di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Che grande pena vedere il Vescovo di Roma, sovrano dello Stato Vaticano, stringere la mano e sorridere a un neo-nazista servo della NATO e di Satana come il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha espresso la sua intenzione a rifiutare ogni dialogo di pace fin dal primo atteggiamento.
All’incontro tenutosi ieri, 13 maggio 2023, presso la Santa Sede durante la sua piccola marcia su Roma il leader di Kiev si è presentato facendo un clamoroso ed eloquente sfregio a ogni protocollo: vestiva infatti una maglia nera militare e non la classica giacca e cravatta.
Questa tenuta militare già rende evidente la prima colossale menzogna proferita da Zelensky.
«Per me è stato un onore incontrare Sua Santità, però lui conosce la mia posizione, la guerra è in Ucraina e il piano deve essere ucraino. Siamo molto interessati a coinvolgere il Vaticano nella nostra formula per la pace» ha riferito durante l’intervista con Bruno Vespa per la trasmissione di RAI 1 “Porta a Porta”.
I temi del colloquio tra il Papa e Zelensky, durato circa quaranta minuti, «sono riferibili alla situazione umanitaria e politica dell’Ucraina provocata dalla guerra in corso. Il Papa – riferisce il portavoce vaticano Matteo Bruni – ha assicurato la sua preghiera costante, testimoniata dai suoi tanti appelli pubblici e dall’invocazione continua al Signore per la pace, fin dal febbraio dello scorso anno. Entrambi hanno convenuto sulla necessità di continuare gli sforzi umanitari a sostegno della popolazione. Il Papa ha sottolineato in particolare la necessità urgente di ’gesti di umanità’ nei confronti delle persone più fragili, vittime innocenti del conflitto».
La memoria delle lugubri profezie sulla guerra della Madonna di Fatima, di cui proprio ieri ricorreva l’anniversario, non sembrano aver avuto il dovuto peso come invece lo ebbero per Giovanni Paolo II.
«Con tutto il rispetto per Sua Santità, noi non abbiamo bisogno di mediatori, noi abbiamo bisogno di una pace giusta. E invitiamo il Papa, come altri leader, per lavorare ad una pace giusta ma prima dobbiamo fare tutto il resto», ha aggiunto, sottolineando che non ha senso tentare di coinvolgere ora la Russia in un dialogo. «Non si può fare una mediazione con Putin, nessun Paese al mondo lo può fare», ha spiegato in TV.
Non è dato sapere se il Pontefice abbia affrontato de visu con il presidente ucraino la spinosa questione della persecuzione dei religiosi ortodossi devoti al Patriarca di Mosca.
Nelle scorse settimane infatti Francesco aveva lanciato un accorato appello a rispettare le libertà di fede ed in tutta risposta il regime di Kiev ha avviato 61 procedimenti penali nei confronti di sacerdoti della Chiesa Ortodossa Ucraina inventandosi teorie di cospirazione come fecero prima i fascisti durante la Seconda Guerra Mondiale e poi i Partigiani comunisti in tempo di pace.
La Russia ha segnalato con forza il problema alle Nazioni Unite nel silenzio assordante dell’Occidente. Basterebbe questo a far comprendere come il compassionevole tentativo di mediazione per la pace proposto dal Vescovo di Roma si sarebbe dovuto arrestare ancor prima di iniziare alla sola vista dell’abito militare di Zelensky che si fa forte degli aiuti promessi dall’Italia e dalla NATO in ossequio al “Nuovo Ordine Mondiale” progettato da George Soros fin dal 1993.
«Non sono disposto a parlare con Putin, un piccolo leader che uccide anche la sua gente», la soluzione per l’Ucraina «è la controffensiva: quando saremo al confine con la Crimea, il sostegno a Putin all’interno della Russia diminuirà e lui dovrà trovare una via d’uscita. Manca poco».
Queste dichiarazioni sono giunte dopo le rassicurazione ottenute proprio dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che è anche di diritto Capo delle Forze Armate ma, secondo la Costituzione, non ha alcun POTERE ESECUTIVO essendo di competenza del governo.
«Riconfermo il pieno sostegno dell’Italia all’Ucraina sul piano degli aiuti militari, finanziari, umanitari e della ricostruzione, sul breve e lungo termine. Sono in gioco non solo l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma anche la libertà dei popoli e l’ordine internazionale», la rassicurazione del capo dello Stato italiano.
UCRAINA: ROMPERE LA CORNICE MAINSTREAM. Per Ricordare le Guerre NATO-USA in Bosnia, Libia e Siria
Si è richiamato a un “Ordine Internazionale” che di fatto è stato sovvertito dalla stessa NATO nel Mar Mediterraneo con le guerre in Libia, Siria e l’intervento fazioso nei Balcani.
Ha di fatto evocato quel Nuovo Ordine Mondiale di cui si era palesato come ambasciatore il 3 febbraio 2022 durante il suo discorso di insediamento come Presidente della Repubblica Italiana per il secondo mandato nel quale aveva preannunciato l’imminenza dell’inevitabile guerra in Ucraina ancor prima dell’inizio dell’operazione militare russa.
L’invasione, è bene ricordarlo, fu innescata dall’ennesima violazione della tregua da parte delle forze armate ucraine con un bombardamento del Donbass che fece altre vittime civili il 20 febbraio 2022, ovvero due giorni prima della dichiarazione di Vladimir Putin di protezione delle Repubbliche filo-russe di Donetzk e Lugansk.
Rammentiamo che il progetto di militarizzazione dell’Europa dell’Est e dei confini con la Russia, incrementato dopo il golpe del 2014 a Kiev finanziato da Soros e paesi NATO, è stato accuratamente pianificato dai vertici militari di NATO e UE nel piano CEPA del 2020 che è stato finanziato dalla Lobby delle Armi tra cui figura la tedesca Rheinmetall, partecipata dal fondo BlackRock come l’italiana Leonardo, che nel 2023 ha incrementato del 47,5 % il valore delle sue azioni come tutte le altre corporations di produzione bellica.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
“TOWARD A NEW WORLD ORDER: The Future of NATO”. Soros’ 1993 Manifesto in which Forecast Ukraine War