VACCINI & GRAFENE – 13. Studio ORRIFICO: Nanotubi in Pfizer e Moderna NOCIVI per Sangue e Sperma. Reattivi come ROBOT a Onde ElettroMagnetiche
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
«I prodotti a base di mRNA di Pfizer e Moderna hanno mostrato effetti più progressivamente dannosi e infine letali sul sangue vivo e sugli spermatozoi (cellule spermatiche. Inoltre, hanno prodotto strutture geometriche autoassemblanti simili a chip, nastri, strutture filamentose e strutture incapsulate all’interno di strutture senza precedenti».
Sono sufficienti tre righe estrapolate dalla “Discussione” di questo orrifico, monumentale ed epocale studio asiatico per acclararne l’importanza, ben evidenziata dal professor Jean-Claude Perez (amico e braccio destro del compianto biologo Luc Montagnier nelle ricerche sul SARS-Cov-2 da laboratorio e sui prioni killer nei vaccini Covid) che ce l’ha segnalata appena l’ha ricevuta in quanto citato all’interno del documento.
Questo lavoro, pubblicato il 18 luglio 2024 sul’International Journal of Vaccine Theory, Practice, and Research (IJVTPR con sede a Dallas, USA), conferma per l’ennesima volta la presenza di grafene nei sieri genici mRNA come dettagliato nelle nostre 13 precedenti inchieste del ciclo “Vaccini & Grafene” ma ne certifica la presenza non solo in Pfizer ma pure nel prodotto farmacologico di Moderna, come peraltro già testimoniato dagli specifici brevetti della Big Pharma di Cambrdige (Massachusetts) finanziata da Bill Gates e Pentagono USA (da noi pubblicati in anteprima).
Lo studio è stato condotto dalla dottoressa Young Mi Lee, medica specializzanda in Ostetricia e Ginecologia dell’Hanna Women’s Clinic di Jeju (Repubblica di Corea) che si occupa anche di ricerche sulla fertilità e ha prestato particolare attenzione anche sulla pericolosità di tali terapie geniche sul liquido seminale maschile.
E dal ricercatore Daniel Broudy, docente di Linguistica dell’Okinawa Christian University (Giappone) ma esperto anche nell’ambito elettromagnetico che gospa News aveva già citato in realzione agli studi sulle segnali Bluetooth riscontrati da un esperimento nei vaccinati.
A lui è toccato il compito di curare la redazione del testo finale ed analizzare le immagini e i dati raccolti dalla scienziata medica in una lunga e meticolosa analisi biochimica condotta con uno stereomicroscopio (specializzato per l’esame di campioni tridimensionali e dinamici ) potenziato da una camera di conteggio Makler (specializzata anche nel conteggio degli spermatozoi in spazi limitati per la valutazione della fertilità maschile).
«Questo rapporto sui nostri risultati è stato aiutato dalla ricerca indipendente di un gruppo noto come Korea Veritas Doctors (KoVeDoc) con il quale abbiamo condiviso gli iniettabili prodotti da Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Novavax».
Come si spiega nel paragrafo Materiali e metodi: «Nello studio sono stati utilizzati cinquantaquattro campioni: 50 fiale iniettabili residue (43 Pfizer, 7 Moderna) acquisite immediatamente dopo il loro utilizzo nella campagna di vaccinazione contro il COVID-19 e 4 fiale iniettabili nuove non aperte (2 Pfizer, 1 AstraZeneca, 1 Novavax)».
Prima di evidenziare i punti più inquietanti dello studio (link al testo originale in Inglese e alla nostra traduzione in Italiano al fondo dell’articolo) riportiamo integralmente l’Abstract della ricerca intitolata: “Autoassemblaggio in tempo reale di costruzioni artificiali visibili allo stereomicroscopio in campioni incubati di prodotti mRNA principalmente da Pfizer e Moderna: uno studio longitudinale completo– Real-Time Self-Assembly of Stereomicroscopically Visible Artificial Constructionsin Incubated Specimens of mRNA Products Mainly from Pfizer and Moderna: A Comprehensive Longitudinal Study”.
«Le lesioni osservabili in tempo reale a livello cellulare nei destinatari degli iniettabili COVID-19 “sicuri ed efficaci” sono documentate qui per la prima volta con la presentazione di una descrizione completa e un’analisi dei fenomeni osservati. La somministrazione globale di questi prodotti, spesso obbligatori, dalla fine del 2020 ha innescato una serie di studi di ricerca indipendenti sulle terapie geniche iniettabili con RNA modificato, in particolare quelle prodotte da Pfizer e Moderna. Le analisi qui riportate consistono in una precisa “scienza da banco” di laboratorio che mira a comprendere perché si sono verificati sempre più gravi infortuni debilitanti e prolungati (e molti decessi) senza alcun effetto protettivo misurabile da parte dei prodotti commercializzati in modo aggressivo. Il contenuto degli iniettabili COVID-19 è stato esaminato allo stereomicroscopio con un ingrandimento fino a 400X. I campioni accuratamente conservati sono stati coltivati in una gamma di terreni distinti per osservare le relazioni di causa-effetto immediate e a lungo termine tra le sostanze iniettabili e le cellule viventi in condizioni attentamente controllate».
Prosegue il Sommario dello studio:
«Da tale ricerca si possono trarre ragionevoli deduzioni sugli infortuni osservati in tutto il mondo che si sono verificati da quando le sostanze iniettabili sono state inoculate su miliardi di individui. Oltre alla tossicità cellulare, i nostri risultati rivelano numerose entità artificiali autoassemblanti visibili, nell’ordine di 3~4 x 106 per millilitro di iniettabile, che vanno da circa 1 a 100μm, o più, di molte forme diverse. C’erano entità animate simili a vermi, dischi, catene, spirali, tubi, strutture ad angolo retto contenenti altre entità artificiali al loro interno e così via. Tutti questi sono estremamente al di là di qualsiasi livello previsto e accettabile di contaminazione degli iniettabili COVID-19 e gli studi di incubazione hanno rivelato il progressivo autoassemblaggio di molte strutture artefatte. Con il passare del tempo durante l’incubazione, semplici strutture uni e bidimensionali nell’arco di due o tre settimane sono diventate più complesse nella forma e nelle dimensioni sviluppandosi in entità stereoscopicamente visibili in tre dimensioni. Assomigliavano a filamenti, nastri e nastri di nanotubi di carbonio, alcuni apparivano come membrane trasparenti, sottili e piatte, e altri come spirali tridimensionali e catene di perline. Alcuni di questi sembravano apparire e poi scomparire nel tempo. Le nostre osservazioni suggeriscono la presenza di qualche tipo di nanotecnologia negli iniettabili COVID-19».
La mole dello studio ci costriunge a concentrarci solo su tre punti: le mutazioni di questi nanomateriali durante uno studio di incubazione, il loro comportamento nel sangue e nel seme maschile e la loro reattività elettromagnetica.
Per fare ciò ion modo sintietico e divulgativo dovremo necessariamente omettere molteplici “passaggi scientifici” che agli addetti lavori potrebbero far apparire tale studio superficiale o lacunoso. Per questo sono disponibili anche in Italiano le 71 pagine della ricerca basata su 6 pagine di precedenti referenze (vedi fonti in calce).
LE MUTAZIONI DEI NANOMATERIALI IN INCUBAZIONE
«Sulla scia del programma di vaccinazione di massa, già nel marzo 2021 e nei mesi successivi, si sono verificati aumenti significativi di decessi in eccesso per cause “sconosciute” e gravi sequele: coaguli di sangue, emorragie inspiegabili, danni (e guasti) a più organi), picchi improvvisi (cardiotossine) nelle malattie cardiache, tumori del sangue tra cui leucemia e linfoma, una serie di altri tumori “turbo”, aborti spontanei, disturbi neurologici e autoimmuni, per citarne alcuni, sono comparsi nei pazienti (Nyström e Hammarström, 2022; Santiago & Oller, 2023 Perez et al., 2023»
Scrivono nell’introduzione i due ricercatori che tra i tanti autori citeranno ovviamente anche le preziosissime ricerche del professor Perez sui danni neurocerebrali e tumorali.
«Gli studi osservazionali sono iniziati il 10 dicembre 2021. L’analisi preliminare del contenuto ha mostrato che i prodotti Pfizer e Moderna erano sostanzialmente diversi dagli altri iniettabili COVID-19: AstraZeneca e Novavax. Le differenze, che verranno discusse in questo rapporto, hanno motivato il lavoro iniziale con i prodotti Pfizer e Moderna, poiché i contenuti venivano preparati per le analisi e per la successiva incubazione in vari terreni di coltura, avevamo in mente la ricerca di sostanze chimiche, protocolli e soluzioni che potrebbero rivelarsi agenti disintossicanti adatti nel trattamento dei pazienti».
Fin dall’incipit la dottoressa Young Mi Lee, autrice della parte concettuale biochimca, sgombera il campo da un’ipotetica ambiguità del materiale essiccato analizzato:
«Poiché l’essiccazione dei fluidi iniettabili COVID-19,come si vedrà nella nostra sezione Risultati, produce anche tipi di cristalli più numerosi e vari, l’apparente processo di entità autoassemblanti può essere mimetizzato da alcuni cristalli che si formano naturalmente, principalmente sali, ad esempio» ma a sostegno dei risultati ottenuti fa subito citazioni scientifiche memorabili nel campo del grafene nei vaccini:
«Il fatto che tale nanotecnologia sia presente negli iniettabili del COVID-19 è stato discusso per la prima volta, a nostro avviso, da Campra e colleghi (2021a, 2021b; Spectroscopy & Campra, 2021). Hanno usato metodi e apparecchiature spettroscopiche molto più potenti che hanno rivelato quelle che sembravano essere entità programmabili a livello nanometrico. Più recentemente, Diblasi e Sangorrin (2024) hanno confermato ed esteso i risultati di Campra e colleghi. Alla luce delle loro scoperte, e delle nostre, che sono presentate in dettaglio di seguito, possiamo rifiutare l’ipotesi che le entità autoassemblanti che vedrete nella nostra sezione Risultati consistono in nient’altro che cristalli che si formano naturalmente, principalmente sale o colesterolo come era suggerito da Bigtree e Cole(2022)».
«In sintesi, questi prodotti includono la codifica modificata per la proteina spike che induce l’mRNA sospettata di causare i coaguli bianchi dannosi discussi da Santiago e Oller (2023) insieme ad altri (ad esempio, Mead et al., 2024a, 2024b, 2024c); la nanoparticella lipidica come vettore (per il cui danno si vedano i riferimenti Segalla); vari adiuvanti tra cui le stesse nanoparticelle lipidiche per la stimolazione immunitaria; e deflettori incorporati costituiti dalle N1-metilpseudouridine sostituite all’uracile nella codifica della Spike per rallentare la degradazione dell’mRNA nel corpo umano. Inoltre, AstraZeneca e Janssen riferiscono che in queste formulazioni è contenuto il DNA codificato da proteine Spike incapsulato dall’adenovirus.Al contrario, Novavax è noto per essere un iniettabile a base di proteine spike ricombinanti» si legge ancora nello studio che menziona molecola del RNA pseudouridina, da noi definitia “diabolica” perchè alterata due volte in laboratorio prima di essere inserita nei vaccini Covid e ritenuta la prima indiziata dei Turbo-cancro anche da uno studio pubblkicato su Science Direct.
«Attraverso l’analisi biochimica dei terreni di coltura iniettabili, il risultato più significativo è stata la presenza di proteine» spiega la ricerca riulevando che «Durante il periodo di incubazione iniziale non è stata rilevata la presenza di proteine. Secondo la sintesi proteica senza cellule, descritta da Endo (2021), le bolle osservate nel nostro studio potrebbero essere il risultato di proteine auto-sintetizzate, che potrebbero essere tossiche».
Ma ecco la vera enorme scoperta:
«La cosa più interessante è stata la comparsa inizialmente non rilevata, poi rilevabile (giorno 23~giorno 82), e infine, ancora una volta, una progressione non rilevabile della sintesi proteica. Abbiamo scoperto quella che, inizialmente, sembrava essere una relazione casuale tra (a) i modelli di sviluppo delle nanostrutture autoassemblate (stadio di picco di sviluppo, da 2 a 6 mesi), (b) il comportamento dell’idrogel (inizialmente trasparente per 2 o 3 mesi), poi emulsione gelatinosa in natura fino al giorno 150, e infine ritornando alla sua consistenza trasparente) e (c) produzione di proteine in una certa misura. Sono necessari ulteriori studi per chiarire le questioni centrali riguardanti tutte e tre queste apparenti relazioni dinamiche. Passando all’analisi di Burkhardt (2022), ricordiamo ai lettori gli effetti della proteina spike e la sintesi di molti tipi di materiali proteici scoperti nei coaguli di sangue ( circa 323 tipi di proteine), in particolare 4 tipi derivanti da danni al tessuto endoteliale».
«Date le analisi che offriamo qui, ipotizziamo che i materiali nei prodotti iniettabili producano non solo la proteina-spike indotta presumibilmente dall’mRNA modificato, segnalata pubblicamente, ma sembrano anche esserci varie secrezioni proteiche tossiche anomale, probabilmente dovute alla presenza di dalle nanostrutture stesse o da batteri interdominio tramite biologia sintetica ibrida (Maervoet et al., 2017). Sono benvenute ulteriori analisi».
Ed è a questo punto che ritorna sul banco degli imputati la nostra “molecola diabolica”:
«Riferendo che traduzioni errate dell’mRNA modificato potrebbero produrre una sintesi proteica anomala e stimolare il sistema immunitario umano a riconoscere le anomalie come proteine estranee, Paul Marik e i suoi colleghi (Front line COVID-19 Critical Care Alliance, 2023) hanno dimostrato il rischio di frame-shifting ribosomiale causato dalla sostituzione dell’uridina con N1-metilpseudouridina per evitarne la naturale distruzione e per garantire lo sviluppo duraturo dell’antigene, a causa della sintesi proteica del picco (Mulroney et al., 2024). Alcuni ricercatori hanno riferito che gli iniettabili di COVID-19 possono essere correlati causalmente alla fisiopatologia dell’amiloidosi e della malattia da prioni (Perez et al., 2022; Classen, 2023; Leung et al., 2023)».
«Come abbiamo riportato qui, abbiamo isolato numerosi e vari materiali non identificati – di pochi μm di dimensione – oltre alle nanoparticelle descritte nei rapporti della FDA per gli iniettabili di mRNA, nei prodotti Pfizer e ancor di più nei prodotti Moderna – scrivono ancora Young Mi Lee Daniel Broudy – Dopo aver concluso vari esperimenti e attenti studi osservazionali, deduciamo che i materiali e gli stadi di sviluppo osservati non sono naturali. Sono sintetici ed elementari e sembrano governare un processo ben programmato di autoassemblaggio strutturale. Che la loro produzione finale provvisoria possa essere definita artificiale è già stato suggerito nei numerosi articoli finora citati».
Nello STUDIO DI INCUBAZIONE (capitolo 3 in sezione Risultati) vengono analizzate anche le tempistiche di comparsa «di varie strutture geometriche si sono autoassemblate sul fondo del piatto».
- Settimana 1: sono apparse entità monodimensionali, simili a bastoncini o strutture bidimensionali semplici di forma rettangolare piatta.
- Settimane 2~3: le strutture da 2 a 3 dimensioni sembravano essere aggiunte alle entità esistenti nella parte inferiore.
- Dal giorno 14, strutture tridimensionali ben realizzate sono state rimosse dal telaio originale nella parte inferiore e sono salite nello strato superiore (profondità dello strato fluido circa 6 ~ 8 mm). Vedere la Figura 2.
I NANOTUBI NEL SANGUE E I DANNI ALLO SPERMA
«Questo studio ha comportato l’osservazione delle reazioni a due tipi di plasma prelevati da non vaccinati, raccolti dal surnatante del sangue intero tramite sedimentazione naturale (il processo di permanenza per circa 3 ore in un contenitore) e l’incubazione con piccole quantità di sostanze iniettabili , Pfizer e Moderna. All’inizio, gli iniettabili iniziarono a sviluppare strutture autoassemblate (1 ~ 2 dimensioni) tra le abbondanti cellule del sangue sul fondo della piastra nel corso dei primi 7 giorni, ma fino a 27 giorni sono rimaste solo tracce di autoassemblaggio incubazione».
Aggiunge la ricerca confermando gli anomali nanomateriali già evidenziati da una ricerca italiana basata su una relazione tecnica ufficiale del Laboratorio di Microbiologia Elettronica dell’Università di Torino che, attraverso l’analisi chimica degli elementi, aveva conferrmato anche la natura simil-grafenica di tali conformazioni rilevate nel sangue donato da persone vaccinate.
«È plausibile che un’abbondante quantità di cellule del sangue – globuli rossi (RBC), globuli bianchi (WBC) e piastrine – già sul fondo della coltura possa aver disturbato il processo di assemblaggio degli iniettabili e infine impedirne la costruzione in un modo che ha causato la scomparsa dei materiali. Tuttavia, in modo abbastanza significativo, filamenti fluttuanti o strutture simili a tubi o tubi hanno cominciato ad emergere progressivamente durante la fase avanzata degli studi osservazionali a 131 ~ 146 giorni di incubazione. Particolarmente evidenti erano le strutture scure a forma di tubo e di lazo nel campione Moderna incubato nei campioni di plasma 1 e 2».
«Queste strutture sono apparse insieme ai normali filamenti, ma non nelle piastre di coltura Pfizer. Né sul fondo né nello strato superiore del campione di plasma 1 incubato per 131 giorni sono apparse strutture, ad eccezione solo di un residuo di cellule del sangue. Poiché nessuna struttura si è sviluppata nel campione di plasma 1, la spiegazione provvisoria potrebbe essere che qualche tipo di plasma possa possedere attributi positivi nel montaggio una difesa immunologica naturale contro i processi di autoassemblaggio. Ulteriori test probabilmente trarrebbero una conclusione più definitiva».
Ma torniamo per un attimo indietro e vediamo i risultati biochimici rilevati nel capitolo della ricerca n. 2 “REAZIONI DEL SANGUE E DEL SEME AGLI INIETTABILI”
«Sono stati condotti esperimenti per valutare le reazionidel sangue e dello sperma in condizioni controllate e osservate con precisione. Abbiamo utilizzato la soluzione salina normale e il vaccino antinfluenzale, in particolare VaxigripTetra, per il confronto con gli iniettabili, in un disegno di trattamento multiplo a doppio controllo. Gli iniettabili (Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Novavax) erano i trattamenti distinti. Uno dei nostri obiettivi principali era valutare la citotossicità dei fluidi COVID-19 quando entrano in contatto diretto con le cellule viventi».
RISCHI MIOCARDITI ANCHE CON NOVAVAX! Dall’EMA Warning sul Nuovo Vaccino antiCovid
Tralasciamo le modalitàò tecniche dell’esame per brevità e vediamo le conclusioni:
«Come notato in precedenza, il sangue intero è stato raccolto da una vena di un partecipante non vaccinato e il plasma è stato preparato mediante sedimentazione naturale. Gli iniettabili COVID-19, Novavax, in particolare, hanno mostrato l’interazione più significativa: effetti rapidi e tossici sulle cellule del sangue. Altri iniettabili hanno mostrato una tossicità relativamente meno rapida, ma effetti dannosi simili sono comparsi anche nei globuli rossi, nei globuli bianchi e nelle piastrine (Figura e Figura ). I vari effetti negativi vengono confrontati in termini di gravità nel tempo e tra campioni interagenti nelle Tabelle 2 e 3.»
«Degno di nota è stato il comportamento di ciascun tipo di cellule del sangue, che si mobilitano come in una battaglia in prima linea contro ciascuno degli iniettabili: globuli rossi contro Pfizer e AstraZeneca, globuli bianchi contro Moderna e piastrine contro Novavax. Nonostante il comportamento osservato, questi fenomeni specifici delle sostanze iniettabili potrebbero essere correlati alla loro caratteristica fisiopatologia diretta del sangue: stasi del flusso sanguigno e conseguente ipossiemia (affaticamento) dovuta al modello Rouleaux, soppressione immunitaria dovuta a danno dei globuli bianchi e formazione di coaguli di sangue (trombosi) o tendenza al sanguinamento da danno o aggregazione piastrinica».
«Gli studi sullo sperma sono stati condotti con gli stessi metodi controllati applicati negli studi sul sangue. I campioni di tre donatori “vaccinati” contro il COVID-19 e di un donatore “non vaccinato” sono stati esaminati come negli studi sul sangue. I risultati sono riepilogati nella Tabella 4. La morte progressiva degli spermatozoi si è verificata entro poche ore dall’esposizione, anche a basse concentrazioni, ai vari iniettabili».
«Questa rapida distruzione degli spermatozoi non era in linea con le nostre aspettative iniziali, ma il processo era coerente con le reazioni osservate nei campioni di sangue in cui abbiamo notato anche danni meno rapidi ma anche progressivi. Come negli studi sul sangue, Novavax ha mostrato la tossicità più significativa a contatto con gli spermatozoi. Furono rapidamente immobilizzati e presto morirono. Mentre AstraZeneca ha mostrato risultati contrastanti riguardo al suo impatto sui campioni di sperma, Pfizer e Moderna sono stati coerenti nel causare effetti letali progressivi su ciascun campione di sperma. La normale soluzione salina o il vaccino antinfluenzale hanno portato alla prevista degradazione naturale che si sarebbe verificata nel tempo senza alcuna notevole aggiunta di tossicità».
«Gli spermatozoi di due destinatari iniettati con Pfizer e incubati con Pfizer sono sopravvissuti per 41 ore. Potrebbe essere che gli spermatozoi di questi due uomini che avevano ricevuto l’iniettabile Pfizer fossero stati sottoposti a screening per la suscettibilità alle lesioni dovute al suo contenuto? Forse gli spermatozoi vulnerabili alla distruzione da parte della soluzione iniettabile della Pfizer erano già morti. Tuttavia, il nostro pensiero è che la longevità delle cellule sia legata alla loro salute innata fin dall’inizio. Cioè, la risposta e la vitalità degli spermatozoi agli iniettabili dipendono più dalla loro qualità che da una particolare esposizione. Tuttavia, tutti gli iniettabili COVID-19 hanno mostrato un impatto costantemente letale su alcuni spermatozoi entro pochi minuti o ore. Inoltre, sebbene AstraZeneca e Novavax non siano basati su mRNA, hanno anche mostrato effetti letali molto gravi e diretti sullo sperma e sulle cellule del sangue»
Oltre a questi livelli di tossicitò nel sangue, in parte già evidenziati proprio dalla persistenza nociva della proteina Spike prodotta dai sieri genici mRNA e dalla sua integrazione nel DNA umano, questo studio ha confermato la reattività elettromagnetica dei nanomateriali contenuti dai sieri genici mRNA.
LA REATTIVITA’ ELETTROMAGNETICA DEI NANOMATERIALI
«Tutti i campioni essiccati dei vaccini COVID-19 sono stati studiati allo stereomicroscopio. I contenuti apparivano come varie forme geometriche nei campioni Pfizer e Moderna mentre Moderna mostrava motivi geometrici irregolari più ingranditi. Al contrario, AstraZeneca ha mostrato alcuni piccoli dischi di varie dimensioni mentre Novavax ha mostrato notevolmente meno entità materiali scure e non tanta formazione di cristalli (Figura 5b, vedere il lato destro). Il fatto che lo scongelamento, il ricongelamento e il nuovo scongelamento produrrebbero tali cambiamenti potrebbe mostrare almeno uno dei motivi per cui i produttori inviterebbero gli utenti a mantenere gli iniettabili a temperature di congelamento estreme (-70° Celsius con Pfizer)».
Riporta lo studio nel capitolo 1 dei Risultati – “ESAME DIRETTO AL MICROSCOPIO”. Ma è dal Caoitolo 4 “STUDIO SULL’ESPOSIZIONE SU CALORE, EMF ED UV” che giungono le conferme alla reattività elettrogmagnetica dei nanomateriali.
«Le piastre di coltura sono state posizionate sul telefono cellulare, impostato in modalità streaming 5G, sopra il caricabatterie wireless per circa 1~2 ore. Le misurazioni elettriche e magnetiche sono state effettuate tramite Triphase (vedere Figura 3-c). Il campo è stato misurato come 300 V/m, 0 in H depositato sul caricabatterie wireless. La temperatura era di circa 15~20°C. Le reazioni sembravano essere le stesse nella soluzione salina normale e nell’acqua distillata. Anche dopo 1 ora di esposizione al caricabatterie wireless con un telefono cellulare in modalità operativa, Moderna ha mostrato notevoli cambiamenti immediati. I materiali galleggianti divennero improvvisamente più grandi e numerosi con bordi più netti e rettangolari (Figura 23). Al contrario, Pfizer non ha mostrato una risposta immediata ma, invece, dopo un mese di esposizione ha mostrato un effetto ritardato, una moderata proliferazione di filamenti fluttuanti (Figura 24)».
«La radiazione EMF sulla superficie di un disco rigido esterno è stata misurata a circa 30 V/m e 4 μT in campo H. La temperatura era di circa 23~25°C. Dopo due ore di esposizione al disco rigido esterno collegato a un PC in modalità operativa, Moderna non ha mostrato effetti evidenti, ma Pfizer ha mostrato modesti cambiamenti dirompenti: linee di confine leggermente sfocate attraverso le strutture con bordi più morbidi sul fondo delle piastre di coltura. In sostanza, attraverso il precedente studio preliminare di incubazione, a circa 101 giorni di incubazione, le strutture assemblate in Pfizer in acqua distillata si sono progressivamente trasformate in una foschia torbida di figure più disgregate e infine sono scomparse, lasciando solo i filamenti galleggianti e i nastri attaccati alle varie bolle. Tuttavia, dopo 2 ore di esposizione, la degradazione è apparsa progressivamente più evidente man mano che la maggior parte delle bolle sono scomparse».
Ci scusiamo con gli autori se siamo stati costretti a ridurre a uno “spezzatino” questa lunghissima e doviziosa ricerca e giungiamo quindi alla Discussione finale in cui paventano la presenza di questi nanotubi di carbonio (ergo come l’ossido di grafene) per una finalità transumanista.
I VACCINI MRNA PER UN PROGETTO TRANSUMANISTA
«Nell’analisi dei coaguli di sangue di persone vaccinate, sono state trovate alcune strutture filamentose attaccate a coaguli bianchi torbidi omogenei brunastri estratti dallo strato intermedio del sedimento di sangue intero. Quando si trovano in prossimità di un campo elettromagnetico, i filamenti potrebbero innescare la formazione di un coagulo e, quindi, disturbare il libero flusso sanguigno o linfatico. Date le loro dimensioni microscopiche e l’ampia distribuzione in tutto il corpo, se questi materiali estranei interagiscono con fonti di energia interne o esterne, come afferma la letteratura, potrebbero allungarsi, allargarsi e fungere da misteriose modalità di morbilità ed eventuale mortalità».
Scrivono Young MI Lee e Daniel Broudy tanto da sentirsi poi legittimati a fare delle ipotesi assai inquietanti che partono da quanto affermato (mai poi rimosso dopo l’inizio della produzione dei vaccini Covid) dal sito di Moderna sull’uso della «tecnologia mRNA è spesso commercializzata in termini di software come una sorta di sistema operativo o piattaforma tecnologica».
I due ricerctaori citano una fonte autorevole:
«Riconoscendo l’ampio potenziale della scienza dell’mRNA, abbiamo deciso di creare una piattaforma tecnologica sull’mRNA che funzioni in modo molto simile a un sistema operativo su un computer. È progettato in modo che possa essere collegato e utilizzato in modo intercambiabile con diversi programmi. Nel nostro caso, il “programma” o “app” è il nostro farmaco mRNA, l’unica sequenza di mRNA che codifica per una proteina (Moderna citato in molti articoli, ad esempio, vedi Reuters, 2021; Martin, 2024)».
E’ quanto stava studiando l’agenzia militare DARPA del Pentagono USA (sponsor di Moderna) sull’impiego di nanoforme grafeniche per interazioni con il sistema neurocerebrale e quanto ha testato il programma Graphene Flagship della Commissione Europea che ha finanziato proprio una ricerca sull’uso dell’ossido di grafene sia nei vaccini Covid che in altri prodotti biomedici.
«I modelli geometrici della maggior parte delle strutture autoassemblate, come nei circuiti elettronici o nelle strutture tridimensionali simili a chip, si sono progressivamente degradati dopo circa il giorno 80 durante l’incubazione del booster Pfizer (iniezione numero 4, P4), che ha una sequenza temporale diversa dagli altri iniettabili (P1, P2 e Moderna), mentre si sono manifestati anche modelli di degradazione simili. Ciò significa che i nanomateriali iniettati sembrano essere programmati per comportarsi nel modo osservato e per eseguire intervalli regolari di autoassemblaggio e disassemblaggio. L’intero processo, teorizziamo, deve essere periodicamente rinforzato, probabilmente attraverso il regime prescritto di nuovi “colpi di richiamo” secondo le raccomandazioni del CDC».
«La ricerca nell’ingegneria dei nanomateriali mostra che i robot magnetici bioibridi (Magnobot basati su microalghe) potrebbero essere prodotti e azionati in tutto il corpo da una varietà di fattori scatenanti: energia elettromagnetica, variazione dell’intervallo di pH, manipolazione dei livelli di glucosio e variazione degli spettri luminosi con l’obiettivo di colpire determinati tessuti (Li et al., 2023). Le osservazioni durante i nostri studi di incubazione suggeriscono la presenza di magnobot, soprattutto nel campione Pfizer».
In tal senso abbiamo pubblicato un articolo sull’uso dei nanotubi di grafene pilotati con lo smatphone per finalità biomediche. Ma il timore/terrore degli autori dello studio è ancora più serio…
«Nel campione Pfizer incubato in acqua distillata sono comparsi vari tipi di nastri, pellicole, bobine e spirali trasparenti. Questi erano molto simili nella struttura ai micro e nanorobot magnetici già presentati in numerosi articoli accademici (Zhou et al., 2021). Queste strutture, secondo numerosi ricercatori, potrebbero servire come conduttori di segnale, biosensori, interruttori e/o dispositivi elettronici necessari per il movimento transumanista verso una società post-umana (Kyrie & Broudy, 2022; Mousavi et al., 2021; Bailey, 2022; Università King Abdullah, 2021 Alamoudiet al., 2021; , Broudy & Hughes, 2024a, 2024b, 2024c, 2024d). Queste strutture potrebbero anche servire come nanodispositivi come antenne plasmoniche o come ricetrasmettitori per comunicazioni nella banda terahertz (Jornet & Akyildiz, 2014). È noto che le nanostrutture sono stimolate a crescere e trasportare funzioni da vari trigger: luce visibile, temperatura (calore), campi elettromagnetici, radiazioni ultraviolette, acqua, carbonio e ossigeno attraverso l’aria, elettrolita speciale-Ca++ Questi fenomeni abbiamo potuto confermare attraverso osservazioni longitudinali».
Ecco quindi l’appello finale dello studio all’immeditato blocco della somministrazione di queste terapie geniche:
«Profonde deviazioni dal significato generalmente compreso dello slogan pubblicitario “vaccino” e dalla sua affermazione di “sicuro ed efficace” appaiono nelle osservazioni dei “prodotti biologici” al microscopio. Le morti in eccesso, l’incidenza del cancro “turbo” e varie malattie autoimmuni segnalate a livello globale dopo il lancio degli “iniettabili” mostrano una correlazione sospettosamente alta».
«Le perversioni che abbiamo descritto suggeriscono una chiara corrispondenza con l’infrastruttura di comunicazione che appare ora in costruzione nell’Internet of Bodies, ben finanziato e pianificato da tempo, l’IoB (Celik et al., 2022), una sorta di sistema nervoso centrale globale sintetico: il i cui dettagli sono ampiamente discussi e illustrati anche nel corpus accademico. I robot magnetici bioibridi, in particolare, rappresentano una preoccupazione significativa per i ricercatori che tentano di dare un senso alla reattività di questi “prodotti biologici” alle fonti di energia. Facciamo eco agli appelli di altri ricercatori impegnati in studi simili: fino a quando i componenti non saranno verificati e i loro effetti a lungo termine compresi, una necessità disprezzata dalle richieste di autorizzazione all’uso di emergenza, è necessario un immediato globalban».
Purtroppo i potenti di ogni angolo dell’Occidente stanno lucrando a man bassa con le Big Pharma persino in clamorosi conflitti d’interessi come quelli del Ministro della Salute Orazio Schillaci che specula sui produttori di vaccini e ha come consulente uno ricercatore oncologo pagato da Pfizer…
In Italia la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni pende dalle labbra dell’intelligenza artificiale promossa dal criminale finanziatore di queste terapie geniche Bill Gates…
E i magistrati europei sembrano troppo pavidi in Italia per mettersi in guerra coi colossi farmaceutici come hanno fatto i loro colleghi negli USA.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI PRINCIPALI
RESEARCH IN ENGLISH
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RICERCA IN ITALIANO
Traduzione di cortesia non revisionata con solo Sommario, Dicussione, e Conclusione
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