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PALESTINA: VIDEO TERRIFICANTE DEL GENOCIDIO. Raffica di Denunce contro il Regime Sionista davanti ai Tribunali Internazionali. Sud Africa chiede “Misure Cautelari”

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by Carlo Domenico Cristofori

La Corte internazionale di giustizia dell’Aia ha rilasciato una dichiarazione in cui conferma di aver ricevuto dal Sudafrica una richiesta di misure cautelari contro Israele per interrompere il genocidio in Palestina.

«Il Sud Africa ha presentato oggi un ricorso per avviare un procedimento contro Israele davanti alla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite, riguardante presunte violazioni da parte di Israele dei suoi obblighi ai sensi della Convenzione sulla prevenzione e la repressione del crimine di Genocidio (la “Convenzione sul genocidio”) nei confronti dei palestinesi nella Striscia di Gaza» si legge nel comunicato della Corte internazionale di giustizia diffuso ieri.

La Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), chiamata anche Corte Mondiale, è il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite. Ma altre azioni giudiziarie sono pendenti.

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Numerosi ricorsi presentati alla Corte penale internazionale

«Nel conflitto in corso tra Israele e Hamas, la giustizia internazionale è chiamata in causa, con diverse denunce presentate alla Corte penale internazionale (CPI) in seguito all’attacco di Hamas del 7 ottobre in Israele e alla risposta delle forze di difesa israeliane a Gaza» rammenta il Centro di informazione regionale per l’Europa occidentale dell’ONU.

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Il procuratore della Corte penale internazionale Karim Ahman Khan, che un mese fa ha visitato le zone di guerra senza prendere alcuna decisione, ha tutti gli strumenti legali nelle sue mani per emettere un mandato di arresto nei confronti del leader del regime sionista di Tel Aviv che ha ordinato alle forze di difesa israeliane di sparare contro ospedali e chiese, compiendo una strage di civili tra cui almeno 8mila bambini, migliaia di donne e anziani indifesi.

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Va infatti ricordato che un caso per crimini di guerra contro Israele è stato aperto dal precedente procuratore del Gambia Fatou Bensouda nel 2021, quando la Corte penale internazionale ha riconosciuto la giurisdizione sulla Palestina.

Ma da allora, il procuratore Khan, che si è affrettato a ordinare l’arresto del presidente russo Vladimir Putin per una presunta violazione dei diritti umani per il trasferimento protettivo in Russia dei bambini ucraini rimasti orfani nelle zone di guerra, non ha mosso un dito contro il governo israeliano guidato da Netanyahu in vari mandati.

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La Corte penale internazionale non è sotto l’egida della Corte internazionale.

A differenza dell’ICJ, i tribunali tematici internazionali come la CPI lavorano indipendentemente dalle Nazioni Unite. Tale struttura dualistica tra i vari tribunali internazionali a volte rende difficile per i tribunali impegnarsi in una giurisdizione effettiva e collettiva.

La richiesta del Sudafrica di Misure Cautelari ha priorità su tutti gli altri casi

Ora il Sudafrica si è rivolto anche alla Corte Internazionale di Giustizia

come già fatto in passato anche dalla Palestina sulla contestata gestione di Gerusalemme Est da parte di Israele e la ricollocazione dell’ambasciata americana voluta dall’ex presidente Donald Trump. 

«Secondo la domanda, “atti e omissioni di Israele. . . hanno carattere genocida, poiché sono commessi con l’intento specifico richiesto. . . distruggere i palestinesi a Gaza come parte del più ampio gruppo nazionale, razziale ed etnico palestinese” e che “la condotta di Israele – attraverso i suoi organi statali, agenti statali e altre persone ed entità che agiscono secondo le sue istruzioni o sotto la sua direzione, controlla o influenza – in relazione ai palestinesi di Gaza, viola i suoi obblighi ai sensi della Convenzione sul genocidio”».

Il ricorrente afferma inoltre che “Israele, in particolare dal 7 ottobre 2023, non è riuscito a prevenire il genocidio e non è riuscito a perseguire l’incitamento diretto e pubblico al genocidio” e che “Israele si è impegnato, si sta impegnando e rischia di impegnarsi ulteriormente in azioni genocide e atti contro il popolo palestinese a Gaza”.

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Il Sudafrica cerca di fondare la giurisdizione della Corte sull’articolo 36, paragrafo 1, dello Statuto della Corte e sull’articolo IX della Convenzione sul genocidio, di cui sono parti sia il Sudafrica che Israele.

«Il ricorso contiene anche una richiesta di indicazione di provvedimenti provvisori, ai sensi dell’articolo 41 dello Statuto della Corte e degli articoli 73, 74 e 75 del Regolamento. Il ricorrente chiede alla Corte di indicare misure provvisorie al fine di “proteggere contro ulteriori, gravi e irreparabili danni ai diritti del popolo palestinese ai sensi della Convenzione sul genocidio” e “per garantire il rispetto da parte di Israele dei suoi obblighi ai sensi della Convenzione sul genocidio di non impegnarsi in genocidio, e prevenire e punire il genocidio”».

Ai sensi dell’art. 74 del Regolamento della Corte, “[la] richiesta di indicazione di provvedimenti provvisori ha priorità su ogni altro caso”. La principale istanza è quella di interrompere immediatamente ogni operazione militare.

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«Altre udienze pubbliche sono state fissate dall’ICJ per febbraio 2024 sulle “conseguenze giuridiche derivanti dalle politiche e dalle pratiche di Israele nei territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est”, nel quadro di una richiesta di parere consultivo prima dell’attuale conflitto, proveniente dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite» ha sottolineato il Centro di informazione regionale delle Nazioni Unite per l’Europa occidentale.

La Corte internazionale non gode di una piena separazione dei poteri, poiché i membri permanenti del Consiglio di sicurezza possono porre il veto sull’esecuzione dei casi, anche quelli a cui hanno acconsentito a essere vincolati. Poiché la giurisdizione stessa non ha forza vincolante, in molti casi i casi di aggressione vengono giudicati dal Consiglio di Sicurezza adottando una risoluzione, ecc.

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Esiste, quindi, la possibilità che gli stati membri permanenti del Consiglio di Sicurezza evitino la responsabilità legale sollevata dalla Corte Internazionale di Giustizia, come mostrato nell’esempio del Nicaragua contro gli Stati Uniti.

Alla luce della straordinaria urgenza della situazione, il Sudafrica chiede un’udienza accelerata per la sua richiesta di indicazione di misure provvisorie tra cui “Lo Stato di Israele sospenderà immediatamente le sue operazioni militari dentro e contro Gaza”.

Il Sudafrica e altri Stati parte della Convenzione sul genocidio hanno, in particolare, chiarito che le azioni di Israele a Gaza costituiscono un genocidio contro il popolo palestinese.

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A titolo di esempio, i presidenti di Algeria, Bolivia, Brasile, Colombia, Cuba, Iran, Turchia e Venezuela hanno tutti descritto le azioni di Israele come un genocidio, così come il presidente palestinese. Anche funzionari statali e rappresentanti di Bangladesh, Egitto, Honduras, Iraq, Giordania, Libia, Malesia, Namibia, Pakistan, Siria e Tunisia hanno fatto riferimento al genocidio o al rischio che ciò accada a Gaza.

Solo la NATO e i paesi europei sono diventati complici del genocidio israeliano, come denunciato due mesi fa dalla ministra spagnola Ione Belarra, con il loro sostegno incondizionato al regime sionista.

Le altre denunce presentate alla CPI

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