LA NUOVA SIRIA DEL CALIFFATO TERRORISTA. Analisi Esclusiva su Al Jolani dell’ex Funzionario INTERPOL Italiano in Giordania Antonio Evangelista

LA NUOVA SIRIA DEL CALIFFATO TERRORISTA. Analisi Esclusiva su Al Jolani dell’ex Funzionario INTERPOL Italiano in Giordania Antonio Evangelista

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Nell’immagine di copertina Al Jolani durante l’intervista del TG1 RAI, che trasforma il gruppo HTS dichiarato organizzazione terrorista dall’ONU in una “forza ribelle”, e l’ex funzionario Interpol Antonio Evangelista

NOTA INFORMATIVA da Wikipedia

Hay’at Tahrir al-Sham (HTS; Hayʼat Taḥrīr al-Shām, lett. “Organizzazione per la liberazione del Levante” o “Comitato di liberazione del Levante”), comunemente Taḥrīr al-Shām, è una formazione armata islamista siriana di orientamento salafita, attualmente attiva e coinvolta nella guerra civile siriana.

HTS è responsabile di gravi violazioni dei diritti umani e di crimini di guerra. È considerata un’organizzazione terroristica dall’ONU, Unione europea, Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Argentina, Indonesia e Russia.

CRIMINI COMMESSI

  • Esecuzioni extragiudiziali, arresti arbitrari e torture
  • Violenza contro donne e bambine
  • Conversioni forzate e discriminazione delle minoranze religiosi
  • Oppressione politica
  • Ostruzione degli aiuti umanitari
  • Bambini partecipanti forzati alla guerra

La Diabolica Figura di Al Jawlani

di Antonio Evangelista – ex funzionario Interpol

Tutti i link ai precedenti articoli di Gospa News sono stati aggiunti a posteriori per attinenza coi temi trattati

La Siria è morta viva il Siraq, acronimo che durante il regno del Califfato indicava il territorio combinato di Siria e Iraq sotto il controllo ISIS! Il califfo Abu Bakr al Baghdadi, pace all’anima sua, starà festeggiando ma più di lui sembrano molto felici Israele e la Turchia… e altri.

La prima si è già posizionata oltre le alture del Golan, già territorio oggetto di ‘esplorazioni’ e sfruttamento da parte della Genie Energy Ltd. Una holding operativa nel settore energetico che vede tra i suoi consiglieri più importanti Dick Cheney dal 2009 (vice presidente USA), Rupert Murdoch (magnate dei media statunitensi), James Woolsey (ex direttore CIA, Larry Summers (ex direttore USA del tesoro), Jacob Rothschild e altri.

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La seconda tristemente nota per il supporto fornito a miliziani di varie formazioni jihadiste, ISIS compreso, che attraverso il suo territorio aveva garantito un corridoio per gli aspiranti tagliagole che si univano al Daesh, al Nusra, al Qaeda e via dicendo. E che ora probabilmente mira a una soluzione per disfarsi dei curdi nonostante il loro ruolo nel contrasto dei miliziani dell’ISIS.

Un anno fa pubblicavo, con Santelli editore, il mio ultimo libro “Mediterraneo, stesso sangue stesso fango” (estratti sotto), nel quale a proposito di Califfato, formazioni più o meno jihadiste, ribelli di varia natura, mercenari, galeotti liberati, consiglieri militari occidentali cercavo di fare un po’ di chiarezza a beneficio del lettore. Un testo con l’ambizione di smentire una narrativa occidentale che confonde queste formazioni di tagliagole con l’Islam i cui leader religiosi avevano già condannato i vari ‘califfi e califfati’ disconoscendone autorità e discendenza.

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Condanna rinnovata anche in occasione delle stragi ISIS-AL QAEDA in giro per il mondo commissionate da una genia di pazzi autoproclamatisi leader di un ‘Islam’ manipolato a uso e consumo di assassini reclutati da menti raffinate per seminare sangue e fango là dove era necessario.

E tutto per tutelare interessi strategici energetici… e tra figuri diabolici era già presente e operativo AL JAWLANI (o al Jolani all’occidnetale – ndr) ora capo-leader religioso in Siria. Ecco la ‘gangsterizzazione della geopolitica’, ecco come, per esempio, è stato sabotato il gasdotto ‘Islamico’ che dall’Iran, via Iraq e Siria, avrebbe raggiunto le coste del Mediterraneo, spargendo terrore, odio, sangue e fango nel corridoio iraniano che guarda al Mediterraneo passando dalla Siria.

La propaganda politica del terrorista Al Jolani promossa dal TG1 della Tv nazionale RAI (link video in fondo all’articolo)

Le origini dei ‘fuorilegge’, così nominati dal re di Giordania questi pazzi sanguinari, risalgono ad Al Qaeda in Iraq (2004–2006), poi rinominata Stato Islamico dell’Iraq (2006–2013), fondata dal giordano Abu Muṣab al Zarqawi nel 2004 per combattere l’occupazione statunitense dell’Iraq e il governo iracheno sciita sostenuto dagli Stati Uniti d’America dopo il rovesciamento di Saddam Hussein. Nel marzo del 2011 erano cominciate le proteste contro il governo siriano.

Nell’agosto del 2011 Abu Bakr al Baghdadi cominciò a inviare in Siria membri iracheni e siriani dell’ISI-Islamic State Iraq con esperienza nella guerriglia per formare un’organizzazione all’interno del Paese. Guidato da un siriano chiamato Abu Muḥammad al Jawlani, il gruppo cominciò a reclutare combattenti e a costituire celle terroristiche in tutto il Paese, scontrandosi con le truppe regolari siriane e i loro alleati iraniani e Hezbollah.


La Nascita del Fronte Al Nusra (poi HTS) finanziato dall’ISIS

Estratto dal libro Mediterraneo Stesso Sangue, Stesso FangoStato Islamico, al Dawla al Islamiyya, indica un’organizzazione jihadista salafita operativa in Siria e Iraq che fino al 2017 controllava militarmente un ampio territorio. Il suo capo, il califfo Abu Bakr al Baghdadi, nel giugno 2014 ne aveva proclamato la nascita. Il gruppo si rifaceva alla religione islamica sunnita, ma già allora molti leader islamici ne avevano sostenuto il contrasto con la dottrina religiosa. Le origini del gruppo risalgono ad Al Qaeda in Iraq (2004–2006), poi rinominata Stato Islamico dell’Iraq (2006–2013), fondata dal giordano Abu Muṣab al Zarqawi nel 2004 per combattere l’occupazione statunitense dell’Iraq e il governo iracheno sciita sostenuto dagli Stati Uniti d’America dopo il rovesciamento di Saddam Hussein.

AL BAGHDADI, IL CALIFFO ISIS E AGENTE MOSSAD-CIA NASCOSTO DAGLI USA

Nel marzo del 2011 erano cominciate le proteste contro il governo siriano. Nell’agosto del 2011 Abu Bakr al Baghdadi cominciò a inviare in Siria membri iracheni e siriani dell’ISI-Islamic State Iraq con esperienza nella guerriglia per formare un’organizzazione all’interno del Paese.

Guidato da un siriano chiamato Abu Muḥammad al Jawlani, il gruppo cominciò a reclutare combattenti e a costituire celle terroristiche in tutto il Paese, scontrandosi con le truppe regolari siriane e i loro alleati iraniani e Hezbollah.

“JIHADISTI AL NUSRA FINANZIATI DAL QATAR”. SCOTLAND YARD INDAGA. Rifugiati Siriani e Americano Rapito in causa a Londra e in Florida contro le banche dell’Emirato. Partner dell’Italia

Nell’aprile del 2013 Al Baghdadi aveva comunicato che il Fronte al Nusra, finanziato e sostenuto dallo Stato Islamico dell’Iraq, non era che un’estensione in Siria dell’ISI e nell’ottobre Al Zawahiri, capo di Al Qaeda, ordinò lo scioglimento di ISIS, dando al Fronte Al Nusra il compito di portare avanti il jihad in Siria, ma Al Baghdadi contestò la decisione e il gruppo continuò a operare in Siria. Nel febbraio del 2014, dopo otto mesi di lotta per il potere, Al Qaeda rinnegò qualsiasi relazione con ISIS e giudicò troppo estremi i propositidel movimento.


Al Jawlani (o Al Jolani) ex Tagliagole mandante di Stragi di Italiani

Nell’aprile del 2013 Al Baghdadi aveva comunicato che il Fronte al Nusra, finanziato e sostenuto dallo Stato Islamico dell’Iraq, non era che un’estensione in Siria dell’ISI e nell’ottobre Al Zawahiri, capo di Al Qaeda, ordinò lo scioglimento di ISIS, dando al Fronte Al Nusra il compito di portare avanti il jihad in Siria, ma Al Baghdadi contestò la decisione e il gruppo continuò a operare in Siria.

CALIFFATO D’EUROPA: LA JIHAD IN BOSNIA ARMATA DA SAUDITI E CIA

Nel febbraio del 2014, dopo otto mesi di lotta per il potere, Al Qaeda rinnegò qualsiasi relazione con ISIS e giudicò troppo estremi i propositi del movimento. Oggi al Jawlani si sta rifacendo la ‘faccia’ che servirà a giustificare il riavvicinamento di quei paesi che avranno bisogno di confondere ancora una volta i suoi cittadini circa l’opportunità di riallacciare relazioni con un nuovo ‘diavolo’ partorito dall’arroganza imperiale dell’occidente.

Allora giova ricordare chi è al Jawulani colonnello dell’ISIS, poi capo di AL QAEDA in Siria e infine fondatore di HTS – Hay’at Tahrir al-Sham (Commissione per liberare la Siria) che ha raccolto in Idlib, reduci del califfato e di tutte le formazioni criminali terroristiche ‘confessionali’ allo sbando dopo la disfatta seguita all’intervento russo in Siria dal 2021 a oggi. Tutti sono stati formati per la Sharia e per l’uso delle armi, come quei bambini che la propaganda jihadista mostrava nei panni di piccoli boia.

Ve li ricordati i bambini che sparavano alla nuca dei ‘prigionieri’ eseguendo ordini, direttive, desiderata di gente come al Jawlani?

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Ricordiamolo tutti che questo ‘signore’, con i suoi complici vicini e lontani, è il mandante/ispiratore delle stragi jihadiste che, tra gli altri, hanno ucciso diversi italiani.

Si comincia da Tunisi il 18 marzo 2015, al museo del Bardo e si finisce in Strasburgo dove muore il giovane reporter Antonio Megalizzi, il 15 dicembre 2018. Venticinque vittime italiane in tutto passando per Kabul in Afghanistan, Dacca in Bangladesh, Parigi e Nizza in Francia, Ougaduogou in Burkina Faso, Bruxelles, Berlino in Germania.

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Ecco chi è il signor AL JAWLANI, ora Ahmed al Shareh, ex tagliagole, ex cattivo maestro, ex leader jihadista, ex rappresentante del ‘male’ su questa terra bagnata di sangue, petrolio e gas.

Si salvi chi può! Mentre gli Stati Uniti cancellano la taglia da loro messa sul figlio del male.

Antonio Evangelista

funzionario Interpol della Polizia di Stato in pensione

già aggregato all’Ambasciata Italiana di Amman in Giordania


ISIS, Mafia Calabrese e Attentati in tutto il Mondo

Estratto dal libro Mediterraneo Stesso Sangue, Stesso Fango di Antonio Evangelista (pagg. 35, 36,37,38) con autorizzazione dell’autore

Intanto le risorse del gruppo ammontano a due miliardi di dollari statunitensi3. L’ISIS è il più ricco gruppo jihadista del mondo. Si finanzia attraverso fondi in parte generati da: traffico di droga, contrabbando di petrolio, donazioni private, rapine e furti. Nel giugno del 2014, uomini armati ISIS rapinano una filiale della Banca Centrale Irachena a Mosul, con un bottino stimato circa cinquecento miliardi di dinari iracheni (430 milioni di dollari, una delle maggiori rapine della storia); riscuote la “tassa di protezione” imposta alle comunità cristiane e ad altre minoranze religiose per poter vivere nei territori controllati; controlla il traffico di profughi ed esseri umani, trafuga beni archeologici, opere d’arte, riscuote dazi e tasse di vario genere nei territori governati.

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L’ISIS rafforza i suoi arsenali rastrellando armi durante la guerra civile siriana e nella guerriglia irachena scatenatasi dopo il ritiro delle truppe statunitensi. Riceve armi anche dalla ‘Ndrangheta, alla quale vengono pagate con reperti archeologici trafugati, che successivamente la mafia calabrese rivende al mercato nero.

Allo Stato Islamico si uniscono decine di migliaia di combattenti arrivati anche da Paesi esteri, reclutati dalla propaganda del Califfato che fa del web il suo punto forte diffondendo la “jihad offensiva” nel mondo e reclutando volontari per la Guerra Santa contro gli infedeli e per compiere attentati nei loro Paesi d’origine.

Seguiranno nei mesi del 2015 attentati in varie parti del mondo: al Museo Nazionale del Bardo di Tunisi il 18 marzo, sulla spiaggia di Sousse del 26 giugno sempre in Tunisia, in una moschea in Kuwait, a una marcia della pace dei Curdi in Turchia, in Egitto contro un aereo russo abbattuto da un ordigno in volo il 31 ottobre con 224 persone a bordo, a Parigi al teatro Bataclan il 13 novembre con 130 morti.

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A seguito di questi ultimi due gravissimi attacchi, Francia e Russia, considerandola come una vera e propria dichiarazione di guerra, intensificano i raid aerei contro lo Stato Islamico, soprattutto nella capitale Raqqa, roccaforte dell’ISIS. Si mobilita la comunità internazionale al fianco di russi e francesi mentre in Europa si moltiplicano gli allarmi di attentati.

Nei video di rivendicazione di queste due ultime stragi, e a seguito dell’intensificazione dei bombardamenti a suo danno, il Califfato minaccia nuovi attacchi a Roma, Londra e Washington, tutti contro i cristiani. Il 22 marzo 2016 è colpita Bruxelles, muoiono trentaquattro persone (oltre duecento feriti) in due diversi attacchi, in aeroporto e alla metropolitana.

La sera del 14 luglio 2016 sul lungomare di Nizza, trasformato in isola pedonale per le celebrazioni della festa nazionale francese, un autocarro bianco si scaglia a tutta velocità sulla folla per due chilometri, facendo 86 vittime e ferendo quattrocento 58 persone.

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Il 18 dicembre 2016 quattro terroristi giordani fermati per un controllo sparavano contro la Polizia di Karak e fuggendo si asserragliavano nel castello della cittadina facendosi scudo dei turisti presenti. Morivano negli scontri a fuoco, oltre ai terroristi, sei poliziotti, tre cittadini giordani e una cittadina canadese, una trentina i feriti superstiti.

Le successive perquisizioni nel loro covo porteranno al rinvenimento di fucili mitragliatori AK-47 Kalashnikov, granate, proiettili, caricatori e materiale chimico per la fabbricazione del TATP5 oltre a giubbotti e cinture per azioni suicide. L’obiettivo della cellula terroristica contemplava, tra gli altri, attacchi programmati per le festività di Natale e di fine anno in Amman.

La sparatoria di Karak fu rivendicata dall’ISIS in data 20 dicembre 2016. Pochi mesi prima, il 6 giugno 2016 (primo giorno di ramadan) cinque dipendenti del Dipartimento Generale Intelligence (GID) erano stati uccisi all’alba da un terrorista solitario introdottosi fortuitamente nell’ufficio presente nel campo profughi palestinese di Baqaa. Il 22 maggio 2017 a Manchester, un kamikaze si fa esplodere alla fine del concerto di Ariana Grande al Manchester Evening News Arena, il bilancio è di ventitré morti (compreso l’attentatore) e duecentocinquanta feriti.

Il 17 agosto 2017 a Barcellona un furgone investe la folla lungo la Rambla uccidendo sedici persone e ferendone 124. Si sviluppa l’interpretazione radicale e antioccidentale dell’Islam che promuove la violenza religiosa e considera i dissidenti come infedeli e apostati. Il Califfo Al Baghdadi sostiene di rifarsi all’Islam delle origini e rifiuta le “innovazioni” più recenti considerandole responsabili della corruzione dello spirito originario. Condanna i califfati più giovani e l’Impero ottomano per aver deviato da quello che chiama “Islam puro”, per la cui restaurazione ha stabilito il suo Califfato.

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A Mosul introduce la sharia nei programmi scolastici, bandendo l’insegnamento della storia nazionale, della letteratura, della storia dell’arte, della musica e della teoria dell’evoluzione di Darwin, avversata decisamente dal wahhabismo saudita, dal fondamentalismo islamico e dal jihadismo.

Da notare che già alla fine di settembre del 2014 oltre centoventi studiosi islamici di tutto il mondo avevano firmato una lettera aperta al capo dello Stato Islamico rifiutando esplicitamente le interpretazioni che il suo gruppo dà di Corano e ḥadith per giustificare le proprie azioni. La lettera rimprovera allo Stato Islamico le esecuzioni dei prigionieri, descritte come «atroci crimini di guerra» e la persecuzione degli yazidi, definita «abominevole». Accusano inoltre il gruppo di istigare la fitna7, ossia lo scontro teologico, istituendo la schiavitù in contraddizione all’interpretazione antischiavista che gli ulema danno oggi.

RAI – L’intervista esclusiva ad Al Jolani


Note Biografiche di Antonio Evangelista

Laureato in Giurisprudenza presso la Sapienza di Roma ha frequentato corsi e seminari presso l’Università di Torino per la formazione nella conduzione di interviste e interrogatori di delinquenti seriali e mass murders. Studioso autodidatta del linguaggio del corpo, antropologia e sociologia criminale.

Entra in Polizia come ispettore e coordina la Polizia giudiziaria presso la Procura di Asti dal 1993 al 1999, successivamente nella carriera di funzionario ricopre incarichi investigativi dirigendo gli uffici della Squadra Mobile e della Digos di Asti collaborando con i rispettivi omologhi in Torino, Milano e Genova; si occupa anche di indagini nei Balcani quale comandante Polizia italiana in Kosovo con l’Onu, tra il 2000 e il 2004, investigando crimini di guerra, terrorismo, crimine organizzato, mafie balcaniche e corruzione.

Il dirigente della Polizia di Stato Antonio Evangelista (unico in divisa) durante un vertice di sicurezza nel 2010 in Bosnia Herzegovina

Successivamente dal 2010 al 2012 è consigliere del Ministro dell’Interno e del Direttore della Polizia della Republika Srpska in Bosnia Erzegovina con la missione della Unione Europea Eupm per il crimine organizzato, la corruzione e il terrorismo. Ha tenuto corsi e seminari su crimine organizzato e corruzione in Kosovo, Bosnia Erzegovina, Macedonia, Moldavia e Cina quale membro della delegazione italiana al fianco del prof. Arlacchi Pino. Dirigente e funzionario Interpol presso il Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia in Roma è stato aggregato all’Ambasciata Italiana in Giordania fino al momento del pensionamento.

Sulle sue esperienze investigative ha scritto tre libri: La torre dei crani, Editori Riuniti 2007 che analizza le mafie albanesi kosovare; Madrasse – Piccoli martiri crescono tra Balcani ed Europa E.R. University press, 2009 che narra del terrorismo religioso nei Balcani e in Europa; Califfato d’Europa Iris Ed. 2016 che narra dei retroscena dell’assedio di Sarajevo e dei crimini dei paramilitari operativi in Bosnia Erzegovina.

 

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Antonio Evangelista

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