di Carlo Domenico Cristofori
Ci sono malati di serie A e altri di serie B…
Dopo aver ammazzato giudici e concorso nell’omicidio di bambini sciolti nell’acido, il malato oncologico Matteo Messina Denaro riceve le coccole sanitarie… Non bastava l’ambulatorio per la chemioterapia aperto in carcere in suo “onore”. Ora nell’ospedale gli verrà realizzato un reparto ad hoc.
Nonostante le sue condizioni siano in miglioramento lai sua situazione clinica non viene ritenuta compatibile col rientro nel penitenziario de L’Aquila. Pertanto resta solo da capire se i premurosi medici scioglieranno la diagnosi sul numero di pollici che dovrà avere la TV al plasma della sua stanza al fine di ricevere terapie idonee…
Il sarcasmo non guasta viste le condizioni in cui muoiono gli italiani onesti malati, per la tardiva risposta del sistema sanitario nazionale (in lista d’attesa anche per le chemioterapie, vedi paragrafi sotto), ma anche i detenuti di serie C trascurati, come la nigeriana Susan John, deceduta per aver smesso di alimentarsi nell’incuria generale nel carcere Lorusso e Cutugno alle Vallette a Torino.
Il Ministro di Giustizia Carlo Nordio. già contestato per la cancellazione del reato di abuso d’ufficio, ha fatto un sopralluogo nel penitenziario torinese venendo accolto da fischi e urla (anche per il suicidio di un’altra carcerata) e rispondendo con la solita farlocca retorica della Prima Repubblica nella quale ha fatto carriera politica nel Partito Liberale Italiano prima di entrare in magistratura.
Nel caso del boss mafioso, invece, sono stati i medici, anziché i giudici, a emettere la sbrigativa “sentenza” di incompatibilità col regime di carcere duro 41 bis che sollevò polemiche già nel caso dell’altro capo di Cosa Nostra malato Bernardo Provenzano.
E’ veramente disgustoso e pietoso vedere come la pietà umana viene riservata SOLO AI VIP anche quando sono impenitenti e violenti assassini.
O forse è soltanto il vero volto della giustizia condizionata da politica, massoneria e mafia, come svelato dalle scottanti inchieste del Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, assai contestate soprattutto perché hanno colpito massoni intrigati con la ‘Ndrangheta ma oggetto di reverenza dagli attuali partiti di governo Forza Italia e Fratelli d’Italia in cui hanno militato fino al momento dell’arresto.
AGGIORNAMENTO DEL 12 AGOSTO 2023
Reparto Ospedaliero ad Hoc per il Mafioso Stragista Malato
Migliorano le condizioni di Matteo Messina Denaro operato martedì scorso, nel reparto di chirurgia universitaria dell’ospedale dell’Aquila, per una occlusione intestinale.
Il 61enne boss, che sta lottando contro un tumore al colon in uno stadio avanzato, è ancora ricoverato nel reparto di terapia intensiva ma, secondo quanto si è appreso da fonti sanitarie, la degenza è a scopo precauzionale, oltre che per motivi di sicurezza e logistici.
Nel reparto diretto dal professor Franco Marinangeli, si sono prese le misure sull’imponente programma di sicurezza che coinvolge sia le forze dell’ordine sia il personale che deve usare procedure più complesse.
Messina Denaro rimarrà ancora per qualche giorno ancora in terapia intensiva.
Poi proseguirà la convalescenza in un altro spazio dell’ospedale, ma non nella cella nel carcere del capoluogo, ristrutturata nei mesi scorsi proprio dopo l’arrivo del boss.
I sanitari hanno ritenuto non adatto quel luogo: pertanto è stato realizzato, anche con la collaborazione dell’amministrazione carceraria, uno spazio al piano terra con determinate caratteristiche per facilitare i controlli e attrezzato con tutti i macchinari del caso per seguire il decorso post operatorio e per effettuare le terapie anti tumorali.
Fonte RAI News
La Detenuta Nigeriana di “Serie B” Morta di Stenti nel Carcere di Torino
Susan John aveva 43 anni e veniva dalla Nigeria. Era stata condannata per reati di tratta e immigrazione clandestina, era alle Vallette dal 21 luglio dopo un lungo periodo agli arresti domiciliari.
18 giorni senza cibo, acqua, medicine, tutto. Continuava soltanto a ripetere che voleva vedere il figlioletto di quattro anni rimasto col padre. La donna si trovava in un’area della sezione femminile riservata alle recluse con disagi psichici e problemi di comportamento. Verso le 3 della notte tra giovedì e venerdì il suo cuore ha smesso di battere.
Inutile l’intervento della polizia penitenziaria e del personale medico. A stabilire le cause della morte sarà l’autopsia, che la procura del capoluogo piemontese – dove è stato aperto un fascicolo – intende disporre lunedì. Ma fin da ora l’avvocato della donna, Manuel Perga, si dice “arrabbiato e perplesso”. “La prima impressione – aggiunge – è che il problema sia stato sottovalutato”.
AGGIORNAMENTO DELL’8 AGOSTO 2023 – ORE 18
Il Boss operato in Ospedale: gli Avvocati mirano alla Scarcerazione
È stato di nuovo trasportato in ospedale al San Salvatore dell’Aquila, Matteo Messina Denaro, boss ai vertici di Cosa nostra.
Detenuto al 41bis nel carcere “Le costarelle” di Preturo dell’Aquila, Messina Denaro è stato trasportato, poco fa, dal carcere di Preturo all’area G8 del San Salvatore dell’Aquila per un aggravamento delle condizioni di salute. Proprio oggi, i suoi avvocati hanno fatto sapere che le condizioni del loro assistito stanno peggiorando.
L’ultimo controllo dell’ex latitante risale al 27 luglio e le visite mediche si susseguono ormai a cadenza quasi settimanale, sia in carcere che nella struttura sanitaria realizzata per ospitare il 35esimo vertice del G8 nel 2009.
“Non sarebbe in imminente pericolo di vita” assicura il primario di oncologia dell’ospedale dell’Aquila, Luciano Mutti, a capo dell’équipe medica del San Salvatore, che ha in cura il boss di Cosa nostra Matteo Messina Denaro.
Matteo Messina Denaro, secondo fonti mediche, è sottoposto ad intervento chirurgico per un improvvisa occlusione intestinale. Nulla, dunque, a che vedere con la grave patologia per cui boss di Castelvetrano è da tempo in cura chemioterapica.
Proprio questa mattina, poche ore prima del ricovero in urgenza di Messina Denaro all’ospedale dell’Aquila, lo stesso avvocato Alessandro Cerella, (co difensore del boss insieme a Lorenza Guttadauro, nipote di Denaro) aveva dichiarato il peggioramento dello stato di salute del boss, rinchiuso nel regime del 41bis, misura che secondo il legale è incompatibile con il quadro clinico del proprio assistito.
Di qui l’intenzione di presentare nei prossimi giorni al Tribunale della Libertà dell’Aquila un’istanza per ottenere la sospensione della detenzione carceraria con il ricovero in ospedale, luogo nel quale Messina Denaro può ricevere una migliore assistenza sanitaria.
L’Estrema Offesa alla Giustizia del Capomafia: “Io non mi pentirò mai”
Dopo l’arresto del 16 gennaio, Messina Denaro, nel corso di un interrogatorio con il procuratori di Palermo Maurizio De Lucia e dell’aggiunto Paolo Guido, disse: “Io non mi farò mai pentito”.
Nello stesso interrogatorio, il cui verbale è stato depositato oggi, il boss nega di aver commesso stragi e omicidi e di aver trafficato in droga, ma ammette di aver avuto una corrispondenza con il capomafia Bernardo Provenzano. Messina Denaro aggiunse: “Non voglio fare il superuomo e nemmeno l’arrogante, voi mi avete preso per la mia malattia”.
Il capomafia ha raccontato che, fin quando ha potuto, ha vissuto rinunciando alla tecnologia, sapendo che sarebbe stato un punto debole. Ma poi ha dovuto cedere.
“Io mi sento uomo d’onore ma non come mafioso. Cosa nostra la conosco dai giornali. La mia vita non è stata sedentaria, è stata una vita molto avventurosa, movimentata”, disse ancora Messina Denaro, ammettendo la latitanza e di aver comprato una pistola, ma di non averla mai usata e di non aver fatto omicidi e stragi.
“Una cosa fatemela dire. Forse è la cosa a cui tengo di più. Io non sono un santo, ma con l’omicidio del bambino non c’entro”: lo dice senza esitazioni il boss Matteo Messina Denaro interrogato dopo l’arresto dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido, parlando dell’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito Santino, rapito e sciolto nell’acido. Il verbale dell’interrogatorio è stato depositato oggi.
“Lei mi insegna che un sequestro di persona ha una sua finalità, che esclude sempre l’uccisione dell’ostaggio, perché un sequestro a cosa serve? Ad uno scambio: tu mi dai questo ed io do l’ostaggio; il sequestro non è mai finalizzato all’uccisione – spiega il boss -. Sequestrano questo bambino – quindi io sono come mandante, mandante del sequestro – sequestrano questo bambino, lui (Giovanni Brusca, ndr) non dice che c’ero io”.
“Decise tutto lui, per l’ira dell’ergastolo che prese – conclude -. Ed io mi sento appioppare un omicidio, invece secondo me mi devono appioppare il sequestro di persona; non lo faccio per una questione di 30 anni o ergastolo, ma per una questione di principio. E poi a tutti… cioè loro lo hanno ammazzato, lo hanno sciolto nell’acido e alla fine quello a pagare sono io? Cioè, ma ingiustizie quante ne devo subire?”
ARTICOLO DELL’8 AGOSTO 2023 – ORE 16
La Stanza per la Chemioterapia aperta in Carcere per Messina Denaro
Fin dal nostro primo articolo sull’arresto del super-latitante Matteo Messina Denaro abbiamo ipotizzato che lo stragista di Cosa Nostra, recentemente condannato all’ergastolo per gli attentati di Capaci e e Via d’Amelio ai danni dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e delle loro scorte, si fosse fatto catturare apposta per ottenere cure più agevoli a spese dello Stato.
ATTENTATO AL GIUDICE BORSELLINO: 30 anni d’Ingiustizia Mafiosa nei Depistaggi di Stato e Massoneria
Ora arriva un’indiretta conferma che lo status di privilegiato in cui aveva vissuto durante la sua trentennale latitanza, grazie a coperture di ambienti massonici e pubblici che la giustizia si guarda bene dall’individuare, gli viene garantito anche nel supercarcere de L’Aquila dove si trova rinchiuso in isolamento secondo le disposizioni del 41 bis previste per i detenuti per associazione per delinquere di stampo mafioso.
Nel dare notizia che si sono aggravate le condizioni di salute del boss, Rai News rivela i particolari sulle sue terapie ad personam a lui riservate, ben differenti rispetto a quelle di tutti i cittadini italiani onesti.
L’ex latitante, affetto da un tumore, è in cura all’interno del penitenziario dal giorno del suo arrivo (17 gennaio 2023 dopo l’arresto del giorno precedente) e per lui è stata allestita una stanza per la chemioterapia proprio di fronte alla sua cella. Con quali costi per i contribuenti? Viene da chiedersi…
Il 27 giugno scorso era stato sottoposto a un piccolo intervento chirurgico all’ospedale San Salvatore de L’Aquila per problemi urologici connessi al suo cancro al colon. Mentre il 21 luglio era stato nuovamente curato dall’equipe oncologica del nosocomio per un lieve problema addominale non collegato al tumore né alle conseguenze collaterali delle cure per il grave male.
Le attenzioni sanitarie che sta ricevendo dalle istituzioni pubbliche sono in aspro contrasto con quelle riservate alla maggioranza dei cittadini italiani affetti da analoghe patologie che, negli ultimi due anni, si sono acuite nel numero per una sospetta correlazione coi vaccini Covid di cui non è mai stata testata nè la genotossicità né la cancerogenicità.
I Cittadini Onesti in lista d’Attesa anche per la Chemioterapia
«Dai lunghi tempi di attesa alla difficoltà di accedere alle cure farmacologiche innovative, dalla carenza dei servizi sul territorio alle difficoltà psicologiche legate alla malattia. È il labirinto in cui si muove il paziente oncologico nel nostro Paese, come emerge dai dati raccolti nell’ultimo anno da Cittadinanzattiva che è presente con il segretario generale Antonio Gaudioso ai lavori del 55° Congresso mondiale Asco, in programma a Chicago dal 31 maggio al 4 giugno» scriveva il Quotidiano Sanità nel giugno 2019.
Da allora le situazioni degli screening anti-tumorali e delle conseguenti terapie sono peggiorate a causa dell’emergenza Covid che ha creato liste d’attesa enormi che solo poche regioni sono riuscite a smaltire.
La prima problematica riguarda le lunghe liste di attesa per eseguire esami diagnostici, visite ed interventi chirurgici legati alla malattia oncologica. Oltre un cittadino su dieci segnala tempi lunghi per gli esami diagnostici (ad esempio, in media 13 mesi per una mammografia e 9 per una colonscopia) e per gli interventi chirurgici. Di poco inferiore (10%) la percentuale di cittadini con problemi di liste di attesa per le visite specialistiche (circa 8 mesi in media) ed anche per la chemio e radioterapia.
I tempi di attesa non sono garantiti ovunque nemmeno nel caso delle urgenze: circa un quarto denuncia di aver aspettato più delle 72 ore previste dal Piano nazionale sulle liste di attese per accedere alle prestazioni diagnostiche e specialistiche in caso di sospetto diagnostico; e circa il 13%, dopo la diagnosi, aspetta più dei 60 giorni previsti per l’intervento chirurgico.
Sebbene la maggior parte delle strutture (42%) risponda che in media l’inserimento dei nuovi farmaci nel prontuario terapeutico ospedaliero avvenga praticamente nell’immediato (0-15 giorni), moltissime impiegano anche diversi mesi: il 7% impiega dai 3 ai 4 mesi e il 9% dai 4 ai 6 mesi. Stessa considerazione va fatta per l’inserimento nei prontuari terapeutici ospedalieri di farmaci cosiddetti innovativi: in media il 60% delle strutture impiega fino ad un mese per renderli disponibili, più di un quarto fino a due mesi, ed addirittura per un pur esiguo 2% si arriva ad oltre sei mesi.
La Drammatica Situazione dopo l’Emergenza Covid
In un articolo del maggio 2023 lo stesso Quotidiano Sanità rileva la risposta del Sistema Sanitario Nazionale alla situazione post-Covid.
Nel complesso nei piani operativi era previsto il recupero nel 2022 di circa l’81% di quelli che era stato necessario posporre a causa della pandemia. Nelle stime fornite nei piani le prestazioni da recuperare erano circa 630 mila. Di queste, poco meno del 40% erano riferibili a istituzioni del Nord-ovest, il 26% del Nord-est, il 14% al Centro e il restante 21% alle regioni meridionali.
Rispetto a tale obiettivo, in base ai dati raccolti dal Ministero della salute a livello complessivo è stato recuperato circa il 66% di quanto era stato programmato. Valore che rappresenta poco più del 54% delle liste d’attesa.
Il miglior risultato è stato conseguito nel Centro che ha raggiunto il 78% di quanto programmato, riassorbendo il 71% delle prestazioni in lista d’attesa. Nel Nord dove è stato realizzato il 72% dell’obiettivo, il recupero ha raggiunto il 57% delle liste. Nelle regioni meridionali l’azione di recupero prevista si è fermata al 40%. Delle 135 mila prestazioni in liste d’attesa ne risulterebbero riassorbite il 32%. Nella tavola sono poi indicati i finanziamenti stimati per tale attività dei 500 milioni previsti.
Il rapporto tra tali importi e il complesso delle liste d’attesa porta a valori molto diversi tra aree (e regione): si passa da una media di 308 euro a ricovero nel Nord, 330 nel Centro a 635 nel Mezzogiorno. Una differenza che, secondo il parere della Corte dei Conti, richiederebbe “un approfondimento” una volta disponibili i dati definitivi.
A fronte di questa tragica situazione per i cittadini onesti lo stragista di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro ha invece avuto una corsia privilegiata senza liste d’attesa. Per ovviare ai problemi di sicurezza del suo trasporto gli è stato realizzato un ambulatorio per la chemioterapia di fronte alla cella come se si trovasse in una clinica privata.
Ciò significa che lo Stato Italiano è molto più attento nel tutelare un criminale mafioso rispetto a un onesto cittadino che, se vuole essere sicuro di ottenere cure oncologiche rapide, deve diventare un pluriomicida…
Carlo Domenico Cristofori
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GOSPA NEWS – INCHIESTE COSPIRAZIONI – MASSONERIA
https://www.gospanews.net/2018/10/29/malagiustizia-per-provenzano-e-maometto/