di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Anche i giornalisti della RAI si ricordano di avere una coscienza e – sebbene in punta di piedi – la usano per pontare il dito contro le complicità dell’Italia nel genocidio di palestinesi, tra cui 15mila bambini, compiuto dall’esercito israeliano nella Striscia di Gaza.
Dove il premier sionista Benjamin Netanyahu ha appena avviato un nuovo massacro a Rafah, affermando di poter proseguire anche senza gli aiuti militari che il presidente americano Joseph Biden ha annunciato di voler fermare (dopo averne firmato l’invio pochi giorni fa) proprio a causa di questa ennesima e sanguinaria operazione militare.
Nel merito l’ex presidente Donald Trump ha perso ancora una volta l’occasione per tacere accusando Biden “di odiare Israele”, come riportato dall’agenzia di stampa russa TASS.
Dipartimento USA smentisce Biden e non ferma le Armi dopo l’Attacco Israeliano a Rafah
Gli Stati Uniti hanno apertamente criticato Israele per l’uso di armi americane in modi incompatibili con il diritto umanitario internazionale durante la guerra a Gaza.
Dopo che le forze israeliane hanno intensificato le operazioni intorno alla città meridionale di Rafah, dove si è rifugiato più di un milione di sfollati, il principale alleato internazionale dello Sttao ebraico ha ammesso in un rapporto pubblicato ieri dal Dipartimento di Stato che è “ragionevole stimare” che armi statunitensi siano state impiegate in violazione al di fuori del consentito, anche se non è possibile raggiungere “risultati conclusivi” e per questo non ha bloccato l’invio di forniture militari, come minacciato a inizio settimana dal presidente Joe Biden.
Un brevissimo ma eloquente servizio a cura di Emma Farnè passato solo sul sito online RAI News dal titolo “Chi vende le armi ad Israele e da dove arrivano quelle di Hamas” spiega perché davvero l’Israeli Defense Forces non ha bisogno di nuove armi avendone ricevuto a iosa dagli USA, dalla Germania e dall’Italia.
In esso viene confermato l’allarme lanciato da Gospa News sulla deriva dittatoriale sul mercato italiano delle armi occultato dal Ministro della Difesa Guido Crosetto che con i decreti secretati sugli aiuti militari all’Ucraina ha impedito ai parlamentari di conoscere l’esatta natura delle forniture.
Ma anche i servizi realizzati da quotidiano di sinistra come Il Manifesto e il Fatto Quotidiano, tacciati di essere faziosi nell’alimentare dubbi sulle attività di Crosetto, già presidente della Confindustria delle Armi, legato ai think-tank della dinastia dei Rockefeller (guerrafondai fin dal finanziamento di Hitler) e finito sotto inchiesta per operazioni finanziarie sospette proprio per le maxi-consulenze con l’industria bellica italiana Leonardo.
I grafici pubblicati da RAI News confermano la fondatezza delle denunce dei quotidiani sulle armi fornite ad Israele anche dopo l’inizio delle spropositate operazioni militari nella Striscia di Gaza per cui la nazione sionista è stata accusata di genocidio davanti alla Corte di Giustizia Internazionale.
Munizioni Italiane lasciate da Crosetto in mano a Netanyahu per il Genocidio
Nel primo, basato sui rilevamenti dello SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute), ente di monitoraggio mondiale sul mercato dei Signori delle Guerre, si vede che i principali fornitori del governo genocida del premier israeliano Benjamin Netanyahu sono gli USA con il 65,6 % seguiti da Germania col 29,7 e infine dall’Italia col 4,7 %.
In un altro grafico ISTAT ecco l’amara sorpresa che nell’ultimo trimestre 2023 l’export di munizioni verso Israele è stato di 2,1 milioni di euro.
La brava giornalista Farnè riporta una dichiarazione di Crosetto che, forse possedendo doti divinatorie finora ignote, assicura che quelle armi non sono state usate contro i civili di Gaza.
Excusatio non partita, excusatio manifesta dicevano nel Medioevo, ovvero: «scusa non richiesta, accusa manifesta».
Ma è interessante notare che questa affermazione contrasta con quelle fornite in precedenza come ben rilevato nelle scorse settimane dal quotidiano Manifesto sul problema del nuovo disegno di legge di iniziativa governativa 855 in discussione al Senato minacci pesantemente i meccanismi di controllo dell’export di «materiali d’armamento», in modifica alla precedente legge 185/90, indebolendo i meccanismi di trasparenza.
Rete italiana Pace e Disarmo contro Crosetto per le Armi a Israele
Una modifica legislativa, già oggetto della nostra inchiesta Lobby Armi 16, che il Governo Meloni-Crosetto sembra aver studiata ad arte per i loro amici delle industrie belliche che hanno fatto il loro covo nel Piemonte del governatore Alberto Cirio (ora vicesegretario nazionale di Forza Italia dove Crosetto militò come segretario piemontese).
«Ma come è possibile pensare che per un prodotto come le armi non si debbano tenere in considerazione gli impatti devastanti che procurano? Se il ddl 855 dovesse passare la situazione peggiorerebbe, in particolare sulla questione degli intrecci tra finanza e produzione di armamenti» ha commentato Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio Opal e Rete italiana Pace e Disarmo.
Interessante osservare come il rilascio delle forniture militari a Israele sia stato rallentato non dal governo ma dall’ente preposto al rilascio delle licenze nuove all’esportazione di armamenti, la Uama.
«Le dichiarazioni dei ministri Crosetto e Tajani circa la sospensione delle forniture di materiali militari a Israele sembrano rispondere più a una diatriba politica con le opposizioni che a una scelta operata dal governo Meloni. Non è un caso che entrambi i ministri abbiano evidenziato che sia stata compiuta da Uama» aggiungeva Beretta al Manifesto.
«Per sospendere le licenze rilasciate negli anni scorsi, e quindi per sospendere l’invio di tutti i materiali militari a Israele, è necessario un decreto ministeriale di cui non a oggi c’è traccia. Ma c’è di più: il disegno di legge del governo Meloni (Atto Senato 855) che è già stato approvato al Senato, intende sottoporre al veto del governo proprio i divieti che l’autorità nazionale Uama decide sulla base delle norme nazionali sul commercio di armi» conclude il portavoce di Rete italiana Pace e Disarmo.
Oggi è invece RAI News a domandarsi alla fine del servizio quanto possa valere la rassicurazione grossolana di Crosetto sul fatto che Netanyahu non abbia usato munizioni italiane nel massacro: “che queste armi non siano state utilizzate a Gaza non è del tutto chiaro” conclude lapidaria Emma Farnè.
Il Mistero degli Armamenti USA nelle Mani di Hamas
Sugli armamenti forniti ad Hamas il servizio si fa rapido e superficiale. Vengono evidenziate le forniture dell’Iran, in realtà stretto alleato degli Sciiti Hezbollah libanesi e degli Houti yemeniti intervenuti in difesa dei Palestinesi, che dei terroristi di Hamas di fede musulmana Sunnita da sempre occultamente finanziati tanto dagli USA che dall’intelligence israeliana in contrapposizione all’Autorità Nazionale Palestinese.
Va infatti rimarcato che molteplici inchieste giornalistiche, tra cui quelle di Gospa News International del ciclo CIA-Gate, hanno svelato che i terroristi islamici di Hamas, di confessione Sunnita come quelli di Al Qaeda e dell’ISIS impiegati in vari scenari internazionali dall’intelligence militare NATO, hanno ricevuto armi americane e occidentali finite sul mercato nero dopo essere state destinate all’Ucraina.
La Sospetta Astensione all’ONU dell’Italia sulla Palestina
In questo intrigo di interessi geopolitici assume pertanto un’enorme rilevanza la decisione dell’Italia di astenersi dall’approvare il percorso per l’ufficiale adesione della Palestina all’ONU.
Con 143 voti favorevoli, infatti, ’Assemblea Generale delle Nazioni Unite raccomanda al Consiglio di Sicurezza di prendere in considerazione la possibilità di rendere la Palestina uno stato membro delle Nazioni Unite in cui al momento è soltanto OSSERVATORE.
«L’Italia è un convinto sostenitore del principio “due persone, due Stati” e condivide l’obiettivo di una pace globale e duratura che potrà essere raggiunta solo, e sottolineo solo, sulla base di una soluzione a due Stati con Israele e Palestina come parte viva. fianco a fianco in pace e sicurezza entro confini riconosciuti e concordati. Riteniamo che tale obiettivo debba essere raggiunto attraverso negoziati diretti tra le Parti. Dubitiamo che l’approvazione odierna della risoluzione contribuirà all’obiettivo di raggiungere una soluzione duratura al conflitto. Per questo motivo abbiamo deciso di astenerci».
Comincia così il discorso pronunciato dall’ambasciatore Maurizio Massari, Rappresentante permanente d’Italia ONU, dopo una brillante carriera diplomatica entrata nel vivo durante Il Governo Monti e l’inizio delle Primavere Arabe delle Guerre NATO in Medio Oriente.
L’Ambiguo Ruolo in Medio Oriente dell’Ambasciatore del Caso Regeni
Massari, dal luglio 1998 al giugno 2001) ebbe una formazione statunitense quale primo Consigliere politico all’Ambasciata d’Italia, responsabile in particolare per le politiche statunitensi nei confronti della Russia e della ex Unione Sovietica, l’Europa Centrale e Occidentale e i Balcani Occidentali. Responsabile per i rapporti dell’Ambasciata con i think tank e le Università americane.
Un ruolo che si è rivelato però insufficiente a salvare la vita al ricercatore italiano Giulio Regeni che stava effettuando un un dottorato di ricerca presso il Girton College dell’Università di Cambridge e si trovava in Egitto per svolgere una ricerca sui sindacati indipendenti egiziani presso l’Università Americana del Cairo, quando Massari fu Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario d’Italia in Egitto dal 2013 al 2016.
Le sue testimonianze nel processo in corso a Roma non hanno chiarito il ruolo del giovane universitario italiano, sparito, rapito e morto dopo terribili torture subite dall’intelligence egiziana che lo riteneva una presunta spia al pari dell’ex premier Matteo Renzi (come dichiarato nell’ultima inchiesta di Report).
Massari, che era stato Inviato Speciale del Ministro degli Esteri Italiano per il Mediterraneo e il Medio Oriente dal 2012-2013 per il Governo Monti durante le guerre civili in Libia, Siria e Iraq, si ritrovò in Egitto proprio quando il presidente egiziano Al Sisi lanciò la repressione contro i Fratelli Musulmani, un’entità politica e paramilitare dei paesi arabi vicina alla Massoneria occidentale e da sempre alleata della NATO.
E’ curioso notare che il filo-americano Massari si sia occupato della sparizione di un semplice ragazzo universitario solo 3 giorni dopo inviando un’allarmata comunicazione alla Farnesina che indusse l’allora vice direttore del controspionaggio italiano AISE a volare subito in Egitto…
Come se il ruolo di Regeni fosse ben noto e come se fosse predestinato a essere una vittima sacrificale dell’intelligence anglo-americana per la sua attività occulta di agente straniero all’estero senza una comunicazione ufficiale al paese ospitante che serve proprio a proteggere la vita degli 007 in ogni parte del mondo.
E’ pertanto una sorprendente coincidenza che lo stesso Massari si ritrovi oggi ad astenersi dal riconoscimento della Palestina davanti all’ONU proprio mentre Meloni & Crosetto forniscono armi al regime sionista di Netanyahu e, soprattutto, nonostante la sua lunga esperienza in Medio Oriente sia incapace di fare distinzione tra l’Autorità Nazionale Palestinese, che controlla la Cisgiordania ed è l’unico referente ufficiale riconosciuto dall’ONU, e Hamas…
AL BAGHDADI, IL CALIFFO ISIS E AGENTE MOSSAD-CIA NASCOSTO DAGLI USA
Un’organizzazione che pare costruita ad arte dall’Occidente per la Striscia di Gaza come fu in Iraq e Siria per l’ISIS fondato dal Al Baghdadi, ritenuto un agente della CIA e del Mossad israeliano. dalle Forze di Mobilitazione Popolare Irachene (Hashd al-Shaabi, composte da militanti Sciiti, Sunniti, Cristiani e clan tribali arabi).
Consigliamo umilmente a Massari un rapido ripasso della storia del Medio Oriente…
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI PRINCIPALI
RAI NEWS VIDEO – “Chi vende le armi ad Israele e da dove arrivano quelle di Hamas”
IL MANIFESTO – L’Italia ha continuato ad armare Tel Aviv
GOSPA NEWS – GENOCIDIO IN PALESTINA
GOSPA NEWS – NWO, MASSONERIA & COSPIRAZIONI
IL DISCORSO INTEGRALE DELL’AMBASCIATORE ITALIANO ALL’ONU
Discorso di Ambasciatore Maurizio Massari – Rappresentante permanente d’Italia ONU – New York
Tutti i link ai precedenti articoli di Gospa News sono stati aggiunti a posteriori per l’attinenza coi temi trattati
Signor Presidente,
L’Italia è un convinto sostenitore del principio “due persone, due Stati” e condivide l’obiettivo di una pace globale e duratura che potrà essere raggiunta solo, e sottolineo solo, sulla base di una soluzione a due Stati con Israele e Palestina come parte viva. fianco a fianco in pace e sicurezza entro confini riconosciuti e concordati.
Riteniamo che tale obiettivo debba essere raggiunto attraverso negoziati diretti tra le Parti. Dubitiamo che l’approvazione odierna della risoluzione contribuirà all’obiettivo di raggiungere una soluzione duratura al conflitto.
Per questo motivo abbiamo deciso di astenerci.
Con i brutali attacchi perpetrati da Hamas il 7 ottobre e il conseguente conflitto nella Striscia di Gaza, raggiungere l’obiettivo della soluzione dei due Stati è diventato più urgente che mai. Questo è l’unico modo per evitare gli eterni cicli di azione e reazione che hanno avvelenato allo stesso modo generazioni di israeliani e palestinesi. Non ci sarà sicurezza per Israele senza l’esistenza di uno Stato palestinese sovrano e vitale. Uno Stato palestinese il cui territorio dovrebbe coprire sia la Cisgiordania che Gaza e che dovrebbe essere effettivamente governato da un’Autorità Palestinese rinnovata.
L’importanza di ripristinare un orizzonte politico per rispondere alle legittime aspirazioni del popolo palestinese dovrebbe guidare la nostra azione a medio termine.
Nel breve termine, la priorità dovrebbe essere data alla risoluzione della catastrofica e tragica crisi umanitaria nella Striscia di Gaza. In questo contesto, esortiamo Israele a fermare i suoi piani, già in corso, di avviare un’operazione di terra a Rafah. Come ricordato anche dal Presidente della Repubblica Italiana davanti a questa Assemblea tre giorni fa, l’Italia sostiene l’appello del Segretario Generale affinché siano evitate operazioni militari a Rafah, viste le conseguenze dolorosamente tragiche che potrebbero avere sui civili palestinesi.
Allo stesso tempo, invitiamo anche Hamas a rilasciare tutti gli ostaggi senza condizioni.
L’Italia sta facendo la sua parte per alleviare le immense sofferenze della popolazione palestinese sull’orlo della carestia. Recentemente, il nostro Ministro degli Esteri ha lanciato l’iniziativa “Food for Gaza”, in collaborazione con FAO, WFP e IFRC, volta a soddisfare meglio l’urgente domanda di sicurezza alimentare e salute primaria della popolazione civile. Siamo anche pronti a riprendere i nostri finanziamenti all’UNRWA, destinati a progetti e aree geografiche specifiche.
Riteniamo che l’agenzia continui a svolgere un ruolo fondamentale nella fornitura di assistenza umanitaria, svolgendo un ruolo stabilizzante nell’intera regione.
Una volta superata la fase di emergenza, l’Italia è pronta a fare la sua parte insieme a tutti i suoi partner per contribuire a rilanciare un orizzonte politico.
Grazie.
Ambasciatore Maurizio Massari – Rappresentante permanente d’Italia ONU – New York