di Carlo Domenico Cristofori
“Una domanda semplice: il vincolo esterno – o, piuttosto, interno, come sarebbe corretto dire, trattandosi di una scelta operata da una comunità nell’ambito di canoni di cui si è liberamente dotata – deriva dalle regole o dal debito? Non è, quest’ultimo, il vincolo che concerne i Paesi indebitati? Merita una riflessione che interpella in particolare la situazione debitoria dei Paesi dell’Unione e sollecita a mettere a sistema in termini fiscali ed economici quanto oggi appare affidato alla sola Banca Centrale Europea. Il tema non è puramente finanziario, bensì costituisce una grande questione civile, sociale e persino democratica, intersecando questioni come quelle della libertà economica, dell’eguaglianza dei cittadini, delle politiche che assicurano l’esercizio dei diritti di questi ultimi, della credibilità internazionale di uno Stato“.
Con queste cervellotiche parole il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ciommentato l’esplosione del debito pubblico italiano durante il forum di Cernoibbio.
IL BAZOOKA “QE” DI DRAGHI: per fare più debito e rapinare i beni d’Italia
“A questo riguardo consentitemi una breve considerazione che riguarda la Repubblica Italiana. Recenti studi hanno evidenziato come, nel 2023, a fronte di un debito accumulato dall’Italia per circa 2.863 miliardi di euro, e a un ammontare dei debiti di Francia e Germania che, sommati, valgono quasi il doppio, il nostro Paese ha pagato in interessi poco meno di quanto ne abbiano pagati insieme Germania e Francia. Il motivo, com’è noto, è il diverso tasso di interesse. Eppure l’Italia è un debitore onorabile, con una storia trentennale di avanzi statali primari annui, con un debito pubblico cresciuto in larga misura, dal 1992, principalmente a causa proprio degli interessi. È evidente che molta strada rimane da fare per dare razionalità a un mercato dei titoli pubblici che trascura temi come il rapporto debito pubblico/ricchezza finanziaria netta delle famiglie“.
Una risposta a questa deriva finanziaria, accuratamente pilotata dai sostenitori del Great Reset, esiste ed è semplicissima.
Proprio come gli amministratori e i soci di una società di capitali si autotassano per evitare che essa finisca in bancaratta, con l’eventuale risxhio di accusa di gestione fraudolenta per i responsabili, in Italia basterebbe applicare il pignoramento del quinto del vitalizio dei parlamentari che ci hanno portato in questa situazione.
E ovviamente anche dello stipendio del Capo dello Stato che è arrivato all’immunità del Quirinale, nonostante un tremendo processo per buoni benzina ricevuti da un mafioso da cui è stato assolto per “modica quantità” e non per non aver commessso il fatto, dopo essere stato non solo parlamentare ma anche Ministro e vicepresidente del Consiglio con delega ai servizi segreti.
E’ troppo facile salire al potere, spendere e spandere i soldi dei contribuenti, creare una voragine nel debito pubblico come fecer coi Quantitative Easing del presidente BCE Marioi Draghi, poi promosso premier in Italia dopo aver incrementato con quelle azioni il debito pubblico italiano, e non pagare mai il conto.
Mattarella, membro della prima, seconda e terxza Repubblica, dovrebbe vergiognarsi di toccare certi argoimenti senza prima fare una solenne premessa:
“Mea culpa mea culpa mea maxima culpa”.
E poi dimettersi risarcendo il danno provocato da lui e dai suoi complici di partito, dalla DC al PD,
Anche e soprattutto per i LOCKDOWN MASSONICI inutili dichiarati durante l’emergenza Covid che hanno consentito alla ‘Ndrangheta di conquistare più potere economico anche al Nord. Lo attesta un rapporto della Direzione Investigativa Antimafia che Mattarella, essendo originario del Trapanese come Matteo Messina Denaro, ovviamente non sembra aver preso molto in considerazione…
Carlo Domenico Cristofori
© COPYRIGHT GOSPA NEWS
divieto di riproduzione senza autorizzazione
segui Gospa News su Telegram
MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – GEOPOLITICA – ECONOMIA