AUSCHWITZ COME IL GOLGOTA: IL SILENZIO DI DIO. Martiri Ebrei-Cristiani della Shoah e Complotti Massonici-Sionisti contro la Chiesa Cattolica
Nell’immagine di copertina Gesù Cristo in un’opera del Beato Angelico, la suora carmelitana ed Ebrea vittima della Shoah Edith Stein e il rabbino sionista Elia Benamozeg
di prof. ssa Paola Persichetti – ricercatrice di Cristianesimo ed Ebraismo.
Paola Persichetti, oltre ad essere presidente dell’Associazione Trilly APS La Gente come Noi Terni e già leader del comitato spontaneo La Gente come Noi nella lotta contro l’imposizione di Green pass e Vaccini obbligatori, è Laureata in Lingue e Letterature Straniere, inglese, francese, lingua e Cultura ebraica, all’Università di Perugia con 110/110, bacio accademico e menzione d’onore. Corso di storia e del Cristianesimo antico, università Perugia. Master universitario in fonti, storia, istituzioni e norme del Cristianesimo ed Ebraismo.
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Secondo la legge romana, la sentenza era immediatamente vincolante e, di norma, veniva eseguita direttamente dopo essere stata pronunciata. Così Gesù viene consegnato ad un plotone di esecuzione formato da un centurione e quattro legionari. Gesù vestiva ancora la bianca tunica senza cuciture che aveva indossato per la cena pasquale, e che ora, veramente, era assai sporca e coperta di macchie di sangue. La via fino al Golgota era di circa mezzo chilometro.
https://www.gospanews.net/2024/03/01/il-popolo-italiano-traditore-di-cristo-rischia-la-diaspora-come-gli-ebrei-roma-complice-della-mattanza-del-satana-sionista-a-gaza-in-sfregio-al-sangue-dei-martiri/
La strada verso il luogo dell’esecuzione costeggiava l”Agorà “, Il mercato con numerosi chioschi. C’era lì un grande via vai, tutta Gerusalemme era affollata di pellegrini, visitatori e mercanti che, in quelle ultime ore prima della festa di Pasqua, facevano le loro ultime compere nei negozi dell’agorà . Il plotone di esecuzione con i loro prigionieri dovevano farsi strada in mezzo a questa folla di gente che gridava e spingeva.Nel mezzo dell’agorà, i soldati bruscamente deviarono verso la porta di Ghennat, Per uscire dalla città. Nonostante l’indaffarata attività, gli astanti gettavano occhiate curiose alle iscrizioni con la condanna (titulus), pendenti al collo dei condannati: “che cosa? Re dei Giudei?”.
Quando il piccolo gruppo arrivò presso la porta di Ghennat, Si strinsero attorno a Gesù delle donne che si lamentavano e piangevano per lui (Luca 23,27).
Ma volgendosi ad esse, Gesù disse: “ Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me; ma su voi stesse piangete E sui vostri figli. Perché se si tratta così il legno verde, che ne sarà del secco?“ (Luca 23,28-31).
Consapevole della sua sorte, Gesù proseguiva la sua strada verso la morte espiratoria, che umilmente aveva preso su di sé. Portando il palo trasversale della croce, barcollò tra gli agnelli e la folla pressante e cadde al suolo (era la strada che conduceva al tempio dove transitavano tutti quelli che vi portavano gli agnelli pasquali che dovevano essere macellati nel pomeriggio di quel 14 di Nisan).
La flagellazione l’aveva privato delle forze. Il centurione se ne accorse e immediatamente costrinse un contadino, sopraggiunto dai campi, a portare la trave.(Simone di Cirene) . Si caricò della croce e la trasportò fino al Golgota, seguendo Gesù per un 200 metri. Sembra che, più tardi, egli abbia fatto parte della comunità cristiana, perché nel Vangelo sono nominati i nomi di Alessandro e Rufo, suoi figli. (Marco 15,21). Nel 1942 fu scoperta nella valle del Cedron un’urna funebre, un ossario (urna contenente ossa), dentro un’antica tomba, che portava inciso il nome di “Alessandro, figlio di Simone il Cireneo“.
Il centurione responsabile dell’esecuzione salì la collina del golgota (calvario, luogo del cranio), alta quasi 12 m. Quest’area era una vecchia cava di pietra in disuso che Erode non aveva inserito nel parco. Il Golgota non era che una collinetta lasciata lì nella cava, poiché consisteva di un conglomerato calcareo pieno di crepe e quindi inutilizzabile. Aveva la forma di un cranio, da qui il nome ( Golgolet =cranio). Viene subito alla mente: La pietra scartata dai costruttori è diventata testata d’angolo (salmo 118,22).
Gesù sul Golgota
Ora il plotone di esecuzione arrivò sul luogo della crocifissione. Prima di iniziare il loro lavoro, i soldati offrirono a Gesù una bevanda inebriante, consistente in vino misto a mirra.Ma Gesù si rifiutò di berla. Nel Getsemani egli aveva detto “sì“ al calice della passione e vuole berlo a mente lucida e consapevole…………
I carnefici si accingono al loro crudele lavoro. D’improvviso le donne odono dal golgota i colpi di martello e rabbrividiscono. Il condannato viene spogliato delle sue vesti, dalle ferite della flagellazione sgorga il sangue. Gesù giace ora a terra, le sue braccia vengono stese sulla trave orizzontale della croce e i chiodi conficcati in entrambe le articolazioni dei polsi.Vincendo il dolore lancinante con tutta la forza della sua volontà prega: “ Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”(Luca 23,34). Era l’ora terza (le nove del mattino) quando lo crocifissero( Mc 15,25)…
Mentre Gesù pendeva dalla croce, fu deriso dai passanti e dagli spettatori che si erano dati la pena di salire il basso colle del Golgota.
Gli scherni erano un commento all’insegna posta sopra il capo di Gesù: “Il Messia, il re d’Israele! Egli ha salvato altri, non può salvare se stesso! Scenda ora giù dalla croce; così vediamo e crediamo!”(Marco 15,32). Dietro a queste parole c’era la convinzione che la crocifissione di Gesù significava la confutazione tangibile della sua pretesa. Il vero Messia non sarebbe mai finito in quel modo, ma avrebbe annientato gli oppositori.
L’aria era opprimente. Lo sguardo offuscato di Gesù scrutava le mura della città dinanzi a lui, cercando il tempio al di là di esse. Il Dio del suo popolo, il cui nome lì dimorava, il padre suo, non lo trovò . Dio taceva. Con un ultimo sforzo Gesù si sollevò ancora una volta, appoggiandosi al chiodo dei piedi, e recitò le parole del salmo 22. Di nuovo si accasciò e continuò a pregare.
Era in grado di pronunciare soltanto frammenti del salmo; non gli era rimasta la forza di pregare in modo continuo: “Tu sei lontano dalla mia salvezza, sono le parole del mio lamento……. Ma io sono verme, non uomo, infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo“. È arido come un coccio il mio palato, la mia lingua si è incollata alla gola,…“.
Il quarto vangelo fa riferimento a tutto questo nella parola di Gesù: “ho sete“ (Giovanni 19,28) Alcuni degli astanti non avendo capito le prime parole della preghiera dissero: “ Senti! Chiama Elia“. E uno corse a inzuppare una spugna di aceto e, postala attorno ad una canna, gli dava da bere dicendo: “vediamo un po’ se viene Elia a tirarlo giù“ (Marco 15, 35-37).
Lentamente il morente mormorò fra sé e sé:“Sei tu che mi hai tratto dal grembo, mi hai fatto riposare sul petto di mia madre. Al mio nascere tu mi hai raccolto dal grembo di mia madre, sei tu il mio Dio!“…
Egli stava in piedi sua madre, sotto la croce; appoggiandosi al braccio del suo discepolo prediletto era salita sul colle con le altre donne di Galilea, quando l’ora della morte si era avvicinata…
Con uno sguardo verso orizzonti escatologici, egli recitò il finale del salmo 22:“Annunceranno la sua giustizia; al popolo che nascerà diranno: “ecco l’opera del signore!“
Così termina il salmo e così l’evangelista fa portare a compimento al morente l’opera della vita:
“Tutto è compiuto“. E, chinato il capo, rese lo spirito(Giovanni 19,30)
La Risurrezione di Cristo
Le autorità religiose avevano chiesto la crocifissione di quell’uomo della Galilea, Gesù, il sobillatore, con uno scopo preciso: provare una volta per sempre l’erroneità degli insegnamenti del “falso profeta“. Chiunque è appeso ad un albero è sotto la maledizione di Dio (Deuteronomio 21,23), era un uomo eternamente abbandonato da Dio. La vita del Galileo era finita in modo così vergognoso che nulla di peggio era umanamente pensabile.
Già prima della venuta di Gesù, altre speranze messianiche erano sorte e morte di nuovo; sembrava che questa avesse perfino minori possibilità di sopravvivenza. L’episodio Gesù nella sua interezza fu valutato dalle autorità nel modo seguente: un altro completo fallimento di un innovatore religioso che finisce nel cumulo di spazzatura della storia, che uno può totalmente ignorare e dimenticare.
È vero, le opere gli insegnamenti di Gesù non avrebbero mai avuto una possibilità di sopravvivenza, se non fosse successo qualcosa di ordine totalmente diverso. Gli uomini e le donne discepoli di Gesù, in un modo del tutto inatteso, fecero un’esperienza sconvolgente:
GESU’ CRISTO E’ RISORTO! IL MISTERO DELLA PASQUA VIVE PER SEMPRE
Nasce la CHIESA , il nuovo Israele erede della promessa. Viene meno l’elezione di Israele che viene letta soltanto come preparazione e prefigurazione della missione della Chiesa.(Costituzione dogmatica sulla chiesa lumen gentium, 21 novembre 19604)
Per questo la chiesa subisce gravissime persecuzioni per due secoli, scherno, beffa anche da parte di molti scrittori, filosofi che i padri della chiesa si occupano di combattere. Il pericolo maggiore nasce però dal suo interno ed in particolare l’eresia gnostica= Gnosticismo. Anche il modernismo è eretico, lo stesso vuole distruggere la chiesa dall’interno. La gnosi ha origine sinagogale giudaica: Gesù non è vero Dio.
Edith Stein sul Golgota ad Auschwitz testimone della risurrezione.
“Sono stato crocifisso con Cristo : non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”! (Gal.2,19-21).
Il 9 agosto del 1942 , veniva uccisa ad auschwitz birkenau Edith Stein. Edith Stein è una ebrea vittima della Shoah, come milioni di suoi fratelli e sorelle. È anche una suora carmelitana, con il nome di Teresa Benedetta della Croce, una Santa della Chiesa cattolica, co-patrona d’europa è candidata al titolo di dottore della Chiesa.
Giovanni Paolo II ha beatificato Edith Stein nel 1987 parlando di lei come di una figlia d’israele, che durante le persecuzioni dei nazisti è rimasta unita con fede ed amore al Signore crocifisso, Gesù Cristo , quale cattolica ed al suo popolo quale ebrea.
Il libro su Edith Stein dal titolo” sulla storia di un’ebrea”, nella prefazione di una suora filosofa carmelitana, Cristiana Dobner , attiva nel dialogo ebraico cristiano ,afferma che la sua conversione e la successiva canonizzazione risultano motivo di inevitabili e ben comprensibili imbarazzi e contrarietà da parte ebraica, nel timore di ambiguità insidiose e indebite cristianizzazione della Shoah. Husserl maestro di Edith Stein, grande guru della fenomenologia di inizio secolo reagì in modo sprezzante alla notizia della sua conversione e in una lettera a Roman Ingarden aveva scritto :” Ciò che lei mi dice sulla signorina Stein mi rattrista……….è un segno della miseria interiore nelle anime”.
Anche Husserl era nato ebreo, ma era cresciuto totalmente assimilato e indifferente alla vita ebraica, la sua irrisione alla notizia della conversione dell’allieva fu dovuta al fatto che scelse il vituperato e superstizioso cattolicesimo, invece del rigoroso e puritano luteranesimo. (Voglio ricordare a tal proposito che nelle religioni protestanti non si ha una legge morale oggettiva, tanto che l’aborto è visto come una libera scelta distanziandosi dalla posizione che ha chiesa Cattolica. Anche nell’ebraismo abbiamo una ortoprassi molto flessibile, dove si contempla anche contraccezione ed eutanasia. Solo la Chiesa difende la legge naturale sulla quale è fondata la morale Cattolica. Più avanti capiremo perché questa precisazione andava fatta per comprendere la scelta di Edith Stain).
La Croce piantata ad Auschwitz
Secondo la testimonianza di una consorella di Edith Stein dopo lo scoppio delle brutali violenze antiebraiche nella cosiddetta notte dei cristalli (Novembre 1938) la Stein avrebbe detto: “È l’ombra della Croce che si abbatte sul mio popolo! Oh, se adesso potesse capire! È il compimento della maledizione che il mio popolo ha invocato su se stesso. Caino deve essere perseguitato, ma guai a chi tocca Caino“.
La croce è interpretata da Edith in senso quasi esclusivamente oblativo e sacrificale, cioè come partecipazione attiva dell’anima alla redenzione compiuta da Cristo. Nel suo testamento redatto il 9 giugno 1939 aveva scritto che la sua vita e la sua morte erano offerte a gloria di Dio per il bene della Santa chiesa e dell’ordine carmelitano e in espiazione per il rifiuto della fede da parte del popolo ebreo, affinché il Signore sia accolto dai suoi e venga il suo Regno di gloria.
Papa Giovanni Paolo definisce Auschwitz il golgota di questo secolo.
Chi appartiene a Cristo, deve vivere intera la vita di Cristo: deve raggiungere la maturità di Cristo, deve finalmente incamminarsi sulla via della Croce verso il getsemani e il golgota… La natura divina da lui posseduta dall’eternità diede al soffrire e al morire un valore infinito e una forza redentrice. Il dolore e la morte di Cristo continuano nel suo corpo mistico e in ognuno dei suoi membri.
Innanzitutto bisogna ricordare che Edith si considera come figlia d’Israele e ne rimarrà tutta la vita fiera, perché è il popolo di Cristo stesso :“Non si può neanche immaginare quanto sia importante per me, ogni mattina quando mi reco in cappella, ripetermi, alzando lo sguardo al crocifisso e all’effige della Madonna: erano del mio stesso sangue”.
Infatti, Edith non si è mai distaccata dal suo popolo, popolo scelto da Dio per preparare l’accoglienza del messia, ha saputo riconoscere in Cristo Gesù, il Salvatore promesso . Come ebrea, affonda le sue radici nel mistero dell’elezione, della vecchia alleanza del suo padre Abramo , in unione sponsale con Cristo, Dio incarnato, salvezza delle genti. In lei le radici della prima alleanza si avverano pure in quella della nuova alleanza:
La chiesa vidi nascere
Dal seno del mio popolo
Dal suo cuore spuntare vidi poi,
Come tenero tralcio allor fiorito
L’immacolata lei, la tutta pura,
Di David discendente.
Ebraismo di Edith Stein = teologale compassione per il popolo ebraico
Il suo animo è perturbato dalla persecuzione nazionalsocialista. Dal primo istante, l’Ebraismo di Edith Stein si trasforma in una umana e teologale compassione per il suo popolo. In un famoso discorso di una notte gelida, Edith racconta che aveva già sentito parlare in precedenza di crudeli provvedimenti contro gli ebrei ma all’improvviso gli apparve chiaro che Dio metteva di nuovo duramente alla prova il suo popolo e che il destino di quel popolo era anche il suo.
Scossa interiormente e inquieta, Edith cerca di capire. Chiede a Gesù la rivelazione di questo destino:
”…In quell’anno Santo 1933 alle 08:00 pm mi trovavo nella cappella del Carmelo di Colonia… Mi rivolsi al Redentore e gli dissi che sapevo bene come fosse la sua croce che veniva posta in quel momento sulle spalle del popolo ebraico: La maggior parte di esso non lo comprendeva, ma quelli che avevano la grazia di intenderlo avrebbero dovuto accettarla con pienezza di volontà a nome di tutti. Mi sentivo pronta… terminata l’ora Santa ebbi l’intima certezza di essere stata esaudita… Non sapevo ancora in cosa consistesse quella croce che mi veniva imposta.“
Queste testimonianze di Edith Stein rivelano bene che ama sempre il suo popolo, ma lo percepisce con gli occhi e il cuore di Cristo. Si rivolge a lui e vede che la sua propria croce è stata messa sulle spalle del popolo giudeo.
Edith esulta all’idea che la Chiesa è nata dal popolo eletto, la cui pienezza di grazia sgorga dal cuore di Cristo. Non avendo penetrato il mistero del messia Gesù, il popolo eletto si è fatto logicamente nemico della sua croce ed è diventato oggetto di ludibrio e di disprezzo.
Il dialogo di Edith con la sua mamma, al ritorno dalla sinagoga dopo la preghiera dell’ultimo giorno della festa dei tabernacoli ,ci fa fare passi in avanti nel sondare l’ebraismo della carmelitana -martire e i suoi aspetti teologici: alla domanda della mamma se si possa essere religiosi anche nella fede ebraica lei stessa risponde di sì soltanto se non si é conosciuto altro.
Cosa accadde dopo Cristo ?
Dopo Cristo . nasce un messianesimo carnale dove il messia sfuma sempre di più come persona diventando sempre di più popolo ebraico; e il Regno promesso diventerà sempre meno spirituale e sempre di più Regno che si compirà con il dominio di Israele sulle genti. Il Regno di Israele si instaurerà con un falso messia militante, guerriero, temporale che con uno scettro di ferro dominerà il mondo schiacciando la gente sotto il suo potere. La chiesa vede questo tipo di messia carnale come l’anticristo: messia talmudico, rabbinico atteso dall’ebraismo talmudico e dal mondo sionista -massone.
Il popolo ebraico tradisce la sua identità
Israele sotto la croce
In questa luce, bisogna comprendere la poca fede del popolo ebreo nel messia e la loro inimicizia alla croce. Non si vuole condannarli né giudicarli, né rifiutarli bensì amarli e richiamarli a riconoscere in Cristo il vero Dio. In questo senso, Edith appartiene a quella stirpe di ebrei che hanno riscoperto in Gesù il Cristo, i tratti del messia, figlio di David, promesso da Dio ad Israele.
Infatti, sulla scia di San Paolo e degli apostoli, Edith Stein è convinta che la salvezza viene prima per i giudei e da loro si diffonde nel mondo. È in questo popolo che il verbo di Dio si è incarnato. Perciò il grande peccato degli ebrei per Edith, se si deve parlare di peccato, è di trascurare la loro missione e quindi di tradire la loro identità.
Avendo quindi presente alla mente che Edith Stein scopre il mistero d’israele sotto la croce, possiamo meglio capirla quando collega la catastrofe degli ebrei con la passione del Messia . “Sotto la croce ho capito il destino del popolo di Dio, che fin da allora cominciava a preannunciarsi. Ho pensato che quelli che capiscono che tutto questo è la croce di Cristo dovrebbero prenderla su di sé in nome di tutti gli altri. Oggi so un po più di allora che cosa vuol dire essere sposa del Signore nel segno della Croce, anche se per intero non lo si capirà mai, perché è un mistero”.
Se il popolo ebreo soffre, è perché Cristo soffre. Nella catastrofe della seconda guerra mondiale, poi, non si tratta di una persecuzione classica, ma di una lotta contro il Messia e il suo popolo. Lei stessa si offre con Cristo, per Cristo e in Cristo . Le parole di San Paolo esplicitano meglio la sua fede:” Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del figlio di Dio ,che mi ha amato e ha dato se stesso per me”. (GAL 2,20ss).
Nazismo nemico della croce
Nemico della Croce, il nazismo si scagliò contro ogni religione e , particolarmente, contro la fede cattolica, come molte pratiche lo provano: Limitazioni pastorali verso gli operai stranieri cattolici, cristiani; obbligo di imbandierareb edifici sacri con bandiere del regime il 15 settembre 1935; misure contro operazioni finanziarie fatte da ecclesiastici per opere assistenziali o altrimenti benefiche, sotto il pretesto di esportazione di capitali o di sovvenzione di enti contrari al regime; rimozione dei crocifissi dalle scuole del 23 Aprile 1941; sequestro di catechismi contro l’ideologia nazista; divieto di critica pubblica ;espropri di conventi; inposizione della scuola nazionalsocialista.
Nemico della Croce, il nazismo vede nel giudaismo, alla luce del suo materialismo Darwinianismo sociale, il substrato materiale della Chiesa cattolica e del cristianesimo in genere: cercando di sterminare il popolo dell’alleanza, intende eliminare la chiesa, o come lo sostiene Teresa Benedetta, pensa realmente di uccidere Dio stesso.
Attraverso questo odio, la stessa Chiesa viene direttamente presa di mira.
Nemico della Croce il nazismo combatte Dio stesso e impianta il suo proprio culto che presenta come la riforma futura, chiamata a sbarazzare il mondo dagli scettici valori cristiani e ad instaurare l’onore al posto dell’amore. Nel distruggere il giudaismo per permettere la sopra razza, il nazismo stava distruggendo le fondamenta della religione cattolica.
Edith Stein racconta che quando aveva 16 anni ed era andata a Berlino come infermiera della Croce rossa, aveva dovuto giurare di considerare Hitler come il suo Dio e dovette firmare che non sarebbe andata più in chiesa. La chiesa e tutto il resto era soltanto un’impostura.
Edith Stein è fiduciosa che il Signore salverà il suo popolo ma che bisogna intercedere, consolata e sostenuta dal Signore ella ne aveva già smascherato l’ideologia, denunciato la perversità e condannato l’opera satanica.. Ben prima che le SS l’arrestassero, Edith aveva già offerto la sua vita.
Edith Stein figlia di Israele, fattasi figlia della Chiesa è figlia del Carmelo, predestinata a morire nel campo di sterminio di Auschwitz -Birkenau
Ha resistito fino alla fine abbandonata nelle mani di Dio, non si è lasciata vincere dalla paura nel suo momento estremo quando un rappresentante del regime nazista la spinge a declinare la sua identità cattolica ma Edith con fortezza grida “sono cattolica”, e il nazista rispose “Non lo sei! Sei una sporca ebrea”.
Chi sono e quanti sono i nemici del Golgota?
La chiesa cattolica sembra, oggi, essere imprigionata in un copione: la giudaizzazione del cristianesimo . Facendo leva sulla trasformazione di Auschwitz da luogo storico a luogo teologico nemico della croce. Si rovescia cosi e si sovverte la teologia cattolica di sempre. La tragedia vissuta dagli ebrei europei viene strumentalizzata, dagli ebrei sionisti, per odio contro il sacrificio di nostro signore Gesù Cristo il quale, viene così posto nell’ombra, squalificato, vilipeso , offeso e oscurato.
Siamo di fronte alla presentazione teologica, da parte del mondo sionista ebraico, di un altro sacrificio che vuole sancire nuovi rapporti tra la chiesa cattolica e l’ebraismo postbiblico.
La chiesa cattolica ha la propria essenza nel mantenere viva la tradizione con il suo passato, essa vive di questo rapporto su vari livelli: dottrinale, liturgico, devozionale. La rottura tra presente e passato, dove il presente viene assolutizzato riassorbendo in sé totalmente la sua memoria fino a cancellarlo, genera una rivoluzione che ha il compito di demolire i segni che ricordano il passato. Solo così si può giungere alla vittoria. Impedire di avere memoria del passato è tipico di un sistema totalitario il quale vive solo così: rileggere il passato alla luce del presente rivoluzionario.
La chiesa di oggi ha perduto la capacità di pensare il presente ricordando il passato. Per questo ho voluto richiamare una suora ebrea Edith Stein convertita al cristianesimo che rimette al giusto posto il vecchio Israele e la chiesa nascente dal sangue di Cristo. Vediamo insieme come gli ebrei post biblici hanno cercato di strumentalizzare la Shoah per odio alla Chiesa. Lo faremo prendendo in esame il primo documento ufficiale del concilio Vaticano II che sancisce i rapporti tra l’ebraismo e il cristianesimo .
Genesi di NOSTRA AETATE (Nel nostro tempo)
La dichiarazione nostra etate è uno dei documenti del concilio ecumenico Vaticano secondo, la prima bozza, denominata Decretum de Judaeis (Decreto sugli ebrei) completata nel novembre del 1961 da Giovanni XXIII, che ci dimostra, nella sua genesi, l’infiltrazione della massoneria- sionista nella Chiesa.
Il primo complotto contro la chiesa è stato quello del sinedrio che organizzò l’arresto, la condanna morte, la consegna ai romani di nostro signore Gesù Cristo; in ogni epoca ci sarà un complotto contro la chiesa cattolica, pertanto non siamo scandalizzati.
Ora cercheremo di capire la genesi di nostra etate dove 2221 padri conciliari la approvarono.
Come è stato possibile?
Rivoluzione Francese che inebria l’ Ebraismo
Per arrivare a nostra etate dobbiamo partire , allora ,dalla rivoluzione francese che venne pianificata da più di 600 logge massoniche in Francia. Gli Ebrei ottengono durante la rivoluzione francese i diritti politici e civili che vengono letti dal rabbinato francese come un segno messianico. La drammatica persecuzione genocidaria della Chiesa cattolica e il trionfo politico e civile degli ebrei li spinge a vedere ,come prossimo, il ritorno in Terra Santa poiché il segno ricevuto è molto forte.
La rivoluzione francese fu una delle più sanguinarie e anti cattoliche di tutta la storia: in una Francia cristianissima il popolo ebreo ottiene un potere fino ad allora impensabile. Ecco che si inizia a pensare ad un messia ormai prossimo, un messia che eleva il male a bene e abbassa il bene a male.
La conquista della Terra Santa sarà la prova che la chiesa non è il nuovo Israele.
Nel 1904 San Pio X ricevette Hertz Theodor che gli chiedeva aiuto per un ritorno in Terra Santa. Pio X che aveva chiarissimo il valore teologico e falsamente messianico della conquista della Terra Santa per Israele sionista si rifiutò di appoggiarlo. Quindi nel 1800 sanno già che andranno a prendere la Terra Santa ma devono cercare una modalità che possa permettere il raggiungimento dello scopo.
Chiave della futura pace tra religioni secondo E.Benamozegh
Nel 1884, Elia Benamozegh, rabbino livornese, pubblica un libro dal titolo “Israele e l’umanita”. Egli mostra come l’ebraismo comprenda sia una dimensione particolaristica, rivolta al popolo d’israele, sia una dimensione universalistica, rivolta all’intera umanità e come proprio nel rapporto tra queste due dimensioni vi sia la chiave della futura pace tra le religioni.
Elia, è un filosofo cabbalista Italiano , ed è uno dei precursori del dialogo ebraico- Cristiano. Questo dialogo ebraico– talmudico- massonico con il cristianesimo viene perseguito per distruggere la Chiesa.
È necessaria una religione universale per distruggere la chiesa
Di quale religione universale parla?
Della religione universale che nasce con Noè e il diluvio: è noto che la dottrina religiosa ebraica costruisce intorno al nome di Noè e dei suoi discendenti una dottrina di doppia legge e doppia salvezza. L’umanità intera non può sfuggire al giogo della legge divina, che si esprime in almeno 7 principi essenziali. Questi principi sono espressi in tradizioni orali rabbiniche che si basano su riferimenti scritturali. Ci troviamo di fronte ad una religione Noarchica Universale delle genti :
- Divieto di ogni culto estraneo a quello monoteistico;
- Divieto della bestemmia ( considerare Dio nostro signore Gesù Cristo, perché per i rabbini post biblici questa è una bestemmia e di conseguenza idolatra. Ci sarà sempre posto per un Gesù uomo buono, illuminato che non potrà mai essere Dio)
- Obbligo di costruire corti di giustizia o tribunali internazionali
- Divieto dell’omicidio
- Divieto del furto
- Divieto dell’adulterio e dell’incesto
- Divieto di mangiare carne presa da un animale vivente.
Si richiede alla Chiesa di professare la nuova religione universale unificata dal giudaismo (Noè).
La chiesa ,secondo il rabbino di Livorno ,dovrà evangelizzare con questo nuova religione ricca di umanitarismo, patrimonio comune di tutta l’umanità civile.
La chiesa diventa utile per il raggiungimento di questo scopo il cui fine non è più soprannaturale anzi diventa del tutto immanente, terrena, politica e giuridica , di diffusione dei diritti dell’uomo.
Nelle leggi Noachidi Il concetto di primato petrino va ridefinito: per il rabbino livornese è necessario riconciliare il giudaismo con il cristianesimo mettendo il giudaismo al centro della religione universale unificata.
Questo è il punto chiave di nostra etate
Julius Isaac: disprezzo Chiesa Cattolica perché responsabile dell’antisemitismo
Alla fine della seconda guerra mondiale il rabbinato inglese e statunitense saranno determinanti per il futuro dello Stato di Israele ,non dimentichiamo che i due paesi sono usciti vincitori dalla guerra mondiale.
Julius Isaac, ebreo ateo comunista, storico francese, uno dei più grandi visionari dell’intesa cristiano ebraica dopo la seconda guerra mondiale e pioniere delle amicizie ebraico cristiane.
A causa delle leggi razziali antiebraiche, nel 1940, all’età di 63 anni, viene rimosso dall’ufficio ed espulso dal mondo della scuola. È costretto a nascondersi in varie regioni della Francia, principalmente ospite dei figli. Questi eventi tragici gli gettano addosso una nuova missione: scavare nelle radici religiose dell’antisemitismo europeo.
Il 7 ottobre del 1943, in un momento di sua casuale assenza, la gestapo irrompe nella sua stanza d’albergo e arresta la moglie, mentre la figlia, il cognato e uno dei figli, implicati in una rete della resistenza, vengono arrestati. Tutti saranno deportati ad Auschwitz e lì assassinati, tranne il figlio che riuscirà a fuggire. In questa condizione drammatica Isaac inizia uno studio alla ricerca delle cause dell’antisemitismo .
Conferenza di Seelisberg: necessario un programma comune ebrei e cristiani
Organizza una conferenza In Svizzera nella cittadina di Seelisberg (conferenza di cristiani ed ebrei) dove dal 30 luglio al 5 agosto 1947 esponenti di alto livello del clero cattolico e del mondo protestante si incontreranno.
La tematica su cui si confronteranno di cui Isaac è il regista sarà un suo scritto dal titolo “antisemitismo cristiano” che con i suoi 18 punti sarà alla base della discussione tra i partecipanti teologi, sacerdoti cattolici e 30 protestanti.
Precisiamo che il cristianesimo non poteva essere antisemita, non può essere presente l’odio per una razza ,che invece è una visione darwiniana ed un retaggio della teoria dell’evoluzionismo, ma invece sarebbe giusto definirlo antigiudaismo teologico.
Nasce un documento di 10 punti di Seelisberg, Ancora oggi carta fondante del dialogo ebraico cristiano.
Non li analizzeremo tutti e 10 ma soltanto 2 i più significativi:
- bisogna evitare di abbassare il giudaismo biblico e post biblico al fine di esaltare il cristianesimo. Bisogna evitare di presentare la passione in modo tale che l’odiosità della messa a morte di Gesù ricada su tutti gli ebrei.
- Evitare di utilizzare l’opinione empia che il popolo ebreo sia riprovato, maledetto, riservato per un destino di sofferenza.
Isaac conduce tutto il convegno alla luce della categoria del disprezzo della Chiesa cattolica, responsabile dell’odio contro gli ebrei e la chiesa cattolica con il suo apparato teologico. Il suo impegno perché il documento di Seelisberg diventi un programma comune di ebrei e cristiani lo porta ad un brevissimo incontro con Papa Pio XII durante un’udienza pubblica a Castel Gandolfo il 16 ottobre 1949.
Anche lo storico ebreo Leon Polyakov, francese di origine russa, noto soprattutto per i suoi lavori sul genocidio ebraico e sull’antisemitismo scrisse un libro ” il breviario dell’odio” , opera basata essenzialmente sugli archivi dei processi di Norimberga accusando la chiesa di antisemitismo. Poliakov fu anche uno dei primi a criticare il comportamento di Papa Pio XII nei confronti della Shoah, la chiesa cattolica viene ritenuta responsabile delle persecuzioni antisemite del 900.
Questa lettura è assolutamente insostenibile anche se proprio storicamente contestabile.
I 10 punti invitano a modificare la stampa manualistica e le pubblicazioni sia in ambito scolastico che seminariale in senso filo- ebraico un modo esplicito diretto e chiaro.
Partecipa indirettamente al convegno anche Jacques Maritain con un testo molto forte e che è uno dei più importanti intellettuali francesi insieme a Charles Peguy e Leon Bloy della nuova lettura del rapporto con il cristianesimo e l’ebraismo.
Sulla scia di questo primo incontro si ha una serie di atti , una serie di ulteriori incontri e conferenze perché tutto il dialogo successivo ,in un certo senso, sarà basato proprio sul primato della prassi piuttosto che su grandi momenti dottrinali. Si instaura una nuova prassi, la prassi del dialogo ed è qui ,per la prima volta ,che compare l’uso capzioso e scorretto di quel passo della lettera ai romani in cui si dice che i doni di Dio sono irrevocabili, questo sarà il cuore di “nostra aetate” e di fatto verrà usato a sproposito .
Chiesa accusata dai massoni-ebrei di antisemitismo
La chiesa non potrà mai essere antisemita, non può dimenticare la sua Santità che la spinge a non disprezzare, a non odiare ma anzi ad avere carità verso tutti ed in particolare verso il mondo ebraico perché rimane un popolo che Dio aveva eletto per donarci nostro Signore attraverso la Vergine Maria.
Ma una parte del popolo ebraico ha rifiutato Cristo messia consegnandolo alla morte di croce: il popolo ebreo post biblico, ebreo askenazita (Hitler presunto aschenazita ebraico pure lui) odia profondamente il cristianesimo; non dimentichiamo che la persecuzione dei primi anni della Chiesa avviene in ambiente giudaico.
Delegazioni ebraiche sempre più spesso in vaticano
I tempi che preparano il concilio Vaticano secondo vedono numerosi incontri tra delegazioni ebraiche ed esponenti della chiesa cattolica. Dal 2005 ad oggi nessun altro gruppo ha avuto così costantemente accesso agli incontri a Roma con il Santo padre.
In tutti gli incontri tra delegazioni massoniche, para massoniche-sioniste-ebraiche, non compare mai il nome di Gesù Cristo, né compare mai l’invito a convertirsi.
Le concessioni dottrinali che la Chiesa cattolica ha fatto nei confronti del mondo ebraico sono state sempre crescenti; sono state a senso unico.
Il 17 gennaio durante la visita di Papa Francesco alla sinagoga di Roma Il rabbino capo Riccardo Di Segni si rifiuta di discutere di teologia con la chiesa cattolica:“Non accogliamo il Papa per discutere di teologia. Ogni sistema è autonomo, la fede non è oggetto di scambio e di trattativa politica“.
Obbiettivo : rovesciare la fede, in Cristo Gesù nostro Signore, della chiesa cattolica.
Da sempre la teologia cattolica sottolinea il suo rapporto con il mondo ebraico che nega Gesù e che rimane legato all’antica alleanza. La dottrina perenne, perché infallibile, dei padri della chiesa, vede nella chiesa il nuovo Israele e non rimane un vecchio Israele accanto alla chiesa poiché, quest’ultimo, non ha riconosciuto ciò per cui era stato eletto: preparare ad accogliere Cristo. Non così sarà per Edith Stein come già spiegato, che invece accoglierà il cristianesimo e donerà la sua vita per amore a Cristo ,alla Chiesa e al suo popolo.
Il mondo ebraico si potrà salvare solo se si convertirà e riconoscendo Cristo come Messia mandato dal Padre, si farà battezzare.
La missione della chiesa verso tutti i popoli è l’evangelizzazione: andate ed ammaestrate tutte le genti dice Gesù. Pregare e richiamare a conversione il popolo ebreo fa parte della missione che Cristo ha affidato alla santa Chiesa. Ricordiamo la predicazione di San Bernardino da Siena nei ghetti ebraici per invitarli a conversione riconoscendo in Cristo l’unico salvatore. Non c’è salvezza se non in Cristo, se uno potesse salvarsi senza riconoscere Cristo anzi considerando Cristo nemico, la religione cristiana non sarebbe vera.
ONU proclama lo stato di Israele
Dopo questo primo incontro l’Onu proclama lo stato di Israele che alcuni mesi dopo dichiara l’indipendenza con la prima guerra israeliana -palestinese . Si arriva così lentamente a nostra aetate: Isaac è partito per questa crociata e questa crociata avrà come punto culminante l’approvazione con 2041 placet ,88 non placet ,tre voti nulli , il 26 ottobre 1965 della dichiarazione nostra aetate. Isaac prosegue i suoi incontri ad altissimo livello con Giovanni XXIII che promette di fare qualcosa, chiede: “posso sperare in qualcosina?“.
Il Papa risponde “lei può sperare in molto più che in qualcosa” . A questo punto Giovanni XXIII affida il cardinal Bea il compito di creare una commissione ;siamo nel 1960 ,quindi prima ancora prima che inizi il Concilio, per studiare la questione del rapporto col giudaismo e produrre un documento utile ai padri.
Incontri segreti e inquietanti nel sottosuolo
Iniziano una serie di incontri inquietanti fra Bea e una serie di esponenti ebrei ,il primo è Nahum Goldmann ,presidente del Congresso ebraico mondiale. Bea si fa consegnare da Goldman un memorandum sulle aspettative degli ebrei dal Concilio che sta per aprirsi ; Bea consegna questa bozza al Papa e di fatto questo documento è praticamente la bozza di nostra aetate.
Abbiamo un’altra testimonianza abbastanza incredibile ,il giornalista Lazare Landau in alcuni articoli, usciti nel 1986 in Francia, ci racconta questo particolare incontro: “in una glaciale serata dell’inverno 1962 mi recai nel centro comunitario della pace di Strasburgo , i dirigenti ebrei ricevevano in segreto nel sottosuolo un inviato del Papa, padre Congar, incaricato da Bea a nome di Giovanni XXIII di chiederci ciò che ci aspettavamo dal Concilio“.
Gli ebrei chiedevano la loro completa riabilitazione: “il Concilio consentì ai nostri auspici “. La dichiarazione di nostra aetate costituì una vera rivoluzione nella dottrina della Chiesa sugli ebrei, una mutazione totale.
Questa testimonianza è una importante testimonianza di incontri segreti, conciliaboli ignoti dove viene chiesta la riabilitazione del mondo ebraico.
La riabilitazione c’è stata ,la chiesa ha accettato una mutazione totale. A volte chi è fuori dalla chiesa dà testimonianze che sono in un certo senso anche più forti e più oneste di quelle che si hanno all’interno. Ma vi è un’altra testimonianza , se vogliamo, ancora più inquietante : il presidente del comitato ebraico mondiale afferma che nel gennaio del 62 Bea si lamentò del fatto che il gran rabbino Jacob Kaplan parlando con lui aveva manifestato di conoscere il fine del Concilio dichiarando che fosse l’unione fra i cristiani e per questo motivo, gli ebrei non avrebbero partecipato.
Bea con un pò di ironia si stupiva che i rabbini europei conoscessero con tanta esattezza il fine del Concilio, ciò che era ignorato dalla maggior parte dei cristiani. Mentre era in corso tutto questo esce il dramma Il Vicario di Rolf Hochhuth, dramma che è un monumento alla falsificazione della storia ma che fece grande scalpore a livello mondiale.
Fu il primo grande atto d’accusa pubblica che il mondo ebraico lanciò verso Pio XII . Fu un elemento di pressione , uscì proprio in un momento particolarmente delicato . Siamo già di fronte a qualcosa di incredibile ,abbiamo un Concilio che chiede agli ebrei di dire che cosa si aspettano che si dica di loro da parte della Chiesa cattolica . Chiaramente tutto ciò ,quanto al metodo ,anche lasciando stare il merito ,non ha assolutamente nulla di cattolico ; non è certo un metodo che sia condivisibile quello di chiedere a colui che devi anatemizzare cosa devi dire di lui
Nostro Signore Gesù consegnato di nuovo in questi sottosuoli
Questi conciliaboli segreti fanno pensare al primo grande conciliabolo nel Vangelo di Luca capitolo 22 versetti 3 e 6 che ci dicono “ Satana entrò in Giuda, chiamato Iscariota, uno dei 12 il quale andò a combinare coi principi dei sacerdoti e coi capitani del popolo sul come darlo nelle loro mani . Essi se ne rallegrarono e patteggiarono di dargli del denaro “. Fatte le debite proporzioni, sembra di essere proprio di fronte a questo ,uno dei 12 che va a consegnare nelle loro mani nostro signore Gesù Cristo ,il nostro signore Gesù in questi conciliabili e in questi sottosuoli . Anche all’hotel Planet di New York ci fu un incontro segreto.
Nostra aetate si apre con alcune constatazioni ,la prima è che il genere umano si unifica, l’unità del genere umano ; non dimentichiamo Bonamosegh “ il mondo si sta unificando e deve unificarsi”. La chiesa deve essere attrice fondamentale di questo processo con la produzione di sussidi che sottolineano fortemente l’ ebraicità di Gesù, esortando i cristiani ad un cammino di conversione che, a partire dal dramma della Shoah, li porti a riconoscere gli atteggiamenti colpevoli di anti giudaismo che hanno caratterizzato per due millenni il loro rapporto con gli ebrei.
Padri della Chiesa poco attenti?
Probabilmente i padri della Chiesa
non erano stati abbastanza attenti e anche Nostro Signore ,nei tanti passi in cui condanna coloro che lo rifiutano, non aveva scrutato abbastanza bene il suo rapporto con tutto il mondo ebraico. Nell’ultimo passo ci colpisce che nostra aetate pone l’accento su quello che si ha in comune. Questo pone molti problemi ,perché è chiaro ,si possono avere cose in comune con tutti ma la chiesa ha sempre guardato soprattutto a ciò che divide ,proprio per amore alla carità perché la più piccola perdita della fede equivale a perdere tutta la fede . Non è quindi possibile semplificare guardando ciò che ci unisce ,guardando le comunioni non piene ,per esempio, con gli eretici .
Il sacro Concilio ricorda il vincolo per cui il popolo del nuovo testamento è spiritualmente legato con la stirpe di Abramo e qui già molti esegeti hanno fatto notare che è un grossissimo cedimento ,perché la chiesa non può avere rapporti con stirpi o razze . La chiesa intanto ha rapporto con tutti gli uomini e nella stessa nostra aetate quando parla delle altre religioni non parla mai di stirpe ma di altre religioni: induismo, buddismo, Islamismo.
Pretese del popolo ebraico
Qui invece parla di stirpe che è un implicito riconoscimento del fatto che il popolo ebraico post biblico ,considera la sua stirpe come stirpe sacra sacerdotale ed eletta e pretende quindi che la chiesa lo riconosca nei suoi documenti. Infine l’equivoco già citato sul fatto di non distinguere fra ebrei credenti nel Cristo venturo ed ebrei appunto del mondo post biblico.
Ma il punto chiave , il sofisma fondamentale, secondo l’apostolo ,dice nostra aetate, è che gli ebrei in grazia dei padri rimangono ancora carissimi a Dio e i cui doni e la cui chiamata sono senza pentimento, sono irrevocabili ( romani 11 ,27-29 ).Questo passo è citato praticamente incessantemente ,continuamente , è diventato una sorta di mantra ,di suono quasi incessantemente citato in ogni saluto, in ogni incontro si dice sempre questa cosa : “i doni di Dio e la chiamata di Dio sono irrevocabili sono senza pentimento “.
È vero Dio non può mutare quindi il suo decreto è immutabile ma evidentemente questo dono perché sia operante deve essere accolto ,e questo dono , è il dono di essere il popolo chiamato a riconoscere ,accogliere ,adorare nostro Signore Gesù Cristo. L’elezione non è sganciata da questo riconoscimento del Messia e quindi non viene meno la chiamata ma la chiamata non è stata corrisposta . Certo la chiamata rimane e palpiterà ,per così dire ,segretamente ,inquieterà la mia vita luminosamente.
Il mondo ebraico rivendica il carattere asimmetrico del rapporto ebraico cristiano: Il cristiano non può fare a meno di Israele; l’ebreo, se non vuole negare la propria fede, deve fare a meno del Cristianesimo ( Riccardo Segni)
Lo sguardo della Chiesa cattolica deve cambiare sul mondo ebraico. Per la prima volta compare l’idea che si adori lo stesso Dio : ebrei post biblici talmudici e cristiani adorano lo stesso Dio e questo va insegnato ai cristiani tutti, c’è un’insistenza incredibile sulla ebraicità di Gesù sottolineata in modo chiaramente distorto.
La “Nostra Aetate”…..del “nuovo (dis)ordine terminale
Nostra etate ,
possiamo affermare, ha un grosso problema, non focalizza il punto chiave creando grosse ambuiguità e confusioni : non precisa che c’ è la frattura molto netta fra la fede di Mosé e dei patriarchi, dei profeti che hanno creduto in Cristo venturo e gli ebrei post biblici-sionisti-massoni. Gli ebrei dell’antica alleanza credendo nel Salvatore promesso sono stati liberati da Cristo ,dopo la sua morte ,quando discese agli inferi e aprì per loro le porte del paradiso che fino ad allora erano rimaste chiuse . La credenza religiosa dell’ebraismo postbiblico, ebraismo talmudico, cabalista, esoterico e anticristiano sionista è altra cosa dall’antica alleanza dei giusti che credevano in Cristo venturo.
Gesù infatti si lamenta su Gerusalemme, piangendo dice: “Gerusalemme, Gerusalemme, non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata da Dio, dai patriarchi, dai profeti (Luca 19,41-44).
Il miglior teologo del concilio spiega perché il popolo ebraico, ancora oggi, può essere chiamato deicida.
Monsignor Luigi Maria Carli,vescovo di Segni durante il tempo del concilio era considerato la voce “ufficiosa”. Teologo canonista ben preparato, nei suoi interventi domandò sempre che la dottrina fosse formulata nella fedeltà alla tradizione e al magistero della Chiesa.
Considerato uno dei migliori teologi del Concilio dimostrò con estrema carità ,dolcezza ,semplicità ma anche lucidità teologica da grande scolastico ,il perché ancora oggi può essere chiamato popolo deicida ,popolo riprovato da Dio e popolo da Dio maledetto.
Lo dimostra con l’appoggio a tutta la tradizione e facendo una distinzione chiave che bisogna distinguere fra colpa individuale e responsabilità collettiva di ordine giuridico dove ,in questo caso, in effetti ,la colpa, per esempio dei capi del sinedrio e dei capitani del popolo ,può far sì che tutto il popolo contragga un debito e debba quindi anche essere sottoposto alla corrispondente sanzione.
Così la riprovazione, mostra Carli, non è una riprovazione da intendersi come se ogni singolo ebreo nato nella storia sia riprovato da Dio ovvero reprobo ,ovvero ,predestinato alla dannazione eterna . È assurdo ,perché Dio dà a tutti ,anche agli ebrei post biblici,
la grazia sufficiente di salvarsi : quindi ogni singolo ebreo può ovviamente salvarsi convertendosi al Cristo ma, il popolo ebreo ,in quanto tale, in quanto rifiuta Cristo ,non è più il popolo che Dio benedice ,non è più un popolo che Dio può benedire . È un popolo riprovato . Chiudiamo accennando a quello che è accaduto dopo il Concilio.
Nascono amicizie giudaico cristiane
Diciamo ciò che ci unisce, non diciamo ciò che ci separa
Dopo il concilio si ha la prassi ,la prassi del dialogo . La prassi ha uno schema preciso, nascono delle amicizie giudaico cristiane ci sono incontri incredibili, giornate del dialogo ,17 gennaio, dove ogni vescovo fa degli incontri con i rabbini basati sul principio “diciamo ciò che ci unisce ,non diciamo ciò che ci separa”o non toccando i temi sensibili, nascondendo ,magari, la croce pettorale per non offendere la sensibilità del corrispondente interlocutore.
La prassi avanza ,la prassi diventa documenti delle conferenze episcopali ,con due conferenze episcopali la francese e l’americana ,sempre all’avanguardia nel fare dichiarazioni incredibili ,avanzatissime: non ci sarà mai più missione verso gli ebrei , gli ebrei non devono convertirsi , la loro alleanza è ancora valida . Roma traccheggia ,però alla fine la curia romana si pronuncerà. Nel 1974, sulla scia delle dichiarazioni francesi -americane ,arrivano gli orientamenti e i suggerimenti per l’applicazione della dichiarazione nostra aetate.
Guai grossi in arrivo
Qui arrivano i guai grossi con le applicazioni che sono sempre molto più dolorose . Si dice : “ a un certo punto i cristiani si sforzeranno altresì parlando con gli ebrei di comprendere le difficoltà che l’anima ebraica prova davanti al mistero del verbo incarnato , data la nozione molto alta e molto pura che essa possiede della trascendenza divina.” Poiché siamo difronte ad una religione particolarmente pura e alta della trascendenza di Dio, parliamo con un certo pudore del fatto che il nostro Signore è vero Dio perché ,sennò ,offendiamo il loro senso della trascendenza.
Segue poi un passo inquietante : “è evidente che i testi biblici non possono essere cambiati ( che poi non è vero perché li stanno cambiando) ma si può in una versione destinata all’uso liturgico rendere esplicito il significato tenendo conto dei più recenti studi esegetici”. Semplificando il curialese : “traducete la passione soprattutto in modo che non offende i nostri fratelli maggiori divenuti rapidamente nel breve volgere di un pontificato padri nella fede “ . Oltre ai padri della Chiesa adesso abbiamo anche i padri nella fede ?
Nel 1985 escono i sussidi, aiuti per una corretta presentazione degli ebrei e dell’ebraismo nella predicazione, nella catechesi . Ora dire che nel 1985 arrivano i sussidi ,finalmente ,per una corretta presentazione dopo 2000 anni di cristianesimo ecco non sarà un’offesa ,anzi rallegrerà i padri nella fede ma rattristerà i padri della Chiesa ,per tornare al nostro gioco di parole. Qui c’è qualcosa di inquietante . Si dice: “ non si tratta solo con la nuova catechesi di sradicare dalla mente dei nostri fedeli residui di antisemitismo che ancora si trovano qua e là” (sembra la psicopolizia di orwell ,il ministero della verità che deve sradicare dalla mente ,è un linguaggio quasi psichiatrico ,è inquietante sradicare dalla mente ) .
Poi dice “ Nulla vieta , nulla sottrae il valore dell’antico testamento nella chiesa e non vieta che i cristiani possano a loro volta utilizzare con discernimento le tradizioni di lettura ebraica” .
Cosa devono fare i cattolici secondo gli ebrei- talmudici-sionisti?
Cosa devono fare i cattolici ?
- Esercitare la prassi poiché la dottrina impedisce una vera comunione ,una vera amicizia . L’amicizia è nemica della dottrina ,la dottrina è nemica dell’amicizia .
- Assumere la responsabilità di preparare il mondo alla venuta del messia operando insieme per la giustizia sociale ,per il rispetto dei diritti della persona umana e delle nazioni ,per la riconciliazione sociale e internazionale .
Non è un linguaggio cattolico
Si parla di venuta del messia e non di ritorno del messia ,questo non è un linguaggio cattolico ,questo non è il linguaggio della Chiesa cattolica apostolica Romana. È il linguaggio di qualcosa altro, di qualcun altro perché il messia è già venuto e il Regno che ha promesso non è il Regno dei diritti dell’uomo non è l’Onu-
Il punto decisivo è questo: la commissione biblica tuttavia non poteva nel suo lavoro di riflessione sul rapporto fra Bibbia cristiana e Bibbia ebraica, prescindere dal contesto del nostro presente, nel quale, il dramma della Shoah ha collocato tutta la questione in un’altra luce. Qui luce vuol dire in un’altra dottrina.
Nasce una nuova dottrina. Si capisce che un fatto storico, per quanto drammatico non potrà mai modificare alcun principio teologico e non potrà modificare i dogmi che la Santa chiesa cattolica ha il mandato divino di custodire, incorrotti nei secoli e nei millenni. Non ci potrà mai essere nessun fatto storico che possa modificare il dogma cattolico . Questo bisogna gridarlo dai tetti o inizieranno a gridarlo le pietre ,per usare il passo così vero del Vangelo.
Esce il più grave documento del pontificio consiglio della giustizia e della pace per la gioia della massoneria-sionista
Quando, però,si abbandona la dottrina si viene confusi ad ogni livello morale, sociale ,politico , e così ,pochissimo tempo fa ,è uscito un documento del pontificio consiglio della giustizia e della pace per una riforma del sistema finanziario monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale. Invito i lettori a leggerlo e vedrete che, praticamente ,qualunque massone del passato, nel suo sogno più perverso di governo mondialista, non avrebbe potuto desiderare un documento più radicale di questo ,con un inno all’onu, alle sue milizie ,ai suoi caschi blu, alla possibilità insomma di vedere sfruttare già queste strutture che stanno manifestandosi.
Ecologia, migrazioni, biodiversità, clima, giornata mondiale per la salute, urgenza della vaccinazione, transizione energetica, obbiettivi ONU 2030 sono le iniziative improntate soltanto sulla prassi .Probabilmente è il documento più grave che sia uscito da un pontificio consiglio negli ultimi anni perché si capisce che davvero, ahimè , il progetto sinistro, sottile e inquietante di Benamozegh sembrerebbe essere in corso d’opera molto avanzato.
di prof. ssa Paola Persichetti – ricercatrice di Cristianesimo ed Ebraismo.
Paola Persichetti, oltre ad essere presidente dell’Associazione Trilly APS La Gente come Noi Terni e già leader del comitato spontaneo La Gente come Noi nella lotta contro l’imposizione di Green pass e Vaccini obbligatori, è Laureata in Lingue e Letterature Straniere, inglese, francese, lingua e Cultura ebraica, all’Università di Perugia con 110/110, bacio accademico e menzione d’onore. Corso di storia e del Cristianesimo antico, università Perugia. Master universitario in fonti, storia, istituzioni e norme del Cristianesimo ed Ebraismo.
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