Nell’immagine di copertina l’ex direttore della CIA Leon Panetta accanto a un drone Global Hawk nella Naval Air Station (NAS) di Sigonella in Sicilia
by Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Droni militari in volo da Sigonella in Sicilia verso l’Ucraina, si chiamano Forte 10 e Forte 12i due droni identificati anche tramite Flightradar, il servizio che monitora i voli aerei nel mondo. Leggete anche “Flightradar il sito per monitorare le rotte di aerei e droni”.
«Da diversi giorni un via vai di droni indica una situazione di tensione nei cieli d’Europa, i venti di guerra nel mediterraneo sembrano non placarsi nonostante i timidi segnali di una possibile distensioni visti nelle ultime ore» ha scritto nei mesi scorsi DroneBlog in un articolo che non ha avuto molto risalto sui media
Anche perché Sigonella è una delle Stazioni della Central Intelligence Agency più importanti, segrete e strategiche dell’intero Mar Mediterraneo e fu usata proprio dalla CIA per le operazioni segrete di attacco della Libia nel 2011 con i droni-killer MQ-1 Predator.
Da qualche mese nella grande stazione aeronavale di Sigonella vengono ospitati in gran segreto una flotta dei famigerati droni che US Air Force e CIA utilizzano nei maggiori scacchieri di guerra internazionali: Afghanistan, Pakistan, Yemen, Somalia, regione dei Grandi Laghi, Mali. Niger» scriveva il blog Sicilia Giovani già nel lontano 2013, basandosi su un rapporto ufficiale
A rivelare la presenza in Sicilia di non meno di sei Predator Usa da ricognizione e attacco fu l’Osservatorio di Politica Internazionale, un progetto di collaborazione tra il CeSI (Centro Studi Internazionali), il Senato della Repubblica, la Camera dei Deputati e il Ministero degli Affari Esteri.
“La presenza dei droni temporaneamente basati a Sigonella ha fondamentalmente lo scopo di permettere alle autorità americane il dispiegamento di questi determinati dispositivi qualora si presentassero delle situazioni di crisi nell’area nordafricana e del Sahel”, esordiva il rapporto sui velivoli senza pilota Usa in Sicilia, pubblicato dall’Osservatorio.
Il mistero del Drone USA caduto nel Mar Nero
«Ma i siciliani sanno di essere direttamente in guerra con la Russia? Un drone americano di ultima generazione partito da Sigonella e diretto in Crimea è stato fatto fuori dai russi , notizia che certamente non vedrete in nessun tg» ha scritto scrive un esperto di intelligence militare sui social riportando d’attualità ala questione e pubblicando anche un tracciato radar.
«Con la guerra Russia-Ucraina la Sicilia è la portaerei USA-NATO-UE nel cuore del Mar Nero, minacciosamente proiettata contro i porti militari di Sebastopoli e Odessa – ha aggiunto l’anonimo ma ben informato commentatore – La sua principale base militare, Sigonella, è il centro strategico per intercettare gli obiettivi strategici “nemici” e fornire coordinate e intelligence per colpirli e affondarli. La Sicilia è in guerra. Lo sanno a Washington, Londra, Mosca e Bruxelles. Solo gli italiani e i siciliani non devono sapere. E siamo a meno di un passo dall’olocausto nucleare»
La mattina del 14 marzo 2023, un aereo da caccia russo Su-27 ha intercettato e danneggiato un drone americano MQ-9 Reaper, facendolo schiantare nel Mar Nero.[1] Questo divenne il primo contatto diretto tra le forze aeree russe e quelle degli Stati Uniti dai tempi della Guerra Fredda.
L’aeronautica americana ha definito tutto ciò “sconsiderato, insano dal punto di vista ambientale e poco professionale”. Il Ministero della Difesa russo ha affermato che nessun aereo è stato toccato e che non sono state utilizzate armi, tuttavia ha premiato i piloti con medaglie per “impedire” a un drone americano di “violare lo spazio aereo temporaneo della Russia”.
Missioni droni militari Global Hawk in partenza da Sigonella
«Le missioni di volo dei droni militari Global Hawk sono state diverse, le rotta di volo è appunto con partenza dalla Base Nato di Sigonella per sorvolare Grecia, Bulgaria, Romania fino appunto all’Ucraina, dove vengono svolte delle vere e proprie “spazzolate” di monitoraggio del territorio ucraino. Le missioni di volo dei droni militari RQ4 Global Hawk hanno una durata di ben 14 ore, comandati ovviamente da remoto, tramite satellite e base a terra» riportava invece DroneBlog.
I droni RQ-4 Global Hawk sono droni spia costruiti dalla Northrop Grumman (Leggete anche “La NATO è pronta con i suoi droni per la sorveglianza”) ed utilizzati dalla U.S. Air Force come velivoli di ricognizione.
Ma potrebbero essere anche utilizzati come UAV killer per il loro potente armamento.
«I droni RQ-4 Global Hawk dell’US Air Force avranno una seconda vita come Range Hawks. Le versioni Block 20 e Block 30 Global Hawk saranno adattate per l’uso nei test missilistici ipersonici. Il vantaggio principale dell’utilizzo del Global Hawk per testare armi ipersoniche è la sua maggiore capacità di verifica, oltre a testare in un modo meno visibile agli avversari americani. L’uso del Global Hawk potrebbe consentire più test di quanto non sia attualmente possibile, il che accelererà l’adozione di armi ipersoniche» scriveva Avia.Pro in un articolo del 2021, prima dell’inizio dell’operazione militare russa in Ucraina.
I Global Hawk possono volare in condizioni meteo molto estreme ad altezze di oltre 15000 metri, hanno una autonomia di circa 24 ore, permettendo così delle ricognizioni molto lunghe, con apparati di bordo molto sofisticati, fra cui un radar ad alta risoluzione e portata.
I droni militari Global Hawk hanno accumulato più di 320.000 ore di volo con missioni effettuate a sostegno delle operazioni militari in Iraq, Afghanistan, Nord Africa e nella grande regione dell’Asia-Pacifico. Ora in Ucraina.
I Global Hawk svolgono voli principalmente per raccogliere informazioni, permettono infatti di identificare e localizzare armamenti e velivoli militari in volo. Per la sigla RQ4? La “R” è la designazione del Dipartimento della Difesa americano per la ricognizione; “Q” significa velivolo senza pilota. Il “4” identifica la quarta serie di questa tipologia di droni militari.
Come scritto poco più sopra è semplice identificarli tramite il servizio web “Flightradar” cercando il nome “FORTE”, così come sono stati battezzati dalla Nato.
Molti si chiederanno come sia possibile vedere attraverso un sistema civile dei droni militari, a questa domanda risponde il generale Carlo Landi, (Comandante del Centro Sperimentale di Volo A.M., ha ideato e conduce Progetto Volare Sicuri ed è consigliere nazionale dell’Associazione Arma Aeronautica) in una intervista a Fanpage.it, chiarendo che questi velivoli “cooperano”, non è un velivolo, quindi, che vuole evitare di essere visto. Al contrario, vuole ricevere tutta l’assistenza necessaria.
Il drone MQ-4C Triton della US Navy arriva in Italia sulla base aerea di Sigonella
Il primo drone MQ-4C Triton della US Navy è arrivato sulla Naval Air Station (NAS) di Sigonella, il 30 marzo 2024.
L’arrivo dell’MQ-4C nell’area operativa della Sesta Flotta degli Stati Uniti segna il secondo rischieramento avanzato per lo squadrone VUP-19. Quando il programma sarà pienamente operativo saranno previsti un totale di tre distaccamenti. Rischieramenti come questo migliorano l’interoperabilità della Marina americana con gli alleati e i partner della NATO.
“L’arrivo del drone MQ-4C Triton, proprio qui a Sigonella, è un’altra pietra miliare nello sviluppo di successo del programma Triton“, ha affermato il Capitano Aaron Shoemaker, comandante di NAS Sigonella. “Siamo orgogliosi di supportare l’Unmanned Patrol Squadron (VUP) 19 mentre si integra con la flotta per espandere i ruoli delle operazioni dei sistemi aerei senza pilota nella nostra regione e oltre”. I Triton con sede a Sigonella saranno ora in grado di aumentare la capacità ISR sopra e intorno all’Europa, all’Africa, al Medio Oriente, fino al Mar Rosso.
L’MQ-4C Triton è il più recente asset di intelligence, sorveglianza e ricognizione marittima della US Navy e aumenta le capacità dell’aereo da pattugliamento marittimo P-8 Poseidon. Per preparare l’arrivo del Triton in Italia, il VUP-19 “Big Red” ha tenuto una cerimonia per celebrare lo schieramento e l’apertura di un nuovo hangar Triton sulla NAS Sigonella, lo scorso 2 marzo.
La Marina USA prevede di istituire un secondo squadrone di questo tipo, il VUP-11, nell’anno fiscale 2026. Anche l’Air Test and Evaluation Squadron 20 (VX-20) basato sulla NAS Patuxent River dispone di un Triton per uso di test e valutazione.
Il VUP-19, con sede in Florida presso la Naval Air Station Jacksonville e la Naval Station Mayport, vanta più di 300 donne e uomini provenienti da varie professionalità dell’aviazione che mantengono e gestiscono il Triton in tutto il mondo. Gli equipaggi di volo raccolgono ed elaborano le informazioni di sorveglianza utilizzando strumenti di fusione dei dati che integrano i dati dei sensori di più velivoli in un quadro completo in rete, per assistere ulteriormente nella costruzione di una rappresentazione accurata delle minacce.
La base aerea di Sigonella, anche sede del 41° Stormo dell’Aeronautica Militare, è da decenni un punto strategico chiave per le operazioni militari statunitensi con e senza equipaggio in questa aerea geografica. L’MQ-4C della US Navy si unisce agli RQ-4A dell’US Air Force e agli RQ-4D della NATO già presenti sull’aeroporto militare siciliano.
Le Missioni dei Droni Kill in Libia
La Base di Sigonella ha attirato l’attenzione anche delle nostre inchieste sui virus costruiti in laboratorio dal Dipartimento della Difesa americano per un utilizzo dual-use, ovvero vaccino e potenziale arma batteriologica come è il SARS-Cov-2 secondo ormai decine di studi scientifici e il rapporto della Commissione Salute del Senato USA.
La Naval Medical Resarch Unit Three, denominata NAMRU 3 dell’US Navy nel marzo 2020 fece un curioso trasferimento dalla storica sede de Il Cairo in Egitto alla Naval Air Station (NAS) di Sigonella in Sicilia, situata tra il libero consorzio comunale di Siracusa, nella contrada Sigonella di Lentini, e la città metropolitana di Catania.
Tutto ciò ricorda gli esperimenti condotti in Ucraina, tra cui uno sul Covid-19 tre mesi prima della scoperta del focolaio di Wuhan, dai laboratori batteriologici aperti dal Pentagono nel 2012 quando era Sottosegretario alla Difesa l’italo-americano Leon Panetta, ex direttore della CIA, che fu in visita a Sigonella nel periodo in cui iniziarono i raid di droni d’attacco sulla Libia contro il governo del colonnello Muhammar Gheddafi.
Fu proprio Panetta a confermare implicitamente il ruolo della CIA nelle missioni segrete coi droni killer in sfregio a ogni legislazione internazionale.
«Parlando alle truppe statunitensi e della NATO, prima a Napoli e poi in Sicilia, Panetta ha fatto due volte riferimento ai droni Predator che controllava nel suo precedente lavoro come direttore della CIA. È stata una rara conferma ufficiale dell’uso da parte dell’agenzia dell’aereo senza pilota da parte di un alto funzionario statunitense, anche se il programma è diventato un segreto di Pulcinella a Washington» scrisse il 7 Ottobre 2011 il Los Angeles Times.
“Essendo passato dalla CIA al Pentagono, ovviamente ho molte più armi a disposizione per questo lavoro rispetto a quelle che avevo alla CIA, anche se i Predator non sono male”, ha detto in un discorso ai marinai e Marines al quartier generale della 6a flotta della Marina degli Stati Uniti a Napoli.
Poche ore dopo, rivolgendosi alle truppe Usa e Nato sulla pista della Naval Air Station Sigonella in Sicilia, il pensiero di Panetta si è nuovamente rivolto ai droni della CIA mentre elogiava l’operazione in Libia.
“Questa è stata una missione complicata, non c’è dubbio”, ha detto, osservando che ha comportato “l’uso di Predator, che è qualcosa che conoscevo molto bene nel mio lavoro passato”.
«Mentre parlava, Panetta era in piedi accanto a un drone di sorveglianza Global Hawk dell’aeronautica americana. Dopo aver finito, un Predator dell’Air Force armato di missili Hellfire è rullato sulla pista ed è decollato, presumibilmente diretto allo spazio aereo libico» aggiunse nel reportage per il Los Angeles Time il giornalista David S. Cloud.
L’intrigo internazionale tra gli scarsi controlli sulle attività dei laboratori batteriologici BSL-3 in Italia denunciata dal Comitato Nazionale di Biosicurezza, i centri di ricerca finanziati da Bill Gates negli stabilimenti delle Big Pharma e nei Biotecnopoli creati dal Governo Italiano, e infine quello della Marina americana in una base militare usata anche dalla CIA possono trasformarsi un una miscela esplosiva in qualsiasi istante.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI PRINCIPALI
GOSPA NEWS – INTELLIGENCE – OSINT
GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE
https://www.gospanews.net/2024/06/11/deriva-neonazista-della-guerra-nato-in-ucraina-armi-usa-ai-miliziani-battaglione-azov-eroi-per-bojo-e-per-guru-della-meloni/