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RICORSI A RAFFICA DI POLIZIOTTI E MILITARI SOSPESI PERCHE’ NON VACCINATI. Sindacato OSA e Constitutio Italia: “Risarcimenti da Ricatto Vaccinale”

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Nell’immagine di copertina Antonio Porto, sindacato Polizia OSA, e Ciro Scognamiglio, militare membro del direttivo Consitutio Italia

di Piero Angeklo De Ruvo

“Non si invochi la libertà per sottrarsi alla vaccinazione perché quell’invocazione” corrisponde a “mettere al rischio la salute altrui”
Sergio Mattarella

Questa è una delle frasi più celebri del “presidente” della Repubblica Italiana. Sarà scritta sui libri di storia a perenne ricordo di un periodo non troppo felice per il Popolo Italiano e soprattutto per le FF.AA. e FF.OO. Se si parla di libertà, il presidente ha perfettamente ragione, considerando che per ottenerla, migliaia di Italiani hanno colorato con il rosso delle loro vene, la nostra bellissima penisola, respingendo invasioni, e ribellandosi alle dittature.

Quella libertà che non “dovrebbe” essere a giorni alterni o, meglio, ad esclusivo appannaggio decisionale del politico di turno. Quella non è Libertà, non è Democrazia, ma sotto sotto nasconde un altro nome.

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Il ricorso di OSA per la discriminazione perpetrata sui poliziotti.

Ormai sono sempre meno coloro che credono e restano aggrappati alla convinzione che il periodo in cui il popolo italiano, stretto in una tenaglia chiamata “ricatto vaccinale”, sia stato un bene.

E tanti tornano sui loro passi pentendosi delle scelte fatte, ma soprattutto vi è un rammarico (almeno a parole) nell’aver ceduto al “ricatto” pur di mantenere il posto di lavoro. Ma tutto questo era chiaro sin da subito, e tanti delle FF.OO e FF.AA. hanno scelto di declinare l’obbligo, andando incontro a testa alta alla sospensione dal lavoro che aveva un sapore discriminatorio e punitivo.

Per questa origine discriminatoria, il sindacato di polizia O.S.A., nello scorso mese di luglio, ha dato mandato ai legali dell’associazione Avvocati Liberi, di depositare presso il Tribunale Regionale Amministrativo per la Campania sede di Napoli, come si legge dal comunicato stampa inviato dal segretario nazionale OSA, Antonio Porto.

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«Il ricorso contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministero dell’Interno per l’accertamento della natura discriminatoria della disposizione di cui all’art.4-ter Decreto-Legge 1 aprile 2021 n.44 – convertito con modificazioni dalla L. 28 maggio 2021, n.76 e ss.mm. e/o ii. – in relazione al Decreto-Legislativo 9 luglio 2003 n.216 recante l’attuazione della direttiva n.2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro e della Direttiva n. 2014/54/UE relativa alle misure intese ad agevolare l’esercizio dei diritti conferiti ai lavoratori nel quadro della libera circolazione dei lavoratori».

Prosgeue ikl comunicato del sindacato di polizia OSA:

«La lesione riguarda i diritti aventi rilevanza Costituzionale (in primis il lavoro e la dignità individuale) perciò essa assumerà un valore “economico” il cui ammontare potrà variare a seconda di come e quanto tale discriminazione sarà ritenuta grave dal Giudice di ogni comportamento, condotta e/o atto discriminatorio ancora sussistente da impartire all’Amministrazione datoriale resistente. E per la rimozione degli effetti discriminatori causati dall’esecuzione e dall’applicazione dell’art. 4-ter D.L. 44/21 ai sensi decreto legge 216 del 2003 e della direttiva europea 54 del 2014, con il risarcimento del danno»

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Aggiunge ancora Porto: «L’azione promossa direttamente da OSA Polizia, in nome e per conto esclusivamente dei propri iscritti, ha visto la partecipazione di in un nutrito gruppo di colleghi cosicché è stato possibile rendere più agevole provare le modalità, la natura e l’entità della discriminazione soggettivamente patita».

«I costi del giudizio saranno a totale carico della Segreteria Nazionale, ciononostante – facendo sempre fede alla schiettezza del nostro modo di agire – i nostri iscritti hanno contribuito con il versamento di una piccola quota di partecipazione e conferito una Procura Speciale ad agire al legale rappresentate del sindacato, in modo da aiutarci nel sostenere con tempestività l’iniziativa giudiziaria che, qualora venga accolta, aprirà la strada al risarcimento del danno per tutti i colleghi sospesi, discriminati ed umiliati per le proprie scelte individuali».

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I sindacati gialli ben voluti dalle alte sfere.

L’iniziativa del segretario di OSA polizia rientra perfettamente nella funzione che un sindacato dovrebbe svolgere, ossia salvaguardare il lavoratore con o senza divisa, purtroppo in questi ultimi anni si è assistito ad un prolificare di sigle sindacali così dette gialle, soprattutto in ambito FF.AA., che potrebbero essere ombelicamente collegate al datore di lavoro.

Mai nessuno di quelle sigle, forse per compiacere le alte sfere, ha sollevato in maniera incisiva, la questione delle sospensioni, ma neanche quella degli effetti avversi che si sono manifestati e continuano a manifestarsi, tra gli operatori della sicurezza e della difesa.

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L’unica voce che tiene alta l’attenzione su questa problematica è quella della sindacato di polizia, la quale sin da subito ha messo in rilievo l’anomalia dei decessi e dei malori avvenuti negli ultimi anni dopo il ricatto massivo, ma che continua ancora oggi tra gli operatori del comparto sicurezza.

L’orgoglio di indossare le stellette militari

L’immobilità dei sindacati militari, (2) tranne per alcuni sindacalisti che ci misero la faccia personalmente, (3) spinse il personale in divisa a prendere delle iniziative, riunendosi in comitati ed associazioni, i quali denunciarono la pericolosità sociale e discriminatoria di quelle norme ricattatorie e senza valenza scientifica, come il “green pass”.

Tra queste “l’Associazione Constitutio Italia” dove per mano di un suo membro del direttivo Ciro Scognamiglio e per ben due volte, ottobre 2021 e gennaio 2022 scrisse al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Di seguito si riportano alcuni passaggi ed i concetti più salienti.

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“Ci sono molte persone nelle Forze Armate che si sono fatte sospendere in quanto vedono lesi i loro diritti costituzionali con l’obbligo surrettizio stabilito dal green passScrive il Serg. Magg. Capo Ciro Scognamiglio -. Ma viene altresì evidenziato come il certificato verde costituisce un palese strumento di discriminazione che collide con i principi fondamentali dell’ordinamento giuridico militare oltre ad escludere dalla vita economica e sociale ed ora anche lavorativa della nazione quei cittadini che sostengono convinzioni ed evidenze diverse da quelle imposte dal Governo”.

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Oggi, quelle perplessità anticipate dal sottufficiale, sono state confermate dall’ammissione dell’AIFA della non immunizzazione del medicinale inoculato coercitivamente a tutta la popolazione italiana, avvalorando di fatto la discriminazione avvenuta nei confronti di quei militari che difendevano i loro diritti fondamentali previsti dalla Costituzione su cui avevano giurato.

La ricostituzione dello status giuridico – economico dei militari e di tutti gli appartenenti alle FF OO

Ma l’azione dell’Associazione Constitutio Italia non si ferma qui. Nel gennaio 2022 ha impugnato il “Provvedimento M_D SSMD REG2021 0228670 10-12-2021 con OGGETTO: Diretiva sugli adempimenti ed indicazioni operative per i datori di lavoro del Ministero della Difesa, nella verifica della vaccinazione obbligatoria.”

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Si tratta di un atto a struttura complessa, che comporterebbe la ricostituzione dello status giuridico – economico dei militari sospesi sulla base giustappunto del provvedimento impugnato – sottolinea il membro del direttivo di Constitutio Ciro Scognamiglio, raggiunto telefonicamente dal sottoscritto – in cui si denuncia il danno erariale provocato dai Dirigenti firmatari delle sospensioni senza alcun potere, avendo loro la legge (DL 172/2021 e tutti i precedenti principiando dal DL 44/2021) riservato solo li potere di accertare l’inadempimento all’obbligo vaccinale e non anche quello di incidere, modificandolo o addirittura sospendendolo, sul rapporto giuridico di coloro i quali costituiscono la forza effettiva in un ufficio, reparto, comando o plesso amministrativo in generale”.

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Vi è una apposita norma, -conclude, – qualificata imperativa dunque non derogabile, nel testo unico del pubblico impiego e nel Codice dell’ordinamento militare e suo regolamento, che precisa e prescrive come ogni variazione economica o di spesa nell’ambito considerato debba essere accompagnata da una previsione di copertura e da una delega in favore dei vertici che se ne rendessero artefici. In considerazione che, il Tar adito ancora non ha proceduto a fissare l’udienza, e Constitutio Italia ha dato esecuzione al legale rappresentante di procedere con istanza di prelievo e contestuale istanza di equa riparazione per il mancato rispetto del “termine ragionevole” di durata del processo, ai sensi e per gli effetti della legge n. 89 del 24 marzo 2001, denominata comunemente legge “Pinto“.

Piero Angelo De Ruvo

Sottufficiale dell’Esercito Italiano in Congedo.. Ex sindacalista militare
Membro del direttivo dell’associazione Constitutio Italia

Ogni link a precedenti articoli di Gospa News è stato aggiunto a posteriori  dalla Redazione


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