I GAY POSSONO FARE I PADRINI AL BATTESIMO. Grazie ai Massoni LGBTQ che fanno i Cardinali…
di Carlo Domenico Cristofori
Ha suscitato reazioni. in tutto il mondo la clamorosa decisione della Congregazione della Dottrina della Fede che a pochi secoli di distanza dall’uso della “poire d’angoisse” per torturare e far confessare i sodomiti durante il periodo buio della Santa Inquisizione giunge a celebrarne i diritti tutt’altro che sacrosanti a diventare padrini.
La comunicazione, che riportiamo sotto in una sintesi dell’agenzia di stampa della Santa Sede Vatican News, è assai significativa per quattro ragioni.
E’ il primo atto formale del nuovo prefetto Victor Manuel Fernandéz che sgombera il campo da ogni dubbio sul suo endorsement alla cultura gender e LGBTQ di matrice massonica, come più volte abbiamo evidenziato, anche davanti agli occhi di quelli come noi che non avevano voluto subissarlo di pregiudizi al momento della sua nomina per le sue molteplici frasi ambigue sull’argomento.
Con ciò non vogliamo né possiamo minimamente affermare che lui sia affiliato a qualche loggia massonica o ne veneri l’importanza come altri cardinali o vescovi.
Tale documento contraddice palesemente le parole di Papa Francesco che definì “il transgenderismo una pericolosa colonizzazione ideologica” ma, dando prova di aver travisato il passo evangelico sulla mano sinistra che non deve sapere ciò che fa la destra sembra applicare tale concetto ai suoi emisferi cerebrali e alla sua coscienza.
Infine la comunicazione è grave perché rappresenta un’implicita istigazione alla violazione dell’ottavo comandamento “non dire falsa testimonianza”.
IL PAPA CONTRO LA “PERICOLOSA COLONIZZAZIONE TRANSGENDER”. Ma i Media Occidentali lo Censurano
Spiega infatti Vatican News:
Viene poi affrontato poi il caso di una persona omoaffettiva e convivente che chiede di essere padrino o madrina di un battezzando. Si richiede che conduca «una vita conforme alla fede e all’incarico che assume».
«Diverso è il caso – spiega il documento – in cui la convivenza di due persone omoaffettive consiste, non in una semplice coabitazione, bensì in una stabile e dichiarata relazione more uxorio, ben conosciuta dalla comunità».
Ma quale seguace dell’orientamento LGBTQ non sarà disposto a spergiurare di vivere nella castità pur di diventare padrino o madrina (con la variabile incognita per i transex…) del figlio di una coppia di amici durante il battesimo?
Ciò innesca inoltre una voragine di ambiguità sull’effettivo ruolo di tale figura come fino a ieri veniva interpretato dal Magistero della Chiesa e dalla dottrina cattolica.
La Figura del Padrino secondo il Catechismo
Recita il Diritto Canonico:
Can. 872 – Al battezzando, per quanto è possibile, venga dato un padrino, il cui compito è assistere il battezzando adulto nell’iniziazione cristiana, e presentare al battesimo con i genitori il battezzando bambino e parimenti cooperare affinché il battezzato conduca una vita cristiana conforme al battesimo e adempia fedelmente gli obblighi ad esso inerenti.
Can. 873 – Si ammettano un solo padrino o una madrina soltanto, oppure un padrino e una madrina
Can. 874 – §1. Perché uno possa essere ammesso all’incarico di padrino, è necessario che:
- sia designato dallo stesso battezzando o dai suoi genitori o da chi ne fa le veci oppure, mancando questi, dal parroco o dal ministro e abbia l’attitudine e l’intenzione di esercitare questo incarico;
- abbia compiuto i sedici anni, a meno che dal Vescovo diocesano non sia stata stabilita un’altra età, oppure al parroco o al ministro non sembri opportuno, per giusta causa, ammettere l’eccezione;
- sia cattolico, abbia già ricevuto la confermazione e il santissimo sacramento dell’Eucaristia, e conduca una vita conforme alla fede e all’incarico che assume;
- non sia irretito da alcuna pena canonica legittimamente inflitta o dichiarata;
- non sia il padre o la madre del battezzando.
§2. Non venga ammesso un battezzato che appartenga ad una comunità ecclesiale non cattolica, se non insieme ad un padrino cattolico e soltanto come testimone del battesimo.
La Violazione del Cardinale Fernandez al Direttorio Pastorale CEI
Il sito Catechistaduepuntozero fa alcune interessanti analisi:
Il can. 874 § 1,3 prescrive che il padrino sia cattolico, abbia già ricevuto la Confermazione e l’Eucaristia e conduca una vita conforme alla fede e al compito che si assume. La natura stessa del compito del padrino esige che nella scelta si seguano non tanto criteri di parentela, di amicizia, di opportunità sociale o di simpatia, ma di esemplarità nella vita cristiana, tenendo conto che il padrino di per sé non rappresenta la famiglia, ma la comunità cristiana che sostiene l’impegno educativo della famiglia.
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Come potrà un gaio padrino che si è concesso la licenza di violare gli insegnamenti biblici, evangelici e di San Paolo in materia di unione omosessuale essere un punto di riferimento nel concorrere all’educazione sessuale di un bimbo secondo tali moniti etici?
Continua ancora la riflessione del sito per catechisti:
Pertanto, quando si scegli un padrino/madrina, si dovrà trattare di un cristiano che partecipa con regolarità all’Eucaristia domenicale e alla vita della parrocchia, in modo da essere di esempio al ragazzo e di poterlo incoraggiare e sostenere a diventare lui stesso membro attivo della comunità cristiana.
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Alla luce di questi criteri non possono svolgere il compito di padrini coloro che si trovano in situazioni matrimoniali irregolari (conviventi di fatto, cattolici sposati solo civilmente, divorziati risposati cf. CEI; Direttorio di pastorale familiare n. 218): tali situazioni, infatti, al di là delle disposizioni soggettive dei singoli, impediscono oggettivamente quella pienezza di testimonianza cristiana che il compito di padrino esige.
Ecco quindi che monsignor Fernandez ha portato una ventata di novità tale da sovvertire il pronunciamento della Conferenza Episcopale Italiana sopracitato.
Se è legittimo che un bambino riceva il battesimo anche se filo di coppie gay o nato dalla pratica ILLEGALE IN ITALIA dell’utero in affitto per poter beneficiare del perdono dal peccato originale e godere dello stato disgrazie che consegue a tale iniziazione Cristiana cui si affidò persino Gesà ricevendolo il Battesimo da San Giovanni Battista, la questione del padrino è l’ennesima riprova del fumo di Satana massonico che si è infilato in un Vaticano amministrato da un Vescovo di Roma claudicante non solo nel fisico ma anche nella fede e nella coscienza per un malinteso senso di carità verso coloro che VOGLIONO VIVERE al di fuori di ogni insegnamento evangelico.
«Abbiamo l’impressione che attraverso alcune fessure del muro il fumo di Satana sia entrato nel tempio di Dio: è dubbio, incertezza, interrogazione, insoddisfazione, confronto…. Pensavamo che dopo il Concilio sarebbe spuntato un giorno di sole per la storia della Chiesa. Quello che è spuntato, invece, è stato un giorno di nuvole e tempeste, di tenebre, di ricerche e di incertezze».
Queste clamorose osservazioni giunsero, durante un’omelia pronunciata da Papa Paolo VI in un giorno particolarmente significativo – il 29 giugno 1972 – la festa dei SS. Pietro e Paolo che coincise anche con il nono anniversario della sua incoronazione al pontificato.
Ora Fernandez per aver azionato il ventilatore di tale diabolica e mefitica esalazione…
Esso crea un vulnus insanabile nella pastorale della Santa Sede che peraltro aveva già compiuto uno sfregio sguaiato nel conferire il premio in onore di San Paolo VI, autore della rigorosa enciclica sull’educazione sessuale Humanae Vitae, a uno dei già sfegatati fans della comunità LGBTQ, ovvero il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella.
Carlo Domenico Cristofori
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Le persone transessuali possono ricevere il Battesimo
pubblicato in origine da Vatican News
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Le persone transessuali, anche se si sono sottoposte a trattamento ormonale o a intervento chirurgico di riattribuzione di sesso, possono ricevere il battesimo «se non vi sono situazioni in cui c’è il rischio di generare pubblico scandalo o disorientamento nei fedeli».
E vanno battezzati i bambini delle coppie omosessuali anche se nati dall’utero in affitto purché ci sia la fondata speranza che vengano educati alla fede cattolica. Lo afferma il Dicastero per la Dottrina della Fede in una risposta a firma del prefetto Victor Manuel Fernandéz, approvata dal Papa il 31 ottobre.
A chiedere il chiarimento sulla possibile partecipazione ai sacramenti del Battesimo e del matrimonio da parte di persone transessuali e di persone omoaffettive è stato lo scorso luglio monsignor José Negri, vescovo di Santo Amaro in Brasile. Le risposte «ripropongono, in buona sostanza, i contenuti fondamentali di quanto, già in passato, è stato affermato in materia da questo Dicastero».
Per quanto riguarda il Battesimo della persona transessuale, si risponde di sì, a condizione che non si crei scandalo. Sia che si tratti di un adulto, sia che si tratti di bambini o adolescenti, «se ben preparati e disposti».
Il Dicastero, di fronte ai dubbi «sulla situazione morale oggettiva in cui si trova una persona», oppure sulle «sue disposizioni soggettive verso la grazia» (e dunque anche quando non appare pienamente il proposito di emendarsi) propone alcune considerazioni.
La Chiesa insegna che, quando il sacramento del Battesimo «viene ricevuto senza il pentimento per i peccati gravi, il soggetto non riceve la grazia santificante, sebbene riceva il carattere sacramentale», che è indelebile, come si legge nel Catechismo, e «rimane per sempre nel cristiano come disposizione positiva alla grazia». Attraverso citazioni di san Tommaso e sant’Agostino, il Dicastero ricorda che Cristo continua a cercare il peccatore e quando sopraggiunge il pentimento, il carattere sacramentale ricevuto dispone immediatamente a ricevere la grazia. Per questo Papa Francesco ha ripetuto più volte che la Chiesa non è una dogana e, specialmente per quanto riguarda il battesimo, non si dovrebbe chiudere la porta a nessuno.
Più problematico per una persona transessuale essere invece padrino o madrina di Battesimo.
«A determinate condizioni, si può ammettere», si legge nel documento, ma si ricorda che questo compito non costituisce un diritto, e dunque «la prudenza pastorale esige che esso non venga consentito qualora si verificasse pericolo di scandalo, di indebite legittimazioni o di un disorientamento in ambito educativo della comunità ecclesiale». Nessun problema per la persona transessuale ad essere testimone di un matrimonio perché nulla lo vieta nella «vigente legislazione canonica universale».
Una seconda parte della nota riguarda le persone omoaffettive. Possono figurare come genitori di un bambino da battezzare anche se adottato o ottenuto con «altri metodi come l’utero in affitto»? Il Dicastero risponde: perché «il bambino venga battezzato ci deve essere la fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica».
Viene poi affrontato poi il caso di una persona omoaffettiva e convivente che chiede di essere padrino o madrina di un battezzando. Si richiede che conduca «una vita conforme alla fede e all’incarico che assume».
«Diverso è il caso – spiega il documento – in cui la convivenza di due persone omoaffettive consiste, non in una semplice coabitazione, bensì in una stabile e dichiarata relazione more uxorio, ben conosciuta dalla comunità».
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Il Dicastero per la Dottrina della Fede invoca debita prudenza per «salvaguardare il sacramento del Battesimo e soprattutto la sua ricezione, che è bene prezioso da tutelare, poiché necessaria per la salvezza».
Ma ricorda che bisogna «considerare il valore reale che la comunità ecclesiale conferisce ai compiti di padrino e madrina, il ruolo che questi hanno nella comunità e la considerazione da loro mostrata nei confronti dell’insegnamento della Chiesa». Infine, si suggerisce la possibilità che «vi sia un’altra persona della cerchia familiare a farsi garante della corretta trasmissione al battezzando della fede cattolica».
Nulla osta infine che «una persona omoaffettiva e che convive» possa fare il testimone di nozze.
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FONTI PRINCIPALI
GOSPA NEWS – DOSSIER PEDOFILIA
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Da Vienna a Malmo: gay e satanisti nelle chiese d’Europa. I mercanti LGBT nel tempio cristiano