di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Clamoroso colpo di scena nell’inchiesta sulla strage del bus precipitato da un cavalcavia a Mestre dopo il nuovo esame sul cuore dell’autista Alberto Rizzotto.
Il supplemento di perizia richiede nuovi approfondimenti per una presunta cardipatologia, che potrebbe essere all’origine della morte del 40enne, alla guida dell’autobus di La Linea volato dal cavalcavia Superiore di Marghera il 3 ottobre scorso. Tragedia costata la vita a 21 persone, Rizzotto compreso, oltre al ferimento di altre 15.
L’approfondimento disposto dal sostituto procuratore Laura Cameli con un nuovo incarico alla cardiologa dell’università di Padova, Cristina Basso ha scoperto delle anomalie nell’organo cardiaco che rilanciano l’ipotesi della morte per un malore.
LA SMENTITA UFFICIOSA DEL MALORE DOPO LA PERIZIA DEL MEDICO PRO-VAX
«Stiamo notificando in queste ore l’incarico per l’approfondimento sul cuore dell’autista per avere, alla fine, un quadro complessivo. E proprio per questo provvediamo a fare anche esami che non sono probabilmente necessari».
Con queste parole il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi aveva annunciato la nuova indagine necroscopica etichettandola quasi come inutile, mentre ora sembra invece destinata a riscrivere la storia di una delle autopsie più controverse della storia della patologia forense.
Perché per settimane il magistrato aveva tenuto riservati i risultati sulla prima perizia suscitando le polemiche dei gruppi NO VAX. Soprattutto dopo la scoperta che non solo Alberto si era lamentato con gli amici per presunte reazioni avverse successive alle vaccinazioni Covid che gli erano necessarie per poter lavorare ma si era pure iscritto al gruppo Facebook Danni Collaterali come se volesse capire la natura di quei disturbi.
Poi una clamorosa, inspiegabile e gravissima fuga di notizie in mezzo a tanto riserbo (su cui si spera che la Procura indaghi per violazione del segreto istruttorio) aveva escluso malori evidenti e individuato come causa della morte la frattura del cranio causata dallo schianto dopo un volo nel vuoto di una quindicina di metri.
L’anticipazione ufficiosa era arrivata dopo gli accertamenti del professor Guido Viel, noto nell’ambito della medicina legale per la sua posizione sguaiatamente PRO-VAX e per aver escluso la correlazione tra un attacco cardiaco letale e i vaccini in un cinquantenne veneto morto poche ore dopo l’inoculazione del siero genico Covid.
«Alla luce della documentazione medica acquisita, però, era stato lo stesso medico legale che aveva eseguito l’esame, il professor Guido Viel, a suggerire l’utilità di indagini cardiologiche più specialistiche» scrive il Messaggero.
Il riferimento è ai presunti ricoveri al Pronto Soccorso di Alberto Rizzotto per alcuni disturbi al cuore poi smentiti dall’avvocato di famiglia che rappresenta anche il padre Luigi, ex generale dell’Aeronautica Militare comandante del 51° Stormo e del 103° gruppo a Istrana.
Un alto ufficiale in pensione che si trova in evidente imbarazzo di fronte a questioni connesse a ipotetiche reazioni avverse da vaccini visto che l’Arma Azzurra ha imposto l’obbligo di vaccinazione come tutte le altre Forze Armate italiane ma nessuna di esse ha mai svelato il numero di militari vaccinati deceduti o danneggiati.
Infatti lo Stato Maggiore della Difesa non ha mai risposto alle richieste formali delll’ex sindacalista del’Esercito Italiano Piero Angelo De Ruvo, ora membro del direttivo di Constitutio Italia, collaboratore di Gospa News e autore di un’inchiesta sui misteriosi malori improvvisi dei piloti delle aviazioni militari in Italia e negli USA.
«L’esame che la procura ha affidato alla cardiologa dell’università di Padova, Cristina Basso, è cominciato ieri, alla presenza degli altri cardiologi nominati dalle parti. Tutti esperti delle cosiddette morti “invisibili”, causate cioè da problemi cardiaci che sfuggono anche ai normali esami e che fino a una quindicina di anni fa restavano irrisolte» aggiunge il Messaggero.
Quello del malore è uno dei grandi punti interrogativi di questa inchiesta. Potrebbe spiegare la ragione per cui l’autobus è andato ad appoggiarsi sul guardrail, averci sbattuto ripetutamente per un tratto, fino a quel maledetto varco in cui il grande mezzo si è infilato per poi precipitare nel vuoto. Un malore, addirittura una morte improvvisa, potrebbe spiegare anche il fatto che l’autobus non abbia frenato. Al momento solo ipotesi, in attesa di riscontri.
Un decesso per attacco cardiaco che potrebbe essere stato determinato da quelle miocarditi/pericarditi che l’European Medicines Agency di recente ha ritenuto correlate a reazioni avverse letali tanto da indurre 7 eurodeputati a chiedere il ritiro dei sieri genici mRNA.
Ma la morte dell’autista potrebbe anche essere stata causata da eventuali fenomeni di coaguli di sangue con trombosi mortali, come rilevato in molte autopsie nel cuore dei vaccinati.
LE TRACCE EVIDENTI DI PROBLEMATICHE CARDIOPATOLOGICHE
Uno degli avvocati che seguono le persone coinvolte nel procedimento giudiziario ha confermato che il perito di parte ha riscontrato evidenti tracce oggettive di problematiche cardiopatologiche
, non si sa ancora se lesioni da miocarditi o ostruzioni venose da trombi, che saranno oggetto dell’approfondimento istologico del 21 dicembre prossimo.
«Ieri, dunque, questo nuovo sezionamento del muscolo cardiaco che agli occhi della professoressa e degli altri consulenti, avrebbe rilevato qualcosa di anomalo, da approfondire con ulteriori indagini. Insomma l’esame dovrà proseguire. I tempi fissati dalla procura per arrivare a una conclusione sono relativamente stretti. Entro il 10 gennaio la professoressa Basso dovrà depositare la sua relazione» spiega ancora il Messaggero.
Una volta appurata la natura delle anomalie al cuore dell’autista si dovrà stabilire da quale cardiopatologia sarebbero state determinate e se possa esistere un’eventuale correlazione con i vaccini Covid che Rizzotto si era fatto inoculare.
L’eventuale accertamento del decesso quale effetto indesiderato dei sieri genici mRNA potrebbe spalancare la porta di una causa delle vittime dell’incidente contro le Big Pharma dei vaccini sperimentali, immessi in commercio nonostante manipolazioni e occultamenti nei trials clinici ma anche senza importanti studi sulla genotossicità che può causare problematiche infiammatorie analoghe alle miocarditi.
I TIMORI DI PRESSIONI ISTITUZIONALI SUL PERITO DELLA PROCURA
Si spera che l’esperta medica legale Cristina Basso, incaricata del supplemento di perizia sul cuore dalla Procura di Venezia, nell’adempiere al suo incarico non si lasci condizionare dai suoi pregiudizi scientifici sulle correlazioni tra miocarditi e sieri genici mRNA e nemmeno dall’ambiente di lavoro all’interno dell’Università di Padova che è l’ateneo capofila del progetto ministeriale del Centro nazionale per lo sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a RNA accanto alle Big Pharma dei vaccini e all’Università di Roma Tor Vergata di cui era rettore l’attuale Ministro della Salute Lorenzo Schillaci.
Proprio Schillaci, infatti, ha appena rilanciato la campagna vaccinale Covid soprattutto per i pazienti fragili nonostante non esistano studi sulla sicurezza per tale categoria di persone: una circostanza che ha fatto finire sotto inchiesta per omicidio, falso ideologico e immissione in commercio di farmaci pericolosi l’ex ministro Roberto Speranza, di cui Schillaci era consulente.
Per fortuna, a differenza della prima perizia sul corpo di Alberto Rizzotto condotta solo dai consulenti della Procura, questa volta sono presenti anche i consulenti di parte delle persone indagate, tra cui il titolare dell’azienda di trasporto del bus e i funzionari del Comune di Venezia deputati al controllo della viabilità stradale e, di conseguenza, delle condizioni di sicurezza del viadotto.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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LE ALTRE IPOTESI DELL’INCIDENTE
Estratto da Il Messaggero
L’altro grande interrogativo riguardo lo stato del mezzo, con la ricerca di un possibile guasto, all’origine della perdita di controllo e del successivo volo. Su questo fronte, ieri, hanno iniziato il loro lavoro i due nuovi consulenti nominati dalla procura, i professori di ingegneria industriale di Padova, Roberto Lot e Giovanni Meneghini. In mattinata, insieme al pubblico ministero, ai legali dei tre indagati (l’amministratore di La Linea e i due tecnici del Comune), ai vari consulenti nominati dalle parti, hanno preso visione della carcassa del mezzo, ancora in deposito all’ex mercato ortofrutticolo di Mestre.
Qui hanno deciso di asportare lo sterzo tra le ruote anteriori, compresi i due perni di collegamento, uno andato distrutto, l’altro rimasto integro. Tutto materiale che sarà portato in laboratorio per essere sottoposto a prove di metallurgia. Obiettivo: capire se la rottura di quel perno è stata causata dall’urto con il guardrail, dalla caduta o è addirittura antecedente e in questo caso all’origine dell’incidente. I consulenti prepareranno un crono programma dei prossimi test. La risposta è attesa per febbraio.
Per il 5 dicembre, intanto, tornerà in sopralluogo anche il perito che sta esaminando lo stato della strada e soprattutto del guardrail. Mentre negli stessi giorni dovrebbe arrivare una risposta anche dalla consulenza informatica sulle scatole nere del mezzo e sul cellulare di Rizzotto. Tutti tasselli che si dovranno ricomporre per rispondere ai tanti perché di questa tragedia.
FONTI PRINCIPALI
GOSPA NEWS – INCHIESTE COVID, BIG PHARMA & VACCINI
GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE
https://www.gospanews.net/2023/10/08/strage-bus-autopsia-segreta-sul-malore-dellautista-vaccinato-bufera-social-contro-il-riserbo-della-procura/