Nell’immagine di copertina un’eloquente immagine della fame in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale
Nei giorni scorsi abbiamno pubblicato la notizia del dossier curato dall’ex presidente della Finlandia Sauli Ninisno per conto della Commissione Europea che mette in luce le criticità più significative per i paesi dell’Unione Europea in caso di varie emergenze, tra cui anche quella bellica.
Una possibilità sempre più concreta alla luce dell’escalation delle provocazioni dei paesi NATO contro la Russia in Ucraina causata dall’approvazione dell’uso dei missili a lungo raggio froniti a KIev anche nel territorio russo che è stato deliberato a settembre dal Parlamento UE e nelle scorse settimane autorizzato da USA, Regno Unito e Francia, i tre più grandi produttori di vettori esplosivi a lunga gittata.
Ora anche una rivista di moda, costume e gossip come Vanity Fair si è focalizzata sulle misure che alcune nazioni europee stanno adottando nell’eventualità che lo spettro della Terza Guerra Mondiale, ovvero la prima atomica, dioventi purtroppo realtà.
Prepararsi a una possibile guerra: la Germania e i Paesi nordici mettono in allerta i cittadini
Pubblicato in origine da Monica Coviello su Vanity Fair
I link ai precedenti articoli di Gospa News sono stati ovviamente aggiunti a posteriori
Se la prospettiva di una guerra che si estenda in Europa sembra remota per molti Paesi, altri, allarmati dalla crescente tensione geopolitica, la stanno prendendo in considerazione e stanno adottando misure per rendere la popolazione kriegstüchtig («capace di combattere»), come dice il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius. La Germania e diversi Paesi nordici hanno intensificato le misure per preparare i cittadini a scenari di crisi o guerra, con iniziative che spaziano da app informative a opuscoli dettagliati. Questi strumenti spiegano come costruire rifugi, accumulare scorte alimentari e affrontare una quotidianità senza elettricità.
Germania: un’app per localizzare rifugi
La Germania sta sviluppando un’app per individuare i bunker più vicini in caso di attacco. Il numero di rifugi pubblici in Germania è attualmente insufficiente: circa 600 strutture con una capacità complessiva di 480.000 persone in un Paese di 84 milioni di abitanti. Molti di quelli che erano stati costruiti durante la guerra fredda sono stati smantellati, ma il governo ha lanciato un piano nazionale per riconvertire spazi pubblici – come stazioni della metropolitana e cantine di scuole e uffici comunali – e imporre ai costruttori di integrare rifugi sicuri nelle nuove abitazioni, seguendo l’esempio della Polonia. Anche le famiglie sono state invitate ad adattare spazi privati, come cantine e garage, per renderli rifugi in caso di emergenza.
Svezia: una tradizione di preparazione civile
In Svezia, un opuscolo intitolato If Crisis or War Comes (Se arriva una guerra), distribuito a milioni di famiglie, fornisce istruzioni su come affrontare emergenze come attacchi militari, blackout e scarsità di risorse. Il manuale, originariamente diffuso durante la seconda guerra mondiale, è stato aggiornato con consigli su sicurezza digitale, utilizzo delle latrine senza acqua e approvvigionamento di beni essenziali.
Norvegia: un vademecum per la sopravvivenza
Anche la Norvegia ha distribuito un opuscolo simile, che invita i cittadini a prepararsi per eventi come attacchi, cambiamenti climatici e cyberattacchi. Viene consigliato di accumulare provviste alimentari per almeno una settimana, tra cui cracker, legumi in scatola, cioccolato, miele e frutta secca, oltre a medicine essenziali come le compresse di iodio per emergenze nucleari. Il governo norvegese sottolinea inoltre l’importanza di tenere del denaro contante, più carte di credito e di verificare regolarmente l’ubicazione dei rifugi locali.
Finlandia: «Saresti in grado di sopravvivere 72 ore?»
La Finlandia, che condivide un confine di 1.340 chilometri con la Russia, ha creato una piattaforma online chiamata 72tuntia.fi per insegnare ai cittadini come affrontare emergenze di breve durata, dalle interruzioni idriche agli incendi, fino ai conflitti armati. La piattaforma fornisce test pratici per verificare la propria preparazione e offre suggerimenti per rafforzare la resilienza psicologica e la sicurezza personale.
Suvi Aksela, dell’associazione nazionale femminile per la preparazione alle emergenze (Nasta), ha spiegato che il limite di 72 ore è considerato il minimo essenziale per affrontare una crisi. L’invasione russa dell’Ucraina ha rappresentato un campanello d’allarme per i Paesi nordici: in Finlandia, ad esempio, sono aumentate le vendite di radio a batterie e i corsi di preparazione emergenziale hanno registrato un boom di iscrizioni.
Pubblicato in origine da Monica Coviello su Vanity Fair il primo dicmebre 2024
nioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle del responsabile di questa gtestata giornalistica. I contributi pubblicati su Gospa News, ritenuti degni di rilievo, hanno il solo ed unico scopo di far riflettere, di alimentare il dibattito e di approfondire la realtà. Qualora gli autori degli articoli che vengono qui rilanciati non avessero piacere della pubblicazione, non hanno che da segnalarcelo. Gli articoli verranno immediatamente cancellati.
ARTICOLI CORRELATI