di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
«Sono rimasto scioccato quando ho saputo che la società della sclerosi multipla stava promuovendo la vaccinazione contro il COVID-19 senza informazioni sulla sicurezza in questa popolazione vulnerabile».
Con queste parole è il cardiologo americano Peter McCullough, sempre attento alle più significative ricerche scientifiche mondiali, a rilanciare lo studio condotto dai ricercatori della Fondazione Mondino IRCCS (Istituto Neurologico Nazionale a Carattere Scientifico) di Pavia, insieme ai colleghi del Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e Comportamentale dell’Università di Pavia.
La ricerca è di cruciale importanza perché evidenzia un numero di casi di insorgenza/manifestazione della SM superiore dopo la vaccinazione Covid (13) rispetto a quelli successivi all’infezione del virus SARS-Cov-2 (8), conferma un allarme già lanciato dal precedente documento pubblicato da Y. Qiu et al. dell’Università Ospedaliera di Zurigo nel 2022 (prima sparito ma ora riapparso sul sito dell’OMS), e non può essere messo in discussione in quanto è stato revisionato e pubblicato su Zenodo (piattaforma europea gestita dal CERN) su Viruses di MDIP e su PubMed, archivio dell’Istituto Nazionale per la Salute americano (NIH).
Uno Studio finanziato dal Ministero della Salute
Non solo. La ricerca, che vede come prima firmataria Eleonora Tavazzi, dal 2021 ricercatrice della Fondazione Mondino (che proprio in questi giorni, dal 27 novembre, festeggerà il suo 50° anniversario), è stata finanziata dal Ministero della Salute italiano (2022-2024).
S’intitola “The Potential Role of SARS-CoV-2 Infection and Vaccines in Multiple Sclerosis Onset and Reactivation: A Case Series and Literature Review – Il potenziale ruolo dell’infezione da SARS-CoV-2 e dei vaccini nell’insorgenza e nella riattivazione della sclerosi multipla: una serie di casi e una revisione della letteratura” ed è stata firmata anche da Anna Pichiecchio, Elena Colombo,Eleonora Rigoni, Carlo Asteggiano, Elisa Vegezzi, Francesco Masi, Giacomo Greco, Stefano Bastianello,and Roberto Bergamaschi.
«La sclerosi multipla (SM) è una malattia cronica del sistema nervoso centrale. La SM è una malattia autoimmune, una condizione in cui il corpo attacca se stesso per errore. Esiste una vasta gamma di deficit motori e sensoriali. Data la preoccupazione per il peggioramento dell’autoimmunità, non è saggio somministrare vaccini ai pazienti affetti da SM poiché potrebbero innescare un peggioramento dell’attacco immunitario contro il sistema nervoso» spiega il cardiologo McCullough nel suo Substack commentando l’esplosivo documento.
«Sulla falsariga delle mie preoccupazioni, Tavazzi et al. hanno riportato numerosi casi di riacutizzazioni di SM esistente o di malattia de novo in pazienti che avevano avuto l’infezione da SARS-CoV-2, la vaccinazione e probabilmente entrambe. È risaputo che altre infezioni virali possono riacutizzare la SM, tuttavia, ci sono stati casi chiari di vaccini mRNA che hanno causato nuovi casi di SM. La SM è curabile e sono rimasto colpito dai nuovi regimi farmacologici per la SM che funzionano per mantenere i pazienti funzionali e lontani dalla sedia a rotelle. Tuttavia, il documento di Tavazzi suggerisce che alcuni casi de novo erano completamente evitabili rifiutando fin dall’inizio la vaccinazione contro il Covid-19».
Il Contenuto Esplosivo della Ricerca di Pavia
«La recente pandemia di SARS-CoV-2 e i relativi vaccini hanno sollevato diverse questioni. Tra questi, sono stati analizzati il potenziale ruolo dei vaccini contro l’infezione virale (COVID-19) o anti-SARS-CoV-2 come fattori causali di disturbi disimmuni del sistema nervoso centrale, nonché la sicurezza e l’efficacia dei vaccini nei pazienti affetti da tali malattie e sui trattamenti immunoattivi».
Scrivo i ricercatori di Pavia nell’abstract del loro studio esplosivo, sebbene basato su un numero limitato di casi, per la maggior parte riferiti a persone che hanno sviluppato la Sclerosi multipla dopo il siero genico di Pfizer e uno solo di AstraZeneca (nel dettaglio dello studio su Viruses).
«Sono stati sviluppati due tipi principali di vaccini SARS-CoV-2: vaccini a vettore virale (ovvero AZD1222 di AstraZeneca e Ad26.COV2.S di Janssen) e vaccini basati su mRNA (ovvero BNT162b2 di Pfizer BioNTech e mRNA -1273 di Moderna). Secondo la normativa italiana, il primo era consigliato ai pazienti fragili, compresi quelli con SM. In entrambi i casi, l’informazione genetica utile a codificare la proteina Spike del SARS-CoV-2 viene introdotta nelle cellule umane che iniziano ad esprimere l’antigene Spike sulla superficie cellulare».
«L’obiettivo è comprendere meglio la relazione tra infezione/vaccini SARS-CoV-2 e malattie disimmuni del sistema nervoso centrale descrivendo 12 casi di sclerosi multipla/mielite insorgenza o riattivazione dopo l’esposizione a infezione/vaccini SARS-CoV-2 e rivedendo tutti i casi clinici pubblicati o serie di casi in cui l’insorgenza o la riattivazione della SM era temporaneamente associata a COVID-19 (8 segnalazioni di casi, 3 serie di casi) o vaccini anti-SARS-CoV-2 (13 segnalazioni di casi, 6 serie di casi)» scrivono i neurologi. Tutti i casi condividono un’associazione temporale tra l’esposizione al virus/vaccino e l’insorgenza dei sintomi».
Esclusivo! UN VACCINATO COVID SU TRE CON DISTURBI NEUROLOGICI. Allarmante Studio dal CNR
«Questa scoperta, insieme ai meccanismi diretti o basati sul sistema immunitario descritti sia durante COVID-19 che durante la SM, sostiene un ruolo dell’infezione/vaccini SARS-CoV-2 nello smascherare i disturbi disimmuni del sistema nervoso centrale. Le presentazioni cliniche più comuni coinvolgono il nervo ottico, il tronco cerebrale e il midollo spinale. Il tropismo preferenziale del virus insieme alla presenza di alcuni fattori genetici/immunitari legati all’ospite potrebbero predisporre al coinvolgimento di specifici distretti del SNC» aggiungono gli autori dello studio.
Le Gravi Evidenze Implicite dello Studio sui Fragili
La loro ricerca evidenzia due implicite enormi problematiche che si ricollegano ad altri studi:
- la pericolosità del SARS-Cov-2 determinata dalle manipolazioni effettuate in laboratorio come ormai accertato da decine ricerche scientifiche pubblicate sulle più importanti riviste scientifiche.
- la pericolosità dei vaccini proprio perché basati sulla replicazione dell’mRNA della proteina tossica Spike di un virus artificiale
- l’allarme sulle conseguenze neurologiche dei sieri genici mRNA e mDNA evidenziato dallo studio milanese NEURO-COVAX e in precedenza confermato da 44mila lesioni neurocerebrali inizialmente rilevate durante i trial clinici da Pfizer ma inizialmente occultate
«In conclusione, presentiamo qui una serie di casi di disturbi infiammatori del sistema nervoso centrale che si verificano in associazione temporale con l’infezione da SARS-CoV-2 e i relativi vaccini. L’esposizione virale o vaccinale è più frequentemente associata all’esordio clinico della SM piuttosto che alla riattivazione della SM, probabilmente a causa dell’effetto protettivo dei trattamenti modificanti la malattia nei casi di SM clinicamente definiti – concludono i ricercatori della Fondazione Mondino IRCCS e del Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e Comportamentale dell’Università di Pavia – Sono necessari ulteriori studi che indaghino il possibile ruolo di fattori genetici e percorsi immunitari specifici nella comparsa di disturbi disimmuni del sistema nervoso centrale dopo esposizione a virus/vaccini, nonché che spieghino il tropismo per specifiche regioni del sistema nervoso centrale».
Nonostante ciò, come emerso alla luce dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Roma che ha messo sotto inchiesta l’ex Ministro della Salute Roberto Speranza per omicidio, falso e immissione in commercio di farmaci pericolosi, il Ministero della Salute che ha finanziato lo studio continua a raccomandare i sieri genici aggiornati mRNA Covid di Moderna e Pfizer-Biontech proprio ai pazienti fragili, ovvero gli immunodepressi come i malati di Sclerosi Multipla.
E ciò si verifica nonostante le case farmaceutiche, intrigate proprio con l’attuale ministro Orazio Schillaci in molteplici progetti, abbiano comunicato che non esistono studi sufficienti sulla genotossicità dei vaccini Covid in modo particolare per i pazienti fragili, come confermato dalla stessa Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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