Nell’immagine di copertina il complesso del monastero armeno nel quartiere armeno e l’immagine dell’assalto pubblicata sul sito web della Radio pubblica armena
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Le tensioni tra cristiani e sionisti protetti dal primo ministro israeliano Benjamin Netayahu sembrano destinate ad aumentare dopo il clamoroso attacco alla comunità religiosa armena di Gerusalemme.
The Jerusalem Post minimizza l’accaduto come una rissa di strada, fornendone un’interpretazione in netto contrasto con quella del Patriarcato armeno di Gerusalemme che, in un comunicato ufficiale, ha denunciato come evento estremo un’aggressione con gas nervino ai danni dei suoi religiosi da parte di uomini mascherati, quale evento estremo di un contenzioso legale per un maxi-affare tra un imprenditore australiano e israeliano definito ebreo laico, quindi in perfetta sintonia con i sionisti sostenuti dalla massoneria anglo-americana.
Quanto accaduto assume enorme rilevanza alla luce dei bombardamenti omicidi compiuti dalle Forze di Difesa Israeliane a Gaza contro tre istituzioni cristiane: l’ospedale Al Alhi gestito dalla Chiesa Episcopale Anglicana di Gerusalemme, la Chiesa Ortodossa di San Porfirio e la Parrocchia Cattolica della Santa Famiglia.
“Ci hanno attaccato”, ha riferito al Post il vescovo Koryoun Baghdasaryan, direttore del dipartimento immobiliare del Patriarcato. Il cancelliere del Patriarcato armeno Aghan Gogchyan ha detto che gli aggressori hanno usato spray al peperoncino e altri prodotti chimici, che hanno preso di mira gli studenti del seminario, molti dei quali sono stati portati in ospedale.
“I chierici armeni a Gerusalemme stanno combattendo per la propria vita” ha riferito il Post insieme alla versione ufficiale delle autorità israeliane che contrasta con la dichiarazione armena.
Il Patriarcato accusa un ebreo ma la polizia israeliana arresta dei musulmani
La polizia ha confermato di aver ricevuto la lettera e ha affermato che sono stati effettuati arresti da entrambe le parti, sia armeni che musulmani, responsabili dell’attacco. Ma nessuno è stato ufficialmente accusato, ha detto la polizia.
“C’è stato uno sfortunato incidente in cui alcuni uomini arabi musulmani e alcuni uomini della comunità armena sono entrati in una rissa nella città vecchia di Gerusalemme”, ha detto al Post il vicesindaco Fleur Hassan-Nahoum. “La polizia è intervenuta prontamente per separare le parti e sono stati effettuati arresti da entrambe le parti”.
In un comunicato ufficiale il Patriarcato ha affermato che l’attacco era in risposta alla presentazione di una causa al tribunale distrettuale di Gerusalemme per l’accordo sui terreni del Cows’ Garden Land, che è stata ufficialmente ricevuta dalla corte all’inizio di questa settimana.
Il Patriarcato armeno ha intentato una causa per annullare un accordo stipulato più di due anni fa per affittare un quarto del quartiere armeno all’imprenditore ebreo australiano Danny Rothman (Rubinstein) e al suo partner arabo George Warwar (Hadad) per 98 anni. “Ecco come reagiscono” hanno aggiunto le autorità religiose nel comunicato.
L’accordo divenne noto come Cows’ Garden Land Deal perché il costruttore intendeva costruire un hotel di lusso, ma scatenò le proteste della comunità armena, spingendo le autorità religiose a ritirarlo.
Circa due mesi fa, il Patriarcato ha finalmente inviato una lettera in cui dichiarava di voler recedere dal contratto. In seguito a quella lettera, ha detto Baghdasaryan, gli imprenditori sono arrivati con i bulldozer e hanno iniziato ad abbattere gli edifici e a preparare l’area per la costruzione. Inoltre, circa sei settimane fa, si è verificato un attacco violento simile.
Il cancelliere armeno Gogchyan ha detto: “Chiediamo ai rappresentanti israeliani di interferire in questa questione e di cercare di fare tutto il possibile per fermare queste azioni violente”. Secondo il Jerusalem Post, né la polizia né Hassan-Nahoum potrebbero confermare alcun collegamento tra la rissa di giovedì e i costruttori.
Non è difficile credere che le autorità israeliane neghino una matrice sionista dell’attacco visto che l’Israel Defense Forces continua a negare le proprie responsabilità nelle stragi compiute negli ospedali e nelle Chiese cristiane di Gaza e che lo stesso Netanyahu sta lavorando da tempo a un progetto di legge contro la comunità dei credenti in Cristo secondo il progetto diabolico della Grande Israele che ha portato l’intelligence di Tel Aviv a pianificare il genocidio in Palestina grazie a occulti intrighi con i terroristi di Hamas, finanziati da USA e Israele proprio per legittimare le operazioni militari del regime Sionista.
In un rapporto investigativo del New Arab sull’imprenditore ebreo australiano Rothman (vedi sotto), si afferma che egli ha rifiutato di parlare con i media. Ha detto all’Associated Press: “Non vengo mai intervistato dalla stampa”, secondo il sito di notizie in lingua inglese.
Armeni e Palestinesi allarmati per le Implicazioni Politiche
«Molti nella comunità armena temono che la presenza cristiana nella Città Vecchia possa cambiare per sempre. Principalmente a causa del conflitto israelo-palestinese, la popolazione armena di Gerusalemme è in declino dalla metà del XX secolo» ha scritto nell’inchiesta proprio The New Arab.
“L’affitto della terra non ha allarmato solo gli armeni ma anche gli arabi palestinesi, a causa delle sue implicazioni politiche”. La controversia sulla terra ha portato alla destituzione di Baret Yeretzian, direttore del Dipartimento del patrimonio immobiliare del Patriarcato.
Sia l’Autorità Palestinese (AP) che la Giordania hanno ritirato il riconoscimento del Patriarca Nourhan Manougian, a causa della sua cattiva gestione delle “proprietà cristiane culturalmente e storicamente significative nel quartiere armeno di Gerusalemme”.
Queste proprietà si trovano a Gerusalemme Est, la cui annessione israeliana costituisce una violazione del diritto internazionale, poiché l’area ricadrebbe sotto la giurisdizione dell’Autorità Palestinese. L’affitto della terra non ha allarmato solo gli armeni ma anche gli arabi palestinesi, a causa delle sue implicazioni politiche.
Tutta Colpa del Golpe di Trump su Gerusalemme
Se queste tensioni si stanno continuando a verificare bisogna ringraziare anche l’ex presidente americano Donald Trump
, foraggiato dai Sionisti e grande alleato di Netanyahu, che legittimò non solo i nuovi insediamenti coloniali nelle Alture del Golan e in altre aree oggetto di contenzioso ma anche il furto del secolo attuato dagli Israeliani con l’annessione di parte di Gerusalemme dove è stata poi simbolicamente trasferita la capitale.
Golan-Gerusalemme: le Rapine del Secolo di due Clown Criminali Sotto Inchiesta
Questa iniziativa rammenta lo storico assalto allo Stato Pontificio compiuto dal Regno d’Italia nel 1870 dopo la forzosa Unità orchestrata e finanziata dai Massoni Britannici attraverso la Spedizione dei Mille del maestro venerabile e terrorista Internationale Giuseppe Garibaldi.
«Gli investitori ebrei di tutto il mondo cercano da tempo di acquistare beni immobili nella Gerusalemme Est occupata per vari motivi, da quelli religiosi a quelli sentimentali, politici e puramente commerciali. Il quartiere armeno è particolarmente strategico in quanto interseca le principali strade di accesso tra Gerusalemme ovest e il quartiere ebraico della Città Vecchia, rendendolo “un immobile di prim’ordine agli occhi israeliani”» aggiunge The New Arab nella doviziosa inchiesta che traccia il contorno dell’imprenditore sionista…
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