Elezione degli ordini dei medici: è l’ora di cambiare
di Patrizia Gentilini * – ex dirigente medica di Oncologia
Tutti i link ai precedenti articoli di Gospa News sono stati aggiunti a posteriori dalla redazione per attinenza coi temi trattati
La lettera aperta del Collega Cesare Atticciati al Presidente e al Collegio uscente dell’Ordine dei Medici di Siena affinché rinuncino a presentarsi alle prossime elezioni per il rinnovo degli organi direttivi dello stesso Ordine, mi ha ricordato la lettera scritta nell’ottobre 1972 da Giulio Antonio Maccacaro all’allora Presidente dell’ODM di Milano che aveva convocato il fondatore di Medicina Democratica dopo che quest’ultimo aveva espresso pubblicamente severe opinioni “sul potere e la servitù della medicina nella società del capitale, sulle deformazioni che ne derivano all’atto medico e al rapporto medico-paziente, sulle inerenti responsabilità e complicità dell’informazione sanitaria”. A quello che doveva essere un procedimento disciplinare contro di lui, Maccacaro rispose con una lettera aperta in cui faceva una analisi lucida e spietata del rapporto tra scienza e potere e metteva in luce come gli ordini professionali fossero già allora asserviti alle logiche del potere e avessero tradito l’essenza stessa della Medicina.
Dopo 52 anni direi che purtroppo non c’è alcun dubbio sul fatto che la situazione non sia affatto cambiata, anzi, l’asservimento degli Ordini dei Medici a logiche del tutto estranee e anzi antitetiche alla difesa della Salute Pubblica ha raggiunto, negli anni della recente pandemia, vette che personalmente mai avrei neanche lontanamente immaginato.
Il collega Atticciati ricorda nella sua lettera ai vertici dell’ ODM di Siena che durante il loro mandato sono state disattese fondamentali funzioni ordinistiche quali la promozione di iniziative intese a facilitare il progresso culturale degli iscritti e quelle per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute Pubblica.
Traditi Fondamentali Principi del Codice Deontologico
Ma negli anni della pandemia sono stati sistematicamente traditi anche fondamentali principi del Codice Deontologico quali l’Articolo 3 secondo cui :
“Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell’Uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana” o l’ Art.5 secondo cui “ …..Il medico nell’esercizio della professione non deve soggiacere a interessi, imposizioni e suggestioni di qualsiasi natura” od ancora l’ Art. 27 secondo cui: “E’ vietata al medico ogni forma di prescrizione che procuri a sé o ad altri indebito lucro”.
Ancora mi chiedo come sia stato possibile impedire od ostacolare (e purtroppo continuare tutt’ora) qualunque dibattito e confronto sulle misure prese per contrastare la pandemia, misure che – come candidamente emerso da testimonianze anche livello internazionale – pur prive di qualsivoglia fondamento scientifico furono adottate solo per compiacere la politica, per cui non fu la politica a seguire i dettami della scienza, ma l’esatto contrario.
Non è poi possibile dimenticare che gli Ordini dei Medici non si sottrassero a pratiche assurde come vaccinare i guariti, le gravide e i bambini per cui COVID non è mai stato un problema; né alcuna voce mai si levò per contrastare l’assurdo ricatto di vaccinarsi per poter lavorare o addirittura fare sport o prendere mezzi pubblici per i più giovani.
Ma adesso che AIFA stessa ha riconosciuto che i preparati mRNA non impediscono il contagio e che addirittura la loro efficacia diventa dopo pochi mesi negativa, ovvero i vaccinati si ammalano e quindi contagiano più dei non vaccinati, cosa aspettano i vertici professionali della nostra categoria a riconoscere gli errori e ad aprire un dibattito?
Se oggi anche il fondatore di Facebook ha recentemente ammesso con una lettera pubblica le pressioni ricevute dalla Casa Bianca per operare una censura su tutte le informazioni “non allineate” in tema di COVID, possibile che proprio la classe medica non sia in grado di operare una riflessione e chiedere scusa per le vessazioni e le discriminazioni praticate? Questa pervicacia nel rimanere ancorati nelle proprie posizioni non può che far crescere sfiducia e disincanto verso la nostra categoria e questo mi amareggia profondamente, ma certo non mi stupisce alla luce di quanto successo.
Non è questa la Medicina che ho praticato ed in cui ho creduto e ringrazio il collega Atticciati che con garbata determinazione ha messo “ il dito nella piaga” facendo emergere le contraddizioni di un sistema in cui molti di noi non si riconoscono più.
Recuperare le Radici Profonde per Ritrovare la Fiducia dei Pazienti
Credo che solo una profonda, sofferta, riflessione sulla deriva della professione medica ci possa aiutare a recuperane il senso più profondo ed in questo ci possono aiutare figure di indubbio spessore etico e morale come quella di Lorenzo Tomatis, che in tempi non sospetti, aveva già lucidamente profetizzato ciò cui si sarebbe andati incontro.
Nel 1993, ben trent’anni dopo la pubblicazione de “Il Laboratorio” in occasione di una nuova edizione, Tomatis scriveva:
“Siamo entrati in un periodo caratterizzato dalla tendenza verso il prevalere assoluto di una Big Science sempre più centralizzata, sempre più al servizio di interessi accentrati nelle mani di chi tiene i cordoni della borsa. Gli orientamenti della ricerca dipendono pesantemente dai canali di finanziamento ed è chiaro che questi favoriscono i progetti che sono in sintonia con gli interessi di chi li finanzia…”.
Ma, come sempre scriveva Tomatis: “Il fatto di avere una scelta etica come suo fondamento…fa della medicina una scienza atipica e tale dovrebbe rimanere, resistendo alla tentazione di seguire una strada che rischia di portare al suo totale asservimento ai valori di mercato…”.
Abbiamo profonde radici cui attingere, recuperiamole e ritroveremo il senso vero del nostro lavoro e la fiducia dei nostri pazienti.
Patrizia Gentilini * – articolo pubblicato in origine su ASSIS – Associazione di Studi e Informazione sulla Salute
Ripubblicato su Gospa News con il consento dell’autrice
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* Patrizia Gentilini si è laureata in Medicina e Chirurgia a Bologna, consegue specialità in Oncologia a Genova ed in Ematologia Generale a Ferrara ed idoneità a Primario in Oncologia, completa Corso biennale di Perfezionamento in Medicina per i Paesi in via di Sviluppo presso Università Cattolica del Sacro Cuore-Roma. Ha sempre operato presso l’Unità Operativa di Oncologia di Forlì dapprima come Assistente, Aiuto e poi Dirigente Medico di I livello, occupandosi sia di diagnosi precoce che di terapia e assistenza a pazienti con neoplasie solide ed ematologiche e per 12 anni, fino al collocamento a riposo Responsabile Modulo Onco-Ematologia.
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