di prof. Paolo Scampa
Expert in the ‘Nuclear Physics-N.B.C.R. Environment & Health’ research field. I link agli articoli di Gospa News sono stati aggiunti a posteriori
Una guerra nucleare è una guerra breve e per definizione totale che trasformerà l’atmosfera in una densa camera a gas radioattiva, l’intera superficie terrestre in una “hot zone” di esclusione e che nel medio termine non lascerà superstiti animali o umani sulla terra.
Voci infondate attraversano le drammaturgie incompiute volte a definire la deterrenza e delimitare le conseguenze di un conflitto atomico. L’una è che la deterrenza, prerogativa genocida e suicida di pochi stati, richieda il possesso di bombe atomiche, quando in realtà la deterrenza sporca si estende al possesso di mezzi convenzionali in grado di colpire le installazioni “del atomo della pace” di cui il nemico almeno si è riempito il territorio.
L’altra è che uno dei belligeranti possa avere la meglio pur avendo polmoni o, il che è la medesima cosa, che una parte dell’umanità, ormai congelata e ridotta allo stato preistorico, sopravviva comunque a queste folgoranti deflagrazioni che trasformeranno l’atmosfera in una densa camera a gas radioattiva a causa della dispersione di diverse decine di tonnellate di aerosol di plutonio “non consumato” delle testate atomiche.
Tutte queste pericolose illusioni bollywoodiane sono propinate da cervelli senza polmoni che, avvolti nel loro lungo inverno nucleare, trascurano il fatto che l’irrimediabile blackout elettrico post-atomico porterà in pochi giorni, dappertutto sul pianeta, all’esplosione dei reattori nucleari civili ancora intatti e, successivamente, all’inevitabile e spontanea messa a fuoco di tutte le piscine di scorie atomiche.
La deterrenza per tutti
L’atomo della pace è il tallone d’Achille delle superpotenze (e non solo). Non esistono in effetti nazioni più vulnerabili di quelle che possiedono impianti nucleari sul proprio territorio. Essi sono fragilissimi tossici bersagli designati in caso di guerra totale che, per via dell’ingente fallout che provocano, riducono enormi porzioni di territorio a zona proibita meglio di quanto non lo sappiano fare le bombe atomiche stesse e, coi loro effluvi radioattivi alfa contaminano e uccidono a fuoco lento a miliardi in tutto il pianeta. (Niente panico, le radiazioni alfa, che un foglio di carta blocca, non danneggiano i polmoni di carta !)
Checché ne dicano le dottrine sponsorizzate della deterrenza atomica, per le quali contano solo le armi nucleari esplosive, queste enormi installazioni radiotossiche rendono automaticamente superpotenza sporca qualsiasi belligerante, esentandolo dal dover acquisire un qualsiasi arsenale atomico. Un bersaglio nucleare in territorio nemico vale de facto quanto un’arma atomica in casa propria.
Perché allora mettere le superpotenze così al di sopra, quando offrono frivolamente l’altra deterrenza a tutti coloro che desiderano attaccarle? Come non vedere che, in caso di conflitto, le superpotenze, per quanto innegabilmente sovra-potenti siano, devono temere non solo gli attacchi atomici delle loro pari, ma anche le incursioni “convenzionali”, molto furtive e molto più deleterie, contro le loro fabbriche nucleari da parte di tutte le altre nazioni? Come possiamo allora non capire che la superpotenza imbecille è democraticamente e pericolosamente da sempre a disposizione di tutti. I modi e i mezzi della deterrenza atomica sono infiniti. Sarà forse il caso abolire oppure generalizzare il diritto di veto alle Nazioni Unite?
Il day after
Una guerra atomica è una battaglia universale che dura circa 40 minuti, il tempo necessario ai missili intercontinentali per atterrare (un buon 10% esploderà sul posto al momento del decollo). Poi tutto brucia e tutto si spegne improvvisamente a diversi chilometri dal punto zero. Il numero di ordigni e la portata distruttiva immediata dell’arsenale mondiale non è però sufficiente a coprire tutte le aree abitate, per cui non si può escludere che una parte dell’umanità, due o tre miliardi di persone, sopravviva agli attacchi (chi seppellirà i miliardi di cadaveri per evitare le epidemie?). Il day after di questi sopravvissuti disorientati, affumicati dai giganteschi tossici incendi industriali e forestali, non sarà facile.
Tre ondate accumulate di fallout radioattivo letale li attendono, la prima militare e le altre due civili. In primo luogo, ovunque si trovino, subiranno le terribili ricadute ritardate delle esplosioni, poiché diverse decine di tonnellate di plutonio “non consumato” delle cariche atomiche mescolato ai prodotti di fissione si saranno disperse nell’atmosfera (trascuriamo il trizio e il carbonio dispersi dagli ordigni termonucleari). Poi, oltre a queste prime ricadute mortali dei fuochi d’artificio militari, che è solo un’inezia radiologica rispetto al crescendo radioattivo che l’atomo della pace sta preparando in due atti, ci saranno le ricadute delle centrali atomiche in perdizione.
Ammesso queste siano scampate ai bombardamenti, i reattori atomici civili vedranno comunque irrimediabilmente interrompersi la circolazione dell’acqua di raffreddamento per mancanza di elettricità a causa dell’inevitabile annientamento elettromagnetico o meccanico delle reti e dei generatori di emergenza. In pochi giorni, questi reattori esploderanno uno dopo l’altro come tappi di champagne, spargendo a 5 chili di plutonio a tonnellata di carburante migliaia di tonnellate di “sostanza nera” radioattiva polverizzata.
Infine, oltre a queste due prime catastrofi radioattive, ognuna delle quali sufficiente a sterminare l’umanità più volte per contaminazione interna, ci sarà l’inevitabile bouquet atomico finale che salirà al cielo nel corso del mese con l’accensione spontanea di centinaia di migliaia di tonnellate di caldo combustibile “spento” immagazzinato nelle piscine, anch’esse ormai prive di raffreddamento e di personale per garantirne l’imperativa manutenzione.
L’annientamento radiotossico universale di tutte le specie avverrà quindi attraverso quest’aria irrespirabile sovraccarica di radioattività particellare e l’intera terra trasmutata in una zona proibita a causa delle colossali ricadute al suolo. La vita si estinguerà per sempre sulla terra con sofferenze indicibili e senza possibilità di rinascita.
Dirty Bombs might have been beside Depleted Uranium Ammo hit by Russian Missiles (New Footages).
Nessuno sopravviverà a lungo all’avvelenamento irreparabile dell’aria e della terra che scaturisce da un conflitto nucleare. Una guerra atomica non conosce tregua radiologica prima della fine dei tempi. Tutto morirà fino in fondo dei futili rifugi.
Due messaggi del defunto Maurice Eugène André su un “mini conflitto” a uno degli autori.
Il giornale francese LIBERATION e quello americano SCIENCES presentano le conseguenze di un mini-conflitto nucleare di un totale di 100 bombe al plutonio, dimenticando che tale conflitto introdurrebbe 5 tonnellate di plutonio sotto forma di micro o nano particelle direttamente nell’atmosfera… rendendo così impossibile qualsiasi respirazione per i sopravvissuti. Maurice, E. ANDRE, ufficiale nucleare (funzione esclusiva NBCR o nucleare, biologica, chimica e radiologica) Capitano Comandante, in pensione.
Per raggiungere una resa esplosiva di 120 kt occorre la fissione di 7 kg di plutonio 239. Ma solo il 18% del plutonio presente nella carica è disponibile a fissionare; così che servono “ragionevolmente” qui 40 kg di plutonio 239. Ora, a causa dell’alta temperatura dell’esplosione (1000000 di gradi Celsius) e del fatto che il plutonio 239 è un metallo piroforico, il plutonio non fissionato raggiungerà le nano dimensioni (1/1000 000 000 di metro) e galleggerà nell’atmosfera senza ricadere entrando nelle cellule direttamente attraverso i polmoni e uccidendo gli esseri umani ovunque sul pianeta.
https://www.gospanews.net/2023/04/14/international-breakings-by-gospa-news-007-ucraini-e-cia-sabotano-aereo-russo-senza-ok-di-zelensky-mosca-invia-cacciatori-di-carri-armati/
Note tecniche di complemento
Una bomba atomica A da 120 Kt sviluppa un’energia di 502,08 mila miliardi di Joule ottenuta dalla smaterializzazione di (m = e/c2) 5,016E14 Joule/(299792458 m/s2) = 5,58 gr di materia o più semplicemente 120 Kt * 0,0465 gr/Kt = 5,58 gr di materia. Questa smaterializzazione avviene con la fissione quasi simultanea di 17,33 milioni di miliardi di miliardi di atomi (1,733E25) contenuti in 6,88 kg di Pu239 (1,733E25 atomi/(6,0221415E+23/239) atomi/gr = 6,88 kg).
La folgorante reazione a catena divergente che porta a questa esplosione avviene in meno di 600 nanosecondi e occupa circa 59 generazioni di neutroni, supponendo che ogni fissione emetta in media 2,7 neutroni. Segue una colossale radioattività di 4 milioni di miliardi di miliardi di Becquerel (4,00E24 Bq corrispondenti a 108 mila miliardi di Curie), mentre la temperatura della carica può salire a 100 milioni di gradi centigradi. (La radioattività iniziale della carica nucleare aumenta vertiginosamente al tempo zero da 46,85 miliardi di volte se si tratta di Pu239 a 738,22 mila miliardi di volte se si tratta di U235). Una simile esplosione atomica di 120 Kt produce una palla di fuoco di circa 745 metri di diametro. 54,86 m * (120 Kt0,4) * 2 = 744,71.
Paolo Scampa
Presidente AIPRI
Expert in the ‘Nuclear Physics-N.B.C.R. Environment & Health’ research field
Associazione internazionale per la protezione dai raggi ionizzanti, l’Aipri ha per scopo la divulgazione scientifica open-source in materia di radioprotezione. L’Aipri è stata fondata negli anni 1970 da Jean Pignero, maestro di scuola e militante francese e da Maurice Eugène André, belga e comandante Nato NBCR a funzione esclusiva nonché scopritore dell’effetto di prossimità, ripreso, in silenzio, dall’attuale settore della ricerca fisica detto micro-dosimetria.
MAIN SOURCES
https://www.gospanews.net/2022/12/17/gli-olocausti-impuniti-dei-rothschild-dei-rockefeller-bombe-atomiche-aborti-e-pandemia-da-sars-2-artificiale-e-strage-da-vaccini-di-gates/