di Redazione Gospa News International
«Ebrahim Raisi, l’ottavo presidente dell’Iran, è stato martirizzato dopo che un elicottero che trasportava lui e il suo entourage si è schiantato nella regione di Varzaqan, nella provincia dell’Azarbaijan orientale, a nord-ovest del paese. L’elicottero di Raisi, insieme ad altri due elicotteri, era in viaggio verso la città di Tabriz domenica dopo aver inaugurato la diga di Qiz Qalasi al confine con la Repubblica dell’Azerbaigian all’inizio della giornata».
Poco dopo le 5 in Iran (4 CET, 5 in Italia con l’attuale ora legale) l’Agenzia di Stampa della Repubblica Islamica (IRNA) ha confermato le tragiche indiscrezioni trapelate già nella notte.
A bordo dell’aereo precipitato c’erano anche il ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian, il governatore della provincia dell’Azarbaijan orientale Malek Rahmati e Mehdi Mousavi, il capo della squadra di guardie di Raisi. Li accompagnava anche Mohammad Ali Al-e-Hashem, rappresentante della Guida Suprema nella provincia.
«Le autorità locali presenti sul luogo dell’incidente hanno confermato il martirio di Raisi e del suo gruppo al seguito» aggiunge IRNA.
Sebbene il termine martirio possa indurre a ritenere che esiste il sospetto che l’elicottero sia precipitato per un sabotaggio nterroristico nei confronti del presidente iraniano e del ministro degli Esteri, entrambi tenaci oppositori del genocidio compiuto a Gaza dal regime sionista israeliano, tale parola va letta nel significato che assume in una teocrazia religiosa.
In tale contesto, infatti, ogni servitore dello stato che cade in sevrizio viene considerato “martire” a prescindere dalle cause della morte. Nelle prossime ore si saprà se esistono elementi utili ad avvalorare la tesi di un attentato.
Ebrahim Raisi, 63 anni, è nato nella città santa di Mashhad. È stato eletto presidente nel 2021. In precedenza, ha ricoperto il ruolo di capo della magistratura, procuratore generale e vicepresidente dell’Assemblea degli esperti. Raisi è stato anche membro del Consiglio dell’Opportunità.
Nel settembre 2023, in occasione della Settimana del Governo in Iran, il leader supremo della rivoluzione islamica, l’Ayatollah Seyyed Ali Khamenei, ha elogiato la performance dell’amministrazione Raisi in vari settori, tra cui l’economia e la politica estera.
Media Internazionale diffonde la Notizia della Morte di Raisi
Fino a poche ore prima la tv di Stato iraniana aveva affermato che non c’erano notizie di eventuali vittime o feriti mentre un’emittente israeliana, citando fonti occidentali non meglio specificate, aveva già detto che Raisi non era sopravvissuto.
Il giornalista Arash Azizi di The Atlantic ha dato la notizia della morte di Raisi citando una fonte vicina alla presidenza iraniana. Ha osservato che le autorità stavano cercando un modo per dare la notizia senza causare disordini. Azizi ha detto di non essere stato in grado di verificare ciò che gli aveva detto la fonte.
Quest’ultima informazione assume una notevole rilevanza perché è stata riportata da RT (ex Russia Today), la TV molto vicina al governo di Mosca che è uno dei principali alleati di Teheran.
Sul velivolo che trasportava il presidente erano presenti anche Amir Abdullahian, ministro degli Affari esteri, l’Imam di Tabriz Friday e l’Ayatollah Al-Hashem. La guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, ha convocato una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza.
Incidente aereo a causa di cattive condizioni meteorologiche o altro attacco terroristico attraverso un sabotaggio?
Ciò è accaduto a pochi giorni dal tentativo di uccidere il primo ministro slovacco Robert Fico, contrario alla logica Nato sulla guerra incessante in Ucraina, e quasi un mese dopo la strage di Mosca in cui le indagini hanno rivelato il ruolo fondamentale dei servizi segreti di Kiev in collaborazione con l’intelligence occidentale che da decenni utilizza i terroristi jihadisti per sanguinosi atti di terrorismo internazionale.
«Il ministro degli Interni iraniano Ahmad Vahidi ha confermato che un elicottero con a bordo il presidente Ebrahim Raisi ha effettuato un atterraggio duro nella città di Jolfa, nella provincia iraniana nordoccidentale dell’Azarbaijan orientale» riporta il media Iraniano PRESS TV.
L’elicottero stava trasportando il presidente Raisi, il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian, il governatore dell’Azarbaijan orientale Malek Rahmati, il leader della preghiera del venerdì della città di Tabriz Mohammad Ali Al-e Hashem e diversi altri passeggeri quando ha incontrato difficoltà ed è stato costretto a effettuare un “atterraggio difficile”.
L’incidente è avvenuto nella foresta di Dizmar, tra le città di Varzaqan e Jolfa. Un’ora dopo l’incidente, le squadre di soccorso hanno raggiunto la zona e hanno avviato le operazioni di ricerca.
Il sospetto di un sofisticato sabotaggio terroristico è avvalorato anche dal precedente eclatante caso del disastro aereo in cui morì l’ex segretario general dell’ONU Dag Hammarskjold.
In 63 anni l’intelligence angloamericana si è sempre rifiutata di desecretare le informazioni sulla strage ritenuta dalla Commissione d’inchiesta ONU un attentato…
«Gerusalemme Ovest non ha nulla a che fare con lo schianto dell’elicottero del presidente iraniano, riferisce il canale israeliano Channel 13, citando funzionari»
Questa dichiarazione riporta alla mente un vecchio proverbio latino: “Excusatio non petita, accusatio manifesta” ovvero “Scusa non richiesta, accusa manifesta”
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, spiegano fonti di Palazzo Chigi, domani mattina presiederà una riunione cui parteciperanno il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro della Difesa Giudo Crosetto, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano e l’intelligence sulla crisi iraniana.
Assume una rilevanza alquanto inquietante che il governo filo-sionista italiano abbia convocato un summit geopolitico-militare per un incidente aereo…
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