TANGENTI NELL’AZIENDA MINISTERIALE DEL FISCO DIGITALE. Arrestato Top Manager, Indagato Uomo di Musk su Affari Militari

TANGENTI NELL’AZIENDA MINISTERIALE DEL FISCO DIGITALE. Arrestato Top Manager, Indagato Uomo di Musk su Affari Militari

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Documenti, schede, memorie dati. Hanno acquisito di tutto gli investigatori della Guardia di finanza nell’ambito dell‘inchiesta sugli appalti in Sogei e nei ministeri di difesa e interno.

Gli accertamenti di quanto nella disponibilità delle 18 persone fisiche indagate e delle 14 società saranno ora oggetto di attento esame da parte degli inquirenti.

Tra coloro che sono stati oggetto di perquisizione anche Andrea Stroppa, punto di riferimento in Italia del vulcanico imprenditore statunitense Elon Musk. Stroppa è accusato di concorso in corruzione per avere ricevuto da un ufficiale della Marina un documento interno della Farnesina.

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La vicenda ruota intorno alla Sogei, una società interamente controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha la seguente mission pubblica:

Sistema informativo della fiscalità, Anagrafe tributaria, Ricetta elettronica, Tessera sanitaria, Dichiarazione precompilata, Fatturazione elettronica, Controllo e tracciamento delle merci in import ed export e ANPR sono solo alcuni fra i progetti strategici che abbiamo realizzato per la digitalizzazione del nostro Paese.

«Anticipare e interpretare le necessità di innovazione dei Dipartimenti del Ministero dell’Economia e delle Finanze, delle Agenzie fiscali e della Guardia di Finanza è il nostro core business» si legge nella home del sito.

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Ma proprio le Fiamme Gialle hanno arrestato uno dei manager per tangenti con uno strascico dell’inchiesta anche in ambienti militari.

Il Dg di Sogei: tangenti per oltre 100mila euro

Tra gli indagati il direttore generale Business di Sogei, Paolino Iorio, che nel corso di un interrogatorio investigativo avvenuto ieri, ha dichiarato di aver ricevuto “circa 100 mila euro in nero” da Massimo Rossi, l’imprenditore, manager della Italware, anche lui finito agli arresti domiciliari nell’inchiesta della Guardia di Finanza, coordinata dalla procura di Roma.

Paolino Iorio, direttore generale di Sogei, in una foto tratta dal sito Sogei

Iorio è stato ascoltato dal pm capitolino Lorenzo Del Giudice, fornendo una sua  versione dei fatti.

Secondo l’accusa, gli incontri con l’imprenditore avvenivano due volte al mese, ma le cessioni di denaro, iniziate  intorno a febbraio 2023, non sarebbero avvenute tutte le volte che i  due si vedevano. Per comunicare, Iorio utilizzava un cellulare ad hoc  che l’imprenditore gli aveva fornito.

L’Inchiesta sulla Società e sulle Ramifficazioni nel Ministero dell’Interno

Un articolato sistema corruttivo con diversi protagonisti e con ramificazioni sia all’interno del ministero della Difesa, sia in Sogei e sia infine al ministero dell’Interno”.

Lo scrive la Guardia di Finanza in una informativa presente negli atti dell’indagine della Procura di Roma in cui si ipotizzano i reati di corruzione e turbativa d’asta e che ha portato a una serie di perquisizioni. E all’arresto, ieri, dell’attuale direttore generale di Sogei, società in house controllata dal Mef, Paolino Iorio, ora agli arresti domiciliari,.

La sede Sogei a Roma

Secondo l’accusa Iorio ”in qualità  prima di direttore ingegneria, infrastrutture e data center e  successivamente di direttore generale della società a partecipazione  pubblica Sogei Spa, e quindi di pubblico ufficiale, indebitamente  riceveva, in più occasioni, per l’esercizio delle sue funzioni, somme  di denaro” dall’imprenditore”; in particolare, ”a fronte di una  serie di contratti stipulati con Sogei Spa si impegnava ad acquistare  prodotti e servizi forniti dalle imprese per un valore complessivo di  oltre 100 milioni di euro.

Lo scambio di denaro fra i due, dell’ordine di decine di migliaia di euro, avveniva circa due volte al mese,  almeno dal novembre 2023. Gli incontri sono emersi anche dalle  intercettazioni”.

L’arresto è stato eseguito dal nucleo Pef della Guardia di Finanza  nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla procura di Roma in cui  figurano indagate 18 persone e 14 società.

Dalle intercettazioni delle utenze in uso all’imprenditore arrestato assieme al Dg di Sogei,  sono “emersi i contatti e gli incontri” avuti con “un Capitano di fregata della Marina Militare”.

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Già “dai primi incontri emergeva che il militare, al fine di svolgere il proprio ruolo nell’ambito di una fornitura, ha avanzato richieste di compensi nonché – è riportato nell’informativa alla base dell’indagine – l’assunzione di una persona da parte di una delle imprese gestite dall’imprenditore”.

Il manager “riceveva somme di denaro non quantificate, ma da intendersi nell’ordine di decine di migliaia di euro – continua il capo di imputazione – con frequenza di circa due volte al mese dal novembre del 2023”. Incontri “monitorati” anche attraverso intercettazioni.

Lo Stato Maggiore della Difesa “assicurerà il massimo supporto alle autorità inquirenti. I presunti comportamenti per i quali si indaga non sono certamente compatibili con i valori ei principi fondanti delle Forze Armate italiane”. Il riferimento è al presunto coinvolgimento del capitano di fregata della Marina.

Giorgetti: “Aspettiamo il lavoro della Magistratura”

Il commento del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in conferenza stampa sull’arresto del direttore generale di Sogei. “Sta lavorando la Magistratura, aspettiamo il lavoro della Magistratura, non vedo cosa possiamo fare di più rispetto a un arresto in flagranza”.

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Tra gli indagati anche il referente di Musk in Italia

Tra le persone indagate dalla procura di Roma c’è anche Andrea Stroppa, classe ’94, ritenuto, secondo quanto scrive la Gdf, il “referente di Elon Musk in Italia”.

In particolare, secondo quanto scrive la Gdf in una informativa citata nel decreto di perquisizione, il militare della Marina indagato, “nell’apprendere del progetto volto all’acquisizione da parte del governo del sistema satellitare realizzato e fornito da un noto  gruppo statunitense, approfitta dello svolgimento presso il VI reparto di cui fa parte di una riunione sul tema per agganciare e contattare successivamente il referente italiano del Gruppo, Andrea Stroppa”.

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Nel documento relativo all’inchiesta si spiega: “Nel corso delle conversazioni emerge che, da un lato l’ufficiale di Marina programma con un altro indagato l’inserimento di Olidata Spa nell’affare e, dall’altro, lo svolgimento di una certamente illecita propalazione a beneficio dello Stroppa (e, suo tramite, dei suoi referenti) di notizie riservate in ordine a decisioni assunte nel corso di riunioni ministeriali.

Vicenda sintomatica di un accordo concluso, o in corso di conclusione, al fine di far beneficiare Olidata Spa e attraverso lo stesso ufficiale di Marina e di un altro indagato, degli affari che il gruppo statunitense potrà concludere con l’amministrazione italiana, grazie all’intervento illecito del pubblico ufficiale”.

La reazione di Stroppa

“Tengo a dichiarare con forza la mia totale estraneità rispetto alla contestazione che è stata recentemente formulata nei miei confronti dalla Procura della Repubblica di Roma,

che ha ipotizzato un mio coinvolgimento in un episodio di corruzione di un ufficiale dell’Esercito Italiano”. Così all’ANSA Andrea Stroppa, referente di Elon Musk in Italia.

Andrea Stroppa dallo screenshot del servizio TG2

“Voglio precisare – dice Stroppa – che tutti i rapporti che ho tenuto nel tempo con i pubblici ufficiali sono sempre stati improntati alla massima correttezza e trasparenza. Ho peraltro fornito sin da subito la più totale collaborazione agli inquirenti, auspicando che possa essere accertata in tempi rapidi la mia totale estraneità rispetto ai fatti oggetto di indagine. Pertanto – conclude – proseguo nel mio lavoro con l’abituale serietà”.

Le precisazioni della Farnesina

Il ministero degli Affari Esteri ha fatto sapere che da alcuni mesi sono in corso valutazioni sulla possibilità di utilizzare sistemi Star Link per le comunicazioni di installazioni della presidenza del Consiglio, degli Esteri e della Difesa in aree problematiche.

Si tratta di migliorare il livello delle comunicazioni di ambasciate e “addettanze” militari soprattutto nell’area del Mediterraneo.

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Secondo informazioni di stampa, un indagato nell’inchiesta della Guardia di Finanza avrebbe passato all’esterno dell’amministrazione un documento riservato.

Non si tratterebbe – fa sapere la Farnesina – di un documento “riservato” secondo la classificazione di legge (documentazione “riservata” e “segreta”). Dovrebbe trattarsi di un documento interno, un elenco di necessità espresse dal ministero (il numero delle ambasciate e consolati) da collegare al sistema se eventualmente fosse andata avanti la procedura.

FONTE PRINCIPALE – RAI NEWS


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fonte selezionata da Gospa News

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