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CONDANNATO PER MAFIA NELLO STAFF DI CANDIDATO MELONI. In Corsa UE 7 Politici sotto Processo per Gravi Reati. Ma l’Antimafia non può Escluderli!

Milazzo Meloni Padrini

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Nell’immagine di copertina l’eurodeputato palermitano Giuseppe Milazzo in un selfie con Giorgia Meloni per la campagna elettorale alle Europee. Nel riquadro la notizia della condanna per mafia di un suo collaboratore

di Carlo Domenico Cristofori

«L’ex assessore comunale ai servizi sociali di Paternò (Catania), Carmelo Frisenna, condannato nel 2010 a 5 anni di carcere per mafia, dopo l’arresto nel 2008, è nell’elenco degli «assistenti» al Parlamento europeo del deputato FdI Giuseppe Milazzo. La notizia è riportata sul Fatto quotidiano» riporta il giornale La Sicilia (link tra le fonti).

La notizia delle condanne del Processo Padrini con la foto di Carmelo Frisenna pubblicata dal giornale La Sicilia

«Ho fatto una sola consulenza per Milazzo, mi ha chiamato il suo staff e ho redatto una relazione sulla siccità e i problemi idrici in Sicilia – dice Frisenna al Fatto -, non sapevo di essere sul sito Ue, mi occupo di agricoltura e presto consulenze a professionisti e società. Ho risolto tutti i miei problemi giudiziari, è un fatto del 2008, una parentesi che si è aperta e chiusa, a me la mafia mi fa schifo».

L’ex politico venne arrestato nell’ambito dell’inchiesta denominata “Padrini”, perché ritenuto «strutturalmente e organicamente inserito nel clan» Ercolano-Santapaola e «rappresenta un avamposto dell’organizzazione all’interno dell’amministrazione” di Paternò.

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Per Frisenna è in corso l’istanza di riabilitazione. «È stato un errore che ha pagato caro – spiega il suo legale, Vittorio Lo Presti – Da anni ha cambiato vita e i carabinieri per ben due volte hanno redatto relazioni positive sul suo conto. Il Tribunale ha chiesto che Frisenna risarcisse il danno al comune di Paternò, ma l’offerta che abbiamo presentato non è stata ritenuta congrua dall’amministrazione. Abbiamo formulato una seconda proposta, stiamo attendendo l’esito del tribunale di sorveglianza di Catania».

Milazzo, però, come specifica il Corriere è anche stato rinviato a giudizio per tentato concussione (dettagli sotto)... Un selfie lo immortalato nei giorni scorsi a Palermo insieme alla premier Giorgia Meloni, nonostante l’imbarazzante presenza tra i suoi collaboratori del condannato Frisenna.

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Il Clamoroso Caso di Pittelli nel partito della Meloni

Si tratta purtroppo dell’ennesima conferma delle infiltrazioni mafiose nel partito di Fratelli d’Italia della premier Giorgia Meloni che già aveva accolto con entusiasmo l‘adesione a FdI dell’avvocato e massone Giancarlo Pittelli, poi ritornato in Forza Italia e di recente condannato a 11 anni (la richiesta era stata di 17) per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito del processo Rinascita Scott avviato dall’ex Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri (oggi nella stessa carica a Napoli).

Non va nemmeno scordato che tra i sottosegretari del Governo Meloni c’è anche l’ex sindacalista nella Pfizer, il leghista Claudio Durigon in qualità di Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che finì alla berlina per essersi opposto all’intitolazione di un parco ai giudici vittime della mafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. 

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Nei giorni scorsi è stata pubblicata la sentenza che in poche righe non lascia adito a molti dubbi circa la correità. Ecco alcuni brevi passaggi riportati da Il Quotidiano del Sud:

«Il Tribunale, a sostegno di quanto ha ritenuto, evidenzia l’esistenza di “numerose vicende che dimostrano la stabile ed effettiva messa a disposizione dell’imputato nei confronti dell’associazione. Il rapporto tra Pittelli e il boss di ‘ndrangheta Mancuso, infatti, non si riduce ad una confidenzialità inusuale tra avvocato a capo-mafia, superando i limiti della mera contiguità compiacente, per risolversi nella ripetuta e concreta attivazione dell’imputato a beneficio della consorteria, alla quale fornisce, come si vedrà, uno specifico e consapevole contributo.

«E non sarà solo Pittelli a strumentalizzare la fama criminale del Mancuso per incrementare il suo prestigio professionale e per facilitare alcune speculazioni edilizie, quanto anche il Mancuso, soprattutto nella fase ascendente della sua parabola, ad avvalersi della rete di relazioni messagli a disposizione dal Pittelli (ora nelle vesti di legale, ora in quelle di politico, ora di vero e proprio faccendiere) per scalare le vette del potere economico-malavitoso, calabrese e non solo”.

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La vicinanza di Pittelli al boss di ‘ndrangheta di Limbadi è «ampiamente documentata attraverso numerosi incontri riservati con il capo mafia intercorsi tra il 26 giugno 2014 e il 12 agosto 2017, periodo in cui il boss era irreperibile per essersi sottratto agli obblighi derivanti dalla sorveglianza speciale». In particolare, le riunioni del 1° agosto 2017 e del 7 agosto 2017 erano state “organizzate in quanto Mancuso doveva interloquire con l’avvocato Pittelli su una questione che riguardava Rocco Delfino e Domenico Cangemi».

Gli Impresentabili alle Elezioni UE non possono essere esclusi dall’AntiMafia

Tornando alle candidature presenti il Corriere ha riportato l’elenco degli “impresentabili” candidati nei vari partiti per le imminenti Elezioni Europee dell’8 e 9 giugno che però non potranno essere rimossi dalle liste e potrebbero quindi vincere la lotteria di un’immunità da eurodeputati (come già capitato in Italia al re delle cliniche e dei giornali di centrodestra Antonio Angelucci, entrato sempre in Parlamento nel momento giusto per rallentare l’iter dei processi a suo carico).

«Sono sette i nomi in lista, per le elezioni europee dell’ 8 e 9 giugno, che non sono in regola con il codice di autoregolamentazione delle candidature, il decalogo approvato dalla commissione antimafia per tutte le competizioni elettorali. A rendere noti i nomi degli «impresentabili» è stata la presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo, all’esito dello screening condotto dalla Direzione nazionale antimafia che ha segnalato a Palazzo San Macuto 20 nomi di candidati che presentavano criticità» scrive il Corriere della Sera.

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Tuttavia solo sette, di questi aspiranti a un seggio a Bruxelles, sono stati ritenuti dalla commissione in contrasto con il Codice di autoregolamentazione, per lo più per problemi legati a procedimenti giudiziari.

«Nei loro confronti non scatta nessuna esclusione dalle liste, il fatto che non siano in linea con le regole del Codice, è solo un alert di valenza etica. Soddisfazione per la tempistica è stata espressa da Colosimo «grazie al lavoro della Dna e del Procuratore nazionale antimafia, che ci hanno trasmesso gli elenchi in tempo congruo per verificarli a nostra volta grazie al lavoro dei magistrati consulenti in commissione. Questo permette una corretta informazione a chi andrà a votare». La presidente Colosimo ha spiegato per quali motivi le sette candidature non sono “a norma»» aggiunge il quotidiano milanese.

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Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato un articolo di opinione denunciando le contiguità del sistema politico con ambienti mafiosi e criminali. Oggi è arrivata la puntuale conferma che in Italia i candidati imbarazzanti servono a pescare voti dove ‘Ndrangheta, Cosa Nostra o Camorra la fanno da padrone.

E dopo l’emergenza Covid, come attestato da un rapporto della Direzione Investigativa Antimafia, le aree di influenza della mafia si sono estese massivamente al Nord sovente in contesti finanziari talmente legati ai colletti bianchi delle banche e delle multinazionali da essere ormai intoccabili come i Mammasantissima del Sindacato del Crimine di Kosher Nostra negli USA.

Candidati per un Seggio a Bruxelles sotto Inchiesta per Gravi Reati: 

Nei confronti di Angelo Antonio D’Agostino, di Forza Italia-Noi Moderati-Ppe circoscrizione meridionale, nel 2016 rinvio a giudizio dal gup di Roma per corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, prossima udienza il 26 giugno. Per Marco Falcone, di «Forza Italia-Noi Moderati-Ppe circoscrizione Isole, nel luglio 2023 rinvio a giudizio per induzione indebita a dare e promettere utilità, in corso il processo al Tribunale di Palermo, e nel dicembre 2020, rinvio a giudizio per tentata concussione, processo in corso al tribunale di Catania.

La foto dei 7 Impresentabili pubblicata dal Corriere

Per l’ex sindaco di Pagani (Salerno), Alberico Gambino, lista «Fratelli d’Italia Circoscrizione meridionale, nell’ottobre 2019 il Tribunale di Nocera Inferiore ne aveva dichiarato la decadenza, dopo lo scioglimento del consiglio comunale di Pagani nel luglio 2011. Per l’europarlamentare uscente Giuseppe Milazzo, che corre con Fratelli d’Italia circoscrizione Isole, nel dicembre 2020, rinvio a giudizio per tentata concussione davanti al Tribunale di Palermo, con udienza a settembre.

Nei confronti di Filomena Greco, della lista Stati Uniti di Europa circoscrizione meridionale, a gennaio 2024, rinvio a giudizio per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, è in corso il processo davanti al Tribunale di Castrovillari.

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Problemi anche per Luigi Grillo, di Forza Italia-Noi Moderati-Ppe circoscrizione Nord-Ovest. A suo carico, emessa dal Gip di Milano sentenza di pena patteggiata del novembre 2014, irrevocabile, con condanna a 2 anni e mesi 8 di reclusione, e pena accessoria di non contrattare con la Pa per 5 anni, per i reati di associazione per delinquere, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, e altro.

«Non ho nessun conto in sospeso con la giustizia e nessun processo in corso. Non si comprende dunque – ha detto Grillo – perché dovrei essere accusato di aver violato il codice di autoregolamentazione».

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Antonio Mazzeo è invece nella lista del Partito democratico circoscrizione centrale: nel settembre 2022 il Gup di Roma lo ha rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta, udienza a luglio. «Non capisco come si possa bollare come «impresentabile» a 10 giorni dal voto una persona che mai ha avuto una condanna, mai ha avuto a che fare con certi ambienti e che è sempre stato e sempre sarà dalla parte della legalità e della correttezza», ha protestato Mazzeo spiegando che il rinvio a giudizio è legato alle vicende del fallimento de L’Unità del quale è stato nel cda per 6 mesi.

Carlo Domenico Cristofori
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FONTI PRINCIPALI

LA SICILIA – Ex assessore catanese condannato per mafia tra assistenti dell’eurodeputato Milazzo

IL QUOTIDIANO DEL SUD – Rinascita Scott: «L’avvocato Pittelli al servizio della ‘ndrangheta»

CORRIERE – Europee, ecco chi sono i 7 candidati impresentabili per l’Antimafia

GOSPA NEWS – MAFIA

GOSPA NEWS – GIUSTIZIA

GOSPA NEWS – NWO – COSPIRAZIONI – MASSONERIA

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