Carri Armati Israeliani Penetrano in Base UNIFIL in Libano: Feriti. NETANYAHU SPARA IN FACCIA ALL’ITALIA CHE LO ARMA. Giusta Nemesi per il Governo Sionista Meloni
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
AGGIORNAMENTO 13 OTTOBRE 2024
Irruzione Militare IDF a Ramiya: 15 Peacekeeper Feriti
Carri armati israeliani hanno “distrutto” il cancello di ingresso e fatto irruzione in una base di Unifil: lo ha riferito la missione di peacekeeping dell’Onu in Libano, aggiungendo del successivo ferimento di 15 suoi militari. I fatti si sarebbero verificati stamane, tra le 4.30 e le 6.40, nella località di Ramiya.
Sono originari del Ghana i peacekeeper di Unifil feriti oggi in conseguenza del fuoco israeliano presso la base di Ramiya, nel sud del Libano: lo ha riferito all’agenzia Dire Andrea Tenenti, portavoce della missione delle Nazioni Unite. Dell’episodio si era saputo grazie a una comunicazione nel pomeriggio. Attorno alle 6.40 del mattino, da una postazione dei militari di Israele sarebbero stati esplosi dei colpi caduti a un centinaio di metri di distanza da alcuni caschi blu.
“Nonostante avessero indossato maschere protettive”, aveva ricostruito Unifil, “15 peacekeeper hanno riportato conseguenze, come irritazioni alla pelle e problemi gastrointestinali, a causa del fumo che ha raggiunto il campo della base”.
Sale così a una nventina il numero di Cachi Blu a causa degli attacchi israeliani.
ARTICOLO PUBBLICATO L’11 OTTOBRE 2024
Ultim’Ora – Nuovo attacco alla base italiana Unifil, abbattuti muri
Le basi italiane della missione Unifil nel sud del Libano sono state nuovamente prese di mira dall’esercito israeliano. Secondo qualificate fonti di sicurezza che seguono il dossier e sono in contatto con i vertici della missione dell’ Onu, l’attacco è avvenuto alla base 1-31 – già colpita nei giorni scorsi – e sono stati abbattuti due muri di demarcazione della base. Si tratta dunque di un ulteriore attacco rispetto a quello in cui sono rimasti feriti due militari cingalesi, avvenuto nei pressi del quartiere generale della missione Unifil a Naqoura
Ancora una volta Gospa News aveva lanciato per tempo l’allarme sulla situazione di pericolo dei Militari Italiani impegnati come Caschi Blu peacekeper nell’operazione UNIFIL voluta dall’ONU in Libano al confine con Israele per evitare sconfinamenti territoriali.
E’ questa l’immediata e irridente risposta del premier Benjamin Netanyahu e dell’Israel Defense Forces alla conferenza stampa del Ministro della Difesa Guido Crosetto e alla condanna internazionale ai loro precedenti attacchi. Di seguito vi spieghiamo perchè…
Le Basi Italiane in Libano
Una missione impossibile dopo le continue escalation tra i due paesi che hanno coinvolto pure l’Iran in una rappresaglia per l’uccisione di leader di Hezbollah (partito politico e brigata militare più potente dell’esercito nazionale libanese), Hassan Nasrallah.
Ma soprattutto dopo che il presidente Joseph Biden ha autorizzato l’invasione israeliana via terra.
Il contingente di circa 10mila militari di 40 nazioni è disolocato in mnolteplici basi. Tre sono quelle con gli italiani Unifil in Libano: una è il Comando italiano del Settore Ovest di UNIFIL, che si trova a Shama con circa mille uomini militari della Brigata “Sassari”, al comando del Generale di Brigata dell’Esercito Stefano Messina.
A circa 11 chilometri più a nord c’è quella di Naqoura, quartier generale dei caschi blu Onu anche con un supporto di militari italiani, dove è avvenuto ieri l’attacco dell’esercito israeliano dopo giorni di tensioni.
Le postazioni sarebbero state prese di mira con le cannonate dei tank dell’Israeli Defense Forces.
L’altra base è quella di Al Mansouri, poco più a nord delle altre ma sempre vicina alla costa, “al comando del Colonnello Alessio Argese, su base 151° Reggimento fanteria “Sassari”, che contribuisce, si legge “con i Battle Groups delle altre nazioni al controllo della “Blue Line” e del territorio del Sud del Libano in assistenza alle forze armate libanesi”.
Nel Sector West, operano unità di Armenia, Brasile, Brunei Darussalam, Corea del Sud, Ghana, Irlanda, Kazakistan, Macedonia del Nord, Lettonia, Malesia, Malta, Moldavia, Polonia, Serbia, Tanzania e Ungheria.
La Furia Satanica ormai inarrestabile di Netanyahu
Ancora una volta il despota sionista del governo Israeliano Benjamin Netanyahu (in carica come premier solo grazie all’emergenza guerra) ha dimostrato, facendo colpire al suo esercito le basi italiane libanese, che non ha più paura di niente e di nessuno…
Grazie alla protezione fornita dagli USA della coppia Biden-Harris che sta “portando alla catastrofe nucleare”, ultimo avvertimento della Russia, e alla sudditanza psico-politica e servitù militare degli alleati come l’Italia che condannano l’Antisemitismo senza curarsi di essere complici, in Terra Santa come a Kiev, del consolidamento di regimi Nazi-Sionisti (quello del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che utilizza armate di paramilitari neonazisti e di estremisti jihadisti).
Troverete negli articoli precededenti, che evidenziamo e linkiamo di seguito in mezzo alla sintesi della giornata, ogni dettaglio sulle nostre perentorie, circostanziate e documentate affermazioni e previsioni.
Precisiamo l’attacco compiuto dall’esercito israeliano è avvenuto nella base
Noi segnaliamo il pericolo del folle indemoniato di guerra “Bibi” da anni, fin dal 2018 quando è nata Gospa News ed abbiamo inizato a raccontare i sistematici bombardamenti in Siria che per colpire le postazioni militari ammazzavano inermi civili.
Portati avanti anche dopo il tremendo terremoto del gennaio 2023.
Invece di essere inquietati al pensiero di nutrire un Satana incarnato, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni, il Ministro della Difesa Guido Crosetto e il Ministro degli Esteri Antonio Tajani hanno usato più durezza nel censurare pochi fenomemi di fanatismo antisemita piuttosto che il genocidio compiuto a Gaza dall’Israel Defense Forces.
Un tale olocausto da indurre persino un ebreo come il senatore americano Bernie Sanders a gridare che condannare quei massacri non potrà mai essere anti-semitismo.
La Nemesi Divina per le Armi Italiane fornite a Israele
Seppur preoccupato per la sorte dei militari italiani, come già evidenziato in recenti articoli anche del nostro collaboratore Piero Angelo De Ruvo,
luogotentente dell’Esercito Italiano in congedo che ha effettuato due missioni UNIFIL in Libano, ammetto di aver guardato il video della ridicola conferenza stampa di Crosetto da Palazzo Chigi con un mezzo sorriso sarcastico.
Per l’amara quanto magra soddisfazione di vedere in palpabile imbarazzo, intento ad arrampicarsi sugli specchi del diritto internazionale che Netanyahu viola ogni giorno da oltre un anno ed ha violato sempre durante ogni suo precedente governo, proprio il Ministro della Difesa che ha continuato a fornire armi italiane a Israele.
In modo da poter continuare l’incremento del business della multinazionale bellica italiana Leonardo di cui è stato consulente, creando nel suo nuovo ruolo un vergognoso conflitto d’interesse.
Quanto sta accadendo è soltanto la giusta nemesi divina. Che indurrà poi gli Anticristo a manifestarsi portando il mondo verso l’Apocalisse predetta nella Bibbia (Libro di San Giovanni).
Ed è soltanto l’inizio…
Evacuare subito i Militari Italiani dal Libano!
Un consiglio da chi segue da anni le strategie militari del criminale sionista che governa a Tel Aviv (su cui pende una richiesta di arresto della Corte Penale Internazioanle) portate via gli Italiani dal Libano prima che sia troppo tardi.
Obbedite servilmente al nuovo Hitler che avete creato ed armato con la complicità della pavidezza dell’ONU e dei veti al Consiglio di Sicurezza ONU degli USA.
Visto che le Nazioni Unite non sono ancora state in grado di approvare una risoluzione che imponga l’embargo sull’importazioni delle armi (anche se poi arrivano lo stesso anche dall’Italia come nello Yemen)
Prima che le nostre postazioni UNIFIL finiscano come quella base militare italiana a Beirut semi-devastata dall’onda d’urto della tremenda esplosione avvenuta nel porto del 4 agosto 2020 per un missile, con ogni probabilità israeliano e con una piccola carica nucleare, di cui solo Gospa News mostrò il video esclusivo.
Fatelo prima di dover giustificare al mondo e alle sue famiglie che uno dei militari italiani è stato è stato ammazzato per la pace in una guerra sostenuta diplomaticamente e militarmente da voi politic filo-sionisti!.
E che non potrete mai fare giustizia perchè Israele ha un centinaio di testate atomichee non ha firmato lo Statuto di Roma che ha istituito la Corte Penale Internazionale.
Rammentiamo che l’aviazione israeliana non si è fatta problemi a bombardare la Chiesa Ortodossa di Gaza facendo una strage totalmente ignorata dalla Meloni e dal suo governo.
E che i cecchini dell’IDF hanno ammazzato a sangue freddo due donne cristiane cattoliche davanti alla Chiesa della Sacra Famiglia della medesima città palestinese alla vigilia del compleanno di papa Francesco che per la prima volta aveva mosso qualche critica contro i massacri israeliani…
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
FONTE PRINCIPALE LINK
GOSPA NEWS – INCHIESTE SU ZONE DI GUERRA
Sotto i dettagli della giornata di ieri attinti da RAI News.
Colpite Ripetutamente due Basi Italiane UNIFIL
Unifil, Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite, conferma che a essere state colpite “ripetutamente” e “deliberatamente” dall’esercito israeliano sono state le basi italiane 1-31 e 1-32A, lungo la linea di demarcazione, oltre al quartier generale di Naqura: feriti non gravi due militari indonesiani.
Il sottosegretario generale per le operazioni di pace Onu: “Caschi blu a rischio in Libano, protesta con Israele”
“Abbiamo protestato con forza contro questi sviluppi con le autorità israeliane e sottolineato la responsabilità delle Forze di difesa israeliane rispetto allo status protetto di Unifil e del suo personale, inclusa l’inviolabilità dei locali Onu”: lo ha detto il sottosegretario generale per le operazioni di pace Onu, Jean-Pierre Lacroix, riferendo al Consiglio di sicurezza sulla missione Onu nel sud del Libano e sugli attacchi compiuti da Israele a postazioni Unifil che oggi hanno causato il ferimento di due caschi blu.
“L’incolumità e la sicurezza dei peacekeeper sono sempre più a rischio” a fronte dell’intensificarsi del conflitto tra le forze israeliane e i miliziani Hezbollah nel sud del Libano, ha rimarcato Lacroix, precisando che alcuni caschi blu “sono stati trasferiti in via temporanea”.
“Va ricordato che la responsabilità ultima di garantire la sicurezza e la protezione dei nostri peacekeeper ricade sugli attori sul campo”, ha concluso
Fuoco dell’Idf su Unifil, la condanna internazionale
Grave incidente internazionale nel Libano del sud: le forze armate israeliane hanno aperto il fuoco contro il quartier generale dell’Unifil a Naqoura, ferendo due caschi blu, e le altre due postazioni a Labbouneh e Ras Naqoura che ospitano il contingente italiano.
Dura condanna della missione Onu, che ha sottolineato come “ogni attacco deliberato alle forze di peacekeeping e’ una grave violazione del diritto umanitario internazionale e della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza”.
“Ricordiamo alle Idf e a tutti gli attori i loro obblighi di garantire la sicurezza e la protezione del personale e delle proprietà delle Nazioni Unite e di rispettare l’inviolabilità dei locali dell’Onu in ogni momento”, ha aggiunto l’Unifil, prima di rispedire al mittente, tramite un portavoce sentito dal sito Walla, la richiesta israeliana di evacuare le postazioni lungo il confine tra Israele e Libano.
Anche l’Italia ha “protestato fermamente”, con il ministro della Difesa Guido Crosetto che ha parlato con l’omologo israeliano Yoav Gallant e ha convocato l’ambasciatore dello Stato ebraico a Roma.
“Non si tratta di un errore, non si tratta di un incidente – ha detto poi in una conferenza stampa – gli atti ostili reiterati delle Forze israeliane contro la base 1.31 potrebbero costituire crimini di guerra e sicuramente sono gravissime violazioni del diritto internazionale”.
“Questi incidenti sono intollerabili, devono essere accuratamente e decisamente evitati”, ha aggiunto. ”
Aprire il fuoco contro le forze di peacekeeping non puo’ mai essere tollerato o accettabile. Il casco blu indossato dalle forze dell’Onu deve essere sacrosanto”, gli ha fatto eco il primo ministro irlandese Simon Harris, precisando che nessun militare irlandese e’ stato coinvolto nell’attacco. Anche da Madrid, il ministro degli Esteri spagnolo Josè Manuel Albares ha espresso “ferma condanna” nei confronti di Israele: “Il governo esige che le parti rispettino le truppe dell’Unifil, la loro sicurezza deve essere garantita”.
L’ambasciata israeliana in Italia: “Apprezziamo il ruolo Italia in Unifil ma Hezbollah opera vicino alle basi”
“Israele apprezza l’assistenza dei Paesi donatori di Unifil, in particolare dell’Italia, e li ringrazia per il loro tentativo di prevenire un’escalation nella nostra regione”.
E’ quanto si legge in una nota dell’ambasciata israeliana in Italia.”Dall’8 ottobre Hezbollah ha lanciato migliaia di missili contro Israele e decine di migliaia di cittadini israeliani sono stati costretti a evacuare le proprie case nel nord – si legge ancora – sfortunatamente Hezbollah sta cercando di nascondersi vicino alle basi Unifil e Israele ha già scoperto tunnel e depositi di armi vicino a quell’area”
Israele all’Onu:”ll vostro silenzio ha armato la nostra mano. Rinnoviamo l’appello a Unifil a spostarsi”
“ll vostro silenzio ha armato la nostra mano. Ora affrontiamo le conseguenze della decisione. Dobbiamo guardare avanti, noi dobbiamo discutere il futuro del Libano, un Libano libero da Hezbollah”. Lo ha detto Danny Danon, ambasciatore di Israele all’Onu, nel suo intervento al Consiglio di sicurezza. Danon ha chiesto la piena applicazione della risoluzione 1701 e lo spostamento delle forze di pace dalla linea blu, quella cuscinetto, che si trova nel sud del Libano.
“Noi – ha continuato – abbiamo chiesto a Unifil di spostare temporaneamente le forze di pace cinque chilometri a nord per evitare pericoli. Con l’intensificarsi dei combattimenti, Unifil ha scelto di restare. Noi chiediamo loro di riconsiderare questa decisione in modo da proteggere il personale”. Danon ha poi rivolto in arabo un appello ai libanesi, dicendo: “La terra del Libano è solo dei libanesi e non degli iraniani. Il Libano appartiene ai libanesi e non agli iraniani”.
Onu:” Israele ritiri le forze di terra dal Libano”
La sottosegretaria generale dell’Onu, Rosemary DiCarlo durante il Consiglio di sicurezza ha detto che l’intera regione del medioriente è ora “pericolosamente in bilico sull’orlo di una guerra totale”. DiCarlo ha aggiunto che “i militanti devono smettere di sparare contro Israele, mentre Israele deve ritirare le sue forze di terra e fermare i bombardamenti sui paesi vicini”. “Israele ritiri le sue forze di terra dal Libano. La soluzione diplomatica deve prevalere”, ha sottolineato.
Il ministro Tajani: “Aspettiamo le scuse dal governo israeliano”
“La situazione certamente è di grande pericolo, è inaccettabile quello che è accaduto nei giorni scorsi e quello che è accaduto anche stamani dove sono rimasti feriti due soldati indonesiani. E qualche giorno fa è stato sparato un colpo da un cannone contro un muro di cinta della base dove ci sono gli italiani. Il dato positivo, come dicel’ambasciata israeliana a Roma, è che è stata aperta un’inchiesta. Noi ora aspettiamo le scuse e le spiegazioni da parte del governo israeliano”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Tg2 Post.
L’IRAN SPARA OLTRE 500 MISSILI IN ISRAELE: “90% Ha Colpito Gli Obiettivi”