di Carlo Domencio Cristofori
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Mentre l’Unione Europea continua a spingere per un’escalation della guerra NATO contro la Russia in Ucraina al fine di speculare sui soldi dei suoi contribuenti per arricchire la vergognosa Lobby delle Armi in cui sono invischiati soprattutto i politici italiani come il Ministro della Difesa Guido Crosetto (già presidente dell’AIAD, la confindustria dei produttori di sistemi bellici), dall’Ucraina arrivano evidenti segnali di disfatta.
E’ un singolo ma eloquente episodio l‘abbattimento di un cacciabombardiere F16 fornito da paesi dell’Alleanza Atlantica al all’aviazione ucraina del regime filo-nazista del presidente Volodymyr Zelensky.
Caccia F16 NATO abbattuto per errore dal sistema antimissili USA Patriot
Esso sarebbe stato colpito per errore da un sistema missilistico americano Patriot, come ha segnalato irritato un parlamentare di Kiev.
Le prime notizie sull’arrivo in Ucraina di un primo lotto di aerei da combattimento F-16 A/B (aggiornati allo standard AM/BM 20 anni fa) sono state pubblicate il 31 luglio dall’agenzia di stampa Bloomberg.
L’origine dei primi F-16 forniti a Kiev non è stata chiarita, ma è noto che i paesi membri della NATO che hanno reso disponibili gli aerei di questo tipo in servizio da circa 40 anni e in procinto di essere sostituiti dall’F-35A sono Danimarca, Paesi Bassi, Belgio e Norvegia.
“Secondo le mie informazioni, l’F-16 del pilota ucraino Alexey ‘Moonfish’ Mes è stato abbattuto dal sistema missilistico antiaereo Patriot di fabbricazione statunitense a causa di una mancanza di coordinamento tra le unità [militari]”, ha scritto su Telegram la parlamentare ucraina Maryana Bezuglay
Ma la leadership militare di Kiev, unitamente ai media di mainstream come RAI News, attribuiscono tutta la colpa al pilota che avrebbe “perso il controllo”.
I primi F-16 ucraini erano stati avvistati sorvolare le regioni occidentali, in particolare la regione di Leopoli, vicino al confine con la Polonia, poi il 5 agosto la zona portuale di Odessa.
Un'”arma miracolosa in mano ai beduini”. Non risparmia l’ironia Rodion Miroshnik, diplomatico russo incaricato di sovrintendere ai “crimini commessi dal regime di Kiev” per commentare la distruzione di un caccia F-16 in Ucraina.
L’ex Presidente Poroshenko: “Rinunciare a Kursk per Salvare il Donbass”
Kiev dovrebbe rafforzare urgentemente la prima linea nel Donbass, che manca sia di fortificazioni che di rifornimenti, ha affermato l’ex presidente ucraino Pyotr Poroshenko.
Poroshenko, che è stato presidente da giugno 2014 a maggio 2019, ha visitato giovedì la città di Pokrovsk con una spedizione di droni per le unità dell’esercito ucraino di stanza lì.
“Certo, Kursk è molto importante. Certo, altre direzioni sono molto importanti. Ma posso dire che il destino di questi mesi si sta decidendo oggi a Pokrovsk”, ha detto Poroshenko. “E tutto dipende se il nostro esercito sarà rifornito o meno”.
Poche ore prima un generale ucraino aveva ammesso il fallimento dell’attacco a Kursk
L’incursione dell’esercito ucraino nella regione di Kursk è stata una mossa ad alto rischio volta a costringere la Russia a distogliere le truppe da un settore chiave della prima linea, ma Mosca non ha abboccato, ha ammesso il comandante in capo ucraino.
“Uno dei compiti di condurre un’operazione offensiva nella direzione di Kursk era distogliere significative forze nemiche da altre direzioni, prima di tutto le direzioni di Pokrovsk e Kurakhovsk”, ha affermato il colonnello generale Aleksandr Syrsky in una conferenza stampa a Kiev martedì.
L’Attacco NATO ha Fermato la Pace. L’UE vuole l’Escalation
Nel frattempo la Russia ha puntato nuovamente il dito contro l’Occidente per l’attacco a Kursk che ha minato ogni possibilità di accordo di pace.
La prontezza della Russia per i colloqui di pace con l’Ucraina era fuori dubbio, ma è stata rovinata dalla mossa sconsiderata di Kiev nella regione di Kursk, ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in una conferenza stampa dopo i colloqui con il ministro degli Esteri senegalese Yassine Fall.
“Ricordiamo sempre che il presidente [della Russia, il presidente Vladimir] Putin ha fatto l’ultima proposta di pace a giugno, dopo che tutte le precedenti iniziative e accordi erano stati rovinati e sabotati dal regime di Kiev e dai suoi sostenitori occidentali. La nostra prontezza per i colloqui era al di là di ogni dubbio, anche se, naturalmente, dopo la mossa sconsiderata nella regione di Kursk, qualsiasi discussione su questo argomento non è più rilevante”, ha detto.
La risposta dell’Unione Europea è stata quella di pigiare l’acceleratore sull’escalation del conflitto…
“La consegna delle munizioni all’Ucraina nelle ultime settimane è aumentata, il ritmo sta crescendo”. Lo ha detto l’alto rappresentante Ue Josep Borrell al termine del Consiglio Esteri informale. La Lituania in mattinata aveva parlato di un blocco nelle consegne in essere da giugno.
“Nel corso del Consiglio abbiamo affrontato la questione della rimozione delle limitazioni alle armi fornite all’Ucraina ma questa alla fine è una decisione nazionale ed è stata la volontà degli Stati membri che rimanga così, quindi non una decisione al livello europeo”. Lo ha detto l’alto rappresentante Ue Josep Borrell al termine del Consiglio Esteri informale.
Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha messo in guardia contro eventuali attacchi ucraini a lungo raggio in Russia e un’ulteriore escalation del conflitto. “Se gli attacchi a lungo raggio colpiscono il territorio della Russia, allora il rischio di escalation non potrà che aumentare”, ha detto su Facebook. “Non vogliamo questo”.
L’Ipocrisia dell’Italia sulle Armi usate contro la Russia
Il ministro ha esortato a porre fine alla “follia” e ha invitato a non fornire nuove armi all’Ucraina. Ha detto che alla riunione informale dei ministri degli Esteri dell’UE di giovedì a Bruxelles avrebbe difeso la politica di pace avviata dal primo ministro ungherese Viktor Orban.
“Ogni paese decide per sé, per quanto ci riguarda l’uso delle armi italiane può avvenire solo all’interno dell’Ucraina”. Lo ha ribadito il ministro degli Esteri Antonio Tajani arrivando al Consiglio Affari Esteri a Bruxelles.
Un’affermazione ipocrita basata solo sul fatto che essendo la fornitura di armi italiane SECRETATA per volere dei Governi Draghi e Meloni, non si conoscono con certezza bombe, missili e altre munzioni fornite a Kiev tra cui ci sono anche i micidiali drone-kamikaze HERO prodotti in Sardegna dalla RWM tedesca del gruppo Rheinmetall, partner dell’industria bellica italiana Leonardo.
Ma come abbiamo svelato in una precedente inchiesta gli armamenti NATO anche di provenienza italiana, come i missili da crociera SCALP Storm Shadow di fabbricazione britannica, da mesi vengono usati dall’Ucraina anche per gli attacchi nel territorio russo prima ancora dell’ok di alcuni paesi dell’Alleanza Atlantica.
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