“IN ITALIA PIU’ MORTI TRA I VACCINATI CHE TRA I NON VACCINATI”. Ricerca di Alessandria & Donzelli pubblicata su MDPI fa il Giro del Mondo!

“IN ITALIA PIU’ MORTI TRA I VACCINATI CHE TRA I NON VACCINATI”. Ricerca di Alessandria & Donzelli pubblicata su MDPI fa il Giro del Mondo!

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by Carlo Domenico Cristofori

«Abbiamo riscontrato che i rischi di morte per tutte le cause erano ancora più elevati per i soggetti vaccinati con una e due dosi rispetto ai non vaccinati e che le dosi di richiamo erano inefficaci. Abbiamo riscontrato anche una perdita lieve ma statisticamente significativa dell’aspettativa di vita per i soggetti vaccinati con 2 o 3/4 dosi».

E’ questa la conclusione lapidaria di uno studio italiano che in questi giorni sta facendo il giro del mondo. Diffuso per la prima volta in aprile il 24 giugno ha ottenuto la pubblicazione con revisione paritaria su una delle più importanti riviste mediche del mondo: MDPI nella sezione Microorganism.

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Ecco perchè mentre i media italiani tanto ossequiosi alla campagna vaccinale Covid dell’ex Ministro della Salute Roberto Speranza come a quella del suo successore Orazio Schillaci, ancor più implicato in macrosscopici e vergognosi conflitti d’interessi con le Big Pharma dei sieri genici mRNA e mDNA, stanno in un censuroso silenzio i più importanti medici americani stanno rilanciando ovunque lo studio condotto dai ricercatori italiani tra cui brilla per notorietà tra i NO-VAx il dottor Alberto Donzelli, già autore di altri lavori scientifici internazionali sui danni autoimmuni al cuore e al cervello delle terapie geniche Covid.

La Ricerca Italianba conferma il Pericolo di Morte nei Vaccinati

La ricerca, intitolata “A Critical Analysis of All-Cause Deaths during COVID-19 Vaccination in an Italian Province – Un’analisi critica delle morti per tutte le cause durante COVID-19
La vaccinazione in una provincia italiana” vede come primo firmatario Marco Alessandria, del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino, quindi Giovanni M. Malatesta, Comitato Scientifico della Fondazione “Allineare Sanità e Salute”, Pistoia, inoltre Franco Berrino, Dipartimento di Medicina Predittiva e Preventiva, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milano, e infine Alberto Donzelli della Commissione Medico-Scientifica Indipendente, Fondazione “Allineare Sanità e Salute” di Milano che pè anche il soggetto corrispondente per le delucidazioni scientifiche.

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Leggere il sommario dello studio (abstract) è un’impresa da addetti ai lavori per il linguaggio assai tecnico ma ci riserviamo di intervistare a breve proprio il medico Donzelli dell’azssociazione milanese che nelle scorse settimane si è messa in luce per la ricerca dell’oncologa Patrizia Gentilini sui casi di turbo-cancro sviluppatisi tra i vaccinati persino poche ore dopo la somministrazione dei sieri genici mRNA proprio nel sito di inoculo.

«Il bias temporale immortale (ITB) è comune negli studi di coorte e distorce le stime di associazione tra trattati e non trattati. Abbiamo utilizzato i dati di uno studio italiano sull’efficacia del vaccino COVID-19, con un’ampia coorte, lungo follow-up e aggiustamento per fattori confondenti, affetti da ITB, con l’obiettivo di verificare il reale impatto della campagna di vaccinazione confrontando il rischio di morte per tutte le cause tra la popolazione vaccinata e quella non vaccinata. Abbiamo allineato tutti i soggetti su un’unica data indice e considerato il risultato delle “morti per tutte le cause” per confrontare le distribuzioni di sopravvivenza del gruppo non vaccinato rispetto ai vari stati di vaccinazione».

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Prosegue l’Abstract: «I rapporti di rischio di morte per tutte le cause nell’analisi univariata per le persone vaccinate con 1, 2 e 3/4 dosi rispetto alle persone non vaccinate erano rispettivamente 0,88, 1,23 e 1,21. I valori multivariati erano 2,40, 1,98 e 0,99. Le possibili spiegazioni di questa tendenza dei rapporti di rischio con l’aumento delle vaccinazioni potrebbero essere un effetto di raccolta; una distorsione temporale-calendario, che tiene conto della stagionalità e delle ondate pandemiche; una finestra di conteggio dei casi distorta; un pregiudizio per il vaccino sano; o una combinazione di questi fattori. Con 2 e anche con 3/4 dosi, il Tempo medio di sopravvivenza limitato e il Tempo medio limitato perso calcolati hanno mostrato un piccolo ma significativo svantaggio per le popolazioni vaccinate».

Il limite più grosso dello studio è il campione limitato per area geografica:

«Questo studio di coorte retrospettivo mirava a correggere l’ITB al fine di verificarne l’impatto reale della campagna di vaccinazione confrontando il rischio di morte per tutte le cause tra i soggetti vaccinati popolazione vaccinata e popolazione non vaccinata della provincia di Pescara (Italia)».

I Pregiudizi sull’Efficacia dei Vaccini nei Test

Ma nelle sue conclusioni conferma in toto quello sviluppato dall’Università Estone di Tartus da cui è emewrso che i vaccinati correvano più rischi di contagio e di forme anche gravi e letali di Covid 19 rispoetto ai vaccinati.

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«Inoltre, articoli recenti [5–7] hanno evidenziato che gli studi osservazionali sull’efficacia dei vaccini contro il COVID-19 è soggetta a pregiudizi intrinseci, comprese le differenze strategie di testing e disparità nei ricoveri tra vaccinati e non vaccinati o la dubbia attribuzione delle cause di morte tra vaccinati e non persone vaccinate. In particolare, l’errata classificazione dei decessi costituisce un fattore critico la valutazione dell’efficacia del vaccino (VE) riguardo agli esiti fatali. Pertanto, “tutte cause di morti” sembra essere il risultato meno influenzato da errori di classificazione. Un recente articolo[8] ha evidenziato la persistenza di eccessi significativi di “all-cause”.n decessi negli anni 2021 e 2022, a seguito dell’insorgenza della pandemia, nonostante la con- misure di contenimento e programmi di vaccinazione. Senza però distinguere i decessi in base allo stato vaccinale, è impossibile stabilire se esiste un collegamento tra queste morti in eccesso e le vaccinazioni di massa per il COVID-19».

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«Pertanto, vi è un bisogno cruciale di studi che mettano in relazione le morti per tutte le cause con le vaccinazioni di grandi popolazioni con un lungo follow-up, aggiustato per età, sesso e fattori confondenti come morbilità pregresse. Abbiamo accolto con grande interesse l’ articolo di Rosso et al. [9] sull’efficacia dei vaccini COVID-19 nella popolazione generale della provincia italiana di Pescara, divisa per stato vaccinale, con follow-up di due anni. Questo interesse risiede nella dimensione della popolazione analizzata, nel lungo follow-up, e nel considerare anche gli esiti di morte per tutte le cause e precedenti comorbilità come conseguenze fattori fondanti. Inoltre, questo nuovo studio ha dimostrato che le persone ne ricevono solo uno o due dosi di vaccino avevano un rischio significativamente più elevato di morte per tutte le cause (HR 1.40 e 1.36, rispettivamente; entrambi p < 0,001), mentre i soggetti che hanno ricevuto tre o più dosi di vaccino hanno mostrato a rischio di morte sostanzialmente più basso (HR 0,22; IC 95%: 0,20-0,23)».

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In tal senso assumono un’enorme imprtanza la ricerca su 326 autopsie che hanno confermato il decesso dei vaccinati correlato ai sieri genici mRNA ed è stata di recente ripubblicata da The Lancet che inizialmente l’aveva censurata.

Mc Cullough negli USA: “La Vaccinazione non ha Salvato Vite Umane”

Ma anche lo studio sulle nanoparticelle lipidiche altamente tossiche del vaccino Covid Pfizer-Biontech successivamente modificato durante la campagna vaccinale in modo da limitarne la portata nociva, come denunciato e dimostrato dal biochimico italiano professor Gabriele Segalla.

Forse proprio la sua inchiesta, interconnessa a quella di Donzelli & co. può spiegare la minore letalità del booster “terza dose”. Anche se altri studi hanno comprovato il grave danneggiamento dei sistemi immunitari umani da paerte dei booster ripetuti periodicamente come suggerito dal Ministero della Salute e dalla Regione Piemonte che è stata tra la le prime aree d’Italia a lanciare la settimana dose per gli anziani e i fragili, sui quali non è mai stata fatta un’adeguata verifica di sicurezza dei sieri genici mRNA.

“NANOFORME TOSSICHE NEL VACCINO PFIZER-BIONTECH”. Studio “Esplosivo’ in ESPOSTO della POLIZIA. Pubblicato dal biochimico Segalla in Italia e USA

«La soppressione delle informazioni sulla sicurezza del vaccino COVID-19 su Internet, sui social media e sulla letteratura sottoposta a revisione paritaria ha reso difficile discernere quali siano stati i rischi reali per i cittadini assediati che hanno capitolato con la crisi globale e infinita del COVID-19. programma di vaccinazione di massa» ha commentato il fanmoso cardiologo e blogger americano Peter McCullough rilanciando sul suo Substack la ricerca di Alessandria et al.

«Il punto principale del documento è che la vaccinazione contro il Covid-19 non ha “salvato vite umane”, come molti a Washington hanno affermato senza prove. La tendenza era che dosi multiple di vaccino aumentassero la mortalità da COVID-19 e c’era un segnale importante di aumento della morte per tutte le cause con una o due dosi» ha sentenziato il noto medico degli USA.

Carlo Domenico Cristofori
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FONTI PRINCIPALI

MDIP – MICROORGANBISM – A Critical Analysis of All-Cause Deaths during COVID-19 Vaccination in an Italian Province

MC CULLOUGH SUBSTACK – BREAKING Publication–A Critical Analysis of All-Cause Deaths during COVID-19 Vaccination in an Italian Province

GOSPA NEWS – INCHIESTE COVID, VACCINI KILLER E Big Pharma

GOSPA NEWS – RICERCHE SU TURBO-CANCRO & VACCINI

GOSPA NEWS – WUHAN.GATES REPORTAGE

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Carlo Domenico Cristofori

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