di Redazione Gospa News International
Proprio mentre il regime sionista di Israele del premier Benjamin Netanyahu prende di mira a gaza anche una parrocchia della Chiesa Cattolica, dopo aver distrutto un ospedale di quella Evangelica e il luogo di preghiera della Chiesa ortodossa facendo centinaia di vittime complessivamente, l’altro sionista Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, si prepara a nuove persecuzioni contro i Cristiani minacciando l’arresto del Patriarca di Mosca Kirill.
Appare pertanto palese la strategia NaziSionista ispirata dalle radici di quella Massoneria che da circa 2 secoli vuole distruggere il Cristianesimo e che oggi si fa sempre più forte grazie alla protezione ideologica, geopolitica e militare della NATO orientata verso quella dittatura del Nuovo Ordine Mondiale teorizzata da George Soros nel 1993 in un articolo sul suo sito di Open Society.
In poche righe abbiamo sintetizzato le evidenze emerse in decine di inchieste contemporanee e storiche sui retroscena internazionali che stanno caratterizzando le due guerre perpetrate con l’aiuto finanziario e logistico della NATO: il genocidio di Gaza e il conflitto in Ucraina proseguito per la volontà del governo di Kiev di rifiutare ogni tregua persino per il Natale ortodosso su ordine dei paesi dell’Alleanza Atlantica, in primis del presidente americano Joe Biden e di quello italiano Sergio Mattarella, entrambi da anni condizionati dalle strategie della Central Intelligence Agency, il controspionaggio USA.
Il patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, è stato inserito nella lista dei ricercati criminali dal ministero degli Interni ucraino. Il documento identificato il Patriarca con il suo nome secolare e lo descriveva come “un individuo che si nasconde dagli organi delle indagini preliminari” e lo riteneva responsabile di aver violato l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina.
Questa azione internazionale del regime NaziSionista di Kiev creato, legittimato e finanziato dalla NATO avviene proprio nell’imminenza del periodo natalizio proprio come l’attacco dell’esercito israeliano di Netanyahu contro la Parrocchia della Santa Famiglia di Gaza in cui sono morte due donne cristiane e altre sono rimaste ferite.
E’ in realtà una costanza che si ripete in quanto prima del Natale 2022 Zelensky fu accusato da Maria Zaharova, portavoce del Ministero degli Affari Esteri, di essere “Satamista” in quanto alla vigilia della festa solenne tolse la cittadinanza a 23 religiosi della Chiesa Ortodossa Ucraina (UOC) e poi espulse gli ecclesiastici dalla basilica dello storico Monastero delle Grotte di Kiev per consegnarla al metropolita della Chiesa Ortodossa dell’Ucraina (OCU), costruita politicamente dall’ex presidente Petro Poroshenko e riconosciuta solo dal Patriarcato della Chiesa Ortodossa Greca in contrapposizione con quella Russa.
Prima della festività della Pasqua di Resurrezione di Cristo, invece, il regime filo-nazista che governa l’Ucraina arrestò il vescovo anziano e poi emise 61 incriminazioni e 200 espulsioni contro altri religiosi della UOC accusandoli di collaborazionismo con l’operazione militare di Mosca sebbene questi ultimi avessero più volte esplicitamente condannato l’intervento armato russo in Ucraina deciso dal Cremlino per proteggere le popolazioni filo-russe del Donbass dal genocidio iniziato da Kiev nel 2014 dopo il golpe finanziato da Soros e dalla NATO.
Sia Zelensky che Netanyahu hanno preparato delle specifiche leggi contro i Cristiani.
Ora il capo del comitato investigativo russo, Alexander Bastrykin, ha affermato che in seguito all’annuncio della minaccia di arresto per il Patriarca Kirill è stato aperto un procedimento penale e che verranno adottate misure per identificare i funzionari dei servizi speciali ucraini che cercano di perseguire il capo della Chiesa ortodossa russa.
Il Patriarca Kirill è accusato di aver ripetutamente invitato i suoi parrocchiani a sostenere i partecipanti all’operazione militare russa contro l’Ucraina, che “hanno sacrificato la loro vita per proteggere il nostro popolo ortodosso nel Donbass”.
Reagendo alla notizia che il Patriarca è stato inserito nella lista dei ricercati ucraini, il portavoce della chiesa russa Vladimir Legoida ha definito la mossa “prevedibile e assurda”. Le autorità ucraine sono colpevoli di “illegalità e di tentativo di intimidire i parrocchiani”, ha scritto in un post su Telegram.
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