LA RUSSA, L’APACHE E IL PRESUNTO STUPRO DELLA RAGAZZA DROGATA. Vita Spericolata dei Rampolli VIP di una Politica ormai a Puttane
di Carlo Domenico Cristofori
Lo scandalo piovuto sulla famiglia del Presidente del Senato Ignazio La Russa prima ancora di essere una grave questione giudiziaria da approfondire nelle sedi opportune è un’indubbia questione morale di deriva della politica italiana che decenni addietro sarebbe stata molto più attenta ai costumi morali dei propri rampolli.
La giustizia dovrà fare il suo corso e speriamo che ciò avvenga senza faziosità nei confronti del figlio del senatore di Fratelli d’Italia, il presunto stupratore Leonardo Apache, sia nei riguardi della vittima che essendo risultata positiva alla cocaina non potrà certo dimostrare una violenza feroce ma al limite un cedimento delle sue resistenze morali per l’alterazione psico-emotiva della droga che avrebbe assunto volontariamente.
L’Accusa di Violenza Sessuale
Il fatto risale allo scorso 18 maggio, quando la ragazza, in compagnia di un’amica, va in una famosa discoteca a pochi passi dal Duomo. «Mentre ballavamo mi ero accorta della presenza di un mio compagno di scuola di liceo, Leonardo La Russa». Beve due drink, poi il buio. Si risveglia nel letto del giovane con la percezione di aver subito un abuso. La presunta violenza avrebbe anche coinvolto un altro ragazzo che la giovane non ha mai visto.
«Uscita – ha riportato il quotidiano -, annota l’indirizzo del condominio e prende la metro. In lacrime telefona alla madre che a casa la convince a recarsi alla Mangiagalli, la clinica con servizio anti violenze, dove le vengono riscontrate un’ecchimosi al collo e una ferita a una coscia. Risulta anche positiva alla cocaina». Ci vogliono una quarantina di giorni prima che la 22enne formalizzi la denuncia.
Leonardo Apache La Russa, terzogenito del presidente del Senato, Ignazio, è indagato per violenza sessuale dopo la denuncia presentata, nei giorni scorsi, da una 22enne. L’indagine è sul tavolo del pm Rosaria Stagnaro e dell’aggiunto Letizia Mannella, alla guida del dipartimento “Soggetti deboli” che si occupa di casi di violenze sessuali.
La Denuncia di Stupro: Arma abusata dalle Donne
Prima di procedere in questa analisi consiglio a tutti i giovani rampolli di buona e ricca famiglia che agganciano una ragazza in discoteca di farsi firmare una dichiarazione di spontanea volontà all’amplesso sessuale al fine che la fanciulla, magari delusa dalla prestazione o dalla mancanza di un significativo regalo successivo, non proceda nei giorni successivi con una denuncia.
Come purtroppo fanno tante mogli che per velocizzare la pratica di separazione trasformano atti erotici consenzienti in millantati abusi al fine di ottenere un supporto dalla giustizia e un conseguente indennizzo monetario. Dopo 30 anni di cronaca giudiziaria potrei citarne molti…
Gospa News ha già palesato le sue posizioni scettiche sull’efficacia della procedura del Codice Rosso imposta alla magistratura dalla politica femminista delle Scarpette Rosse, figlia delle urlatrici dell’utero è mio dell’68, per il semplice motivo che i PM avevano già tutti gli strumenti per indagare o arrestare in flagranza l’autore di violenza familiare reiterata (sia psicologia che fisica) o sessuale.
Se sovente non l’hanno fatto è perché le sfumature tra i casi di stalking dell’ex che suona il campanello per dispetto, poi magari ruba un abbraccio furtivo in un momentaneo riavvicinamento, quello che gira armato in cerca dell’occasione di vendetta o l’amico immigrato che si trasforma in stupratore sono talmente variegati da rendere impossibile a un magistrato di coglierne preventivamente la differente gravità ed essere sempre adeguatamente preparato a intervenire.
Visto che nella maggior parte dei casi la reale predisposizione alla violenza si cela in una mente turbata da un grave trauma sentimentale ma può concretizzarsi dinnanzi alla casualità di una reazione improvvisa e imponderabile per lo stesso autore.
Proprio l’impulsività belluina del fenomeno del femminicidio rende vano ogni inasprimento legislativo mentre renderebbe più efficace una verifica dell’eziologia del fenomeno che è probabilmente connessa alla preminenza del diritto della donna di rompere una relazione in qualsiasi istante rispetto al dovere coniugale di tener fede alla promessa matrimoniale di amarsi “nel bene e nel male, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non ci separi”.
Da cronista mi è capitato di scrivere del caso di un carabiniere separato che con l’arma di ordinanza ammazzò l’ex moglie, l’amante e la suocera il giorno successivo alla scadenza del suo divieto di avvicinamento alla coniuge.
E posso assicurarvi ce non fu certo per la superficialità del magistrato che si era occupato del caso in quanto rappresentò la pubblica accusa in vari casi di presunti stupri in ambito familiare anche assai controversi.
La realtà è semplice. I casi di separazione brutale, a volte per pretese eccessive delle donne di avere la casa, i figli e il mantenimento, sono tali e tante che sarebbe necessario un magistrato di sorveglianza ad hoc per ogni singolo episodio.
Aggiungere un percorso giudiziario ad HOC e preferenziale significa indurre le toghe a privilegiare i casi di violenza contro la donna rispetto a quella contro l’anziano o il bambino.
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Ma nell’Italia che non riesce a tenere in carcere nemmeno i boss mafiosi assassini e li scarcera a volte per incidenti inopinati sulla scadenza dei termini di reclusione è imponderabile pensare che un PM possa seguire anche i casi di quelle tante donne furbette che sporgono denuncia di violenza sessuale senza essere state vittima di un feroce stupro ma solo per avere vantaggi nella causa civile di separazione e così vanno a detrimento della credibilità di tutte le altre.
Questa caotica deriva che mescola vere e tragiche violenze familiari ai famigerati MeToo sul luogo nei lavoro in cui a volte persino un invito a cena si trasforma in un arma di ricatto per la donna ha certamente indebolito la credibilità sociale delle denuncianti soprattutto quando la querela è assai tardiva (come nel caso di Leonardo Apache dopo 40 giorni) e va a colpire un bersaglio facoltoso e potente.
L’Eldorado dei VIP tra Champagne e Cocaina
Il caso capitato nella famiglia di Ignazio La Russa, però, a prescindere dalla verità giudiziaria che si spera possa emergere, è l’epifenomeno dell’Eldorado di tanti VIP che consapevolmente sguazzano tra feste innaffiate di champagne, cocaina o altre droghe.
Lo scrivo senza un riferimento specifico al caso di specie ma consapevole di ciò che accade nelle discoteche milanesi come nel Transatlantico romano…
Intervistato quando era vicepresidente del Senato l’esponente di Fratelli d’Italia legittima la filosofia stravagante del figlio rapper che si definisce “tutto fatto”, ritenendo però che non si riferisca alla droga, e si definisce “non bigotto” per aver visto gli amici farsi le canne (dicendo loro che sbagliavano).
Se domani fosse vietato ai parlamentari positivi alla coca di entrare in parlamento quanti supererebbero i test per accedervi? Con questo non vogliamo minimamente insinuare che l’integerrimo La Russa possa essere tra costoro, ci mancherebbe!
L’episodio occorso al figlio Leonardo Apache, chiamato con il nome di una tribù di nativi d’America che certamente non conosceva né il Codice Rosso né il Galateo, può essere certamente imputabile alla cultura selvatica, maschilista e dispotica in cui ha messo radici Fratelli d’Italia, di recente ritornato un partito gravido di rigurgiti marziali e violenti dopo la crisi in Ucraina.
In molteplici occasioni, da giornalista, fui guardato male perché al termine di una cena con esponenti di spicco di Alleanza Nazionale non seguii il gruppo dei “camerati” nei night dove erano soliti fare l’alba nonostante avessero le mogli a casa ad attenderli.
Di certo non ho mai frequentato nemmeno quei salotti o centri sociali dei fans del Partito Democratico dove i festini si potevano concludere in ancor più ambigue orgette transgender…
In questi ambienti in cui il liberismo sessuale post-sessantottino è diventato un modus vivendi legittimato sia dal diritto della donna a saltare da un’alcova all’altra con spregiudicata celerità, sia da quello dei soloni della politica che hanno fatto di separazioni, divorzi e amanti la loro nuova etica sociale è inevitabile che i casi di violenza sessuale o presunta tale siano destinati ad aumentare nella vita spericolata dei rampolli dei VIP.
I Rampolli di una Politica a Puttane
Ecco quindi che, oltre a indagare sulle effettive responsabilità penali del ragazzotto che ha avuto un’avventura con la fanciulla alterata dalla droga, bisognerebbe indagare antropologicamente sulla deriva morale delle colpe dei padri di una classe politica e pubblica che per prima si è tuffata nell’Edonismo materialista senza freni, nella sguaiata ostentazione di esso ed è, di conseguenza, andata da tempo a… puttane!
Affermo ciò come una sentenza POLITICA ma ovviamente senza il minimo riferimento specifico al caso di La Russa o al Presidente del Senato della Repubblica.
Affermo questo perché nutro ancora l’ingenua speranza che chi viene chiamato a rappresentare la Repubblica Italiana laddove si decidono le sorti non solo politiche ma anche etiche di una nazione dovrebbe essere almeno un pochino migliore rispetto al volgo più villano che ragiona col ventre applicando quotidianamente il famelico pragmatismo del “do ut des”.
Affermo questo rammentandomi che molti di questi parlamentari sono in prima fila durante le funzioni religiose cercando di trasmettere un’illusoria immagine di fedeltà alle millenarie radici cristiane della patria italiana che sono state scolpite nella virtù dei comandamenti e nelle beatitudini evangeliche in cui non c’è spazio per l’adulterio come per il furto o la falsa testimonianza.
Purtroppo la Terza Repubblica è diventata soltanto una figlia bastarda della Prima e della Seconda in cui i mali di Tangentopoli, invece di essere epurati dal mondo dei potenti, sono diventati congeniti, veniali e tollerabili.
Come ci ha insegnato la volontà del Ministro della Giustizia Carlo Nordio (in quota Fratelli d’Italia) con la decisione di cancellare il reato di abuso d’ufficio commesso da amministratori e funzionari pubblici.
Come ci ha insegnato il caso del PalamaraGate conclusosi a Taralluccci e vino per magistrati e parlamentari coinvolti in sordidi intrighi per avanzamenti di carriera che, in fondo in fondo, nascondono non solo l’ambizione di potere ma la velleità di ricchezza per poter vivere nel mondo dorato di un esagerato benessere economico nel quale ci si possa togliere ogni sfizio per il vizio, sia esso con l’amante o per regalare ai figli una lussuosa esistenza.
Anche se gli agi quotidiani possono diventare l’occasione per vivere al di là di ogni regola come avvenuto per lo YouTuber romano Matteo Di Pietro, figlio di un funzionario del Quirinale, che ha ucciso in un incidente stradale il piccolo Manuel Proietti, di soli 5 anni, durante una gara di velocità a bordo del potente e costoso SUV Lamborghini.
Il Processo al figlio di Beppe Grillo
Intanto proprio oggi a Tempio Pausania si è svolta l’undicesima udienza del processo per strupro nei confronti del figlio dell’ex fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo.
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Alessandro Cossu è il nuovo giudice a latere nel processo per violenza sessuale di gruppo in corso a Tempio Pausania contro Ciro Grillo, figlio di Beppe, e tre suoi amici genovesi, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Cossu sostituisce Nicola Bonante, il giudice che nei giorni scorsi era stato trasferito a Bari. Già giudice monocratico del tribunale di Sassari, Cossu è stato già integrato nel collegio giudicante presieduto da Marco Contu ed è operativo già nell’udienza odierna.
I fatti contestati ai quattro imputati risalgono alla notte tra il 16 e il 17 luglio 2019: secondo l’accusa avrebbero violentato una studentessa italo-norvegese, dopo una serata trascorsa in discoteca, nella villetta di Porto Cervo della famiglia Grillo.
A causa del cambio di giudice gli avvocati di Ciro Grillo e i suoi tre amici genovesi hanno chiesto il rinvio dell’udienza odierna, l’undicesima dall’inizio del dibattimento. Secondo il pool difensivo, composto da Alessandro Vaccaro, Gennaro Velle, Andrea Vernazza, Enrico Grillo, Ernesto Monteverde, Mariano Mameli e Antonella Cuccureddu, il rinvio dell’udienza sarebbe utile a ricevere il parere del Csm sull’applicazione al dibattito, sino al termine del processo, richiesta da Bonante.
Quest’ultimo, infatti, aveva chiesto di essere applicato al Tribunale di Tempio Pausania sino alla fine del dibattimento. Ma il collegio giudicante, presieduto da Marco Contu, ha deciso di procedere regolarmente. Si ritornerà in aula il prossimo 22 settembre con la testimonianza di una delle due presunte vittime.
Ma il rigetto dell’istanza degli avvocati difensori sarà certamente una loro freccia nel loro arco per inficiare l’esito processuale in un eventuale futuro ricorso davanti alla Corte di Cassazione qualora dovesse esserci una condanna degli imputati…
Come spiega la giornalista Rosa Scognamiglio su Il Giornale, La nuova udienza è iniziata attorno alle 10.30 di oggi, per poi essere sospesa due volte e riprende nuovamente dopo le 13.30. In aula sono stati esaminati tutti i video, le foto, le intercettazioni telefoniche e le interazioni sui profili social dei quattro imputati e della presunta vittima, di cui erano state già prodotte delle copie forensi dal consulente informatico nominato dalla procura Mauro Sanna.
Si tratta di 40 Terabyte di materiale estrapolato da cinque telefoni cellulari – quelli in uso ai quattro imputati e alla ragazza italo-norvegese – che potrebbero rivelare il contenuto di chat e conversazioni intercorse tra i giovani nei giorni successivi ai presunti abusi.
Carlo Domenico Cristofori
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https://www.gospanews.net/2022/10/23/crosetto-ministro-per-le-guerre-di-nato-gates-dalla-lobby-delle-armi-private-ai-prossimi-missili-di-stato-per-kiev/
Conosco molto bene le “tendenze” normative post 68 emanate per contribure alla distruzione della famiglia, dato che ne sono stato vittima come molti altri conoscenti ( e in questa deriva ha avuto una parte consistente l’ex DC, coloro che invece avrebbero dovuto opporsi).
Come diceva un prelato di mia conoscenza, il 68 in realtà ha avuto origine negli anni 50 e guarda caso non in UK ma nei soliti Usa, con la tipica matrice “innovativa” dei noti poteri distruttrici del cristianesimo. In merito al caso sopra esposto, è indubbio che chi raggiunge una carica politica anche minima (figuriamoci la seconda dello stato), e ne conosco alcuni di diverso grado, diventa propotente ed arrogante, tranni casi rarissimi, oltre che adattarsi all’ambiente da politica, conscio del potere che detiene e delle coperture della casta. Oltre a questo, la deriva accentuata negli ultimi anni ha fatto il resto, ed è difficile pensare ad un padre possa insegnare al figlio “certi” valori, quando egli stesso non li possiede, abituato a tramare sottobanco raccontando bugie pur di servire i pochi poteri forti e fregare chi l’ha eletto, pensando solo ad accumulare soldi e vivere di apparenze. Sul “principe del foro de Malano”, cofondatore dell’ennesimo partito voluto dalla massoneria (nome e inno d’Italia non possono essere un caso, nato per convogliare i voti della protesta, e compiere gli ordini del NWO),
circolano voci sulla bella vita di Forte dei Marmi e la frequentazione di “certi” ambienti Vip, tanto per evidenziare la sua appartenenza alla classe “dirigente” del paese (parola grossa per gente simile), e ridendosela del popolo come fece ad esempio in una trasmissione televisiva su SI, in occasione dei problemi economici post covid.
Insomma, nulla di nuovo sotto il sole, almeno per chi non fa parte della massa che subisce tutto passivamente davanti alla tv.
Leggere qui
https://www.gospanews.net/2019/11/24/le-profezie-di-san-pio-sulla-patria-cristiana-e-laborto-istituito-dal-mondialista-rockfeller/
Ho letto l’articolo da Lei segnalato, come sempre molto interessante. I Rockefeller in realtà non sono mai stati autonomi, ma sono una delle tante creature Rothschild, infatti quest’ultimi finanziarono la costituzione della Standard Oil, un’altra delle tante “operazioni” per non risultare direttamente esposti.
Mi consenta comunque una considerazione (purtroppo ho il dente avvelenato con l’ex DC, perchè ho vissuto di persona il clima da benpensanti falsi che pervadeva il partito):
uno dei principali artefici del divorzio in Italia e di tutto quanto poi successe, fu Andreotti, classico politicante dalle due facce come Giano, apparenze in una direzione, e sostanza in quella completamente opposta.
Grazie per le interessanti osservazioni. Di lui abbiamo parlato qui
https://www.gospanews.net/2023/06/16/corpus-domini-e-sacro-cuore-di-gesu-occultati-dai-dc-andreotti-e-leone-nel-1977-lattacco-dei-cattomassoni-al-culto-cristiano/