di Redazione Gospa News International
C’è una nuova minaccia concreta e un’altra virtuale nei confronti della martoriata popolazione della Striscia di Gaza a causa dei piani militari di Israele.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto l’ultima proposta di tregua e scambio di prigionieri di Hamas e ha approvato un piano dell’IDF per lanciare un’operazione nella città di Rafah, nel sud di Gaza, hanno riferito venerdì i media israeliani.
Un Attacco a Rafah per Completare il Depopolamemto della Striscia di Gaza
“L’IDF è pronto per l’operazione e per evacuare la popolazione [civile]”, ha affermato l’ufficio del Primo Ministro in una nota, citata dal Times of Israel.
Ciò avviene solo a 2 settimane di distanza dalla carneficina compiuta dagli elicotteri del regime sionista di Netanyahu contro la gente inerme in coda per gli aiuti umanitari nell’area di Al Nablusi.
Le parole di condanna morale piovute contro Tel Aviv dall’Onu e dagli alleati americani non sono bastate a fermare il piano di depopolamento della Striscia di Gaza spudoratamente ammesso anche dai ministri del Governo Israeliano.
E così le azioni militari dell’esercito sionista, che paiono incapaci di scovare e neutralizzare i terroristi di Hamas, dopo aver spinto da Nord a Sud i Palestinesi ora stanno per cacciarli dall’area del valico di Rafah, al confine con l’Egitto dando così pieno compimento al piano dettagliato della loro deportazione forzosa verso la penisola del Sinai.
Se ciò può avvenire è anche perché la Corte Internazionale di Giustizia, che su richiesta del Sud Africa e altri stati ha aperto un’inchiesta per genocidio contro Israele, non ha avuto il coraggio di imporre un immediato cessate il fuoco come domandato dai denuncianti.
Se ciò può avvenire è anche grazie ai continui veti posti dagli USA davanti al Consiglio di Sicurezza dell’ONU contro ogni risoluzione per una tregua. Ma anche perché le industrie americane delle armi sono riuscite a vendere razzi, missili e altre munizioni a Israele aggirando in modo astuto le limitazioni imposte dal Congresso USA.
Come riportato da Reuters, che ha preso visione della proposta, i militanti palestinesi avevano proposto il rilascio di donne israeliane, comprese donne soldato, bambini, anziani e ostaggi malati, in cambio della liberazione da parte di Israele tra 700 e 1.000 prigionieri palestinesi. Una volta completato lo scambio di prigionieri, Hamas si è detta pronta a negoziare una data per un cessate il fuoco permanente.
Lo Stato ebraico, tuttavia, ha respinto la proposta e ha accusato Hamas di avanzare “richieste irrealistiche”. Giovedì Netanyahu ha anche ribadito la determinazione di Israele a portare a termine la sua missione di “eliminare” Hamas.
La decisione di Israele di procedere con un’incursione di terra a Rafah arriva dopo ripetuti avvertimenti da parte della comunità internazionale, compresi Stati Uniti ed Egitto, di non entrare nella città dove attualmente si rifugiano circa 1,5 milioni di palestinesi.
L’Opzione Sansone in Palestina: piccoli Attacchi Nucleari evocati da un Think-Tank Sionista
Secondo le ultime informazioni fornite dalle autorità sanitarie palestinesi, almeno 31.341 persone sono state uccise e altre 73.134 ferite negli attacchi aerei e nelle operazioni di terra israeliane nell’enclave negli ultimi sei mesi.
Major Zionist Think-Tank Urges “Samson Option”: aka Nuclear Attack in Palestine
Nel frattempo una nuova Spada di Damocle pende sulla Striscia di Gaza. BESA Center, il maggiore e più influente think-tank sionista sostenitore del Governo Netanyahu, ha pubblicato un capzioso articolo in cui si evoca la cosiddetta “Opzione Sansone” per mettere fine alla guerra attraverso l’uso di piccoli attacchi nucleari come deterrente contro i terroristi palestinesi.
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From UN to US, Whole World Condemns New Horrendous Zionist Carnage in Gaza