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SANGIULIANO SI DIMETTE MA ORA E’ INDAGATO PER PECULATO: RISCHIA 10 ANNI! Nuovo Ministro della Cultura un “Non Laureato” membro della Fondazione della Lobby delle Armi

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Nell’immagine di copertina l’ex ministro Sangiuliano e la sua amante-collaboratrice Maria Rosaria Boccia

AGGIORNAMENTO DEL 9 SETTEMBRE 2024

L’Ex Ministro Indagato per Peculato dalla Procura di Roma

«L’ex ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, è indagato dalla procura di Roma per i reati di peculato e rivelazione e diffusione di segreto d’ufficio. L’iniziativa dei magistrati romani arriva in seguito all’esposto presentato dal deputato di Avs Angelo Bonelli. Dato il ruolo rivestito fino a pochi giorni fa da Sangiuliano,  il fascicolo verrà trasmesso al tribunale dei Ministri. Le ipotesi di reato riguardano il rapporto tra l’ex ministro e Maria Rosaria Boccia, coinvolta in attività istituzionali senza avere un incarico» è quanto riporta RAI News che diede grande spazio alle difese dell’ex membro del Governo Meloni con un ampia intervista in prima serata dopo il TG1.

Il peculato, punito dall’art 314 del Codice Penale, è un reato che può essere commesso dall pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni e sei mesi.

L’inchiesta penale e l’iscrizione nel registro degli indagati – un atto dovuto a tutela dello stesso Sangiuliano – potrebbe compromettere il ventilato ritorno dell’ex direttore del TG2 (già vicedirettore TG1) alla guida di un TG Regionale.

La Procura della Corte dei Conti indagherà sul’l’ex Ministro

La procura generale della Corte dei Conti del Lazio ha aperto un fascicolo sulla vicenda che ha coinvolto Gennaro Sangiuliano e l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia, dovrà verificare un eventuale danno erariale legato alle trasferte dell’ex ministro alla Cultura e della sua ex consulente. Nel mirino del pool dei magistrati contabili del Lazio, coordinati dal procuratore Paolo Rebecchi, che dovranno effettuare la verifica, soggiorni in hotel, viaggi, pranzi, cene e l’eventuale utilizzo dell’auto blu.

“Lieto che la Corte dei Conti possa accertare la correttezza dei miei comportamenti. Ribadisco: non un euro pubblico è stato speso e lo dimostrerò carte alla mano”, ha fatto sapere alla stampa l’ex ministro.


ARTICOLO DEL 6 SETTEMBRE 2024

Boccia: “Genny non mi ha chiesto scusa. La Meloni..”

ENGLISH VERSION“Ma mi chiedo: una persona che si è dimessa da ministro e che ha detto tante bugie può tornare a lavorare nel servizio pubblico televisivo? Può chi manipola la verità può lavorare per la Tv di Stato, per di più in ruoli di comando?”.

Nuovo attacco di Maria Rosaria Boccia contro Gennaro Sangiuliano. Con un nuovo post su Instagram l’imprenditrice prende ancora di mira l’ex ministro della Cultura che intanto, con i suoi legali, prepara la denuncia contro la sua ex amante.

«Genny non mi ha ancora chiesto scusa e continua a minacciare una denuncia. Le denunce non si minacciano, si fanno, e queste continue minacce hanno il sapore di un’estorsione» si legge nel post.

La resistenza con cui la premier Giorgia Meloni ha cercato di difendere il suo Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano è emblematica di come ritenga che si possa usare le posizioni di governo anche per fare sesso con una bella influencer e imprenditrice come Maria Rosaria Boccia.

“Chi si richiama ai valori dell’essere donna ha il diritto e il dovere di difendere la propria dignità come ha fatto l’altra persona (Meloni, ndr) quando ha interrotto una relazione profonda tramite un post sui social, dopo che il compagno (Giambruno, ndr) aveva violato un sentimento d’amore. Mi chiedo perché io vengo trattata con arroganza, additata senza nome e cognome”, afferma Boccia.

Nonostante ciò la sedicente paladina dei diritti femminili ha cercato di difendere fino alla fine il “camerata” dell’ex Movimento Sociale Italiano che aveva usato il suo ruolo per un’avventura erotica con una donna certamenbte non alla sua altezza in ogni senso.

Alla fine è stato lui a doversi dimettere, su consiglio del suo legale, per tornare a casa a prendere le inevitabili “mazzate” dalla moglie tradita, come ha reso noto in diretta su RAI 1 nell’estremo tentativo di tenersi la poltrona e il lauto stipendio (110mila euro lordi annui) che sta contribuendo a gonfiare il debito pubblico italiano.

Chi ha pagato le trasferte?

«Io riaffermo categoricamente che mai un euro del ministero è stato speso per la dottoressa Boccia. Ho pagato io», ha ribadito Sangiuliano a Gian Marco Chiocci, sottolineando che «prima dell’inizio della trasmissione, l’ho fatta accedere al dispositivo del mio telefono cellulare con la mia banca e ha potuto vedere con i suoi occhi il biglietto di un treno per Milano, gli aerei per Taormina pagati da me, con la mia carta di credito».

Ma il ministro, come riporta Vanity Fair, ha anche detto che, in un’occasione, è stata la stessa Boccia a pagare. Quale? Inoltre, ha ammesso che in due o tre occasioni le trasferte sono state «pagate dagli organizzatori degli eventi»: questi organizzatori sono dei Comuni oppure delle associazioni che attingono a fondi pubblici?. «Lui dice che le prenotazioni le ha fatte lui ma la Boccia ha pubblicato la mail del capo segreteria del ministro con le carte di imbarco dei voli aerei fatte dalla segreteria del ministero», dice il co-portavoce di Avs Angelo Bonelli.

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«Sono stati ospiti di amministrazioni locali e organizzazioni che ricevono denaro pubblico: a che titolo invitavano la Boccia? Per la relazione con il ministro? Dubito. O pensavano che si trattasse di un membro dello staff del ministero? Il ministro non ha risposto ed è evidente la fragilità della sua ricostruzione».

L’esposto alla Procura del parlanentare AVS Bonelli

In relazione alla vicenda è arrivato l’esposto presentato dal parlamentare di Avs Angelo Bonelli e in cui si ipotizzano i reati di indebita destinazione di denaro pubblico, per le trasferte di Boccia con l’ormai ex ministro, e rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio per quanto riguarda le mail sull’organizzazione del G7 a Pompei.

“Genny non mi ha ancora chiesto scusa e continua a minacciare una denuncia. Le denunce non si minacciano, si fanno, e queste continue minacce hanno il sapore di un’estorsione”. Lo scrive su Instagram Maria Rosaria Boccia, e aggiunge: “Ma mi chiedo: una persona che si è dimessa da ministro e che ha detto tante bugie può tornare a lavorare nel servizio pubblico televisivo? Può chi manipola la verità lavorare per la TV di Stato, per di più in ruoli di comando? P.S. Hai fame di verità o di soldi?”. Intanto gli account dell’imprenditrice continuano a crescere e si stima che il suo account Instagram valga già 20mila euro al mese.

Non si ferma dunque la guerra di denunce, querele incrociate nell’affaire che ha scosso in questi giorni il Governo e che ha avuto come epilogo concreto le dimissioni del ministro della Cultura. La vicenda si sposta così negli uffici giudiziari e in particolare in quelli della procura di Roma. La prossima settimana si annuncia caldissima a piazzale Clodio dove verrà formalizzata l’apertura di un fascicolo di indagine, dopo l’esposto presentato dal parlamentare di Avs Angelo Bonelli e in cui si ipotizzano i reati di indebita destinazione di denaro pubblico, per le trasferte di Boccia con l’ormai ex ministro, e rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio per quanto riguarda le mail sull’organizzazione del G7 a Pompei. Ma non finisce qui, coem spiega RAI News.

All’attenzione dei Pm, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi, finirà anche la denuncia di Sangiuliano a carico di Maria Rosaria Boccia. “E’ in via di elaborazione – annuncia il legale dell’ex ministro, l’avvocato Sica – e intendiamo depositarla all’attenzione dei magistrati all’inizio della prossima settimana”.

“Dimostreremo l’assoluta correttezza della condotta del mio assistito” afferma l’avvocato che poi passa al contrattacco: “è innegabile che l’ex ministro, a mio modo di vedere, sia stato oggetto di pressioni illecite da parte di Maria Rosaria Boccia”.

Non solo la giustizia penale ma anche quella amministrativa accenderà dei fari sul caso politico di fine estate. La Corte dei conti si prepara ad avviare un’istruttoria per eventuale danno erariale.

I magistrati contabili vogliono vederci chiaro sulle spese effettuate dal ministero della cultura e in particolare sull’utilizzo di auto blu e le ospitate del ministro, in compagnia dell’amante, ad eventi finanziati con contributi statali. Infine, la guardia di finanza avrebbe avviato da alcune verifiche, prima che l’affaire deflagrasse, anche su operazioni immobiliari che lambirebbero la donna al centro della vicenda. E l’attenzione potrebbe concentrarsi anche sulle modalità dell’affidamento degli appalti per il G7 della cultura in Campania.

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Ha suscitato sconcerto la sicumera con cui la premier aveva inizialmente respinto le dimissioni di Sangiuliano.

Meloni si è dichiarata più volte paladina dei diritti delle donne ma alla luce dei fatti si sta rivelando una politica a cui piace fare la virago e si trova d’amore e d’accordo in occhiatine e abbracci solo con il filo-nazista Volodymyr Zelensky che certamente le ricorda i suoi anni nel Fronte della Gioventù, formazione giovanile del Movimento Sociale Italiano di chiara ispiazione fascista.

In sostituzione dell’ormai bruciatissimo Sangiuliano ha scelto come Ministro della Cultura un non laureato già premiato dal precednete ministro con un incarico prestigioso e ben remunerato.

Un Non Laureato della Lobby delle Armi nominato nuovo Ministro

Il giornalista Alessandro Giuli, attuale direttore del museo MaXXI di Roma, è il nuovo ministro della Cultura del governo Meloni. Nato a Roma il 27 settembre 1975, ha studiato filosofia all’Università di Roma “La Sapienza” senza tuttavia conseguire la laurea prima di iniziare la carriera giornalistica in alcune testate locali prima di passare al Foglio, dove è diventato professionista nel 2004.

Alessandro Giuli con la moglie

Ma è stato nominato vicedirettore nel 2008 e poi condirettore fino al 2017. Da febbraio a novembre 2017 è stato direttore di Tempi.

Il vero motivo della sua nomina, però, va ricercato nella sua militanza all’interno della Lobby delle Armi.

«Ha avuto una carriera diversificata, con esperienze sia nell’ambito del giornalismo che dell’intrattenimento televisivo, oltre a essere membro del comitato scientifico della Fondazione Leonardo–Civiltà delle Macchine e analista e consulente per la Fondazione Med-Or» scrive UpDay news.

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Si tratta dell’organizzazione creata da Leonardo per premiare i politic compiacenti come già fece con l’avvocato leghsita Fabio Pinelli, divenuto poi vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, l’organismo che dovrebbe – il condizionale è d’obbligo – occuparsi delle violazioni di legge delle toghe.

il nuovo ministtro è autore di diversi libri, tra cui ‘Il passo delle oche. L’identità irrisolta dei postfascisti’, ‘Individui e potere tra identità e integrazione’ e ‘E venne la Magna Madre: i riti, il culto e l’azione di Cibele Romana’. Collabora con Linkiesta, Il Tempo, Libero, il Corriere dell’Umbria e con ‘L’Argonauta’ su Rai Radio 1.

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Giuli, sposato con la collega di Sky Tg24 Valeria Falcioni con la quale ha due figli, è diventato un volto popolare in televisione fra il 2019 e il 2020 quando è stato ospite fisso della trasmissione ‘Patriae’ condotto da Annalisa Bruchi su Rai 2. Poi, sempre nel 2020, la non fortunata esperienza alla conduzione con Francesca Fagnani di ‘Seconda linea’ su Rai 2, programma chiuso dopo due puntate. Dopo essere stato spesso ospite di Lilli Gruber a ‘Otto e mezzo’ su La7, il 23 novembre 2022 il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano lo ha nominato presidente della Fondazione MAXXI, con decorrenza dal 12 dicembre 2022. Ora viene chiamato dalla premier a sostituire proprio Sangiuliano al ministero della Cultura.

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Si spera che la moglie giornalista sia un deterrente sufficiente per evitare che si dedichi a fedifraghe alcove come il suo predecessore in virtù del suo ruolo governativo. Non va dimenticato che la prima ad inaugurare gli incarichi ministeriali su base affettiva è stata proprio la Meloni nominando un politico incapace e irriverente come Francesco Lollobrigida, suo cognato, Ministro dell’Agricoltura. Ruolo in cui ha collezionato una serqua di memorabili gaffe che in altri tempi lo avrebbero costretto a immediate dimissioni.

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