CORPUS DOMINI E SACRO CUORE DI GESU’: FESTE CRISTIANE SFREGIATE DAI CATTO-MASSONI. Varie Solennità Religiose abolite dai DC Andreotti e Leone nel 1977
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
16 giugno 2023 Celebrazione del Sacro Cuore di Gesù
In onore della festa del Sacratissimo Cuore di Gesù, proiezione della ricorrenza del Corpus Domini e fondamento teologico della festa della Divina Misericordia istituita successivamente da Giovanni Paolo II, ci sembra doveroso rendere un omaggio che insieme a qualche nozione storia e teologia ci faccia comprendere per quale ragione il Culto del Corpus Domini è andato affievolendosi nella pratica cattolica e con esso ancor di più quello strettamente correlato del Sacro Cuore di Gesù.
Ciò accadde, anche se paventato da altre motivazioni, per lo stesso movente con cui persino alcuni sedicenti Cattolici, ma di fatto devoti all’idolatria massonica del Nuovo Ordine Mondiale, hanno messo al bando l’Eucaristia proprio durante la solennità della Pasqua della Resurrezione di Cristo facendo perdere a molti fedeli non solo il senso dell’importanza della commemorazione dell’Ultima Cena (fate questo in memoria di me” disse Gesù agli Apostoli) ma addirittura l’abitudine alla Santa Messa domenicale.
Mi riferisco al “lockdown-massonico” così definito nell’aprile 2020 durante l’emergenza Covid-19 non già da me, giornalista aspirante cristiano integralista, bensì dall’ex vice capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati Alessandro Pagano, che ebbi la fortuna di conoscere nel 2005 durante il Rosario dell’Assunzione sul Monte Podbrdo di Medjugorie.
Già in altri articoli assai acribici sulla graduale deriva della liturgia cristiana più sacra abbiano denunciato la palese complicità del Clero Cattolico e del Vaticano che per primi sono stati perseguitati o tentati dai demoni massonici.
C’è chi di loro ha vinto la sua battaglia come San Giovanni Bosco, temerario al punto di annunciare al Re Vittorio Emanuele II i lutti in familiari, puntualmente verificatisi, in caso avesse firmato le leggi massoniche di soppressione degli ordini religiosi cristiani.
C’è chi pure tra gli ecclesiastici, soprattutto in Vaticano, si è fatto irretire nella grande loggia degli incappucciati basata sul relativismo teologico secolarizzato che fu avviato dalla filosofica illuminista massonica attraverso la contrapposizione del Deismo (che sostiene l’esistenza di un Grande Architetto dell’Universo senza distinzioni religiose) al Teismo (il Dio Onnipotente rivelatosi ai Giudei prima tramite i Patriarchi e Profeti e poi col proprio figlio Messia Gesù Cristo Crocifisso, Morto e Risorto). Mi perdonino i teologi per la brutalità della sintesi estrema che abbiamo sviscerato in precedenza in un’altra inchiesta storica sulla “Grande Guerra voluta dei Massoni AngloItaliani”.
Fatte queste premesse, cercheremo di capire perché nel 1977 l’allora Presidente del Consiglio Giulio Andreotti e il Presidente della Repubblica Giovanni Leone giunsero a sopprimere le festività civili di varie solennità religiose (Epifania, poi ripristinata per far posto alla laicissima Befana, San Giuseppe, Ascensione di Nostro Signore Gesù, Corpus Domini, Santi Pietro e Paolo) nonostante fossero due esponenti di spicco della Democrazia Cristiana.
Proprio come lo era stato Mattarella prima di transitare nel Partito Democratico, costruzione politica del Nuovo Ordine Mondiale teorizzato da George Soros e portato a manifesto compimento dal piano DEM tra Usa, Europa e Italia. Queste ripetute commistioni tra comportamenti politici mondani, quelli condannati da Gesù Cristo, e sedicenti devozioni cristiane ci autorizzano ad utilizzare d’ora innanzi il termine di Catto-Massoni, a prescindere da quale loggia nota o supersegreta essi possano appartenere.
Ma prima di analizzare il sabotaggio del Culto Cristiano in Italia rendiamo omaggio alla festività di oggi e con essa, seppure in ritardo, a quella della scorsa domenica.
CORPUS DOMINI. UNA FESTA IN ONORE DELL’EUCARISTIA
«La festa del Corpus Domini è la festa del Corpo del Signore, è la festa dell’Eucaristia.
Per la presenza reale di Cristo, l’Eucaristia richiama direttamente alla memoria il mistero dell’Incarnazione, che costituisce l’asse portante e centrale della sua stessa realtà sia nella concezione teologica che pastorale» scrive il portale SantiBeati per noi preziosa fonte di supporti storici e teologici di semplice divulgazione.
Poiché con il mistero dell’Incarnazione, l’uomo è stato come “divinizzato”, Cristo per assicurare nel tempo questa delicata e speciale identità all’uomo, si è costituito “pane” per alimentarlo spiritualmente lungo l’arco del tempo. L’Eucaristia, pertanto, è fundamentum et forma o fons et culmen della Chiesa, che, così, diventa la “continuazione storica dell’Incarnazione”, con il compito specifico di amministra tutti i beni della Redenzione, operata liberamente dallo stesso Cristo, e consegnato specialmente nel settenario sacramentale.
La causa remota dell’istituzione di questa festa va ricercata nel nuovo e intenso orientamento dei teologi e della pietà popolare verso l’Eucaristia nel corso del XII secolo, in relazione principalmente agli errori di Berengario di Tours circa la transustanziazione. Roberto di Thourotte († 1246), vescovo di Liegi, e il cardinale Ugo di San Caro († 1263) attestano che l’istituzione della festa è innanzi tutto diretta “ad confutandam haereticorum insania”, “a confutare l’insania degli eretici”.
«La festa è poi connessa con le visioni della Beata Giuliana di Mont-Cornillon, che ricevette dal Signore stesso la missione di introdurla nella Chiesa. Una commissione incaricata di ciò dal Vescovo di Liegi approvò la visione. Tuttavia la festa fu aspramente combattuta all’inizio, e la prima approvazione fu quella del vescovo Roberto di Thourotte (o Torote) nel 1246; l’anno seguente la festa fu celebrata dai Canonici di San Martino a Liegi. Nel 1247, in forza di una costituzione sinodale dell’anno precedente, la festa fu istituita nella diocesi di Liegi» ci rammenta invece Cathopedia, l’enciclopedia cattolica.
A questo movimento devozionale, è da aggiungere anche il miracolo di Bolsena nel 1263. Urbano IV, che si trovava a Orvieto, mandò sul luogo il Vescovo di Orvieto, Giacomo, per verificare il fatto. Questi, in compagnia dei teologi Tommaso d’Aquino e di Bonaventura da Bagnoregio, oltre a constatare il miracolo, portò le stesse reliquie al Papa, che le espose in cattedrale alla venerazione del popolo di Orvieto.
GIOVANNI PAOLO II: L’ULTIMA GRAZIA AL PAPA DEL ROSARIO LUMINOSO
E così, Urbano IV, l’11 agosto 1264, estese la festa del Corpus Domini alla Chiesa universale con la bolla Transiturus de hoc mundo: (“Quando stava per passare da questo mondo”), in cui dava anche la motivazione:
“Sebbene l’Eucaristia ogni giorno venga solennemente celebrata riteniamo giusto che, almeno una volta l’anno, se ne faccia più onorata e solenne memoria. Le altre cose, infatti, di cui facciamo memoria, noi le afferriamo con lo spirito e con la mente, ma non otteniamo per questo la loro reale presenza. Invece, in questa sacramentale commemorazione del Cristo, anche se sotto altra forma, Gesù Cristo è presente con noi nella propria sostanza. Mentre stava, infatti, per ascendere al cielo disse: ‘Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo’“ (Mt 28, 20).
Con mirabile intuizione teologica il mai abbastanza compianto pontefice San Giovanni Paolo II attraverso la sua enciclica del 2002 Rosarium Virginis Mariae diede ulteriore importanza devozionale all’Istituzione dell’Eucaristia inserendola tra i nuovi Misteri della Luce con Battesimo di Gesù, Miracolo delle Nozze di Cana, Proclamazione del Regno di Dio e Trasfigurazione.
“Ritengo tuttavia che, per potenziare lo spessore cristologico del Rosario, sia opportuna un’integrazione che, pur lasciata alla libera valorizzazione dei singoli e delle comunità, gli consenta di abbracciare anche i misteri della vita pubblica di Cristo tra il Battesimo e la Passione” scrisse papa Karol Woytyla che aveva scelto come motto apostolico in onore della Madonna il lessema Totus Tuus.
Purtroppo lo stesso clero, col passare degli anni e delle disgrazie sociali che sembrano costruite ad arti da menti raffinatissime quanto diaboliche (pandemia e guerra in Ucraina insegnano), è andata affievolendosi la fede nella concreta potenza dell’Eucaristia e soprattutto nel concetto di Transustatazione.
Ovvero la presenza reale del Cristo nel sacramento eucaristico, attraverso il passaggio totale della sostanza del pane e del vino in quella del corpo e del sangue di Cristo in virtù delle parole della consacrazione pronunciate dal sacerdote durante la Messa.
Prima che il governo para-.massonico durante l’emergenza Covid-19 imponesse l’abolizione dell’acquasanta dalle chiese, come se un liquido gel potesse proteggere più della Santissima Trinità e dello spirito Santo, è andata infatti perdendosi negli anni la consuetudine di dare ai fedeli l’ostia imbevuta nel sangue consacrato, creando un’aberrazione liturgica che potremmo amaramente ribattezzare l’Eucaristia Dimezzata!
LA DEVOZIONE MIRACOLOSA AL SACRO CUORE DI GESU’
Sacro Cuore di Gesù, confido in Te!;
Dolce Cuore del mio Gesù, fa ch’io t’ami sempre più!;
O Gesù di amore acceso, non Ti avessi mai offeso!.
«Queste sono alcune delle tante amorose e devote giaculatorie, che nei secoli sono state e sono pronunciate dai cattolici in onore del Sacro Cuore di Gesù, che nella loro semplice poesia, esprimono la riconoscenza per l’amore infinito di Gesù dato all’umanità e nello stesso tempo la volontà di ricambiare, delle tante anime infiammate e innamorate di Cristo» scrive Antonio Borelli sempre sul sito Santi-Beati nella pagina dedicata a questa grande festività.
Al Sacro Cuore di Gesù, la Chiesa Cattolica, rende un culto di “latria” (adorazione solo a Dio, Gesù Cristo, l’Eucaristia), intendendo così onorare: I – il Cuore di Gesù Cristo, uno degli organi simboleggianti la sua umanità, che per l’intima unione con la Divinità, ha diritto all’adorazione; II – l’amore del Salvatore per gli uomini, di cui è simbolo il Suo Cuore.
Questa devozione già praticata nell’antichità cristiana e nel Medioevo, si diffuse nel secolo XVII ad opera di S. Giovanni Eudes (1601-1680) e soprattutto di S. Margherita Maria Alacoque (1647-1690). La festa del Sacro Cuore fu celebrata per la prima volta in Francia, probabilmente nel 1685.
«Santa Margherita Maria Alacoque, suora francese, entrò il 20 giugno 1671 nel convento delle Visitandine di Paray-le-Monial (Saone-et-Loire), visse con grande semplicità e misticismo la sua esperienza di religiosa e morì il 17 ottobre 1690 ad appena 43 anni. Sotto questa apparente uniformità, si nascondeva però una di quelle grandi vite del secolo XVII, infatti nel semplice ambiente del chiostro della Visitazione, si svolsero le principali tappe dell’ascesa spirituale di Margherita, diventata la messaggera del Cuore di Gesù nell’epoca moderna» riporta Santi-Beati.
La prima visione avvenne il 27 dicembre 1673, festa di s. Giovanni Evangelista, Gesù le apparve e Margherita si sentì “tutta investita della divina presenza”; la invitò a prendere il posto che s. Giovanni aveva occupato durante l’Ultima Cena e le disse: “Il mio divino Cuore è così appassionato d’amore per gli uomini, che non potendo più racchiudere in sé le fiamme della sua ardente carità, bisogna che le spanda. Io ti ho scelta per adempiere a questo grande disegno, affinché tutto sia fatto da me”.
Sempre nel 1674 le apparve la terza visione, anche questa volta un venerdì dopo la festa del Corpus Domini; Gesù si presentò alla santa tutto sfolgorante di gloria, con le sue cinque piaghe, brillanti come soli e da quella sacra umanità uscivano fiamme da ogni parte, ma soprattutto dal suo mirabile petto che rassomigliava ad una fornace e essendosi aperto, ella scoprì l’amabile e amante Cuore, la vera sorgente di quelle fiamme.
La quarta rivelazione più meravigliosa e decisiva, ebbe luogo il 16 giugno 1675 durante l’ottava del Corpus Domini. Nostro Signore le disse che si sentiva ferito dalle irriverenze dei fedeli e dai sacrilegi degli empi, aggiungendo: “Ciò che mi è ancor più sensibile è che sono i cuori a me consacrati che fanno questo”.
Gesù chiese ancora che il venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini, fosse dedicato a una festa particolare per onorare il suo Cuore e con Comunioni per riparare alle offese da lui ricevute. Inoltre indicò come esecutore della diffusione di questa devozione, il padre spirituale di Margherita, il gesuita san Claude de la Colombiere (1641-1682), superiore della vicina Casa dei Gesuiti di Paray-le-Monial.
Margherita Maria Alacoque proclamata santa il 13 maggio 1920 da papa Benedetto XV, ubbidì all’appello divino fatto attraverso le visioni e divenne l’apostola di una devozione che doveva trasportare all’adorazione dei fedeli al Cuore divino, fonte e focolaio di tutti i sentimenti che Dio ci ha testimoniati e di tutti i favori che ci ha concessi.
Nel 1765 la Sacra Congregazione dei Riti affermò essere il cuore di carne simbolo dell’amore; allora i giansenisti intesero ciò come un atto di idolatria, ritenendo essere possibile un culto solo al cuore non reale ma metaforico.
Papa Pio VI (1775-1799) nella bolla “Auctorem fidei”, confermava l’espressione della Congregazione notando che si adora il cuore “inseparabilmente unito con la Persona del Verbo”.
«Il 6 febbraio 1765 papa Clemente XIII (1758-1769) accordò alla Polonia e all’Arciconfraternita romana del Sacro Cuore la festa del Sacro Cuore di Gesù; nel pensiero del papa questa nuova festa doveva diffondere nella Chiesa, i passi principali del messaggio di s. Margherita, la quale era stata lo strumento privilegiato della diffusione di un culto, che era sempre esistito nella Chiesa sotto diverse forme, ma dandogli tuttavia un nuovo orientamento» conclude Borrelli su Santi-Beati.
Ancora una volta San Giovanni Paolo II, seguendo il filo invisibile ma luminoso che lega la vita e l’ispirazione delle mistiche visionarie di Cristo, completò il ciclo delle Solennità Eucaristiche Cattoliche istituendo la festa della Domenica della Divina Misericordia (prima dopo Pasqua, già Domenica in albis) il 30 Aprile del 2000 durante le Solenne Celebrazione Eucaristica in occasione della Canonizzazione della Beata Suor Maria Faustina Kowalska.
LA CANCELLAZIONE DELLE SOLENNITA’ RELIGIOSE
Pascere il cuore di tanta eccelsa spiritualità cristiana e di tanta devozione mistica confermata da innumerevoli miracoli votivi è davvero ristoratore per ogni cuore dei Cristiani come insegnò Gesù il Vangelo di San Matteo Apostolo ed Evangelista di oggi:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (Mt 11,25-30)
Ben più gravoso fu il “gioco” imposto ai credenti dai politici italiani dal 1970 (anno di approvazione della Legge sul Divorzio) in ossequio alla commemorazione occulta del centenario della Breccia di Porta Pia con cui l’Esercito dei Savoia aggredì lo Stato Pontifico sancendo la graduale nascita di una Repubblica Italiana Fondata sulla Massoneria più che sul Lavoro.
Ne abbiamo narrato i dettagli nelle inchieste storico-religiose sulle parole profetiche di San Pio da Pietrelcina sulla Patria Cristiana in pericolo e in quella sull’Unità d’Italia realizzata dai Mille di Garibaldi per volontà di massoni anglo-italiani in contrasto del Cristianesimo Cattolico.
Chi si ostina a non voler vedere questa meticolosa e precisa trama del Nuovo Ordine Mondiale (nata nel carteggio tra Giuseppe Mazzini e Albert Pike, i due grandi leader massonici delle guerre in Italia e negli Usa) o fa parte del complotto contro i Cristiani o è assai ignorante sulle vestigia di sangue lasciate da essa nella storia moderna, contemporanea e attuale.
Con la scusa della crisi petrolifera i CattoMassoni di allora, l’avvocato Giovanni Leone diventato Presidente della Repubblica dopo aver ottimamente difeso gli imputati nel disastro di Stato del Vajont, e il senatore Giulio Andreotti, giunto al suo terzo mandato da Presidente del Consiglio (1976-1978) prima di finire molti anni dopo al centro di pesantissime inchieste di mafia e omicidi, decisero di polverizzare le solennità religiose
«Nelle case, in pieno inverno, la temperatura non poteva superare i venti gradi e in molti dovettero tirar fuori dalle cantine la bicicletta per usarla almeno un giorno a settimana. La domenica da Milano a Napoli le strade italiane si svuotarono di Cinquecento per lasciare scivolare le due ruote. Comincia in questo modo l’austerity, figlia dello shock petrolifero. Il greggio schizza alle stelle e l’economia occidentale rischia il collasso. Tagli, tagli, tagli. Si sforbicia ovunque, si arriva a mettere mano persino al calendario. Era infatti il 1977 quando il governo di Giulio Andreotti faceva saltare sette festività, a cominciare dall’Epifania che tornò a essere segnata in rosso solo dieci anni dopo: Bettino Craxi ripristinò la festa, in attuazione dell’intesa firmata con la Santa Sede per il rinnovo dei Patti lateranensi» si legge in un articolo del Sole 24Ore del 2011 che rievoca lo spettro finanziario energetico di allora paragonandolo alle modifiche ventilate dal ministro Tremonti.
«Ma con l’Epifania – fu una legge del marzo 1977 promulgata da Giovanni Leone a stabilirlo – saltarono anche San Giuseppe, Ascensione, Corpus Domini e Ss. Pietro e Paolo. Mentre vennero fatte slittare alla prima domenica di giugno e alla prima di novembre la celebrazione della Festa della Repubblica e dell’Unità Nazionale».
Sarebbe stato infatti troppo sospetto “cancellare” solo le festività religiose con una legge quasi marziale…
L. 5 marzo 1977, n. 54
Disposizioni in materia di giorni festivi
Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 7 marzo 1977, n. 63.
1. I seguenti giorni cessano di essere considerati festivi agli effetti civili: Epifania; S. Giuseppe; Ascensione; Corpus Domini; SS. Apostoli Pietro e Paolo.
A decorrere dal 1977 la celebrazione della festa nazionale della Repubblica e quella della festa dell’Unità nazionale hanno luogo rispettivamente nella prima domenica di giugno e nella prima domenica di novembre. Cessano pertanto di essere considerati festivi i giorni 2 giugno e 4 novembre.
2. Le solennità civili previste dalla legge 27 maggio 1949, n. 260, e dalla legge 4 marzo 1958, n. 132, non determinano riduzioni dell’orario di lavoro negli uffici pubblici.
È fatto divieto di consentire negli uffici pubblici riduzioni dell’orario di lavoro che non siano autorizzate da norme di legge.
Il debito pubblico maturato dagli anni ’70 ad oggi dall’Italia per le continue ruberie dei vari partiti riciclatisi con nomi differenti conferma che chi decise quella “soppressione di festività religiose” era ben consapevole che fosse inutile contro la crisi di allora quanto le mascherine di ieri contro il Covid.
Ma fu una delle tante piccole imposizioni della cultura massonica del Nuovo Ordine Mondiale contro quella cristiana, perpetrata dai peggiori farisei di essa, come già intuì Papa Leone XIII quando scomunicò la Massoneria nell’Enciclica Humanum Genus con parole che oggi risuonano profetiche.
A patire le caotiche conseguenze in questa graduale emarginazione sociale del Culto Cristiano bimillenario furono proprio le “celebrazioni mobili” più delle ricorrenze certe come la festa di San Giuseppe (19 marzo) e dei Santi Pietri e Paolo (29 giugno).
Privandole pure di quella solennità di celebrazione di “precetto” che imponeva il dovere ai fedeli di “santificare la festa”, secondo il dettato del 3 Comandamento Biblico, onorandola con la partecipazione alla Santa Messa.
PANDEMIA, PERENNE REGIME DI TERRORE. Profetica Scomunica della Massoneria di Papa Leone XIII…
La celebrazioni mobili sono condizionate tutte dalla Pasqua della Risurrezione da cui dipendono la festa dell’Ascensione di Gesù Risorto al Cielo (40 giorni dopo secondo gli Atti degli Apostoli del Nuovo Testamento), e quella della Pentecoste (discesa dello Spirito Santo sulla Madonna e sugli Apostoli) che avvenendo 50 giorni dopo cade però sempre di domenica.
Dalla Pentecoste dipende infatti il Corpus Domini che fino al 1977 veniva celebrato il giovedì successivo. Tale ricorrenza è stata un po’ “sminuita” e “occultata” accorpandola forzosamente alla successiva domenica ordinaria come accaduto per la stessa Ascensione che, in Germania e in altri paesi di lingua tedesca, continuano ad essere invece entrambe celebrate come feste nazionali di giovedì.
Ma ciò non è avvenuto per la festa del Sacro Cuore di Gesù (mai divenuta di precetto) che era ad essa collegata e rimane di venerdì, a distanza di 8 giorni dalla ricorrenza “tradizionale” del Corpus Domini.
LA MONDANIZZAZIONE DEL CLERO E LA CRISI DEL POPOLO DI DIO
Tutto ciò ha creato confusione spirituale tra i fedeli. Ma soprattutto ha reso il Clero in larga parte complice della continua mondanizzazione dei riti religiosi e dei singoli orientamenti pastorali che si è rilevata in modo esasperante durante e dopo la pandemia.
Quando i vertici dell’istituzione ecclesiale cattolica subiscono quasi passivamente l’imposizione statale di CAMBIARE I GIORNI SCELTI DA GESU’ nelle sue apparizioni per essere celebrato e pregato in espiazione degli empi, diventa più facile per molti fedeli cedere alla tentazione di smettere di credere ai soprannaturali misteri delle Solennità Eucaristiche e ancor di più alla Potenza di Guarigione dello Spirito Santo, già quasi totalmente scordata dalla stessa comunità sacerdotale e vescovile nonostante sia stata uno dei mandati di Cristo ai suoi discepoli.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù invò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Matteo, 10, 1-8).
Prendersela oggi con singoli pastori come Papa Francesco o altri per questo declino liturgico e teologico ultradecennale, però, è da codardi.
Almeno per tutti i Credenti che sono nati tra gli anni Sessanta e Novanta e, fagocitati dal benessere, hanno fatto finta di non accorgersi di nulla nelle loro stesse famiglie demandando ogni sacrosanto dovere di educazione al culto cristiano dei figli perlopiù a oratori e preti.
“SANTISSIMA TRINITA’: RIVOLUZIONE DI VITA PER AMARE GLI ALTRI” Da Papa Francesco a Santa Faustina
Soprattutto perché bisogna sempre rammentare che la Chiesa, in quanto Corpo Mistico di Gesù Cristo, è formata da tutti i Cristiani del popolo di Dio e non solo dalle Istituzioni che rappresentano le autorità ieratiche della Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
Per cui ognuno di noi è responsabile di Santa Madre Chiesa per ogni volta che non è stato adeguatamente responsabile e partecipe di Ella.
In primis chi ha scritto questa riflessione e non esita a definirsi anche pubblicamente un umile aspirante cristiano.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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