LOBBY ARMI – 18 .STRAGE DI CIVILI RUSSI A KURSK COI DRONI-KAMIKAZE PRODOTTI IN ITALIA. Ministro Crosetto OCCULTA Loschi Affari RWM in Sardegna svelati da FORBES
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Prima le prove sulle bombe usate dal Regno di Arabia Saudita (con la coalizione NATO) nello Yemen per massacrare i bambini anche negli ospedali: fu un piccolo assaggio dell’orrendo spettacolo di Gaza raccontato da Gospa News e pochi altri siti d’informazione.
Oggi i sospetti sui droni-kamikaze forniti all’Ucraina che hanno fatto una strage di civili nella regione russa di Kursk (75 UAV intercettati dall’esercito russo, 5 morti e oltre 60 feriti gravi, dettagli su Gospa News International) con un’inutile invasione già respinta per una “provocazione su larga scala” come definita dal presidente russo Vladimir Putin.
«Siamo nel luogo più segreto e più contestato d’Italia: l’industria di Domusnovas, spesso chiamata “la fabbrica delle bombe insanguinate”. Ottanta ettari di laboratori bunker, protetti da alti reticolati e addossati a colline che ricordano il Far West: pure gli uffici e il portone d’accesso sono stati costruiti in stile Fort Alamo, rendendo distopica l’atmosfera. L’impianto è nato all’inizio del millennio, per volontà della storica impresa Sei di Ghedi (Brescia), poi diventata RWM e rilevata nel 2011 dal gruppo tedesco Rheinmetall, tra i più attivi nelle forniture all’Ucraina, ma la gestione è rimasta interamente italiana a partire dall’amministratore delegato Fabio Sgarzi. Varcati i cancelli c’è l’intera filiera che trasforma cilindri d’acciaio in ordigni per aereo, mine navali, proiettili d’artiglieria».
Descrisse così lo stabilimento bellico sardo il giornalista Gianluca Di Feo di Repubblica in un reportage del novembre 2023 (tutti i link tra le fonti in calce all’articolo) svelando quanto tutti sanno nell’ambito delle corporations militari ma l’Italia e gli Italiani non hanno diritto di sapere. Ovvero da dove partono le micidiali munizioni inviate dall’Italia al presidente ucraino Volodymyr Zelensky per non tradire la sua totale sudditanza alla NATO.
Proprio lì vengono assemblati anche i letali droni-kamikaze teleguidati di ultimissima generazione denominati “HERO loitering munitions” forniti da Roma a Kiev secondo le inchieste di Corriere della Sera, Forbes e Defense News.
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I Conflitti d’Interesse Finanziari del Ministro della Difesa
Per celare i loschi affari dei Signori della Guerra, infatti, il Governo Meloni ha confermato la secretazione delle forniture militari a Kiev a differenza, ad esempio, del Pentagono che pubblica un elenco mensile di tutte le armi spedite (ma non sempre arrivate a destinazione come abbiamo visto in altre inchieste).
Fulcro di questo paradossale cruento business – che ovviamente esporrà sempre più Roma a rischi di rappresaglie con l’escalation dei focolai di guerra voluti dalla NATO – è il più ipocrita dei Ministri della Difesa della storia della Rerpubblica Italiana, Guido Crosetto, nominato in tale delicatissimo ruolo (per un paese che l’articolo 11 della Costituzione vincola alla pace) nonostante i suoi enormi conflitti d’interessi con la Lobby delle Armi per il suo precedente incarico come presidente dell’AIAD, la Federazione, membro di Confindustria, delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza.
Beccato con le mani nella “marmellata di sangue” da un’inchiesta sulle operazioni finanziarie sospette connesse proprio alla multinazionale bellica italiana Leonardo (di cui fu consulente) ha strepitato come un babbuino chiedendo la censura del “dossieraggio“ della magistratura ma di fatto portando sotto la luce dei riflettori un fenomeno dilagante di illeciti movimenti di denaro tra politici e VIP, che assume una soverchia rilevanza in un paese contaminato da troppi investimenti della mafia.
Le Forniture di Armi ancora Secretate
“Nessun Paese deve invadere un altro Paese, è un un principio generale, valido non solo per la guerra in Ucraina. Delle armi fornite dall’Italia non possono essere utilizzate se non dal punto di vista difensivo. E le altre che potrebbero essere utilizzate in altro modo non possono essere impiegate per un attacco in territorio russo. Ma non posso scendere in dettagli tecnici che sono secretati”. Lo ha affermato il ministro della Difesa Guido Crosetto a “Radio anch’io” su Rai Radio (come riportato da Affari Italiani tra le fonti).
«È inutile che si continui a chiedere al ministro della Difesa di comunicare quali aiuti e armamenti forniamo a Kiev. Sono informazioni secretate. Lo sono per una scelta fatta dal governo Draghi e proseguita con il governo Meloni e io mi comporto in modo serio, dato che la situazione è seria».
In un’intervista al Corriere della Sera Guido Crosetto parla delle armi all’Ucraina. E bacchetta Giuseppe Conte, Matteo Salvini e gli altri che continuano a chiedergli di rivelare il segreto: «Ogni mia comunicazione è al Copasir, dove ciascuno partito ha il proprio rappresentante. Ce l’ha Conte come ce l’ha Salvini. Quindi, smettiamola. In queste materie non servono speculazioni di basso livello e sicuramente non sarò io a infrangere una legge dello Stato».
Nel maggio 2024, come riportato dal Sole 24 Ore, il Ministro della Difesa aveva aperto uno spiraglio contro la contestata riservatezza (solo i parlamentari del Copasir conoscono l’elenco delle armi ma sono ovviamente vincolati al segreto di Stato): «Sto pensando di fare come fanno alcune nazioni, che non hanno secretato il tutto ma parte».
Sono trascorsi 3 mesi ma non è cambiato nulla. Anzi il Governo Meloni ha predisposto una riforma per rendere ancora più segreto il mercato degli armamenti…
Le Azioni Legali contro la Fabbrica delle Bombe in Sardegna
Nel 2019 il governo Conte aveva sospeso le forniture di ordigni per l’aviazione saudita ed emiratina, già autorizzate dall’esecutivo Renzi: una campagna umanitaria contro i bombardamenti nello Yemen, che avevano fatto strage di civili nonostante l’embargo imposto dall’ONU. Poi il bando contro i due Paesi arabi fu revocato da Draghi e Meloni.
Nel 2021 l’UAMA (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento) andò oltre e revocò alla RWM le licenze di esportazione verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.
«Ma dopo tre decenni di pace, la guerra è tornata in Europa e tutti i governi devono fare i conti con l’onere delle armi e con l’impegno a sostenere la difesa dell’Ucraina. Attualmente da Domusnovas arrivano a Kiev trenta munizioni al giorno: quelle che nello stesso tempo vengono consumate da un singolo obice. Ne sono previste 23 mila, con i nuovi macchinari potrebbero essere subito triplicate» aggiunge Repubblica facendo riferimento alle vecchie ma richiestissime munizioni da 155mm prodotte nello stabilimento sardo.
Ma «il movimento che si oppone al business RWM ha cercato di bloccare l’ampliamento dello stabilimento, anche con una lunga azione legale con la quale, grazie a una sentenza del Consiglio di Stato del novembre 2021, ha ottenuto per via amministrativa l’annullamento di buona parte dei permessi rilasciati. Purtroppo però, durante la discussione dei vari ricorsi, la RWM ha avuto il tempo di terminare i lavori e raddoppiare il suo stabilimento, anche se non ha potuto poi aprire i nuovi reparti e metterli in produzione, visto che risultano abusivi» spiega Mariella Setzu dei Cobas Scuola e Comitato contro la militarizzazione delle scuole e delle universita sul blog “Radio onda d’urto” che ha dato ampio spazio ai droni-kamikaze prodotti in Italia mettendoli in correlazione anche con il genocidio a Gaza.
Il Comitato Sardo di Solidarietà con la Palestina, istituito come risposta decisa all’ennesima aggressione israeliana sulla Striscia di Gaza dopo gli eventi del 7 ottobre 2023, ha infatti indetto una manifestazione per sabato 13 gennaio la manifestazione “PER LA PALESTINA. STOP ALLE FABBRICHE DI MORTE IN SARDEGNA”.
Corriere della Sera e Forbes: “Droni Kamikaze dall’Italia all’Ucraina”
Al centro della protesta ci furono proprio i droni-kamikaze HERO, tecnicamente chiamati “loitering munitions” in quanto “munizioni vaganti” assemblati da RWM per conto di un’industrria israeliana.
«In base all’accordo con la multinazionale degli armamenti israeliana UVision Air Ltd, RWM produce ora i droni killer della serie Hero, tragicamente noti per essere stati utilizzati per bombardare e cacciare dalle loro case la popolazione armena residente in Azerbaigian, ma acquistati anche di recente da Italia e Ungheria. Questi ordigni micidiali vengono poi utilizzati nei principali conflitti mondiali per mietere strage tra le popolazioni» hanno scritto i pacifisti sardi.
«Non pensare che una fabbrica di bombe a Domusnovas non abbia nulla a che fare con la pulizia etnica in Palestina, con la guerra in Ucraina e con la chiusura di ospedali e scuole in Sardegna. L’RWM è in accordo con l’industria bellica israeliana dal 2021, produce bombe come quelle che vedi oggi sganciare sul popolo palestinese» hanno aggiunto.
Se al momento non vi è prova che i droni-kamikaze HERO vengano inviati a Israele (che ne ha attivato la produzione anche cojn una partrnership negli USA), dall’altra ne è già stato segnalata la fornitura all’esercito di Kiev da parte dei media di mainstream come il Corriere della Sera e Forbes.
«È cambiata la parola d’ordine tra i partner dell’Occidente: da “aiutare per salvarli” si è passati ad “aiutarli per vincere”. Ma è evidente che il conflitto in Ucraina era e resta una guerra di attrito il cui esito non è scontato. A quasi un anno dall’invasione russa «non si vedono ancora spiragli per una soluzione diplomatica» secondo il ministro della Difesa Guido Crosetto, che entro due settimane formalizzerà il sesto decreto di sostegno a Kiev, illustrato ieri per grandi linee al Copasir. Il governo ha deciso di inviare alle Forze armate ucraine un’unità del sistema terra-aria Samp-T dotato di una ventina di missili, insieme a pezzi di artiglieria pesante, carri di movimento e gruppi elettrogeni».
E’ quanto scrisse Francesco Verderami sul Corriere del gennaio 2023 (link tra le fonti).
«Ma nel pacchetto di aiuti ci sarebbe anche una spedizione “fuori sacco”, non direttamente riconducibile alla lista stilata dall’esecutivo. Fonti accreditate raccontano infatti che a Zelensky verrebbero consegnati “droni originati dal progetto israeliano e assemblati in Italia”, più utili a contrastare i droni di fabbricazione iraniana che vengono usati da Mosca. Più utili e soprattutto più economici, dato che ogni missile lanciato dal sistema Samp-T costa circa un milione di dollari. Insomma Roma fa quel che può per sostenere Kiev in vista di un “inasprimento del conflitto da parte di Mosca — come dice Crosetto — con massicci attacchi di cielo e di terra”».
La rivista Forbes ha rilanciato l’articolo e tolto ogni anonimato alla denuncia:
«Un articolo del principale quotidiano italiano di mercoledì suggeriva che l’Ucraina riceverà presto “munizioni vaganti” di progettazione israeliana assemblate in Italia. Elisabeth Gosselin-Malo, corrispondente europea di Defense News con sede in Italia, mi ha detto che questa frase può in realtà riferirsi solo ad articoli di un unico fornitore: la serie Hero di munizioni vaganti o i droni kamikaze di UVision».
Italia, primo acquirente NATO delle Loitering Munitions HERO
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI PRINCIPALI
GOSPA NEWS – INTELLIGENCE – OSINT
OPEN – Crosetto e le armi italiane all’Ucraina per colpire la Russia: «È un segreto e comunque non succederà»SOLE 24 ORE – Armi dall’Italia all’Ucraina: cosa sappiamo finora (e cosa potremmo sapere)
CORRIERE DELLA SERA – Ucraina, l’aiuto a Kiev che arriva dall’Italia: droni e sistemi satellitari
FORBES – Is Italy Sending Israel’s Tank-Busting Loitering Munitions To Ukraine?
DEFENSE NEWS – Documents reveal secret customer of Hero-30 kamikaze drones
FATTO QUOTIDIANO – Domani: “A Crosetto 1,8 milioni da Leonardo nel 2018-21”
https://www.gospanews.net/2022/04/06/di-maio-caccia-30-diplomatici-russi-ma-3621-italiani-firmano-contro-il-governo-boom-dellappello-cristiano-di-citizengo/