Nell’immagine di copertina i medici italiani Alberto Donzelli (a sinistra) e Paolo Bellavite (a destra)
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
«A seguito della diffusione della SARS-CoV-2, è stata dichiarata una pandemia globale. La vaccinazione indiscriminata contro il COVID-19 è stata estesa per includere gruppi di età e persone naturalmente immuni con un rischio minimo di subire gravi complicazioni dovute al COVID-19. Solide prove immuno-istopatologiche dimostrano che i vaccini genetici COVID-19 possono mostrare una distribuzione fuori bersaglio nei tessuti che sono differenziati in modo terminale, innescando reazioni autoimmuni. Questi includono il cuore e il cervello, che possono incorrere nella produzione in situ della proteina spike provocando una forte risposta infiammatoria autoimmunologica».
Ci sono anche i medici italiani Alberto Donzelli di Milano e Paolo Bellavite di Verona in una delle ultime ricerche pubblicate sull’enorme ed allarmante problema delle reazioni avverse cardiovascolari e neurocerebrali che Gospa News ha affrontato in molteplici articoli.
Lo studio, ancora in attesa di revisione paritaria, è apparso su vari siti di ricerche pre-prints come ResearchGate ed è supportato da firme di caratura mondiale nell’ambito dei grandi scienziati che dall’inizio della diffusione stanno cercando di sensibilizzare la popolazione sui pericoli dei sieri genici RNA o DNA messaggero.
Tra questi ci sono alcuni famosi americani come il medico e blogger Peter McCullough, la biofisica Stephanie Seneff, ricercatrice senior (laboratorio di informatica e intelligenza artificiale) del Massachusetts Institute of Technology di Cambridge (MA, US), il giapponese M
Altri firmatari della ricerca sono Panagis Polykretis, David Wiseman e Anthony M. Kyriakopoulos (Ricercatore senior dell’Unità di applicazioni biomediche del National Hellenic Research Foundation di Atena, Grecia)
Alberto Donzelli, è laureato in Medicina e specialista in Igiene e Medicina preventiva e in Scienza dell’Alimentazione, da 41 anni impegnato a tempo pieno nella Sanità pubblica, come Ufficiale Sanitario, Responsabile del Servizio Igiene di una USSL, Direttore Sanitario, Direttore Generale e Direttore Dipartimento Servizi Sanitari di base. Già membro del Consiglio Superiore di Sanità. E’ Fondatore e componente del Consiglio direttivo della Fondazione Allineare Sanità e Salute (di cui fa parte anche il dottor Polykretis), che ha come mission fornire ai Sistemi Sanitari un supporto di ricerca e strategie per superare il conflitto di interessi con la Salute che coinvolge un numero crescente di attori in Sanità.
Paolo Bellavite è medico chirurgo, specialista in ematologia, dal1984 professore Associato di Patologia Generale presso l’Università di Verona. Ha conseguito il Master in Biotecnologia presso l’Università di Cranfield (Inghilterra) e il diploma di perfezionamento in statistica sanitaria e epidemiologia medica presso l’Università di Verona. I principali filoni di ricerca di Bellavite hanno riguardato gli aspetti molecolari e cellulari dell’infiammazione, con particolare riguardo alla struttura, la biochimica e la funzione (normale e patologica) dei granulociti (neutrofili e basofili) del sangue e dei tessuti. È autore di oltre 200 pubblicazioni tra cui 9 libri di cui l’ultimo è “La Complessità in Medicina” (Tecniche Nuove, Milano 2009). 114 sue pubblicazioni sono recensite da PubMed.
«Poiché ogni cellula umana che sintetizza antigeni non-self diventa inevitabilmente il bersaglio del sistema immunitario, e poiché il corpo umano non è un sistema strettamente compartimentato, sono necessari accurati studi di farmacocinetica e farmacodinamica per determinare con precisione quali tessuti possono essere danneggiato. Pertanto, il nostro articolo si propone di attirare l’attenzione delle comunità scientifiche e normative sulla necessità critica di studi di biodistribuzione per i vaccini genetici contro COVID-19, nonché di valutazioni razionali del rapporto danno-beneficio per fascia di età».
Questo è quanto si legge ancora nel sommario dell’articolo scientifico che nel dettaglio giunge alle stesse conclusioni di molteplici altre ricerche similari. Tra queste spicca quella profetica di due università cinesi che già nell’ottobre 2020 aveva avvertito la comunità scientifica sulle gravi e ignote reazioni avverse autoimmuni che i sieri genici avrebbero potuto causare chiedendo già allora l’interruzione dei trials avanzati sugli esseri umani e la ripresa delle sperimentazioni sui topi.
Nelle conclusioni della ricerca si entra poi ancor più nel dettaglio:
«Numerosi studi riportano l’insorgenza di reazioni autoimmuni a seguito della vaccinazione contro il COVID-19 (Gadi et al., 2021; Watad et al., 2021; Bril et al., 2021; Portoghese et al., 2021; Ghielmetti et al., 2021; Vuille – Lessard et al., 2021; Chamling et al., 2021; Clayton-Chubb et al., 2021; Minocha et al., 2021; Elrashdy et al., 2021; Garrido et al., 2021; Chen et al., 2022; Fatima et al., 2022; Mahroum et al., 2022; Finsterer, 2022; Garg & Paliwal, 2022; Kaulen et al., 2022; Kwon & Kim, 2022; Ruggeri, Giovanellla & Campennì, 2022). I dati istopatologici forniscono una prova indiscutibile che dimostra che i vaccini genetici presentano una distribuzione fuori bersaglio, provocando la sintesi della proteina spike e innescando così reazioni infiammatorie autoimmuni, anche in tessuti terminali differenziati».
«Inoltre la guida contro l’esecuzione di autopsie, apparentemente per limitare la trasmissione virale, implementata da molti paesi in tutto il mondo durante la pandemia, ha fortemente limitato la capacità di raccogliere più informazioni cliniche riguardanti prove dirette di lesioni nei tessuti che potrebbero aver portato a decessi correlati al vaccino (Salerno et al., 2020). L’associazione della vaccinazione COVID-19 con lo sviluppo di gravi complicanze cardiovascolari, specialmente tra i gruppi di età più giovani e più sani, è stata ampiamente riconosciuta (Mansanguan et al., 2022; Yonker et al.; “Myocardial Inflammation/Myocarditis After COVID-19 mRNA Booster Vaccination.presentazione al Congresso ESC 2022”). In un numero crescente di studi, è stato determinato dall’autopsia che le condizioni indotte dal vaccino erano la causa della morte (Choi et al., 2021; Schwab et al., 2022)».
Furono proprio gli esami patologici del medico tedesco Morz a rilevare l’anomala persistenza nel corpo umano della proteina Spike di cui un altro studio americano asseverato dalla virologa Jessica Rose spiegò la proliferazione attraverso i plasmidi di RNA.
«In generale, i potenziali rischi dei vaccini genetici che inducono le cellule umane a diventare bersagli per l’attacco autoimmune non possono essere valutati completamente, senza conoscere l’esatta distribuzione e cinetica di LNP e mRNA, nonché la produzione e la farmacocinetica della proteina spike».
Lo studio sottoscritto anche da Donzelli e Bellavite poi conclude:
«Poiché il corpo umano non è un sistema strettamente compartimentato, questo è motivo di seria preoccupazione per ogni vaccino genetico attuale o futuro che induca le cellule umane a sintetizzare antigeni non self. Infatti, per i tessuti terminalmente differenziati, la perdita di cellule determina un danno irreversibile con prognosi potenzialmente fatale. In conclusione, alla luce delle innegabili prove di distribuzione fuori bersaglio, la somministrazione di vaccini genetici contro COVID-19 dovrebbe essere interrotta fino a quando non saranno eseguiti accurati studi di farmacocinetica, farmacodinamica e genotossicità, oppure dovrebbero essere somministrati solo in circostanze quando i benefici superano di gran lunga i rischi».
L’invito a indagare sui danni da sieri genici e a fermarne l’inoculazione è giunto anche da una ricercatrice dell’Istituto Superiore della Sanità e dalla sentenza del Tribunale di Firenze che ha inviato gli atti alla Procura della Repubblica di Roma per un’accurata inchiesta.
Ma il Ministero della Salute guidato dall’oncologo Orazio Schillaci, intrigato in molti progetti con le Big Pharma quando era rettore dell’Università di Roma Tor Vergata, sta continuando a raccomandare la vaccinazione con la quinta dose anche ai ai fragili nonostante la stessa Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) abbia candidamente ammesso che non esistono sperimentazioni sull’efficacia e sicurezza dei booster Covid Pfizer-Biontech sugli immunodepressi.
Infatti sono stati sperimentati solo sui topi…
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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