VACCINI mRNA KILLER. 14 MODI IN CUI POSSONO UCCIDERE. Sintesi dei Più Scioccanti Studi Mondiali per Patologia
di Fabio Giusepe Carlo Carisio
I vaccini mRNA Covid, promossi e finanziati dal “complotto” di immunizzazione globale di Bill Gates, possono essere ritenuti ancora sperimentali in quanto rimangono pericolosi per centinaia di tipologie di reazioni avverse che troppo spesso si rivelano letali.
Sono da ritenere a tutti gli effetti sperimentali nonostante abbiano già ricevuto nelle prime versioni base l’approvazione definitiva dalla FDA americana e dall’EMA consentendo ai successivi aggiornamenti booster di richiedere autorizzazioni di emergenza basate su un numero inferiore di dati sui trials clinici sulle cavie umane.
Oggi analizzeremo in estrema sintesi le principali cause di danni all’organismo umano che purtroppo si sono già rivelate fatali e non si sa quali effetti aberranti produrranno in futuro sia sui vaccinati che sui loro eredi genetici.
Lo faremo solo sulla base di studi pubblicati sulle più importanti riviste mediche e scientifiche mondiali.
La loro pericolosità e letalità è stata ormai ammessa anche dai regolatori internazionali dei farmaci che però nascondo un olocausto di vaccinati morti dietro al dito dell’aggettivo “rari” basato su percentuali che calcolano a loro piacimento, manipolando le cause di morte e addirittura omettendo importanti rilevazioni.
Basti pensare che i dati sulle Infezioni-breccia da Covid, Covid-breakthrough in Inglese, chiamate eufemisticamente “fallimenti vaccinali” dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) hanno smesso di essere conteggiate dal CDC (Centers for Disease Control) negli USA e sono sempre state calcolate in modo sospetto al ribasso dalla piattaforma Eudravigilance nell’Unione Europea e dall’AIFA in Italia.
Ciò non è di scarsa rilevanza perché in mancanza di una certificazione di morte per “infezione-breccia” nelle statistiche il decesso può invece essere registrato come causato dal Covid senza specificare lo stato di vaccinazione.
Un altro caso eclatante è stata la sospensione da parte delle autorità sanitarie francese delle autopsie nei pazienti deceduti per la Sindrome della Mucca Pazza umana, la malattia neurocerebrale di Creutzfeldt-Jacob, correlata ai vaccini da una ricerca sui prioni killer di Luc Montagnier pubblicata postuma dai suoi amici e colleghi scienziati Jean-Claude Perez e Claire Moret-Chalmin, entrambi della Fondazione Montagnier.
In Italia, invece, è ben nota la tendenza di non effettuare autopsie sui giovanissimi deceduti per malori improvvisi che avrebbero potuto essere imputabili alle miocarditi letali causate dai vaccini mRNA di Moderna e Pfizer-Biontech come di recente ammesso dall’European Medicines Agency dopo due anni di minimizzazione del fenomeno.
Alla luce di tutto ciò è opportuno oggi fare un riassunto dei vari fenomeni biochimici che hanno già gravemente danneggiato o ucciso decine di miliagia di persone nel mondo.
Cominciamo dalle scoperte più recenti per terminare con le più note come quelle delle problematiche cardiovascolari che, come vedremo, avrebbero un’eziologia infiammatoria già individuata…
M1Ψ: La Molecola Umana di Frankenstein Diabolicamente Alterata
Un’illuminante ricerca scientifica dell’Università di Cambridge (UK) ha confermato alla comunità scientifica mondiale l’utilizzo sperimentale e pericoloso nei sieri genici mRNA di Pfizer-Biontech e Moderna di quella che non esitiamo a definire la “Molecola di Frankestein” perché una componente biologica umana è stata modificata per ben due volte in laboratorio.
Si tratta della doppia alterazione dell’Uridina trasformata in Pseudourina con la prima alterazione biochimica sintetica e poi in N1-metilpseudouridina siglata “m1Ψ” quale acronimo di N1-methyl-Ψ in cui la lettera greca “Psi” è stata usata per denominare la Psueudoridina.
Fu oggetto di uno studio della biofisica Stephanie Seneff del MIT di Cambridge (USA) che scrisse:
«Una svolta è arrivata quando si è scoperto sperimentalmente che l’mRNA che codifica per la proteina spike poteva essere modificato in modi specifici che avrebbero essenzialmente ingannato le cellule umane facendole riconoscere come innocuo RNA umano. Un articolo fondamentale di Karikó et al. (2005) ha dimostrato attraverso una serie di esperimenti in vitro che una semplice modifica all’mRNA tale che tutte le uridine fossero sostituite con pseudouridina potrebbe ridurre drasticamente l’attivazione immunitaria innata contro l’mRNA esogeno».
Il riferimento è alla ricercatrice ungherese di recente premiata con il Nobel per la Medicina proprio per tale invenzione “diabolica”…
Proseguivano Seneff e colleghi: «Le cellule immunitarie che hanno assorbito le nanoparticelle del vaccino rilasciano in circolazione un gran numero di esosomi contenenti proteine spike insieme a microRNA critici che inducono una risposta di segnalazione nelle cellule riceventi in siti distanti. Identifichiamo anche potenziali profondi disturbi nel controllo normativo della sintesi proteica e nella sorveglianza del cancro».
Non solo. «Questi disturbi hanno potenzialmente un nesso causale con malattie neurodegenerative, miocardite, trombocitopenia immunitaria, paralisi di Bell, malattie del fegato, compromissione dell’immunità adattativa, compromissione della risposta al danno del DNA e oncogenesi».
I ricercatori britannici dell’Unità di tossicologia MRC dell’Università di Cambridge hanno oggi fatto una scoperta clamorosa che conferma implicitamente la pericolosità dell’azione della Pseudouridina successivamente modificata ulteriormente.
«I ricercatori hanno identificato che le basi con una modifica chimica chiamata N1-metilpseudouridina – che sono attualmente contenute nelle terapie a base di mRNA – sono responsabili degli “scivolamenti” lungo la sequenza dell’mRNA» ha evidenziato un ‘articolo pubblicato sul sito dell’ateneo britannico.
La gravità del fenomeno è stata spiegata in modo eccellente dalla biologa molecolare canadese Jessica Rose:
«Il documento fornisce prove della formazione di proteine “fuori bersaglio” o non intenzionali in seguito alla vaccinazione con BNT162b2 a causa del frameshifting. Considerato il meccanismo proposto, è probabile che esista un problema simile per il prodotto Moderna».
La biologa del Canada poi aggiunge:
«Gli autori scrivono che la N1-metilpseudouridina influenza la fedeltà della traduzione dell’mRNA attraverso lo stallo ribosomiale che induce il frameshifting (“scivolamento”). Il frameshifting si traduce nella produzione di proteine multiple, uniche e potenzialmente aberranti». Con tutte le conseguenze patologiche elencate nella ricerca di Seneff. Per approfondire questo argomento leggi l’inchiesta dettagliata pubblicata da Gospa News.
I Frammenti di DNA di Spike e Gene SV40 Oncogeno
Il titolo di un nuovo studio è già di per sé estremamente eloquente: “Frammenti di DNA rilevati nei vaccini monovalenti e bivalenti Pfizer/BioNTech e Moderna modRNA COVID-19 dell’Ontario, Canada: relazione esplorativa dose-risposta con eventi avversi gravi”.
L’autore principale dello studio, il virologo molecolare David Speicher che ha conseguito un dottorato in virologia, ha dichiarato a The Epoch Times che il loro studio è “il più grande studio” sul DNA residuo nei vaccini COVID-19 fino ad oggi.
“Nel nostro studio abbiamo misurato le copie di DNA dei geni spike, Ori (origine di replicazione) e enhancer di SV40”, ha dichiarato a The Epoch Times. “I carichi di SV40 enhancer-promotori, Ori e virus spike di Pfizer arrivano a 186 miliardi di copie per dose”.
La spike a cui si riferisce è la sequenza di DNA della proteina spike della SARS-CoV-2, che può essere trascritta in mRNA spike da utilizzare nei vaccini COVID-19 mRNA da tradurre in proteina spike. Gli altri due DNA – i geni enhancer promoter, Ori di SV40 – contribuiscono a facilitare la replicazione del DNA spike.
Va sottolineato che il gene enhancer SV40 è una sequenza genetica del poliomavirus simian virus 40 (SV40), un virus a DNA noto perché causa il cancro negli animali da laboratorio. Il gene non è il virus SV40 stesso.
Una volta che l’mRNA e il DNA sono stati prelevati dai batteri, il DNA dovrebbe essere rimosso.
Tuttavia, non è stato eliminato in modo efficiente, come suggeriscono i miliardi di copie di DNA spike, Ori e SV40 enhancer rilevati nelle fiale Pfizer. Anche nelle fiale Moderna sono stati trovati diversi milioni di copie di DNA Ori e spike, ma il gene potenziatore SV40 non è stato rilevato.
MODERNA Consapevole dei rischi Cancro della Biotecnologia mRNA
Il bioimmunologo Robert Malone è parso nei giorni scorsi all’udienza sulle “Lesioni causate dai vaccini COVID-19” (link tra le fonti) guidata dalla deputata Marjorie Taylor Greene (R-Ga.), durante la quale ha rivelato come il brevetto di Moderna dimostra che le sue fiale di “vaccino” contro il coronavirus di Wuhan (COVID-19) contengono miliardi di frammenti di DNA e altri contaminanti legati a difetti congeniti e cancro.
Leggiamo infatti nel brevetto dell’agosto 2019 sui vaccini mRNA contro il virus parainfluenzale umano 3 (HPIV-3) quanto segue:
“L’iniezione diretta di DNA geneticamente modificato (ad esempio DNA plasmidico nudo) in un ospite vivente fa sì che un piccolo numero delle sue cellule producano direttamente un antigene, determinando una risposta immunologica protettiva. Da questa tecnica, tuttavia, derivano potenziali problemi, inclusa la possibilità di mutagenesi inserzionale, che potrebbe portare all’attivazione di oncogeni o all’inibizione di geni oncosoppressori”.
Sette Studi Mondiali correlano il Turbo-Cancro ai Vaccini mRNA
«Come internista e specialista, è difficile per me credere che un nuovo prodotto biologico in grado di causare malattie cardiache, neurologiche, trombotiche e immunologiche possa anche svolgere un ruolo nell’avvio e nell’accelerazione dell’oncogenesi».
Questo è l’inizio di un articolo pubblicato da Peter A. McCullough, MD, MPH sul suo Substack Courageous Discourse. Non è l’unico in cui il famoso cardiologo e blogger americano rilancia un importante studio internazionale sul fenomeno del turbo-cancro.
Nelle nostre differenti inchieste sull’argomento abbiamo già pubblicato almeno 7 studi che ipotizzano una correlazione diretta coi vaccini Covid.
Ecco cosa hanno detto gli autori:
«Proponiamo che la disfunzione simultanea di entrambi i nervi facciali e trigeminali, probabilmente attraverso l’infiammazione e l’autoimmunità mediata dalle cellule T contro la mielina dei nervi periferici, abbia prodotto un deterioramento della risposta delle cellule T e abbia soppresso la risposta immunitaria antitumorale innata nel nostro paziente, facilitando il potenziale metastatico del carcinoma basocellulare».
«Ciò implica che l’mRNA e/o la proteina Spike compromette il sistema di sorveglianza naturale del corpo contro il cancro, quindi questo paziente con un cancro facciale incipiente o latente era condannato dopo aver fatto l’iniezione» ha sottolineato McCullough.
Ad esso si sono aggiunti quelli citati dall’oncologo canadese William Makis, che ha pubblicato l’agghiacciante indagine “Glioblastoma del cancro al cervello: tumori di grandi dimensioni, non responsivi alle cure, recidiva più aggressiva. Caratteristiche PRINCIPALI del vaccino contro i tumori cerebrali turbo mRNA COVID-19. 16 nuovi casi tragici”
Come notato da Makis, stiamo assistendo alla comparsa di tumori a crescita rapida del seno, del colon, dell’esofago, dei reni, del fegato, del pancreas, del dotto biliare, del cervello, dei polmoni e del sangue, compresi tipi di cancro estremamente rari.
«Ma non è tutto. Questi tumori si manifestano tra i giovani, molti dei quali sotto i 30 anni, senza alcuna storia familiare di cancro. Si manifestano nelle donne incinte e nei bambini piccoli. Altrettanto strano è il fatto che la maggior parte si trova allo stadio 3 o 4 al momento della diagnosi, eppure i sintomi sono comparsi solo giorni o settimane fa» ha aggiunto il medico osteopatia Joseph Mercola.
SpikePatia: un solo Nome per le Patologie della Proteina Patogena
Una ricerca antologica che riassume tutti i più i importanti studi sulle patologie causate dai sieri genici mRNA antiCovid è stata pubblicata il 17 giugno, sottoposta a revisione paritaria il 17 luglio, accettata il 24 luglio e pubblicata il 17 agosto sulla rivista specializzata Biomedicine degli autorevoli giornali medici svizzeri MDPI.
Si intitola «“Spikeopathy”: COVID-19 Spike Protein Is Pathogenic, from Both Virus and Vaccine mRNA – “Spike-patia”: la proteina Spike del COVID-19 è patogena, sia dall’mRNA del virus che da quello del vaccino».
«La parola ‘spikeopatia’ è stata coniata dalla ricercatrice francese Alexandra Henrion-Caude in una conferenza e dati i vari e sostanziali effetti patologici della proteina spike SARS-CoV-2, suggeriamo che l’uso del termine avrà valore euristico» ha evidenziato lo studio.
E’ un colossale lavoro di letteratura scientifica basato su ben 253 studi nei quali vengono citati i più significativi sulla tossicità della proteina Spike e dei vaccini che la innescano nell’organismo attraverso i vettori mRNA, pubblicati negli ultimi due anni dagli scienziati che abbiamo ripetutamente citato su Gospa News fin dai primi mesi di distribuzione di queste nuove sperimentali e pericolose biotecnologie farmacologiche all’inizio de 2021.
L’intervista al bioimmunologo Mauro Mantovani ha cercato di spiegare il motivo della pericolosa e dannosa persistenza della tossica proteina Spike nell’organismo dei vaccinati che dovrebbe restare in circolo solo 24-48 ore, ovvero il tempo necessario per innescare la reazione degli anticorpi, e invece è stata trovata nel sangue di un vaccinato danneggiato anche dopo 2 anni.
Il meccanismo era stato svelato dall’esperto di genomica americano Kevin McKernan che aveva rilevato la presenza di miliardi di plasmidi (molecole di RNA) della Spike in continua riproduzione.
Il bioimmunologo spiega però che questa glicoproteina spike è sensibilmente, ma sostanzialmente diversa da quella virale che definiamo wild type.
«Questa diversità è determinata fondamentalmente dalla presenza di un aminoacido ripetuto due volte in successione (doppia Prolina o P-P) e che determina quella che in gergo si chiama una Sequenza cerniera, rappresentata da un dodecapeptide (12 aminoacidi, tra cui la doppia Prolina)».
Spike-Demia: ovvero Disturbi Riccorrenti da Sindrome Post-Vaccinale (PCVS)
Dal’India arriva uno studio dirompente sulla sindrome vaccinale post-coronavirus (PCVS) pubblicato su Science Direct pochi giorni fa, il 10 novembre 2023, dopo revisione paritaria.
La ricerca è talmente agghiacciante da legittimare la creazione del neologismo SPIKE-DEMIA,ovvero la “pandemia” di vaccinati danneggiati dalla proteina tossica Spike, manipolata in laboratorio da scienziati criminali.
i ricercatori indiani evidenziano percentuali angoscianti:
“La percentuale di partecipanti che hanno avuto almeno una PCVS è stata dell’83,9% (146) nel gruppo che ha ricevuto dosi di richiamo e del 50,2% (117) nel gruppo che non le ha ricevute. La QoL era di 0,9 ± 0,15 nel gruppo che ha ricevuto dosi di richiamo e di 0,96 ± 0,11 nel gruppo che non le riceveva. È stata riscontrata una differenza statisticamente significativa nella prevalenza di PCVS e QoL tra coloro che hanno ricevuto la dose di richiamo e quelli che non hanno ricevuto la dose di richiamo”.
Ecco la loro conclusione: «Nello studio, abbiamo osservato la prevalenza del PCVS ed era simile a quella del COVID a lungo termine; è diminuito nel tempo ed è aumentato in seguito all’immunizzazione di richiamo».
Tossicità delle Inoculazioni Muscolari nota all’EMA
«Studiando meticolosamente tutta la documentazione prodotta da EMA per giustificare l’approvazione del cosiddetto vaccino Comirnaty della Pfizer/ BioNTech ho scoperto, non senza sconcerto e indignazione, che in quella stessa documentazione era contenuta la prova schiacciante che EMA sapeva, o quantomeno non poteva non sapere, che quel prodotto era inadeguato alla somministrazione intramuscolare».
E’ quanto dichiara il chimico italiano Gabriele Segalla alla luce del suo nuovo studio pubblicato in peer-review sulla rivista scientifica americana International Journal of Vaccine Theory, Practice, and Research (IJVTPR), con il titolo “Citotossicità Apparente e Citotossicità Intrinseca dei Nanomateriali Lipidici Contenuti in un Vaccino a mRNA COVID-19”.
Dopo il primo studio pubblicato il 26 gennaio 2023, il dott. Segalla ha approfondito ulteriormente la questione, riuscendo a risalire a quella che potrebbe essere definita la “pistola fumante”, sul cui calcio si riscontrano le impronte inconfutabili di EMA.
«Un altro pericolo taciuto dal fabbricante e da EMA – continua Segalla – riguarda la stessa piattaforma mRNA. I lipidi ionizzabili utilizzati per la formazione delle nano particelle che veicolano l’mRNA, sebbene apparentemente neutri ed innocui, una volta introdotti e rilasciati all’interno della cellula, attraverso un meccanismo di tipo “cavallo di Troia”, assumono una elevata carica elettrica positiva, rivelando così tutta la loro citotossicità intrinseca e il loro potenziale distruttivo intracellulare».
Nanoparticelle Lipidiche Tossiche e Infiammatorie con Rischi Ereditari
«Altrettanto incomprensibilmente inadempiente e in netto contrasto con l’ormai consolidata prassi regolatorio-tossicologica attinente alle nanoforme, appare quanto riportato nella Sezione 11 (Informazioni tossicologiche) della Scheda di Sicurezza della Pfizer-BioNTech, in riferimento al prodotto Comirnaty: “Non sono state condotte indagini approfondite sulle proprietà tossicologiche” (Figura 10)».
Quanto denunciato in esclusiva da un’inchiesta di Gospa News nel febbraio 2022 assurge ora a dignità di pubblicazione scientifica internazionale e finisce pure nell’esposto di un sindacato della Polizia di Stato!
Senza conoscersi il giornalista, ovvero lo scrivente, e il biochimico Gabriele Segalla sono giunti alla medesima eclatante scoperta in tempi pressoché identici analizzando la documentazione confidenziale rilasciata dalla casa farmaceutica di New York per ottenere l’autorizzazione all’uso di emergenza dei sieri genici mRNA per il Covid dalla Food and Drug Administration (FDA) l’ente americano regolatore dei farmaci.
La sua ricerca, «condotta per motivi scientifici ed etici» da studioso indipendente senza alcun finanziamento, è stata pubblicata sul Quaderno 2 dell’ottobre 2022 della rivista scientifica italiana Disinfection ed ha avuto una successiva enorme eco con la pubblicazione revisionata sull’International Journal of Vaccine negli USA il 26 gennaio 2023. L’autore è dottore in Chimica Pura (Chimica Organico – Biologica), specialista in Chimica delle micro- emulsioni e dei sistemi colloidali.
Finora, infatti, nessuno scienziato aveva scoperto in un solo studio pubblicato ben 4 differenti e ignote cause di criticità tossicologica delle nanoparticelle lipidiche usate come vettori mRNA dell’antigene della proteina Spike PS2 (di per sé stessa a sua volta altamente tossica come appurato da altre precedenti ricerche).
Già i medici del Thomas Jefferson University Hospital di Philadelphia avevano accertato, con uno studio empirico sui topi, la pericolosità altamente infiammatoria di tali nanomateriali per il loro rischio di “inibire” o “alterare” le risposte immunitarie in modo “duraturo” col rischio di danni ereditari. I ricercatori ovviamente si cautelarono dicendo non necessariamente le reazioni avverse sugli animali da laboratorio più simili all’uomo per corredo genetico si sarebbero verificate anche nelle persone.
POTS: Nuova Allarmante Patologia tra i Vaccinati
La pandemia di COVID-19 getta un’ombra preoccupante sotto forma di sindrome da tachicardia ortostatica posturale (POTS).
Questo sconcertante problema di salute (segnalato anche dalla famosa rivista scientifica Science in un recente articolo – nota di Gospa News), caratterizzato da un significativo aumento della frequenza cardiaca quando si è in piedi, sta guadagnando una crescente attenzione nella comunità medica a causa di un aumento dei casi.
POTS rientra nella più ampia categoria di disturbi chiamati disautonomia. Significa un malfunzionamento del sistema nervoso autonomo, che controlla silenziosamente funzioni cruciali come la respirazione, la digestione e la frequenza cardiaca. Quando questo sistema vacilla, come nella POTS, può minare la salute e la qualità della vita quotidiana.
Sheramy Tsai, BSN, RN, un’infermiera esperta con una carriera di scrittrice decennale, segnalato il problema in un articolo scientifico pubblicato negli USA.
«Storicamente, la POTS è stata vista come una malattia rara. Dysautonomia International, una delle principali organizzazioni senza scopo di lucro dedicata alla ricerca e alla consapevolezza della disautonomia, stima che la POTS colpisca circa 6 milioni di americani. Questo numero è raddoppiato dall’inizio della pandemia di COVID-19, hanno riferito. Tuttavia, a causa della natura sfuggente della malattia e della limitata consapevolezza nella comunità sanitaria, la prevalenza effettiva potrebbe essere significativamente più alta».
Miocarditi e Pericarditi Letali accertate dall’EMA in Correlazione Spikevax e Comirnaty
«Essendo stato riconosciuto che i vaccini hanno effetti nocivi gravissimi e potenzialmente letali per i pazienti riceventi e che la loro sicurezza ed efficacia sono ancora incerte, e considerando il rischio trascurabile di morte per il virus e l’attuale disponibilità di cure, può la Commissione far sapere: se intende revocare le autorizzazioni all’immissione in commercio dei vaccini in questione; in che modo intende affrontare i gravi danni alla salute e prevenire la morte dei cittadini vaccinati».
Francesca Donato (NI) – nell’immagine di copertina, Virginie Joron (ID), Marcel de Graaff (NI), Sergio Berlato (ECR), Mislav Kolakušić (NI), Sylvia Limmer (ID), Cristian Terheş (ECR) sono i parlamentari europei che il 29 settembre 2023 hanno presentato una ficcante e circostanziata “Interrogazione prioritaria con richiesta di risposta scritta P-002869/2023 alla Commissione” in cui di fatto si sollecita il ritiro dal mercato dei sieri genici mRNA antiCovid denominati Comirnaty (Pfizer-Biontech) e Spikevax (Moderna) proprio nel momento in cui è appena cominciata la campagna di vaccinazione con l’incubo della doppia somministrazione del vaccino contro la malattia del virus SARS-Cov-2 e quello antinfluenzale.
La loro istanza giunge in seguito all’aggravamento dell’allarme sugli effetti indesiderati comunicato dall’EMA per questi due farmaci, ritenuti però delle terapie geniche nello studio di una biologa francese.
«Il 1º settembre 2023 l’Agenzia europea per i medicinali ha aggiornato le autorizzazioni all’immissione in commercio dei vaccini Comirnaty e Spikevax (link a fondo pagina tra le fonti, punti 4.4 per entrambi i prodotti – ndr), evidenziando nell’allegato I delle autorizzazioni all’immissione in commercio di entrambi i prodotti l’accresciuto rischio di miocardite e pericardite, che talvolta comportano ricoveri in terapia intensiva o addirittura la morte, principalmente tra i giovani».
Tali patologie dell’organo cardiaco sono di natura infiammatoria e pertanto rappresentano una quasi ovvia conseguenza delle molteplici tossicità elencate nei precedenti punti di questa sintesi sui pericoli dei sieri genici mRNA Spikevax e Comirnaty.
Pericolo Ictus Ischemico col Doppio Vaccino Covid-Influenza
La notizia sui rischi di sviluppare Ictus Ischemici per le persone con più di 65 anni a causa della somministrazione combinata del siero genico mRNA Covid e con il vaccino antinfluenzale è diventata virale dopo che è stata rilanciata dai media di mainstream americani NBC e CNN sulla base di uno studio della Food and Drug Administration.
Ma tale documento in pre-print non fa altro che confermare lo scoop fatto ben 12 giorni fa da Gospa News in relazione a una altra ricerca, anch’essa in attesa di revisione, condotta però grazie a un finanziamento del NIAD (Istituto Nazionale Infezioni e Allergie) dell’Istituto Nazionale della Salute (NHS) degli USA.
Come avevamo anticipato allora quello studio appariva dirompente soprattutto per il fatto che è stato condotto da ricercatori in palesi conflitti d’interessi con le principali Big Pharma dei vaccini (Pfizer, Moderna e GSK).
Ora anche la FDA ribadisce la medesima circostanza ma ancora non sembrano esserci state reazioni dal CDC (Centers for Diseases Contol), dal Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) ma nemmeno del Ministero della Salute in Italia che hanno raccomandato, allo stesso modo, la somministrazione combinata dei due vaccini contro la quale alcuni medici di basi si sarebbero già opposti.
Allarme Sclerosi Multipla tra i Vaccinati
«Sono rimasto scioccato quando ho saputo che la società della sclerosi multipla stava promuovendo la vaccinazione contro il COVID-19 senza informazioni sulla sicurezza in questa popolazione vulnerabile».
Con queste parole è il cardiologo americano Peter McCullough, sempre attento alle più significative ricerche scientifiche mondiali, a rilanciare lo studio condotto dai ricercatori della Fondazione Mondino IRCCS (Istituto Neurologico Nazionale a Carattere Scientifico) di Pavia, insieme ai colleghi del Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e Comportamentale dell’Università di Pavia.
La ricerca è di cruciale importanza perché evidenzia un numero di casi di insorgenza/manifestazione della SM superiore dopo la vaccinazione Covid (13) rispetto a quelli successivi all’infezione del virus SARS-Cov-2 (8), conferma un allarme già lanciato dal precedente documento pubblicato da Y. Qiu et al. dell’Università Ospedaliera di Zurigo nel 2022(prima sparito ma ora riapparso sul sito dell’OMS), e non può essere messo in discussione in quanto è stato revisionato e pubblicato su Zenodo (piattaforma europea gestita dal CERN) su Viruses di MDIP e su PubMed, archivio dell’Istituto Nazionale per la Salute americano (NIH).
Non solo. La ricerca, che vede come prima firmataria Eleonora Tavazzi, dal 2021 ricercatrice della Fondazione Mondino (che proprio in questi giorni, dal 27 novembre, festeggerà il suo 50° anniversario), è stata finanziata dal Ministero della Salute italiano (2022-2024).
Nei Vaccini il Gene della Resistenza agli Antibiotici
In tali prodotti farmacologici basati su una biotecnologia sperimentale ci sarebbe anche il gene della resistenza agli antibiotici.
Lo ha denunciato il biochimico americano Robert Malone, lo ha confermato implicitamente lo studio di una delle massime autorità sanitarie pubbliche spagnole un anno fa.
Nonostante ciò il ministro Schillaci, che è un noto dirigente medico già Rettore dell’UNiversità di Roma Tor Vergata, ha appena lanciato la Campagna di Sensibilizzazione 2023 sull’Antibiotico-resistenza occultando completamente ogni ipotetica correlazione di tale fenomeno coi vaccini mRNA.
Il dottor Malone ha rivelato come il brevetto di Moderna dimostra che le sue fiale di “vaccino” contro il coronavirus di Wuhan (COVID-19) contengono miliardi di frammenti di DNA e altri contaminanti legati a difetti congeniti e cancro.
Scienziati provenienti da Stati Uniti e Canada sono riusciti a mettere le mani su fiale non aperte del vaccino anti-COVID di Moderna ed hanno scoperto un gran numero di frammenti di DNA nella preparazione dell’RNA, a cui hanno applicato strumenti di ricostruzione standard per vedere come apparivano i DNA plasmidici circolari.
La documentazione indica che nelle fiale sono presenti alcune sequenze di DNA che normalmente non sono ammesse in qualsiasi cosa destinata agli esseri umani, “non ultimo il gene della resistenza agli antibiotici”, ha spiegato il biochimico americano.
Pedro José Alcolea ha un dottorato in Biochimica e Biologia Molecolare e una laurea in Biologia presso l’Università Complutense di Madrid. Ha svolto la sua ricerca post-dottorato a Seattle (Stati Uniti) presso il Global Infectious Diseases Research Center.
Di lui vanno molto fieri in Spagna per il suo lavoro presso Consejo Superior de Investigaciones Científicas di Madrid, una delle massime autorità spagnole, paragonabile al Consiglio Nazionale delle Ricerche in Italia, che ha presentato un candidato vaccino innovativo confermando l’implicitamente l’allarme di Malone.
«I vaccini SARS-CoV-2 attualmente in uso hanno contribuito a controllare la pandemia di COVID-19. Ciononostante, l’elevato tasso di mutazione, soprattutto nella glicoproteina “spike” (S), sta causando la comparsa di nuove varianti. L’utilizzo esclusivo di questo antigene rappresenta uno svantaggio che può ridurre l’efficacia di questi vaccini. Qui presentiamo un candidato vaccino a DNA che contiene i geni che codificano le proteine S e nucleocapside (N) implementate nel vettore plasmidico di espressione dei mammiferi non replicativo, pPAL. Questo plasmide è privo di geni di resistenza agli antibiotici e contiene un marcatore selezionabile alternativo per la produzione».
L’Incubo dei Nanotubi di Grafene aleggia nei Brevetti di mRNA Moderna
La “vexata quæstio” sulla presenza dell’Ossido di Grafene (GO) torna di clamorosa attualitàgrazie alla scoperta fatta da un informatico italiano di due brevetti della casa farmaceutica Moderna di Cambridge (Massachusetts), finanziata da Bill Gates e dall’agenzia militare DARPA del Pentagono USA grazie alla supervisione del famigerato virologo americano Anthony Fauci.
Non è la prova tangibile e concreta della presenza del GO nei sieri genici Covid mRNA ma conferma che già nel 2013 la Big Pharma brevettò l’uso di nanotubi di carbonio in uno studio per la realizzazione di un vaccino contro il cancro basandosi su una precedente ricerca cinese.
Non solo. Quel brevetto è stato citato tra quelli su cui si è basata la costruzione del mRNA-1273 COVID-19 VACCINE noto con il nome commerciale di Spikevax. Questi importanti indizi probatori sull’utilizzo dei derivati di carbonio come l’ossido di grafene.
Conclusione dedicata ai Ministri Speranza e Schillaci
Dulcis in fundo rammentiamo che l’ex Ministro della Salute Roberto Speranza è stato indagato dalla Procura della Repubblica di Roma per omicidio, falso ideologico e immissione in commercio di farmaci pericolosi per varie accuse nella gestione dell’emergenza pandemica.
Tra le più pesanti c’è quella di aver raccomandato i sieri genici mRNA e mDNA (quando c’era ancora AstraZeneca) sebbene in totale assenza di sedi sull’efficacia, sulla genotossicità e sulla sicurezza per i pazienti più fragili.
L’attuale Ministro della Salute Orazio Schillaci, in enormi conflitti d’interessi con le Big Pharma dei vaccini su cui ha pure avviato speculazioni finanziarie, sta emulando il suo predecessore con la medesima raccomandazione nonostante, a differenza di allora, l’Agenzia Italiana del Farmaco abbia messo ben in evidenza, in una nota allegata alle circolari ministeriali, che questi studi, fino alla primavera, 2023, non erano mai stati eseguiti sulle persone immunodepresse.
Forse perché per Moderna e Pfizer-Biontech sono equiparabili a cavie umane da laboratorio col vantaggio di essere gratuite e inconsapevoli?
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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