di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Un piccolo passo diplomatico e militare dopo l’altro Mosca sta prendendo sempre più le distanze dagli storici alleati di Tel Aviv.
Il presidente russo Vladimir Putin è stato sempre molto benevolo e paziente nei confronti delle politiche del primo ministro del regime sionista Benkjamin Netanyahu per vari motivi.
Per evitare un’escalation nella Guerra con la Siria culminata con l’occupazione delle Alture del Golan, mai rilasciate da Israele nonostante perentorie risoluzioni dell’ONU anche recenti.
Per non compromettere i rapporti politici con un potenziale interlocutore con la NATO e cercare una mediazione nelle tensioni a rischio di guerra nucleare con l’Iran
Ma anche a causa a presenza di numerosi ebrei di origine cazara-askenazita come il famoso pittore di confessione religiosa Yddish Marc Chagall, poi naturalizzatosi francese dopo la sconfitta dell’Armata Bianca cristiana ad opera dell’Armata Rossa comunista appoggiata dalla massoneria occidentale durante la Rivoluzione Bolscevica.
Da quando Netanyahu è stato accusato di genocidio da varie nazioni del mondo davanti alla Corte Internazionale di Giustizia che ha censurato i crimini di guerra mentre il procuratore della Corte Penale Internazionale ne ha richiesto l’arresto, i rapporti tra Mosca e Tel Aviv si sono pian piano intiepiditi.
I brutali attacchi e attentati di Israele contro i Pasdaran Iraniani e le loro milizie Forza QUDS in Siria li hanno raffredati fin quasi al congelamento.
E’ questo il contesto che spiega l’esplosoiva intervista con cui uno dei governanti russi più vicini a Putin, il Ministro degli Affari Esteri Sergej Lavrov, paragona l’Ucraina e Israele e denuncia l’intenzione di entrambe le nazioni ad innescare guerre regionali su vasta scala che da un momento all’altro potrebbe esplodere in un conflitto mondiale nucleare.
In precedenza, Lavrov aveva commentato con orrore le dichiarazioni di alcuni leader sionisti israeliani, sostenitori della strategia dei bombardamenti per completare il depopolamento della Palestina, secondo cui nella Striscia di Gaza non ci sono “civili” ma solo terroristi.
A ciò si aggiunge il fatto che la Russia ha appena aperto un nuovo posto di polizia per il monitoraggio del contine tra Siria e Israele ma soprattutto la recente fornitura dei aerei cacciambonbardieri SU-35 di fabbricazione russa agli alleati di Teheran.
Prima fornitura di caccia russi SU-35 all’Iran
Arkady Melman, ex ambasciatore israeliano a Mosca e uno dei massimi diplomatici israeliani, ha affermato che alcuni aerei da combattimento russi Su-35 sono già volati in Iran.
Questo acquisto di caccia da combattimento Su-35, aerei della generazione 4++, aumenterà significativamente le capacità di combattimento dell’aeronautica iraniana, che fino ad ora è stata costretta a utilizzare caccia obsoleti per proteggere il proprio spazio aereo.
Secondo Mehlman, la consegna del Su-35 all’Iran rappresenta un significativo passo avanti per l’aeronautica iraniana, poiché le consentirà di contrastare in modo più efficace possibili attacchi aerei da parte di avversari come Israele.
Lavrov traccia parallelismi tra Israele e Ucraina
Ucraina e Israele stanno cercando di scatenare grandi guerre regionali che ritengono risolveranno i loro problemi a spese degli altri,
ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, secondo RT.
L’alto diplomatico del paese ha rilasciato queste dichiarazioni in un’intervista esclusiva con Anna Knishenko di RT, andata in onda sabato. Alla domanda sulle prospettive della crisi in corso in Medio Oriente che si trasformi in una grande guerra regionale, Lavrov ha suggerito che Israele era effettivamente l’unica parte che cercava un tale conflitto.
“Sembra che l’unico che desidera un tale sviluppo sia Israele. Probabilmente il governo israeliano, che è piuttosto duro politicamente, e non lo nascondono nemmeno”, ha affermato Lavrov.
“Probabilmente vogliono approfittare di questa situazione per provare una volta per tutte a risolvere tutti i loro problemi con Hamas e con Hezbollah, e con i gruppi filo-iraniani in Siria e Iraq”, ha suggerito il ministro, aggiungendo che Teheran sembra evitare un simile conflitto e “non vuole essere coinvolta in azioni militari su larga scala”.
Il comportamento di Israele presenta sorprendenti somiglianze con quello dell’Ucraina, con Kiev che apparentemente cerca di trascinare i suoi sostenitori occidentali in un conflitto diretto con Mosca, ha sottolineato Lavrov.
La Russia dice a Israele che la questione palestinese non può essere risolta con la forza
USA stanno bloccando qualsiasi accordo nel Consiglio di sicurezza ONU per un cessate il fuoco.
Un ulteriore posto di osservazione della polizia militare russa è stato istituito ad al-Quneitra in Siria
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