Assalto alla sede di ProVita e Famiglia: rinvenuto ordigno esplosivo
di Carlo Domenico Cristofori
AGGIORNAMENTO DEL 27 NOVEMRBE 2023
«La nostra sede è stata oggetto di attacchi in passato ma mai avrei immaginato di assistere ad atti che potremmo definire TERRORISTICI. Sabato, in occasione della “manifestazione contro la violenza”, la nostra Associazione è stata presa di mira da un assalto coordinato, perpetrato da manifestanti incitati dall’organizzazione transfemminista “Non Una di Meno”. Sembrava una scena di guerra».
E’ il comunicato inviato da Pro Vita e Famiglia che scrive la gravità dell’assalto subito a Roma dove è stato pure rinvenuto un ordigno esplosivo.
«Con una brutalità inaudita, i manifestanti transfemministi di “Non Una Di Meno” hanno scagliato contro la polizia bottiglie, pietre, petardi e fumogeni. In pochi minuti, la massa di manifestanti ha scatenato uno scontro fisico violento con le forze dell’ordine costrette ad abbandonare la loro posizione in difesa della nostra sede…».
«Dopo aver eliminato le nostre telecamere di sicurezza, si sono scagliati contro le nostre serrande cercando di forzarle e hanno distrutto la vetrata dell’ufficio con una spranga.I cori ripresi nei video dell’aggressione hanno chiarito quali fossero le loro reali intenzioni. Volevano incendiare la nostra sede: “Odio eterno per Pro Vita & Famiglia… Bruceremo tutto!”, “I Pro Vita si chiudono col fuoco, ma con i Pro Vita dentro, sennò è troppo poco!”» continua la Newsletter dell’associazione.
«Il giorno dopo, tra i detriti e il silenzio assordante, abbiamo fatto una scoperta che ha gelato il sangue nelle nostre vene: un ordigno esplosivo, in attesa di scatenare una tragedia. Questo non è solo un atto criminale – è un attacco terroristico alla nostra libertà di espressione e alla vita stessa.
ARTICOLO DEL 26 NOVEMBRE 2023
La Società degli Uomini d’Onore vittima della Violenza IN Genere più che DI Genere
La retorica mainstream è un’alluvione di slogan, un fiume di parole che travolge il pensiero facendo leva sull’istinto. Chi non può provare compassione e un impulso ventriloquo di rabbia nel vedere il dolce sorriso di Giulia Cecchettin spento per sempre da un atto di ferocia probabilmente premeditato dal suo ex fidanzato Filippo Turetta?
Ma chi ha la mente lucida e il cuore puro deve porsi una cruciale domanda: è uno dei tanti casi di “violenza di genere” o è uno delle centinaia, migliaia di episodi di “violenza in genere” che sta pervadendo una società pronta a indignarsi a livello europeo per la disgraziata vittima di un ragazzo depresso e mentalmente disturbato mentre ignora completamente il premeditato genocidio di donne e bambini in Terra Santa?
Finora non abbiamo scritto nulla sulla tragica storia di Giulia volutamente.
Perché in un momento di dolore familiare sarebbe stato troppo facile cavalcare la tigre mediatica del femminicidio quale spiegazione tout-court di un dramma individuale che come sempre andrebbe analizzato nella sua specifica peculiarità e non generalizzato; e poi paragonato ai casi di stranieri che per culture differenti ritengono la donna una schiava di proprietà.
Al tempo stesso, di fronte a questo omicidio inspiegabile per il volto acqua e sapone dell’assassino, non ci pareva il momento per fare i distinguo su una società italiana che viene additata come patriarcale a causa di eredità religiose giudaico-cristiane ma è in realtà figlia degli uomini d’onore della mafia meridionale che ha contaminato tutto lo Stivale, nipote dei camerati nostalgici del Fascismo squadrista ed erede dei partigiani atei e comunisti che per primi commisero una serqua di femminicidi per lo più rimasti impuniti.
Se oggi ne scriviamo è perché le figlie degli stupratori protetti dalla bandiera rossa per esprimere la loro libertà femminile hanno cercato di assaltare la sede di un’associazione di volontariato svelando uno dei veri e truculenti volti del vindice revanscismo femminista.
Purtroppo il mostro di una nuova barbarie di memoria medievale per non dire paleolitica sta affiorando nell’in-Civiltà Occidentale gradualmente privata dalla visione altruista e amorevole del messaggio evangelico di Gesù Cristo e immersa in un egocentrismo vorace, che per affermare i propri diritti non solo dimentica i propri doveri ma è persino pronto a sentirsi legittimato a USARE LA VIOLENZA PER SOPRAFFARE I DIRITTI ALTRUI.
E’ il caso della strage degli innocenti di Gaza, ma anche quello della piccola Indi Gregory, uccisa da giudici tirannici felici nell’ostentare il loro sadico potere di stroncare una vita “difettosa” come facevano gli spartani con i neonati handicappati ma anche i “civili” pagani romani gettandoli dalla Rupe Tarpea.
Ecco il paradosso di una società che proclama la tutela dei disabili, delle minoranze e delle donne ma poi legittima o ignora azioni contrarie proprio come avvenuto a Roma dove un’orda di Erinni di mitologica memoria ellenistica ha assaltato la sede di ProVita e Famiglia.
Lo hanno fatto per sfregiare un simbolo di chi difende ogni esistenza fin dal grembo materno ritenendola sacra ma hanno di fatto così sfregiato la manifestazione in memoria di Giulia che si poneva come proposito un messaggio forte contro la violenza.
Quale violenza più forte per una donna può esserci, oltre alla morte e allo stupro, di quella di sentirsi strappata dall’utero una creatura col cuore palpitante?
Le povere ragazze che cedono alla tentazione psicologica di eliminare un figlio indesiderato e ingombrante soggiaciono alla diabolica seduzione di fare violenza a un feto che già si nutre e si muove.
Lo fanno perché la società che condanna ogni forma di violenza contro le donne ha SANCITO che è legittimo farlo: proprio come ha tacitamente sentenziato che Indi non dovesse aver speranza di essere curata e che le donne e i bambini palestinesi possono essere uccisi con le bombe israeliane.
Ma non è questo il punto.
Con quale coraggio delle femministe abortiste indottrinate dalla propaganda dei Radicali di Emma Bonino, oggi +Europa, grazie ai finanziamenti del terrorista internazionale George Soros, finanziatore di violenti golpe in Libano, Georgia, Ucraina, possono farsi portavoce della cultura della NON-VIOLENZA sentendosi legitimate ad assaltare chi rivendica sacrosanti diritti differenti dai loro come quelli per la difesa della vita?
Leggiamo la cronaca nuda e cruda dell’agenzia di stampa ANSA:
Momenti di tensione si sono registrati davanti alla sede di Pro Vita & Famiglia durante il corteo di Non una di meno a Roma. Sono state lanciate bottiglie e fumogeni contro l’edificio che era presidiato dalle forze dell’ordine. Il gruppo di manifestanti si è poi allontanato. Sul posto blindati e agenti in tenuta antisommossa.
“Le forze dell’ordine ci hanno preso a manganellate mentre facevano un’azione con fumogeni e scritte sul muro”, raccontano alcune manifestanti. “Due ragazze sono rimaste ferite – dice un’attivista – una al viso, che è stata portata in ospedale, l’altra alla testa”.
Di questa giornata così partecipata e sonora resterà l’immagine del Circo Massimo gremito e fucsia, dove è stato dapprima chiesto il silenzio e di stare seduti, poi di alzarsi esplodendo nel grido: “Insieme siam partite, insieme torneremo. Non una, non una, non una di meno”
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Rileggete con attenzione. Le Erinni di Soros si lamentano perché sono state menate mentre sfregiavano il muro di un’associazione che protegge la vita usando dei fumogeni.
E’ o non è il principio di un’aggressione violenta destinata a degenerare in più gravi atti vandalistici che sono stati interrotti soltanto dal massiccio e preventivo dispiegamento di forze dell’ordine?
Rispondete alla domanda dopo aver guardato il video che mostra quanta e quale sia la carica di “violenza in genere” di queste femministe scese in campo per difendere la violenza di genere ma sfruttandola per imporre con l’aggressione psicologica e fisica il proprio pensiero relativista sul concetto di tutela dell’esistenza umana.
Perché nessun politico, nessuna donna europea che ha preso posizione in memoria di Giulia, magari dopo aver abbracciato il premier Benjamin Netanyahu sterminatore di donne palestinesi come la presidente Ursula von der Leyen, ha condannato questa aggressione psicologica che si nutre di un’ideologia malsana pronta a diventare violenza fisica se ne avrà l’occasione?
Semplicissimo. Perché dietro alla battaglia sociale contro il femminicidio si nasconde un progetto di Soros ben più ampio che vuole sfruttare un fenomeno causato da una “violenza in genere” che cresce ogni giorno nella società delle intolleranze individuali anche tra figlio e madre, tra amico e collega del medesimo sesso, per farne una guerra a favore della “violenza di genere” al fine di spalancare le porte a un’ancora più massiva esaltazione della cultura del gender.
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Pro Vita / Famiglia, infatti, si batte anche contro la carriera Alias nella scuola e, soprattutto, contro il lavaggio del cervello dei bambini delle medie, delle elementari e persino dell’asilo a cui si vuole proporre una forzosa educazione al distaccamento dal genere del sesso biologico.
Di questa cultura sono portavoce persone come Roberta Metsola, la presidente del Parlamento Europeo ed esponente della cosiddetta “Soros List” che, pur avendo posizioni moderate sull’aborto tanto da essere benvista dal mondo clericale, è una sfegatata paladina della Lobby LGBTQ che in Europa, proprio dietro alle leggi a tutela delle donne e della partita di genere, sta portando avanti una compulsiva e invasiva propaganda gender mentre negli USA è già pronta a sdoganare la pedofilia.
Tra queste leader europee che propalano l’indottrinamento dei bimbi all’ipersessualizzazione e all’ideologia “gender fluid”, oggi maschio e domani femmina, la premier Giorgia Meloni non ha ancora davvero deciso da che parte stare…
A nostro modesto parere chi sta con la giovanissima Giulia, vittima di un orrendo crimine, non può stare con coloro che per affermare i diritti del gentil sesso sono pronte ad aggredire chi non la pensa come loro.
Carlo Domenico Cristofori
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FONTI PRINCIPALI
GOSPA NEWS – RELIGIONE CRISTIANA
GOSPA NEWS – NWO, MASSONERIA & COSPIRAZIONI
GOSPA NEWS – CRISTIANI PERSEGUITATI
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https://www.gospanews.net/2022/10/07/nobel-per-la-pace-allong-di-kiev-creata-da-soros-usa-per-il-golpe-in-ucraina-finanziata-pure-dalla-commissione-ue-che-arma-zelensky/