GAZA: STRAGE IN CHIESA ORTODOSSA. CRISTIANI CONDANNANO ISRAELE. 9 Bambini Uccisi dal Criminale Attacco dei Sionisti
Le rovine della chiesa ortodossa di San Porfirio a Gaza. Credito: screenshot video/Twitter/@byPlestia
di Carlo Domenico Cristofori
La Condanna dei Cristiani agli Attacchi di Israele
«La condanna netta degli attacchi aerei israeliani contro la chiesa ortodossa di San Porfirio a Gaza, con un bilancio di 18 morti, tra cui nove bambini; l’impegno a non venire meno al “sacro e morale dovere di offrire assistenza”, e un appello alla comunità internazionale perché si proteggano i luoghi di rifugio e si proclami un cessate il fuoco umanitario in aiuto alle centinaia di migliaia di civili sfollati a Gaza».
È questo il contenuto di una dichiarazione dei Patriarchi e dei Capi delle Chiese di Gerusalemme, riportato da Vatican News, che si uniscono così alla condanna espressa dall’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, giunto a Gerusalemme il 19 ottobre, all’indomani dall’esplosione all’ospedale anglicano al-Ahli di Gaza.
Con lui, i capi delle Chiese cristiane, il Patriarca di Gerusalemme dei latini cardinale Pierbattista Pizzaballa, il custode di Terra Santa padre Francesco Patton, il Patriarca greco-ortodosso Teofilo III e il vicario patriarcale della Chiesa siriaco-cattolica Mar Yacoub Ephrem Semaan, si sono riuniti in preghiera la sera di venerdì 20 ottobre.
Il dovere di offrire assistenza ai civili
Le esplosioni a Gaza, che hanno provocato, il crollo di due sale della chiesa attorno a decine di rifugiati tra loro donne e bambini che vi dormivano. È questo, si legge nella dichiarazione, “l’ultimo caso di civili innocenti feriti o uccisi a causa di attacchi missilistici contro altri rifugi. Tra questi ci sono scuole e ospedali dove le persone si sono rifugiati perché le loro case sono state demolite durante l’incessante campagna di bombardamenti condotta contro le aree residenziali di Gaza nelle ultime due settimane”.
I religiosi cristiani, “nonostante la devastazione”, restano impegnati a compiere il loro “sacro e morale dovere di offrire assistenza, sostegno e rifugio a quei civili che si rivolgono a noi in un bisogno così disperato”.
Una missione cristiana che non verrà abbandonata, “anche di fronte alle incessanti richieste militari” di evacuare le istituzioni caritative e le case di culto, “perché non c’è letteralmente altro posto sicuro a cui questi innocenti possano rivolgersi”.
Bombardamento alla Chiesa Ortodossa gremita di Rifugiati
ARTICOLO DEL 20 OTTOBRE 2023
«Otto persone, secondo le autorità palestinesi, sono morte ieri sera in un raid israeliano che ha colpito la chiesa greco-ortodossa di San Porfirio. ll Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme ha rilasciato una dichiarazione di condanna dell’attacco».
Stavolta è il sito di mainstream della tv statale RAI News a riportare l’ennesima strage causata da un proditorio attacco contro una struttura usata come rifugio dagli sfollati nella speranza che la natura religiosa del luogo li mettesse a riparo.
Ma il germe sionista di Benjamin Netanyahu sembra avere un particolare accanimento proprio contro gli edifici cristiani, come l’ospedale Al Ahli gestito dalla Diocesi Episcopale di Gerusalemme della Chiesa Anglicana dove è avvenuto il massacro dello scorso 17 ottobre.
In una dichiarazione di venerdì, il Patriarcato ortodosso di Gerusalemme ha espresso la “più forte condanna dell’attacco aereo israeliano [sul] complesso della sua chiesa nella città di Gaza”, e ha definito il prendere di mira le chiese e i rifugi da esse gestiti “un crimine di guerra che non può essere ignorato.”
Il Ministero degli Affari Esteri palestinese ha accusato dell’esplosione “aerei da guerra dell’occupazione”, affermando che aerei israeliani hanno bombardato la chiesa, che si trova nel quartiere Zaytoun di Gaza City. Una donna e una ragazza sono morte e “dozzine di persone” sono rimaste ferite, ha detto il ministero in un post su X (ex Twitter).
Un numero imprecisato di persone si trova ancora sotto le macerie della sala riunioni, ha riferito su Facebook l’arcidiocesi greco-ortodossa di Giordania, citando uno dei parrocchiani.
“Non sono ancora disponibili informazioni sufficientemente precise, ma si prevede che ci sarà un gran numero di martiri”, ha aggiunto l’arcidiocesi.
“L’arcivescovo Alexios sembra essere stato localizzato ed è vivo, ma non sappiamo se è ferito”, ha detto in una nota l’Ordine ortodosso di San Giorgio, aggiungendo che non hanno “nessuna parola sulle condizioni di qualsiasi altro le oltre 500 persone ospitate nella chiesa e nel monastero”.
Secondo l’Ordine, “le bombe hanno colpito le due sale della chiesa dove dormivano i profughi, tra cui bambini e neonati. Attualmente, i sopravvissuti stanno cercando tra le macerie altre vittime”.
Il Wall Street Journal ha riferito che le forze di difesa israeliane (IDF) stavano indagando sull’incidente. L’IDF non ha commentato la questione, ma ha precedentemente accusato Hamas di utilizzare i santuari religiosi come copertura per i suoi agenti.
San Porfirio è la più antica chiesa attiva a Gaza. Costruita originariamente nel V secolo per onorare l’omonimo santo, la struttura attuale fu eretta a metà del 1100, durante le Crociate, e ristrutturata nel 1800. Si trova nella parte meridionale di Gaza City.
Rapporti contrastanti provenienti da Gaza parlano di circa 800 palestinesi rifugiati all’interno del complesso della chiesa prima dell’esplosione. I locali sono a soli 250 metri dall’ospedale Al-Ahli, dove i palestinesi hanno affermato che centinaia di persone sono state uccise e ferite in un’esplosione martedì sera.
L’ospedale gestito dalla Chiesa Battista americana era già stato avvertito dall’Israel Defense Forces di essere tra i possibili bersagli e pertanto ne era stata intimata un’evacuazione di fatto impossibile per l’alto numero dei feriti gravi e dei bambini lì rifugiati (circa 3mila persone in totale).
Il 14 ottobre era già stato colpito con danni lievi alla strutture. Tutto ciò non rende minimamente credibile l’ipotesi di un razzo della jihad islamica che è esploso in volo ed ha causato l’enorme deflagrazione. Anche perché il portavoce del primo ministro Benjamin Netanyahu aveva pubblicato un Tweet esultante su X in merito all’attacco, poi ritirato quando si è saputo la gravità della strage.
Netanyahu ha ripetutamente manifestato atteggiamenti persecutori nei confronti dei cristiani anche predisponendo un’idonea legge per discriminarli come ha fatto l’altro sionista Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina.
Carlo Domenico Cristofori
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