbe essere in corso una grossa speculazione in tutta l’Unione Europea, già esercitata con il lobbying sui vaccini dalle ONG di Gates, anche nel mercato agricolo. Quindi la reazione dei paesi dell’UE sugli affari del grano e del cibo potrebbe avere molte riflessioni geopolitiche sulla guerra guidata dalla NATO in Ucraina.
«Naturalmente, la Gates Foundation è molto più che una semplice concessione di sovvenzioni. Il fondo fiduciario della Fondazione, che gestisce la dotazione della Fondazione, ha grandi investimenti in aziende alimentari e agroalimentari, acquista terreni agricoli e ha partecipazioni in molte società finanziarie in tutto il mondo. Queste, e altre attività di Gates nel settore agroalimentare, sono illustrate nell’infografica che accompagna questo rapporto» aggiunge Grain.org.
Per questi motivi Gates non teme l’uso nella guerra ucraina di armi all’uranio impoverito, promesse dal Regno Unito al regime di Kiev, che possono devastare il sistema agricolo per decine di anni???
Ora andiamo ad analizzare il fulcro della guerra europea grano-cibo.
Già lo scorso febbraio, infatti, durante la riunione dei ministri dell’Agricoltura Ue tenutasi a Bruxelles, il grave problema era stato segnalato da un documento congiunto presentato da Polonia, Ungheria, Bulgaria, Romania, Repubblica Ceca e Slovacchia.
Avevano rimarcato che l’obiettivo di canalizzare i prodotti agricoli ucraini verso il mercato mondiale era fallito, come ribadito anche dall’Onu che aveva espresso preoccupazione per i Paesi più poveri dell’Africa.
Le “corsie solidali” avrebbero quindi causato una serie di danni, oltre che di benefici, al governo di Kiev. Tuttavia, Bruxelles ha sempre negato questa evidenza…
Il grano ucraino ha svalutato i prodotti agricoli locali
A causa dell’invasione russa, che ha portato al blocco di alcuni porti del Mar Nero, grandi quantità di grano ucraino sono state inviate nei paesi limitrofi, causando colli di bottiglia logistici e accumuli di grano nei silos di stoccaggio.
Ciò ha comportato una svalutazione del prezzo dei prodotti agricoli locali e ha creato pressioni per i paesi dell’Europa orientale come Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania, che stanno cercando di trasferire il grano in altre parti del mondo.
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Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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